venerdì 21 gennaio 2011

Rubacuori.



Monizione al canto: "Mi rubasti il cuore" (Ct.4,9-5,1).
Questo canto è tratto dal Cantico dei Cantici che è un libro meraviglioso, pieno di poesia e di amore. L’espressione dell’amore di Dio per noi è così bella, così impressionante che solamente il linguaggio poetico la può rendere. Questo libro utilizza un linguaggio poetico di amore, quasi erotico anche, di una bellezza sublime. Chi ha una esperienza mistica, un’esperienza d’amore con Cristo, si ritrova totalmente in questo libro, come tutta la tradizione della chiesa, come fa già Origene, S. Bernardo di Chiaravalle, dopo i mistici spagnoli come S. Teresa e S. Giovanni della Croce. Tutta la tradizione teologica più profonda. Certo, il razionalismo protestante, come la linea neoliberale di sinistra non sopportano queste cose: “Questo è solo un libro erotico, orientale che racconta l’amore e basta. Perché volete leggere lì altre cose?” Demitizzando la poesia, la bellezza. Non così la Chiesa Cattolica: noi ci manteniamo nella tradizione, perché viene in nostro aiuto la fede dei nostri antenati perché lo Spirito Santo è uno solo, non ce ne sono due. Quello Spirito che era in Pietro, in Paolo, che era negli apostoli, che era in tanti santi è lo stesso Spirito che è anche in noi. Per questo siamo in comunione con i Padri del deserto, o i Padri della Cappadocia o i santi russi, perchè troviamo esattamente le stesse cose.
Questo canto è un dialogo tra lo sposo e la sposa. Comincia lo sposo, che è Cristo, comincia dicendo: “Mi hai rubato, mi hai rapito il cuore. Mi sono innamorato di te”. Una cosa sorprendente: Come? Io ho rubato il cuore a Cristo, è completamente pazzo di me?
Mi rubasti il cuore, sorella mia, sposa, sposa mia.
Lo sposo chiama la sposa "sorella".
Che belli sono i tuoi amori, la fragranza dei tuoi profumi è più odorosa di tutti i balsami d’amore. Miele stillano le tue labbra, sposa mia.
Il miele è immagine della comunione, perché latte e miele sono i due segni della Terra Promessa. Il miele delle labbra della sposa è la comunione fra i fratelli, la dolcezza.
Miele e latte sono sotto la tua lingua.
Perché noi cristiani cantiamo, annunziamo il kerigma, annunziamo l’amore di Dio: il latte, e la comunione tra i fratelli: il miele. I due segni del regno.
La fragranza dei tuoi vestiti è la fragranza del Libano, sposa mia
Più gustosi del vino sono i tuoi amori.
Il vino nella Scrittura è sempre immagine del regno dei cieli, il pane azzimo nella Pasqua significa l’uscita dalla schiavitù. Dio rompe la schiavitù e fa passare l’umanità attraverso il deserto alla Terra Promessa, segno del vino.
Giardino sei sorella mia, fonte sigillata sposa mia
I tuoi frutti un paradiso di melograni, di nardo e zafferano, di mirra e aloè.
Così sta dicendo lo sposo alla sposa e la sposa risponde:
Alzati vento, austro, aquilone, vieni
Il vento della sera ha vari nomi. Chiama lo Spirito Santo, il vento
Soffia nel mio giardino perché il mio giardino effonda i suoi aromi
E possa entrare il mio sposo a gustare i suoi frutti squisiti
I frutti della comunità cristiana, squisiti, i frutti della carità, dell’amore. La sorella, la sposa che grazie alla Chiesa, comincia a perdonare lo sposo, si apre ad avere un settimo figlio, accetta un bambino down come una grazia, frutti squisiti di amore. Ma perché effonda questi frutti c’è bisogno del vento, dello Spirito Santo.
Soffia vento, vieni.
Sono entrato nel mio giardino, sposa mia, ho mangiato il mio miele nel suo favo, ho bevuto il mio vino e il mio latte.
Ha gustato in noi i frutti dell’amore, del cristianesimo, che sono frutti squisiti. E il canto si conclude con questo grido :
Amici, venite, bevete o miei cari, inebriatevi.
Lo dice ai gentili. Adesso che la mia sposa è arrivata a dare questi frutti squisiti possiamo presentarci al mondo e possiamo dire a tutti:
Venite, amici, o miei cari
Venite, amici, inebriatevi.
Perchè il contenuto più autentico del cristianesimo: l’amore. L’immagine dell’amore è la famiglia, l’amore del marito alla sposa. Dice S. Paolo: ”Io lo dico riferendomi a Cristo e alla Chiesa”. Come Cristo ama la Chiesa? Come lo sposo la sposa. E’ bello far l’amore con una donna, senza dubbio, ma non è meno bello l’amore di Cristo per me, anzi. Dice Israele che il Cantico dei Cantici vale più che tutti i libri del mondo messi insieme. L’amore.
Questo testo si riferisce all’evangelizzazione dei pagani. Venite, amici, o miei cari (chiama così i pagani.). Venite, inebriatevi, guardate l’amore, guardate la carità, vedetela nei fratelli, guardate come si amano. La poesia è bellissima, abbiamo bisogno di poesia come abbiamo bisogno di bellezza.

MI RUBASTI ILCUORE (Ct.4,9-5,1)

Re- Sol-
Sposo: Mi rubasti il cuore
Re-
mi rubasti il cuore
Sol-
sorella mia, sposa,
La7 Re-
mi rubasti, mi rubasti il cuore. (bis)
Sol-
Che belli i tuoi amori,
Re-
che belli i tuoi amori!
Sol-
La fragranza dei tuoi profumi
La7 Re-
più di tutti i balsami d’amore.
Sol-
Miele stillano le tue labbra,
sposa mia, sorella,
La7 Re-
miele e latte sono sotto la tua lingua.
La fragranza dei tuoi vestiti
Sol-
è la fragranza del Libano;
sposa, sposa mia,
La7 Re-
più gustosi del vino sono i tuoi amori.

Do Re-
Giardino chiuso sei, sorella mia;
Do Re-
Fonte sigillata, sposa mia!
Sol- La7
I tuoi frutti un paradiso di melograni,
Sol- La7
di nardo e zafferano, di mirra e aloe.
Do Fa
Sposa: Alzati, vento, Austro e vieni!
La7
Soffia nel mio giardino
Re-
perché effonda i suoi aromi,
Do
e possa entrare il mio amato
Fa La7 Re-
e si diletti dei suoi frutti squisiti.
Sol-
Sposo: Sono già entrato nel mio giardino,
La7
sorella mia, sposa,
Sol- La7
ho mangiato il mio miele nel suo favo,
Sol- La7
ho bevuto il mio vino e il mio latte.
Re- Do Sib
Amici, venite, bevete, o miei cari,
La7
e inebriatevi. (Bis)
Re- Sol_
C. + A. Mi rubasti il cuore