domenica 19 giugno 2011

Lode alla Trinità



Al termine della domenica della Santissima Trinità, propongo due bellissini testi patristici, uno di Gregorio Nazianzeno e l'altro di Ireneio di Lione. Buona meditazione...

* * *
Dai poemi dogmatici di san Gregorio Nazianzeno.
Carmina Arcana I,I-II. PG 37,397-411.

So che affrontiamo su piccole barche una lunga traversata e ci muoviamo
verso il cielo trapunto di stelle servendoci di deboli ali, quando l'animo
ci spinge a cantare Dio e le vie dell'Onnipotente, governatore
dell'universo. Nemmeno gli abitanti del cielo sono capaci di onorarlo come
conviene. E tuttavia - spesso, infatti, neppure a Dio piace tanto il dono
che proviene dalla mano di un ricco quanto quello che gli offre una mano a
lui amica e povera - proprio per questo farò risuonare audacemente la mia
parola. Uno solo è Dio, senza principio né causa, non circoscritto da cosa
alcuna preesistente o futura, infinito che abbraccia il tempo,
grande Padre del grande e santo Figlio unigenito: purissimo spirito, nulla
ha sofferto nel Figlio di quanto egli ha patito nella carne.

Unico Dio, distinto nella persona, ma non nella divinità, è il Verbo
divino:

Egli è la viva impronta del Padre, unico Figlio di Colui ch'è senza
principio,

l'assolutamente unico Figlio dell'Essere unico, a lui uguale. Così, mentre
quegli rimane pienamente genitore, egli, il Figlio, è anche lui creatore e
reggitore del mondo, la potenza e l'Intelletto del Padre E vi è un solo
Spirito, che è Dio,

e proviene da Dio, che è buono. Il Figlio, senza nulla perdere della sua
divinità,

mi salvò, chinandosi, medico misericordioso, sulle mie ferite purulente.

Era mortale, ma Dio; discendente di Davide, ma creatore di Adamo;
rivestito di corpo, ma non partecipe della carne. Ebbe una madre, ma
vergine, circoscritto, ma immenso. Fu vittima, ma anche sommo sacerdote;
sacrificatore, eppure era Dio. Offerse a Dio il suo sangue, per cui
purificò il mondo intero. Una croce lo tenne sollevato da terra, ma rimase
confitto ai chiodi il peccato. Andò dai morti, ma risorse dall'inferno e
prima risuscitò molti che erano morti. Il primo evento - la sua morte - è
proprio della miseria umana, il secondo - la risurrezione - si addice alla
ricchezza dell'essere incorporeo. Non gridare allo scandalo, come se la
vicenda umana fosse disdicevole a Dio, ma onora ancor più la tua forma
terrena

che il Figlio immortale ha assunto su di sé, perché ti vuol bene.

Mio cuore, che aspetti? Anche dello Spirito tu devi cantare la gloria. Non
separare con le tue parole ciò che non è estraneo a Dio per natura.
Tremiamo davanti alla grandezza dello Spirito Santo. Egli è senza dubbio
Dio e grazie a lui io ho conosciuto Dio. Lo Spirito è Dio che si
manifesta, colui che fa nascere Dio quaggiù. È onnipotente, concede i doni
più svariati. Lo cantano negli inni i cori dei santi; è donatore di vita
agli esseri che sono in cielo e in terra. Risiede nell'alto; procede dal
Padre; è la potenza del Figlio; non è sottomesso a nessuno.

Non è il Figlio - uno solo è il Figlio dell'Uno, Figlio buono dell'ottimo
Padre -

eppure non è estraneo all'invisibile natura divina, ma riceve la sua stessa
gloria.

Chiunque nelle Lettere divinamente ispirate desidera cogliere la divinità
dello Spirito celeste, vedrà molte e frequenti strade raccogliersi insieme,
purché lo voglia, se nel suo cuore ha attinto qualcosa dello Spirito Santo
e se la sua vista è acuta.


In un primo tempo la Parola antica aveva manifestato l'intera divinità del
Padre, ma fece soltanto intravedere la gloria immensa di Cristo a pochi
mortali dal cuore prudente. Così, più tardi, rivelando in modo più chiaro
la natura divina del Figlio, fece risplendere velata la natura del fulgido
Spirito. Ma allora fu soltanto un barlume, perché la pienezza
dell'illuminazione era riservata a noi. Per noi lo Spirito, quindi, si
divise in un secondo momento in lingue di fuoco, mostrando il segno della
sua natura divina, quando il Salvatore fu assunto in alto nel cielo.
Infatti io so che Dio è fuoco per i malvagi, così come è luce per i buoni.

Ecco: ti ho presentato le varie Persone della divinità. Bada di non
disdegnare nessun aspetto di essa, ponendo qualcosa, al suo interno, su di
un piano superiore e qualcos'altro su di un piano inferiore. Una sola è la
natura divina: sostanza smisurata, increata, fuori del tempo, ottima,
libera, degna di uguale onore; un solo Dio che nei suoi tre splendori fa
muovere il mondo.

Da tutti e tre col battesimo io vengo rigenerato nell'uomo nuovo; distrutta
la morte, avanzo nella luce, risorto a nuova vita. La triplice Deità mi ha
elevato in alto e mi ha fatto portatore di luce.

* * *

Dalla "Esposizione della predicazione apostolica" di sant'Ireneo di Lione.
Démonstration de la prédication apostolique, 6-8.41. SC 62, 38-43.96-97.

Ecco l'ordine della nostra fede, il fondamento dell'edificio e la base
della nostra condotta. Dio Padre, increato, incircoscritto, invisibile,
unico Dio, creatore dell'universo. Tale è il primo e principale articolo
della nostra fede. Il secondo è: il Verbo di Dio, Figlio di Dio, Gesù
Cristo nostro Signore, è apparso ai profeti secondo il disegno della loro
profezia e secondo il modo disposto dal Padre; per suo mezzo è stato creato
l'universo. Inoltre alla fine dei tempi per ricapitolare tutte le cose si è
fatto uomo tra gli uomini, visibile e tangibile, per debellare la morte,
far risplendere la vita e ristabilire la comunione di Dio e dell'uomo.

Il terzo articolo della nostra fede è lo Spirito Santo.Per virtù dello
Spirito i profeti hanno pronunciato le loro profezie, i padri hanno appreso
ciò che riguarda Dio e i giusti sono stati condotti per la via della
giustizia; alla fine dei tempi lo Spirito è stato diffuso in modo nuovo
sull'umanità per tutta la terra rinnovando l'uomo per Dio.


Il battesimo, che ci fa nascere di nuovo, passa attraverso questi tre
articoli e ci consente di rinascere a Dio Padre tramite suo Figlio e nello
Spirito Santo. Perciò coloro che portano lo Spirito di Dio sono condotti al
Verbo, cioè al Figlio, che li accoglie e li presenta al Padre e il Padre
dona loro l'incorruttibilità. Senza lo Spirito Santo non si può vedere il
Verbo di Dio e senza il Figlio nessuno può accostarsi al Padre, perché il
Figlio è la conoscenza del Padre e la conoscenza del Figlio avviene tramite
lo Spirito Santo. Ma il Figlio, secondo la benevolenza del Padre, dispensa
come ministro lo Spirito a chi vuole e come il Padre vuole.


Lo Spirito chiama il Padre Altissimo, Onnipotente, e Signore degli eserciti
per insegnarci che tale è Dio, cioè creatore del cielo della terra e di
tutto l'universo, creatore degli angeli e degli uomini, Signore di tutti.
Per mezzo di lui tutto esiste ed è mantenuto in vita; egli è
misericordioso, compassionevole, pieno di tenerezza, buono, giusto, Dio di
tutti, dei Giudei, dei pagani e dei credenti.

Di questi è Padre, perché alla fine dei tempi ha aperto il testamento
dell'adozione filiale; dei Giudei invece è Signore e legislatore, perché
quando nei tempi intermedi quegli uomini dimenticarono Dio allontanandosi e
ribellandosi a lui, li ricondusse all'obbedienza mediante la legge,
affinché imparassero che avevano un Signore che è creatore; a lui che dona
il soffio vitale dobbiamo prestare culto giorno e notte; dei pagani poi è
creatore e signore onnipotente.


Gli apostoli, con la potenza dello Spirito Santo mandati per tutta la
terra, realizzarono la chiamata dei pagani additando agli uomini la via di
Dio per stornarli dagli idoli, dalla fornicazione e dall'avarizia.
Purificarono le loro anime e i loro corpi col battesimo d'acqua e di
Spirito Santo, distribuendo e somministrando ai credenti questo Spirito
Santo, che avevano ricevuto dal Signore. Così istituirono e fondarono le
chiese.

Con la fede, la carità e la speranza gli apostoli attuarono la chiamata dei
pagani, che già i profeti avevano preannunziata come loro rivolta secondo
la misericordia di Dio; e gli apostoli manifestarono questa chiamata con
il loro ministero, accogliendoli nella promessa fatta ai patriarchi.

A coloro che crederanno e ameranno Dio, in cambio della santità, della
giustizia e della pazienza, il Dio di tutti accorderà, mediante la
risurrezione dei morti, la vita eterna per merito di colui che è morto e
risuscitato, Gesù Cristo. A lui Dio ha dato il dominio su tutti gli esseri
della terra, l'autorità sui vivi e sui morti, e il giudizio finale.