venerdì 3 dicembre 2010

Esprimi un desiderio!




Una delle ragioni fondamentali che spiegano come mai tanto spesso non sappiamo prendere una decisione è indubbiamente la tentazione di rimanere nella condizione di "spettatore" della vita senza vivere effettivamente. In altre parole, per scoprire quello che conviene nella vita, occorre avere il coraggio dei propri desideri. Solo così essi si precisano, altrimenti assumono i tratti della patetica "nostalgia" di tutte le cose che "avrei potuto fare e non ho fatto"... C'è un brevissimo racconto di Franz Kafka che illustra con particolare efficacia tale situazione di "paralisi":

Ritorno
Sono ritornato, ho attraversato l'ingresso e mi guardo intorno. E' il vecchio cortile di mio padre. La pozzanghera nel mezzo. Attrezzi vecchi, inservibili, intricati tra loro ostacolano il passaggio alla scala del solaio. Il gatto sta in agguato sulla ringhiera. Un panno a brandelli, avvolto un giorno per gioco intorno a un palo, si agita al vento. Sono arrivato. Chi mi riceverà? Chi aspetta dietro la porta della cucina? Dal camino esce il fumo, si sta bollendo il caffè per la sera. Ti senti a tuo agio, senti di essere a casa tua? Non lo so, sono molto incerto. E' la casa di mio padre, ma freddi stanno gli oggetti l'uno accanto all'altro, come se ciascuno badasse ai fatti suoi che in parte ho dimenticati, in parte mai conosciuti. Pur essendo figlio del babbo, del vecchio agricoltore, come potrò essere utile, che cosa sono per loro? E non oso bussare alla porta della cucina, ascolto soltanto da lontano, da lontano sto in ascolto, in piedi, ma non in modo che mi si possa sorprendere a origliare. E siccome ascolto da lontano, non afferro nulla, odo o credo forse soltanto di udire un leggero ticchettio d'orologio che pare mi giunga dai giorni dell'infanzia. Ciò che si svolge in cucina è un segreto di coloro che vi stanno e che me lo nascondono. Quanto più si indugia fuori della porta, tanto più si diventa estranei. E se ora qualcuno aprisse la porta e mi rivolgesse una domanda? Non sarei io stesso come uno che voglia custodire il suo segreto?



La tentazione di rimanere dietro la porta, anzichè entrare decisamente nella stanza - ossia nel teatro della vita - è radicalmente connessa alla condizione umana, ci tocca tutti da vicino. E' una tentazione che nasce da un progetto impossibile: quello di conoscere come si concluderà la nostra vita prima di viverla. In fondo è la paura di rischiare... Dice la leggenda di san Lorenzo che ogni volta che una stella cade dal cielo si avvera un tuo desiderio. La caduta di una stella lascia una traccia brevissima nel cielo. Perchè tu possa approfittare di quell'istante (il "kairos"), è indispensabile che tu tenga sempre pronto un desiderio. Il bello è che per il cristiano NON è solo nella notte di san Lorenzo che cadono le stelle dal cielo: tutta la vita è come una notte di san Lorenzo! La tentazione terribile di cui sopra è appunto quella di sospendere i desideri, adagiarsi...finchè non appaia concretamente la possibilità di realizzarli, adducendo il pretesto che tanto è inutile realizzare l'impossibile; anzi, non solo è inutile, ma fa molto soffrire. E' una bugia! Noi tante volte mentiamo a noi stessi sapendo di mentire! La verità è invece che le stelle cadono dal cielo inutilmente...

Troviamo nella Bibbia molti esempi di questa tentazione dell'uomo. Ne segnalo una sola, offerta dal Vangelo, che va benissimo per il tempo di Avvento che stiamo vivendo:



Mc 11, 27-33

27 Andarono di nuovo a Gerusalemme. E mentre egli si aggirava per il tempio, gli si avvicinarono i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: 28 "Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?". 29 Ma Gesù disse loro: "Vi farò anch’io una domanda e, se mi risponderete, vi dirò con quale potere le faccio. 30 Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi". 31 Ed essi discutevano tra sé dicendo: "Se rispondiamo "dal cielo", dirà: Perché allora non gli avete creduto? 32 Diciamo dunque "dagli uomini"?". Però temevano la folla, perché tutti consideravano Giovanni come un vero profeta. 33 Allora diedero a Gesù questa risposta: "Non sappiamo". E Gesù disse loro: "Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose".


Gesù passa. Egli è la Stella cadente per eccellenza, è l'opportunità decisiva perchè si adempia il desiderio di vita che abbiamo dentro. Ma gli uomini del tempio non sono convinti di questa luce improvvisa e impetuosa. Gli chiedono: "Con quale autorità fai queste cose?". Vorrebbero cioè avere una evidenza chiara della Sua autorità prima di decidersi. Gesù non risponde alla loro domanda, ma rivolge a loro stessi una domanda, e così mostra come ciò che manca al discernimento di quell'ora non può essere aggiunto da Lui, ma dovrebbe scaturire dalla loro stessa libertà (*). La domanda di Gesù riguarda il battesimo di Giovanni: veniva da Dio o dagli uomini? Riconoscere che la missione di Giovanni veniva da Dio, e dunque il suo invito alla penitenza doveva essere accolto, era condizione preliminare per riconoscere l'autorità stessa di Gesù. Ma i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani non erano disposti a tale impegno; essi volevano (come tante volte vogliamo noi...), preferivano tenersi liberi per ogni eventualità, e per il momento restare a vedere. "Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose": non può accorgersi della presenza di Gesù se non colui che già prima si è disposto in un atteggiamento di attesa della Sua venuta. E così la Stella è caduta...inutilmente! Per i sommi sacerdoti. Speriamo non sia così anche per noi...



(*): Cfr.Lc. 12,54-59

In quel tempo, Gesù diceva alle folle: "Quando vedete una nuvola salire a ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all'esecutore e questi ti getti in prigione. Ti assicuro, non ne uscirai finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo".