martedì 28 dicembre 2010

La gemella che viene dal freddo.

Sempre nella festa dei santi martiri innocenti, dal "Corriere della Sera" di oggi, a firma di Isabella Bossi Fedrigotti.


SORELLE, MA A DISTANZA DI 11 ANNI

Nate tutte e tre grazie all'inseminazione artificiale,
le prime due nel 1999, la terza nel 2010

IL caso
Sorelle, ma a distanza di 11 anni
Nate tutte e tre grazie all'inseminazione artificiale,
le prime due nel 1999, la terza nel 2010
C'è chi rimarrà sbigottito, sbalordito, senza parole di fronte a un evento come questo, mai accaduto prima al mondo, una terza gemella venuta alla luce undici anni dopo le prime due, e somigliantissima a loro, quando erano in fasce. Nate tutte e tre naturalmente grazie all'inseminazione artificiale, le prime due nel 1999, la terza quando i genitori - una coppia inglese, Adrian e Lisa Sheperd - hanno avuto desiderio di un altro figlio e sono ricorsi a uno dei dodici embrioni «di riserva» che erano stati congelati undici anni fa.

C'è poi chi si strapperà le vesti, dirà che il mondo va alla rovescia, che l'ardire degli uomini e delle donne ha passato i limiti, che egoismo e senso di onnipotenza violano le più profonde regole della natura, che i figli non sono merce che si ordina su catalogo fissando la data di consegna quando fa più comodo, che chi presiede a queste strabilianti macchinazioni altri non è se non il dottor Frankenstein in persona.
E poi ci sarà chi dice che un figlio è un figlio, che sia venuto al mondo alla vecchia maniera tradizionale, che sia arrivato - per adozione - da un Paese lontano o che, invece, sia sbucato dal gelo tecnologico di una provetta. Né saprà dire, quest'ultimo, quali siano i genitori più egoisti e quali, invece, i meno: quelli che, pur di avere un bambino, si sottopongono a interminabili ostinate cure, quelli che affrontano attese di anni prima di essere giudicati idonei ad adottarne uno oppure quelli ai quali i figli vengono così, spontanei come regali, al primo tentativo, magari senza neppure averli particolarmente desiderati?

Si possono ben comprendere tutti quanti, gli sbalorditi, gli indignati e i compiaciuti: ognuno ha le sue ragioni, forse impossibile trovare un giudizio comune. E se per un verso viene da condividere con tutto il cuore il pensiero positivo di chi dice che un figlio è un figlio, per l'altro è difficile che non baleni nella mente l'immagine di quegli undici potenziali fratellini delle tre gemelle destinati a rimanere nel ghiaccio: soltanto grumi di cellule o già infinitesimale, microscopica umanità?