domenica 22 maggio 2011

Tranquillo!








In questa domenica V di Pasqua la Chiesa esulta per il ritrovato senso della vita grazie a Gesù, rivelazione del Padre che si fa riconoscere nell'uomo di carne del Verbo. Solamente ridiventando uomo potrò celebrare il ritrovato Dio Padre.
Buona domenica. 



Antifona d'ingresso
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto prodigi;
a tutti i popoli ha rivelato la salvezza. Alleluia. (Sal 98,1-2)
Colletta
O Padre,
che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito Santo,
guarda con benevolenza i tuoi figli di adozione,
perché a tutti i credenti in Cristo
sia data la vera libertà e l’eredità eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...


Oppure: 


O Padre,
che ti riveli in Cristo maestro e redentore,
fa’ che, aderendo a lui, pietra viva,
rigettata dagli uomini,
ma scelta e preziosa davanti a te,
siamo edificati anche noi
in sacerdozio regale, popolo santo,
tempio della tua gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (At 6,1-7)
Scelsero sette uomini pieni di Spirito Santo.
Dagli Atti degli Apostoli


In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove.


Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola».


Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani.


E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede. Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 32)
Rit: Il tuo amore, Signore, sia su di noi: in te speriamo.
Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.


Perché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.


Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

SECONDA LETTURA (1Pt 2,4-9)
Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale.
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo


Carissimi, avvicinandovi al Signore, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo. Si legge infatti nella Scrittura: «Ecco, io pongo in Sion una pietra d’angolo, scelta, preziosa, e chi crede in essa non resterà deluso».


Onore dunque a voi che credete; ma per quelli che non credono la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata pietra d’angolo e sasso d’inciampo, pietra di scandalo.


Essi v’inciampano perché non obbediscono alla Parola. A questo erano destinati. Voi invece siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa.
Parola di Dio

Canto al Vangelo 
(Gv 14,6)

Alleluia, alleluia.
Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore;
nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Alleluia.

VANGELO (Gv 14,1-12)
Io sono la via, la verità e la vita.
Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».


Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».


Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.


Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.


In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».
Parola del Signore

* * * 

Commento a cura della Congregazione per il Clero.


V Domenica di Pasqua
Anno A

In questa quinta domenica del tempo pasquale, la Chiesa ci propone, come la scorsa settimana, un brano dell’evangelista Giovanni nel quale il Signore Gesù svela ai propri discepoli alcune verità profonde sulla propria identità.
Però il motore, ciò che fa sì che il discorso si sviluppi tra gli interlocutori protagonisti del testo odierno, non è più un generico desiderio di felicità, ma il cuore stesso delle aspettative più profonde proprie di ogni uomo: il desiderio di poter vedere Dio, faccia a faccia! «Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre”» (cfr. Gv 14,8).
L’atteggiamento di coloro che parlano con Gesù, potrebbe diventare per noi motivo di scandalo: infatti, l’inciso di Filippo – “e ci basta” – come anche le parole attraverso cui Tommaso afferma di non sapere quale sia la via per giungere al luogo nel quale il Signore andrà (cfr. Gv 14,5), pongono in cattiva luce i due Apostoli, così da farci prendere istintivamente le distanze da loro; in verità, quante volte, nelle nostre giornate, lasciamo che il torpore della nostra fede ci porti ad un appesantimento dello spirito, per cui gli occhi della nostra mente divengono come ciechi di fronte alle “opere” che il Signore compie nella vita di ciascuno di noi? È così che lasciamo cadere anche l’estremo invito di Gesù: «Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse» (cfr. Gv 14,11).
È una verità innegabile: noi spesso diciamo di seguire il Signore, e lo diciamo con verità; ma tale sequela potrebbe essere solo ad un livello intellettuale. Questo è dovuto al fatto che non lasciamo sedimentare in noi la sua Parola, non la lasciamo germogliare attraverso la preghiera (cfr. At 6,4), ma soprattutto non ci rendiamo disponibili affinché, rigenerati dai sacramenti, Cristo si renda presente attraverso la nostra umanità «per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio» (1Pt 2,5).
Il Signore Risorto, vincendo la morte, ci ha offerto un esempio e ci ha aperto le porte del Paradiso, mostrandoci così non solo di essere la via che conduce al Padre, ma anche la verità e la vita: «Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14,9).
Chiediamo dunque al Padre di donarci sempre il suo Spirito perché sia più chiaro in noi che solo attraverso Cristo è possibile conoscere il disegno buono che la provvidenza ha pensato per la nostra vita, così da fondare la nostra certa speranza e le nostre azioni solo in Lui. Diverrà così più semplice accorgersi che il Signore è sempre accanto a noi, anzi: potremo essere strumento efficace perché Lui si manifesti al mondo intero!
È un compito che nasce dalla preferenza di Dio: per i primi discepoli, come abbiamo letto nella seconda lettura, era chiaro il fatto di essere stati preferiti: «Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa» (cfr. 1Pt 2,9); noi dobbiamo riappropriarci di questa coscienza, perché sperimentando la nuova vita in Cristo, possiamo cantare con il salmista: «per gli uomini retti è bella la lode» (Sal 32,1).