giovedì 10 marzo 2011

Ricordati che devi morire


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All'inizio della Quaresima, a commento del Credo del popolo di Dio di papa Paolo VI, che ci accompagna già da qualche giorno, credo sia oltremodo utile ricordare a me stesso e a voi che cosa ci aspetta... Lo faccio con un brano di un documento della Congregazione per la dottrina della fede del 17 maggio 1979, approvato da Giovanni Paolo II, in cui viene richiamato «l’insegnamento che la Chiesa propone in nome di Cristo specialmente circa quel che avviene tra la morte del cristiano e la risurrezione universale».




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La Chiesa crede la resurrezione dei morti.

La Chiesa intende tale risurrezione come riferentesi all’uomo tutt’intero; per gli eletti questa non è altro che l’estensione agli uomini della risurrezione stessa di Cristo.

La Chiesa afferma la sopravvivenza e la sussistenza, dopo la morte, di un elemento spirituale, il quale è dotato di coscienza e di volontà, in modo tale che l’“io umano” sussista, pur mancando nel frattempo del complemento del suo corpo. Per designare un tale elemento, la Chiesa adopera la parola “anima”, consacrata dall’uso della Sacra Scrittura e della Tradizione. Senza ignorare che questo termine assume nella Bibbia diversi significati, essa ritiene tuttavia che non esista alcuna seria ragione per respingerlo e considera, inoltre, che è assolutamente indispensabile uno strumento verbale per sostenere la fede dei cristiani.

La Chiesa, conformemente alla Sacra Scrittura, attende “la manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo” (1Tm 6, 14; Tt 2, 13), che essa considera, peraltro, come distinta e differita rispetto alla situazione che è propria degli uomini subito dopo la morte.

La Chiesa, nel suo insegnamento sulla sorte dell’uomo dopo la sua morte, esclude ogni spiegazione che toglierebbe il suo senso all’Assunzione di Maria in ciò che essa ha di unico, ossia il fatto che la glorificazione corporea della Vergine è l’anticipazione della glorificazione riservata a tutti gli altri eletti.

La Chiesa, in fedele adesione al Nuovo Testamento e alla Tradizione, crede alla felicità dei giusti che saranno con Cristo.
Essa crede che una pena attende per sempre il peccatore, il quale sarà privato della visione di Dio, come crede alla ripercussione di tale pena in tutto il suo essere. Essa crede, infine, per quanto concerne gli eletti, a una loro eventuale purificazione che è preliminare alla visione di Dio ed è, tuttavia, del tutto diversa dalla pena dei dannati. È quanto la Chiesa intende quando parla di Inferno e di Purgatorio».



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Dal Credo del popolo di Dio di Papa Paolo VI

Noi crediamo nella vita eterna

Noi crediamo nella vita eterna. Noi crediamo che le anime di tutti coloro che muoiono nella grazia di Cristo, sia che debbano ancora esser purificate nel Purgatorio, sia che dal momento in cui lasciano il proprio corpo siano accolte da Gesù in Paradiso, come egli fece per il buon ladrone, costituiscono il Popolo di Dio nell’aldilà della morte, la quale sarà definitivamente sconfitta nel giorno della risurrezione, quando queste anime saranno riunite ai propri corpi.
Noi crediamo che la moltitudine delle anime, che sono riunite intorno a Gesù e a Maria in Paradiso, forma la Chiesa del cielo, dove esse nella beatitudine eterna vedono Dio così com’è (cfr. 1Gv 3, 2; Denzinger 1000) e dove sono anche associate, in diversi gradi, con i santi Angeli al governo divino esercitato da Cristo glorioso, intercedendo per noi e aiutando la nostra debolezza con la loro fraterna sollecitudine (cfr. Lumen gentium, n. 49).
Noi crediamo alla comunione tra tutti i fedeli di Cristo, di coloro che sono pellegrini su questa terra, dei defunti che compiono la propria purificazione e dei beati del cielo, i quali tutti insieme formano una sola Chiesa; noi crediamo che in questa comunione l’amore misericordioso di Dio e dei suoi santi ascolta costantemente le nostre preghiere, secondo la parola di Gesù: Chiedete e riceverete (cfr. Lc 10, 9-10; Gv 16, 24). E con la fede e nella speranza, noi attendiamo la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.
Sia benedetto Dio santo, santo, santo.
Amen.