venerdì 24 dicembre 2010

Il canto della Kalenda.

Con la pubblicazione del nuovo Martirologio Romano, l'ultimo dei libri liturgici editi nel post-concilio, è uscito anche - seppur non ne ha parlato quasi nessuno - il testo ritoccato della Kalenda, cioè dell'annuncio del Natale che si legge alla data del 25 Dicembre nel suddetto Martirologio. Una splendida ricapitolazione dell'attesa universale del giorno ormai giunto, del compimento dell'Avvento del Signore.
Faceva anticamente parte dell'Ufficio di Prima, poi soppresso. A Roma il papa la fa leggere prima della Messa della Notte, e in tutte le chiese è cosa buona e giusta cantarla prima della Messa, magari come degna conclusione della veglia che solitamente precede la Celebrazione Eucaristica della Notte Santa. Ho notato che qualche anno fa - vedendo i libretti delle messe pontificie - la Kalenda veniva cantata nella Messa, tra i riti iniziali, ma adesso è stata rimessa al suo posto, ossia prima ancora del canto d'ingresso, come annuncio che aleggia nel silenzio e si compie con la processione dell'introito. Questa processione, nella simbologia mistica della celebrazione eucaristica, evoca la memoria dell'ingresso di Cristo nel mondo, quanto mai appropriato il sottolinearla nella notte di Natale.

"Trascorsi molti secoli dalla creazione del mondo, quando in principio Dio aveva creato il cielo e la terra e aveva fatto l’uomo a sua immagine;
e molti secoli da quando, dopo il diluvio, l’Altissimo aveva fatto risplendere l’arcobaleno, segno di alleanza e di pace;
ventuno secoli dopo la partenza da Ur dei Caldei di Abramo, nostro padre nella fede;
tredici secoli dopo l’uscita di Israele dall’Egitto sotto la guida di Mosè;
circa mille anni dopo l’unzione di Davide quale re di Israele;
nella sessantacinquesima settimana,secondo la profezia di Daniele;
all’epoca della centonovantaquattresima Olimpiade;
nell’anno 752 dalla fondazione di Roma;
nel quarantaduesimo anno dell’impero di Cesare Ottaviano Augusto;
quando in tutto il mondo regnava la pace, Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre, volendo santificare il mondo con la sua venuta, essendo stato concepito per opera dello Spirito Santo, trascorsi nove mesi, nasce in Betlemme di Giuda dalla Vergine Maria, fatto uomo:
Natale di nostro Signore Gesù Cristo secondo la natura umana."