venerdì 19 novembre 2010

Terapia anticancro

Dal Libro del Profeta Geremia.




"I miei occhi grondano lacrime
notte e giorno, senza cessare,
perchè da grande calamità
è stata colpita la figlia del mio popolo,
da una ferita mortale"



Romano il Melode, il più grande innografo bizantino, immagina il dialogo tra Gesù e Sua Madre ai piedi della croce. Maria chiede al Figlio il perchè della sofferenza, della passione, della morte e della morte di croce. "E' proprio necessario che Tu debba morire in questo modo?" E Gesù Le risponde: "O Madre, come non andare a morire per Adamo! La sua ferita è troppo profonda! E' indispensabile che come un medico arrivi là dove giacciono Adamo ed Eva, io solo posso curare quelle ferite, asportando con la lancia le tumefazioni e gli indurimenti. Prenderò anche l'aceto, lo verserò sulle piaghe per rimarginarle e, dopo aver esplorato l'ascesso usando i chiodi come sonda, farò della mia tunica una benda. Infine, portando la croce come borsa del medico, me ne servirò per la loro guarigione". Così Cristo ha curato il cancro del vecchio Adamo, facendo della lancia un bisturi, dei chiodi una sonda, dell'aceto un disinfettante per pulire le sue putride, fetide piaghe, della tunica come delle bende per fasciarlo e infine della croce la medicina per salvarlo dall'inferno.

Preghiamo: "Signore Gesù Cristo, che al ladrone pentito facesti la grazia di passare dalla croce alla gloria del tuo regno, ricevi l'umile confessione delle nostre colpe e nell'ora della morte apri anche a noi la porta del tuo paradiso. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli".