sabato 19 febbraio 2011

Quando sono scosse le fondamenta...

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La prima lettura della Messa di oggi 19 febbraio è la seguente:

Prima Lettura Eb 11, 1-7
Per fede, noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio.
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio.
Per fede, noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio, sicché dall’invisibile ha preso origine il mondo visibile.
Per fede, Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino e in base ad essa fu dichiarato giusto, avendo Dio attestato di gradire i suoi doni; per essa, benché morto, parla ancora.
Per fede, Enoch fu portato via, in modo da non vedere la morte; e non lo si trovò più, perché Dio lo aveva portato via. Infatti, prima di essere portato altrove, egli fu dichiarato persona gradita a Dio. Senza la fede è impossibile essergli graditi; chi infatti si avvicina a Dio, deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano.
Per fede, Noè, avvertito di cose che ancora non si vedevano, preso da sacro timore, costruì un’arca per la salvezza della sua famiglia; e per questa fede condannò il mondo e ricevette in eredità la giustizia secondo la fede.


A commento, riporto un pezzo della intervista rilasciata proprio questa mattina da Vittorio Messori aAndrea Tornielli, pubblicata su "La Bussola Quotidiana":


Tornielli: Diamo uno sguardo alle notizie della settimana. Una che non dovrebbe passare inosservata, soprattutto per un cattolico, nonostante le pagine dei giornali piene del Rubygate, è la notizia dell’ormai prossima uscita del secondo volume del Papa dedicato a Gesù, che sarà presentato il 10 marzo ed è dedicato alla passione, morte e resurrezione di Cristo…

Messori: Concordo, Andrea, è una notizia molto importante. Non solo per il fatto in sé – un Papa che scrive un libro è sempre una notizia – ma anche per ciò che questo significa, per ciò che questo ci indica. Perché Benedetto XVI, nonostante gli impegni del pontificato, legati al governo della Chiesa universale, non si è sottratto a questa dura fatica?

Tornielli: Mi verrebbe da dire innanzitutto che da teologo ha sempre avuto una propensione allo scrivere e che questa fatica era uno dei traguardi che si era posto.

Messori: Vedi, io credo che se il Papa scrive due libri sul Gesù storico, libri non di meditazione ma di esegesi, lo fa per richiamarci all’essenziale della fede. Una fede che, non dobbiamo nascondercelo, è in pericolo. È come se ci dicesse che dobbiamo smetterla di concentrarci sulle conseguenze della fede. È la fede che manca, che si spegne, che non regge. Questo a mio avviso è il vero problema, nonostante che molti, anche nelle gerarchie, non ne sembrino consapevoli.

Tornielli: Mi aveva particolarmente colpito il passaggio dell’omelia che Papa Ratzinger fece a Lisbona l’11 maggio 2010. «Spesso ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e politiche della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò che purtroppo è sempre meno realista. Si è messa una fiducia forse eccessiva nelle strutture e nei programmi ecclesiali, nella distribuzione di poteri e di funzioni; ma che cosa accadrà se il sale diventa insipido?». È un giudizio per certi versi drammatico, oltre che realista. Benedetto XVI riesce sempre a farci capire che la Chiesa non consiste nelle sue strutture organizzative, non vive di convegni o commissioni. E dovrebbe occuparsi di più di ciò che è essenziale, specie in tempi in cui la fede stessa viene meno.

Messori: Se la fede viene meno, caro mio, svanisce anche il pensiero cristiano, la visione del mondo cristiana, la prospettiva cristiana sulla storia e anche sulla cronaca. Devi ammetterlo: proprio per questo molta stampa cattolica finisce per essere inutile, perché rischia di scimmiottare, spesso in modo anacronistico e provinciale, le posizioni della mentalità e dell’ideologia dominante. Mi arrivano, senza che li richieda, tanti giornali e giornaletti… Spesso li butto senza aprire il cellophane, perché sono pagine ufficialmente “cattoliche” ma in realtà piene di buonismo, impegni ambientalisti, generiche esortazioni alla virtù, riproposizione delle tesi del politicamente corretto.