mercoledì 16 marzo 2011

Uomini e bestie tu salvi, Signore

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Bellissimo il primo salmo delle Lodi di questa mattina mercoledi 16 marzo. Lo preghiamo insieme con un pensiero al Papa e ai membri della Curia Romana, impegnati negli esercizi spirituali di Quaresima e un altro al Giappone e al dramma delle vittime del terremoto e dello tsunami, cinicamente oscurato dai media che usano i problemi della centrale di Fukushima per rilanciare la campagna contro il nucleare... Ricordo a me stesso e a voi quello che dice il Vangelo:

"In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo»" (Lc.13,1-5).
Riporto il testo del salmo di cui sopra, seguito da un testo meraviglioso dello Pseudo Macario sulla tentazione.

SALMO 35 Malizia del peccatore, bontà del Signore
Chiunque segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita (Gv 8, 12).


Nel cuore dell'empio parla il peccato, *
davanti ai suoi occhi non c'è timor di Dio.
Poiché egli si illude con se stesso *
nel ricercare la sua colpa e detestarla.

Inique e fallaci sono le sue parole, *
rifiuta di capire, di compiere il bene.

Iniquità trama sul suo giaciglio, †
si ostina su vie non buone, *
via da sé non respinge il male.

Signore, la tua grazia è nel cielo, *
la tua fedeltà fino alle nubi;

la tua giustizia è come i monti più alti, †
il tuo giudizio come il grande abisso: *
uomini e bestie tu salvi, Signore.

Quanto è preziosa la tua grazia, o Dio! *
Si rifugiano gli uomini all'ombra delle tue ali,
si saziano dell'abbondanza della tua casa *
e li disseti al torrente delle tue delizie.

E' in te la sorgente della vita, *
alla tua luce vediamo la luce.

Concedi la tua grazia a chi ti conosce, *
la tua giustizia ai retti di cuore.

Non mi raggiunga il piede dei superbi, *
non mi disperda la mano degli empi.
Ecco, sono caduti i malfattori,
*
abbattuti, non possono rialzarsi.

* * *

Dalle "Parafrasi" dello Pseudo Macario.
Chi vuole diventare imitatore di Cristo, perchè anche a lui avvenga di essere chiamato figlio di Dio, generato dallo Spirito Santo, è bene che prima di ogni altra cosa sopporti di buon animo e con pazienza le tribolazioni che gli giungono, cioè le malattie del corpo,le offese da parte degli uomini e le insidie degli esseri invisibili. Dio infatti nel suo disegno consente che le anime siano provate da diverse tribolazioni perchè si rivelino con certezza quelli che amano sinceramente il Signore. Il segno dato dai patriarchi e dai profeti, dagli apostoli, dai martiri di ogni tempo, non è stato altro se non quello di passare attraverso la via stretta delle tentazioni e delle tribolazioni e risultare così graditi a Dio. Dice la Scrittura: Figlio, se ti avvicini al Signore, prepara la tua anima alla tentazione, mantieni retto il tuo cuore e sii forte (Sir.2,1-2). E in un altro passo: "Tutto ciò che ti è offerto accoglilo come cosa buona, sapendo che nulla avviene senza il Signore". L'anima che vuol piacere al Signore deve dunque attaccarsi alla pazienza e alla speranza più che ad ogni altra cosa, poichè l'arte stessa del male è una sola, quella di rivestirci di acedia (= tristezza profonda, disperazione) nel tempo della tribolazione per allontanarci dalla speranza nel Signore. Ma Dio non ha mai permesso che l'anima che spera in Lui sia vinta dalle tentazioni fino a disperare, perchè Dio è fedele e non lascerà che siate tentati oltre le vostre forze, ma insieme alla tentazione darà anche la via d'uscita per poterla sopportare (1Cor.10,13), dice l'Apostolo. E il malvagio affligge l'anima NON quanto lui vuole, ma quanto il Signore permette. Se gli uomini infatti non ignorano qual'è il peso che può portar eun mulo, un asino, un cammello, ma a ciascuno impongono il peso che può portare; se il ceramista sa con esattezza per quanto tempo i vasi devono essere lasciati nel fuoco, perchè non accada che, se restano di più, si spezzino o,al contrario, se tolti prima del tempo, restino inutilizzabili; se tanta è l'intelligenza dell'uomo, quanto infinitamente di più l'intelligenza di Dio conosce la misura di tentazione che ogni anima deve portare per divenire provata e adatta al Regno dei Cieli.
Pseudo-Macario, Parafrasi, 129