mercoledì 16 febbraio 2011

L'odore della morte

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Una delle caratteristiche della nostra epoca è senz'altro la voglia di sedurre, con ogni cosa. Col potere, con i soldi, col successo, usando del corpo e all'occorrenza anche dell'anima. Più un prodotto è seducente, più va di moda. Come i profumi, per esempio, e quella che a volte, e non solo per le donne, è diventata una vera e propria ossessione. Bisogna avere un buon profumo, un alito fresco, assolutamente è d'obbligo eliminare i cattivi odori...Anche il Vangelo parla di cattivi odori, in Gv.11,39 (il contesto è quello della resurrezione di Lazzaro, per collegarmi al post di ieri sera):

Disse Gesù: "Togliete la pietra!". Gli rispose Marta, la sorella del morto: "Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni".

Quello che Marta dice DOVEVA essere detto. Anche se ella si oppone a togliere via la pietra, lo fa su mandato del Signore. La sua obiezione doveva risuonare, perchè anch'essa fa parte della glorificazione del Figlio. Poichè BISOGNAVA che lo stato del morto fosse reso manifesto. Egli puzza già, è morto già da tre giorni. Quello che vi è in lui (e in noi) di maleodorante è il PECCATO. Infatti, come il Signore è la resurrezione e la vita, così il peccato è morte e decomposizione. E se ora il Signore e il morto devono incontrarsi, bisogna chiarire CHI essi sono.
Il contrasto infinito tra la purezza vivificante del Signore e la putrefazione fetida del peccatore va espressa ad alta voce e a chiare lettere. Il Signore adopera qui l'amico per illustrare in lui l'essenza del peccato. Vi sono santi che dopo la morte non si decompongono. Il Signore ne ha bisogno per mostrare al mondo che cosa essi sono stati con la Sua grazia. Il mondo non li ha riconosciuti, ma di fronte a questo segno, che è necessario, il mondo deve ora sapere che il Signore, il Quale è la resurrezione e la vita, ha dimorato in loro. Nel caso di altri invece il Signore utilizza la decomposizione ed i segni della morte per operare chiaramente il miracolo e per illustrare così l'essenza del peccato e mettere in risalto il terribile contrasto che sussiste tra l'uomo peccatore e Lui, il Puro e il Vivente, anche quando l'uomo è un Suo amico, un santo per la Sua grazia. Marta doveva esprimere ad alta voce e pubblicamente tale insanabile contraddizione. (1)

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(1): A proposito della morte di Cristo, riporto il numero 627 del Catechismo della Chiesa Cattolica:


“Non lascerai che il tuo Santo veda la corruzione”

627 La morte di Cristo è stata una vera morte in quanto ha messo fine alla sua esistenza umana terrena. Ma a causa dell'unione che la Persona del Figlio ha mantenuto con il suo Corpo, non si è trattato di uno spogliamento mortale come gli altri, perché “non era possibile che” la morte “lo tenesse in suo potere” [At 2,24] e perciò “la virtù divina ha preservato il Corpo di Cristo dalla corruzione” [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, III, 51, 3]. Di Cristo si può dire contemporaneamente: “Fu eliminato dalla terra dei viventi” ( Is 53,8) e: “Il mio corpo riposa al sicuro, perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione” (Sal 16,9-10) [Cf At 2,26-27 ]. La Risurrezione di Gesù “il terzo giorno” (1Cor 15,4; 627 Lc 24,46) [Cf. Mt 12,40; Gn 2,1; Os 6,2 ] ne era il segno, anche perché si credeva che la corruzione si manifestasse a partire dal quarto giorno [Cf. Gv 11,39 ].