martedì 22 marzo 2011

Il Volto del Signore

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A commento della lettura breve delle Lodi di oggi 22 marzo...

Sir 4, 1-5
Figlio, non rifiutare il sostentamento al povero, non essere insensibile allo sguardo dei bisognosi. Non rattristare un affamato, non esasperare un uomo già in difficoltà. Non turbare un cuore esasperato, non negare un dono al bisognoso. Non respingere la supplica di un povero, non distogliere lo sguardo dall'indigente. Da chi ti chiede non distogliere lo sguardo, non offrire a nessuno l'occasione di maledirti.


... riporto un bel testo di Gregorio di Nissa che sembra scritto per noi.

Dice Isaia: "Perchè digiunare e intanto contendere e combattere e colpire con pugni il povero?" (58,3s). Lo stesso profeta ci insegna le opere di un digiuno sincero e puro: "Sciogli ogni ingiusta catena, sciogli i contratti forzati, spezza il tuo pane con l'affamato e fà entrare i poveri senza tetto a casa tua" (58,6s). Il tempo presente ci procura una grande quantità di ignudi e senza tetto. Alle porte di ognuno vi è una folla di deportati. Non mancano stranieri e profughi; ovunque si vede la mano tesa a chiedere. Per costoro la casa è all'aperto, loro riparo sono i portici, i crocicchi e gli angoli più riposti delle piazze... Ma tu mi dirai: "Anch'io sono povero". E sia! Dà quello che hai. Dio non chiede al di là delle nostre forze. Tu dai del pane, un altro darà un bicchiere di vino, un altro un vestito, e così con un pò di solidarietà si libera uno dalla disgrazia. Neppure Mosè ricevette da uno solo il necessario per la Tenda, ma da tutto il popolo. Un ricco infatti portò dell'oro, un altro dell'argento, il povero delle pelli, il più povero dei poveri della lana. Vedi come l'obolo della vedova supera le offerte dei ricchi? Diede infatti tutto quello che aveva, i ricchi invece avevano dato una piccola parte dei loro beni. Non disprezzare i poveri che giacciono a terra come se non meritassero nulla. Pensa chi sono e scoprirai la loro dignità: hanno rivestito il volto del nostro Salvatore. L'amico degli uomini ha dato loro il Suo stesso Volto affinchè siano confusi i duri di cuore che odiano i poveri. I poveri sono le casseforti dei beni che attendiamo, i portinai del Regno, quelli che aprono le porte ai buoni e le chiudono a quanti sono duri di cuore e odiano i poveri. I poveri sono accusatori terribili e buoni avvocati. Sono avvocati e giudici senza proferire parola: il Giudice li guarda. Le cure che noi prodighiamo gridano presso Colui che conosce i cuori con voce più chiara di quella di ogni araldo.
Gregorio di Nissa, Omelia sull'amore per i poveri 1,3-4.7-8