giovedì 17 febbraio 2011

Sette sposi per una Sorella

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Oggi 17 febbraio la Chiesa fa memoria dei:

Sette fondatori dell'Ordine dei Servi di Maria
(XIII sec.)
religiosi
Fiorentini, mercanti di lana, ricchi, i sette santi fondatori dell'Ordine dei Servi di Maria erano nati verso la fine del XII e l'inizio del XIII secolo.
Amici fra di loro e appartenenti a un gruppo laico di fedeli particolarmente devoti alla Vergine che si dedicava al servizio dei poveri e degli ammalati, probabilmente verso il 1240 essi cominciarono a vivere insieme, poco fuori Firenze, nella povertà e nella preghiera, secondo un proposito di vita penitenziale.
Adottarono in seguito la regola di Agostino e, alla ricerca di maggior solitudine, si stabilirono sul monte Senario.
Qui la comunità penitenziale divenne ufficialmente l'Ordine dei Servi di Maria, ordine ispirato al genere di vita narrato nei sommari degli Atti degli Apostoli, con un impegno di radicale povertà, di preghiera e di lavoro.
Fra i sette santi i più noti sono Bonfiglio Monaldo, primo priore di Monte Senario, e Alessio Falconieri che, rifiutata l'ordinazione presbiterale, morì il 17 febbraio 1310, più che centenario, e fu testimone della costituzione definitiva dell'Ordine dei Servi, avvenuta nel 1304.

TRACCE DI LETTURA
Si erano abbassati nell'umiltà: come persone forti tenevano la radice dell'amore nell'impegno che si erano preposto, così che potevano dire con David: «Ti amo, Signore, mia forza». Venivano sollevati dalla speranza delle cose eterne: come persone più forti alzavano nel momento della prova il vessillo della carità, così che potevano esclamare con Giobbe: «Anche se il mio Creatore mi ucciderà, spererò in lui». E infine furono consumati dalla carità: come persone fortissime toccavano l'apice dell'amore, contenti addirittura di essere flagellati: grandissima gioia provavano a soffrire per Cristo.
Leggenda sull'origine dell'Ordine 39
PREGHIERA
Signore Dio nostro,
donaci la carità ardente dei sette santi fondatori
che, uniti in un cuore e un'anima sola,
a causa dell'Evangelo
hanno abbandonato ogni cosa
per vivere la comunione fraterna
e servire la comunità ecclesiale
di cui Maria è figura e primizia.
Per Cristo nostro unico Signore.



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Sempre oggi la Chiesa Anglicana ricorda:

Janani Luwum, arcivescovo dell'Uganda, e compagni, martiri
(+1977)
martiri
Janani Luwum nacque nel 1922 ad Acholi, in Uganda. Figlio della prima generazione di cristiani ugandesi, convertiti dai missionari britannici, da ragazzo aveva fatto, come tutti i suoi fratelli, il pastore delle pecore e delle capre che appartenevano alla sua famiglia di contadini.
Il giovane Janani, tuttavia, mostrò una tale propensione all'apprendimento che gli fu offerta la possibilità di studiare e di diventare insegnante. A 26 anni divenne anch'egli cristiano, e nel 1956 fu ordinato presbitero della locale chiesa anglicana. Eletto vescovo dell'Uganda settentrionale nel 1969, fu nominato arcivescovo dell'Uganda cinque anni più tardi, quando già infuriava il regime dittatoriale del generale Idi Amin.
Luwum cominciò a esporsi pubblicamente, contestando la brutalità della dittatura e facendosi portavoce del malcontento dei cristiani ugandesi e di larghe fasce della popolazione.
Nel 1977, di fronte al montare delle stragi di stato, l'opposizione dei vescovi si fece palese e vibrante. Il 17 febbraio, pochi giorni dopo che Idi Amin aveva ricevuto una dura lettera di protesta firmata da tutti i vescovi anglicani, il regime annunciò che Luwum era stato trovato morto in un incidente d'auto assieme a due ministri del governo ugandese.
Alla moglie che insisteva perché non si recasse all'incontro con il dittatore, Luwum aveva detto, poche ore prima di morire: «Sono l'arcivescovo, non posso fuggire. Che io possa vedere in quanto mi accade la mano del Signore».

TRACCE DI LETTURA
Un dottore, che aveva visto i corpi delle tre vittime durante il cambio della guardia, confermò che tutti e tre erano stati uccisi. Poi emersero alcuni dettagli sulle ultime ore dell'arcivescovo. Egli era stato preso dal centro di ricerca dello Stato, spogliato e spinto in una grande cella piena di prigionieri condannati a morte. Lo riconobbero, e uno di loro gli chiese la benedizione. Poi i soldati gli restituirono la veste e il crocifisso. Quindi tornò in cella, pregò con i prigionieri e li benedisse. Una grande pace e una grande calma scese su tutti loro, come testimoniò un sopravvissuto. Si dice anche che cercassero di fargli firmare una confessione. Altri hanno testimoniato che egli pregava a voce alta per i suoi carcerieri quando venne ucciso.
Dal racconto di un testimone
PREGHIERA
Dio di verità,
il tuo servo Janani Luwum
ha camminato nella luce,
e con la sua morte
ha sconfitto le forze delle tenebre:
liberaci dalla paura
di coloro che uccidono il corpo,
perché possiamo anche noi
camminare come figli della luce,
per mezzo di colui che ha vinto la tenebra
con la forza della croce,
Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.