venerdì 18 febbraio 2011

Icone della Corona Misterica (1)

Nella memoria del Beato Angelico, presento di seguito un breve commento alle icone della Corona Misterica così come appaiono in una delle parrocchie che accolgono i canoni della nuova estetica applicata agli arredi ed agli spazi liturgici. Le icone sono opera di Kiko Arguello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale.La parrocchia è quella di san Bartolo in Tuto a Scandicci (FI).


Annunciazione
L'icona rappresenta il momento in cui l'angelo Gabriele saluta Maria come "Piena di grazia" e le annuncia la nascita in lei del Figlio di Dio. Maria è in ascolto e sta per pronunciare il suo "Fiat". Le mani aperte e l'atteggiamento di tutto il corpo indicano la sua accoglienza e docilità alla volontà divina. Dio per incarnarsi ha voluto che sua madre lo generasse liberamente con pieno consenso. La Vergine pronuncia, piena di umiltà, il suo "Fiat" a nome di tutti: "Sono la serva del Signore. Sia fatto in me secondo la tua parola" (Lc 1,38). In lei tutti dicono: Sì, vieni Signore! Fin dall'inizio della sua vita, Maria si consacra totalmente a Dio nella verginità e nella preghiera. Per l'integrità e la castità del suo essere, la Vergine personalizza la santità umana. E' chiamata: "Tutta santa", "Panaghia". Le stelle sulla fronte e sugli omeri indicano la sua verginità prima, durante e dopo il parto. Maria diviene il nuovo tempio in cui il Verbo di Dio ha scelto di stabilirsi. Per i Padri della Chiesa, Essa è ciò che di più santo c'era nell'antico tempio: il vero "Santo dei Santi", "Arca della nuova Alleanza". La Vergine riapre le porte del Paradiso, che Eva aveva chiuso con la sua disobbedienza. E' Lei la donna nemica del serpente, nella quale si compiono le parole del Genesi: "Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno" (Gen 3,15). Maria, che ascolta, crede e concepisce il Figlio di Dio, è immagine di ogni cristiano. Infatti la proclamazione della Buona Notizia è il momento del concepimento di Cristo in noi, perché lo Spirito Santo copre con la sua ombra colui che ascolta e crede. Maria, nuova Eva è anche immagine della Chiesa che, come madre premurosa, ci porta nel suo grembo fino a che Cristo sia formato in noi e venga dato alla luce nelle acque del Battesimo. Ciò fa dire a San Cipriano: "Non può avere Dio per Padre, chi non ha la Chiesa per Madre". Nel dipinto la Madonna è seduta su un trono. Secondo il Vangelo apocrifo di Giacomo, Maria è in casa quando l'angelo la visita. Un drappo rosso sul tetto indica infatti che la scena si svolge all'interno. L'arcangelo Gabriele, annunciatore per eccellenza dei messaggi salvifici di Dio, con la destra benedice la Vergine e con la sinistra tiene il bastone del messaggero. Il suo nome significa: "Potenza di Dio". Dio dal cielo manda lo Spirito Santo sotto forma di colomba, che discende in un raggio di luce su Maria.


Natività
La festa della Natività è chiamata anche "Pasqua" e "Festa delle luci". "Pasqua" perchè già prefigura la Pasqua di Risurrezione, "Festa delle luci" perché è la manifestazione della luce del Dio Trino e Unico. E' la festa dell'Incarnazione. Dio diviene Uomo per restituire all'uomo l'antica immagine e la dignità di figlio di Dio. Il grido di Isaia è il grido di tutta l'umanità: "Se tu squarciassi i cieli e scendessi!" (Is 63,19). La natività è la risposta di Dio: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo" (Lc 1,35). Ora tutto è nuovo! E' la Ri-Creazione. La stella di Betlemme che illumina e guida tutti i personaggi dell'icona è il segno dell'intervento di Dio sulla terra. Il raggio che sale dalla stella significa l'essenza unica di Dio. I tre raggi che ne escono indicano la partecipazione delle tre Persone divine all'economia della salvezza. La mangiatoia è a forma di tomba e prefigura la morte di Cristo rifiutato dal suo popolo fin dalla nascita. Scrive il profeta Isaia: "Il bue conosce il proprietario e l'asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende" (Is 1,3). Le bende con cui il bambino è fasciato saranno abbandonate nel sepolcro come prova della sua Risurrezione. L'oscurità della grotta è l'inferno. Cristo situa la sua nascita in fondo agli inferi e noi contempliamo, adagiato nella mangiatoia, "l'agnello di Betlemme che ha vinto il serpente e dato la pace al mondo". Il bambino Gesù è già l'Uomo dei dolori di Isaia. In basso a sinistra c'è il fonte per il bagno del neonato, prima azione pienamente umana che dimostra che il Messia atteso è venuto ed è veramente Figlio dell'Uomo. E anche segno del Battesimo. Accanto al fonte, l'albero simbolo del Bambino, è il compimento della profezia di Isaia: "Un germoglio spunterà dal tronco di lesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo Spirito del Signore" (Is 11,1-2). Fuori dalla grotta, nel gran manto purpureo, colore della regalità, è la Vergine Maria. Senza di Lei, senza la Chiesa, non si può giungere a Gesù. Il suo sguardo è fisso nella contemplazione: "Maria serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore" (Lc 2,19). Le tre stelle sulla fronte e sulle spalle indicano la sua verginità prima, durante e dopo il parto. Alla destra, in basso, è situato Giuseppe in profonda meditazione. E' assalito da dubbi. Davanti a lui sta il demonio nelle sembianze del pastore Tirso. Gli apocrifi riferiscono la sua parola tentatrice: "Come questo bastone non può produrre fronde così un vecchio come te non può generare e, d'altra parte, una Vergine non può partorire". Ma subito dopo il bastone fiorirà. Nella persona di Giuseppe l'icona racconta la tentazione universale che continua attraverso i secoli: non esiste Dio, esiste solo il mondo visibile; non esiste una nascita soprannaturale, perché è impossibile che la natura divina si incarni. L'aureola intorno alla testa di San Giuseppe già lo fa vincitore della tentazione. In alto, a sinistra, si vedono i Magi. Dio li conduce all'adorazione come segno e primizia delle nazioni. Essi portano in dono al Bambino: oro, incenso e mirra, segni della sua regalità, della sua divinità e della sua passione. Gli angeli, al centro, adorano il Bambino con le mani coperte per dimostrare la sua regalità. L'angelo, in alto a destra che si china verso i pastori, esprime la tenerezza della protezione dell'angelo custode. Tutta l'icona trasmette gioia, perché "Il cielo e la terra oggi si uniscono. Oggi Dio è venuto sulla terra e l'uomo è risalito ai cieli". Aggiunge San Massimo: "Soltanto chi penetra oltre la croce e il sepolcro ed è iniziato al mistero della Risurrezione comprende il fine per il quale Dio ha creato ogni cosa".
Battesimo
Fino al IV secolo la Natività ed il Battesimo del Signore erano celebrati lo stesso giorno, il 6 gennaio, perché il Battesimo è, in un certo senso, il completamento della Natività. "Nella sua natività - dice San Girolamo - il Figlio di Dio venne al mondo in modo nascosto, nel Battesimo appare in modo manifesto". Prima Egli non era conosciuto dal popolo, con il Battesimo si rivela a tutti. Lo Spirito Santo accompagna la crescita naturale e progressiva del Cristo: "cresceva in sapienza, età e grazia" (Lc 2,52). Nel Battesimo i cieli si aprono e lo Spirito Santo discende su di Lui come una colomba. "E si sentì una voce dal cielo: Tu sei il mio Figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto" (Mc 1,11). Cristo si rivela realmente Figlio nelle sue due nature "vero Dio e vero Uomo". Il Battesimo di Gesù è la sua Pentecoste personale, la discesa dello Spirito Santo e la manifestazione della SS. Trinità. Per questo la formula battesimale piena sarà: "Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo". Cristo con la sua mano destra benedice le acque e le prepara a divenire le acque del Battesimo per rigenerare l'uomo a vita nuova nel "Lavacrum" purificatore del sacramento. In un inno della festa ortodossa del Battesimo di Gesù, questi dice a Giovanni: "Profeta, vieni a battezzarmi... io ho fretta di far perire il nemico nascosto nelle acque, il principe delle tenebre, per liberare il mondo dalle sue reti donandogli la vita eterna" perciò Gesù entra nel Giordano, immagine della sua sepoltura. Infatti le acque non santificate che ricordano la morte - diluvio, sono chiamate "sepolcro fluido". San Giovanni Crisostomo commenta: "L'immersione e l'emersione sono immagine della discesa agli inferi e della Risurrezione". Giovanni Battista è vestito di pelli, segno del suo essere profeta e martire. E' il testimone della sottomissione del Cristo, della sua "kenosis". In lui tutta l'umanità riconosce l'amore divino per noi. L'albero con la scure è immagine del ministero profetico di chiamata a conversione che il Battista annuncia; è il compimento della parola evangelica: "Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco" (Mt 3,1). Gli angeli sono i diaconi nel servizio liturgico del Battesimo, pronti per asciugare e rivestire il battezzato. Per questo hanno nelle loro mani i vestiti di Cristo.
Trasfigurazione
Un tempo ogni iconografo-monaco cominciava la sua "arte divina" dipingendo l'icona della Trasfigurazione per imparare che l'icona è dipinta non tanto con colori, ma con la "luce taborica" manifestazione dello Spirito Santo. Dio si comunica all'uomo come luce e come suono. Così si mostrò nell'apparizione sul monte Sinai e così si rivela ora nella Trasfigurazione del suo Figlio, sua Parola finale e definitiva. La luce è l'irradiazione di Dio, il dono che Dio fa di tutto se stesso. E' ciò che nella Scrittura si chiama "vedere faccia a faccia". La Trasfigurazione è la visione di Dio, della SS. Trinità. Cristo appare nello splendore della sua gloria divina, simboleggiata dal candore delle vesti. "E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce" (Mt 17,2) L'icona rappresenta il momento in cui Dio fa udire la sua voce dalla nube: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo" (Mt 17,5). La voce del Padre rivela la verità divina e sconvolge gli Apostoli ancora del tutto umani. C'è infatti un contrasto tra la pace che avvolge Cristo, Mosè e Elia e il movimento, in basso, degli Apostoli che cadono dalla cima scoscesa del monte. Pietro, a destra, è inginocchiato; Giovanni, al centro, cade voltando le spalle alla luce; Giacomo, a sinistra, fugge e cade all'indietro. La Trasfigurazione si può dire che non è solo del Signore, ma anche degli Apostoli che, per un istante, passarono dalla carne allo Spirito". Ricevettero la grazia di vedere l'umanità di Cristo come un corpo di luce, di contemplare la sua gloria nascosta sotto la "kenosis". La Trasfigurazione preannuncia quella che attende tutti i cristiani per opera dello Spirito Santo. Gesù mostra in se' la natura umana rivestita della bellezza originale. Elia e Mosè, con in mano le tavole della Legge, rispettivamente alla destra e alla sinistra del Cristo, sono i Profeti che preannunziano la venuta del Messia. Entrambi ebbero la visione di Dio: l'uno sul monte Carmelo, l'altro sul monte Sinai. I loro mantelli hanno forme affilate, "taglienti", perché quando è proclamata "la Parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito... e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore" (Eb 4,12 ). Il Cristo, al centro di cerchi concentrici, che rappresentano le sfere dell'universo creato, parla con loro della sua passione gloriosa. La luce che si sprigionò sul monte Tabor è la stessa che si manifesterà nella gloria della sua seconda venuta: la Parusia, definitiva instaurazione del Regno di Dio. Per questo preparando i suoi discepoli all'importanza dell'avvenimento Cristo dice: "In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il Regno di Dio venire con potenza" (Mc 9,1). La Trasfigurazione di cui Pietro, Giacomo e Giovanni sono i testimoni è una breve apparizione dell'ottavo Giorno, della "Nuova Terra" tra noi. Per questo Pietro, strabiliato dalla visione, voleva "piantare le tende" e installarsi nella Parusia, nel Regno prima che la storia dell'economia della salvezza giungesse a compimento. Pietro non riceve risposta, perché è solo attraverso la Croce che viene la Risurrezione e il Regno. Cristo si rivela agli Apostoli nello splendore della gloria divina, perché non si scandalizzino della sua Passione ormai vicina e comprendano che essa è volontaria. Il Signore è in verità lo "splendore del Padre". La croce risplende già della luce della Pasqua. Dalla Trasfigurazione, visione di Dio, si attinge la forza per riprendere la missione apostolica. I Padri della Chiesa dicono che Dio si dona agli uomini secondo la sete che hanno di Lui, ma che il suo desiderio sarebbe di donarsi completamente, affinché i cristiani possano dissetare a loro volta il mondo. L'uomo illuminato dalla luce del Tabor conduce, attraverso di se', non solo l'umanità ma tutta la creazione a Dio: "La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; ... e nutre la speranza di essere lei pure liberata, dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio" (Rom 8,19-21).

Ingresso in Gerusalemme
L'entrata di Gesù in Gerusalemme segna storicamente e liturgicamente l'inizio della settimana di Passione. Cristo entra nella città di Davide cavalcando un asinello e qui viene acclamato re, allo stesso modo che in antico venivano acclamati i principi del popolo di Israele. Egli è il Figlio di Davide, il Messia; il suo ingresso nella Città santa avviene secondo quanto annuncia il profeta: "Esulta grandemente figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, sopra un puledro, figlio d'asina" (Zc 9,9). Cristo nella mano sinistra ha un rotolo: "Ecco, io vengo. Sul rotolo del libro di me è scritto che io faccia la tua volontà" (Sal 40,8-9). Egli sta andando a compiere la volontà del Padre; E' voltato verso gli Apostoli e dice : "Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito, flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà" (Mt 20,18-19). Gli Apostoli, in ombra, non comprendono. Davanti a tutti sono Giovanni, il discepolo testimone della Passione, e Pietro, vestito di giallo in segno del suo rinnegamento. Questa veste lo contraddistinguerà sempre e vorrà ricordare anche a noi che possiamo portare i nostri tradimenti, sapendo che potremo essere santi, non appoggiandoci sulle nostre forze, ma sulla parola di Cristo che ci conosce e ci salva. Tra i personaggi che acclamano Gesù ci sono molti ricchi, che si riconoscono per il loro abbigliamento. Ma solo un bambino, figlio di poveri, mette il mantello sotto la cavalcatura del Signore: i "piccoli" accolgono il Messia. "In verità vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà" (Lc 18,17). A destra, è situata Gerusalemme con il tempio al centro e sulla roccia, una quercia, simbolo della Chiesa.


Ultima Cena
L'icona presenta l'Ultima Cena nel momento in cui Cristo ha appena detto: "In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà" (Gv 13,21). I discepoli, guardandosi l'un l'altro, si domandano chi sia il traditore. Pietro fa un cenno a Giovanni che è seduto vicino a Gesù, dicendogli: "Di', chi è costui a cui si riferisce?". Cristo risponde: "Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà" (Mt 26,23). Ed ecco, il traditore è Giuda; egli è vestito di azzurro e rosso, tonalità brillanti e sfarzose, simbolo dell'amore al mondo e alla sua gloria. Il Mistero pasquale si compie: Cristo si prepara a passare da questo mondo al Padre. Egli è l'Agnello "condotto al sacrificio, immolato verso sera", come dice Melitone di Sardi nell'Omelia sulla Pasqua. Il manto nero che lo avvolge sta a significare la sua passione e morte: è notte. Cristo entra nelle tenebre del peccato prendendo su di se' il tradimento, l'inimicizia, il rifiuto. Sulla tavola sono presenti i segni dell'Eucaristia: la coppa del vino e il pane. "Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue". Il pane azzimo non è più soltanto il segno della liberazione dalla schiavitù dell'Egitto, come per gli ebrei, ma il Corpo di Cristo consegnato per tutti gli uomini; così come la coppa del vino non è più soltanto il segno dell'entrata nella Terra di Canaan, ma il Sangue della Nuova Alleanza, versato per tutti in remissione dei peccati. L'Eucaristia viene dunque così a innestare ogni cristiano nella Pasqua di Cristo, nel suo passaggio dalla morte alla Vita Eterna.
Crocifissione
L’amore prende su di se' il peccato del mondo per perdonare ogni peccatore.La croce è l'albero della vita piantato sul Calvario. Il Figlio di Dio si presenta al Padre come Figlio dell'Uomo: "Ecce homo" (Gv 19,5). La divinità si eclissa. Il Dio - uomo si identifica con il primo Adamo, ma il "Nuovo Adamo" sarà obbediente fino alla morte. Il piede della Croce è su una caverna nera dove riposa la testa di Adamo. Non è forse il Golgota il "luogo del cranio"? Nel progenitore tutta l'umanità è bagnata dal sangue di Cristo. Sulla croce Cristo compie la parola del Vangelo:"Le volpi hanno le loro tane, gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'Uomo non ha dove posare il capo" (Mt 8,20). Lui reclinerà il capo sulla croce, nella volontà del Padre. Le sue braccia aperte sono segno della totale donazione. Maria e Giovanni sono ai piedi della croce. Questa icona coglie il momento in cui Cristo, rivolgendosi a Maria, le dice: "Donna, ecco tuo figlio" e al discepolo: "Ecco la tua madre" (Gv 19,26-27). Maria tende le sue mani in segno di accoglienza: in Giovanni essa riceve ogni cristiano. Il suo seno che ha portato il Figlio di Dio ora porta tutti noi. E' la nostra Madre. La sua testa abbassata e i suoi occhi socchiusi sembrano ripetere: "Ecco la serva del Signore, si faccia di me secondo la tua parola" (Lc 1,38). I Padri indicano Maria quale prima martire, poiché partecipa completamente alla Passione del Figlio. Infatti secondo la profezia di Simeone, una spada le trapasserà l'anima. Essa dona il Santo per ricevere il peccatore. Lo sfondo architettonico mostra le mura di Gerusalemme. Gesù è l'uomo dei dolori sul cui capo ricadono tutti i peccati del popolo. Egli ha sofferto fuori dalle mura della città portando con se' la gloria del tempio; Lui offre il vero culto a Dio nel nuovo tempio che è il suo corpo