lunedì 6 dicembre 2010

Il peccato degli angeli



Da "Il Mistero dell'Avvento" di J. Danielou.

"Colui che è disceso, dice s. Paolo, è Colui stesso che salì al di sopra di tutti i cieli". Il Cristo salì al di sopra dei cieli, ossia al di sopra di tutto il creato. Per i Padri della Chiesa, i cieli o gli angeli sono tutt'uno: nei loro testi i termini cieli o angeli si possono indifferentemente sostituire l'uno all'altro... I cieli prestano agli angeli la loro ampiezza: essere elevato al di sopra degli angeli significa dunque essere elevato al di sopra di questa misteriosa creazione spirituale che ci avvolge da ogni lato. (...) Dunque l'Ascensione è l'umanità del Cristo innalzantesi oltre tutte le creature spirituali. Cosa sorprendente, che la nostra povera natura umana si trovi nel Cristo sollevata al di sopra degli angeli, che, per natura sono incalcolabilmente più grandi di noi. Un lato magnifico della Ascensione è lo stupore degli angeli in adorazione dell'Uomo-Dio. Secondo alcuni Padri della Chiesa, il peccato dei primi angeli fu quello di non ammettere l'Incarnazione del Verbo, perchè per mezzo dell'Incarnazione l'umanità sarebbe divenuta superiore ad essi e ciò avrebbe costituito per loro, in qualche modo, una umiliazione..."


Dal "Diario" di s. Faustina Kowalska.

"Quanto è buono Dio con noi uomini, così miseri ed ingrati, ed a prova del Suo Amore, ci dà un dono inconcepibile, cioè se stesso nella Persona del Figlio Suo..."

Dai "Discorsi monastici" del beato Placido Riccardi, sacerdote.

"Il dono della vocazione religiosa è il più grande dono, dopo quello del battesimo; non vi è pericolo alcuno di esagerarne la grandezza, anzi la sublimità. Chi dice religioso, dice angelo. In cielo vi sono gli angeli che immediatamente sono posti al servizio di Dio; in terra sono i religiosi che, per servire Dio, hanno rinunziato a tutto. Ma i religiosi hanno un vantaggio sugli angeli, e ad essi può applicarsi ciò che il Crisostomo dice a proposito della verginità: "Gli angeli sono spiriti già confermati in grazia, godono della visione beatifica, onde di necessità ardono di amore e di zelo per la gloria di Dio". I religiosi invece portano il peso del corpo, con quella libertà terribile di poter tuttora offendere Dio, ed il solo lume della fede è quello che li guida a sacrificare tutto, non meno che se stessi, per servire Dio. Onde il servizio che rendono a Dio i religiosi è in un certo qual modo più grande di quello degli angeli, perchè riesce loro più dispendioso. Gli angeli hanno questo da invidiare ai religiosi: il merito di servire Dio pur avendo la possibilità di fare altrimenti..."