giovedì 30 giugno 2011

Il fuoco dell'ira


 Sempre più di frequente i fatti di cronaca ci mettono davanti comportamenti che i Padri conoscevano molto bene. Il testo che segue, di Doroteo di Gaza, analizza in modo magistrale quello che capita nel cuore di chi si adira ed indica anche la causa di tanti conflitti...

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"Una cosa è il rancore, altra cosa l'ira, altra la collera e altra il turbamento. Vi faccio un esempio perchè possiate capire. Chi accende il fuoco,all'inizio ha soltanto un carboncino infuocato, che è la parola del fratello che lo ha rattristato; non è che un carbonciino. Che è mai la parola di un fratello? Se la sopporti hai spento il carboncino. Se invece cominci a pensare: "Perchè mi ha detto questo? So io come rispondergli! Se non avesse voluto offendermi, non l'avrebbe detto. Sia chiaro! Anch'io so fargli del male!". Ecco, hai messo un pò di legnetti o qualcosa di simile come chi accende il fuoco, e hai fatto del fumo, cioè hai creato turbamento. Il turbamento è quel sommovimento e conflitto di pensieri che eccita e rende aggressivo il cuore. L'aggressività è l'impulso a rendere il contraccambio a chi ci ha offeso e si trasforma anche in audacia come ha detto abba Marco: "La cattiveria rimuginata nei pensieri rende aggressivo il cuore; se l'allontaniamo con la preghiera e la speranza, il cuore diventa contrito". Se avessi sopportato la parolina del tuo fratello, avresti spento, come dicevo, anche quel carboncino infuocato prima che apparisse il turbamento. Ma se vuoi puoi spegnere facilmente anche questo non appena compare, con il siolenzio, la preghiera, una prostrazione fatta col cuore. Se invece continui a fare fumo, cioè a rendere aggressivo il cuore e ad eccitarlo pensando: "Perchè mi ha detto questo? Anch'io ho qualcosa da dirgli!", a causa del conflitto e dello scontro dei pensieri, che logora e surriscalda il cuore, divampa la collera. Essa non è altro che il ribollimento del sangue che si trova intorno al cuore, come dice san Basilio. Così è nata la collera, che viene chiamata irascibilità. Se vuoi, puoi spegnere anche questa prima che si trasformi in ira, ma se continui a turbare e a turbarti, ti vieni a trovare come chi ha messo legna sul fuoco e il fuoco divampa sempre di più, e così poi si forma la brace, cioè l'ira... Se fin dall'inizio si fosse rivolto il rimprovero a se stessi, se si fosse sopportata la parola del fratello senza volersi vendicare e senza rispondere a una sola parola con due o addirittura cinque, senza rendere male per male, si sarebbero potuti evitare questi mali".
Doroteo di Gaza, Insegnamenti, 8, 89-91