mercoledì 29 giugno 2011

Quelli che non hanno guida cadono come foglie...





Tra gli spunti della omelia che il Papa ha tenuto questa mattina, ricchissima e piena di riferimenti puntuali alla sua esperienza personale (v. post precedenti), ce n'è uno che forse può essere di particolare aiuto, particolarmente ai ministri ordinati (ai quali in primo luogo era rivolto), ma non solo a loro: è quando dice che "... nel fondo l'essenza della fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa corrisponde al mettersi in cammino, all’andare: amore significa abbandonarsi, donarsi; reca in sé il segno della croce. In tale contesto Gregorio Magno ha detto una volta: Se tendete verso Dio, badate di non raggiungerlo da soli (cfr H Ev 1,6,6: PL 76, 1097s) – una parola che a noi, come sacerdoti, deve essere intimamente presente ogni giorno".  Una parola preziosissima: quella della guida, di qualcuno che ci accompagni nel nostro quotidiano cammino; tanti, troppi presbiteri  "cadono" perchè sono soli, tante volte perchè vogliono esserlo, qualche volta perchè sono lasciati soli, anche dalle proprie comunità ecclesiali. Salutare allora diventa prendere coscienza della importanza di camminare INSIEME, per evitare di cadere, di smarrirsi, di sbattere contro un muro o anche semplicemente di... allungare la strada!

A tal proposito, il testo seguente, di Doroteo di Gaza, ci aiuta a fare un pò di discernimento... (*)


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"Si dice nei Proverbi: Quelli che non hanno guida cadono come foglie; la salvezza si trova in molti consigli (11, 14). Esaminate il senso di queste parole, fratelli; vedete che cosa ci insegna la Sacra Scrittura. Essa ci mette in guardia dal riporre fiducia in noi stessi, dal ritenerci sapienti, dal credere di poterci guidare da noi stessi. Abbiamo bisogno di aiuto, abbiamo bisogno, dopo Dio, di persone che ci guidino. Non c'è niente di più miserabile e di più vulnerabile di quelli che non hanno chi li guidi sulla via di Dio. Che cosa dice infatti la Scrittura? Quelli che non hanno guida, cadono come foglie... la salvezza si trova in molti consigli. Non dice: in molti consigli perchè si chieda consiglio a tutti, ma perchè si chieda consiglio in tutto, evidentemente, a colui nel quale dobbiamo avere piena fiducia; e non dobbiamo tacere alcune cose e dirne altre, ma dobbiamo dire chiaramente tutto e su tutto, come ho detto, chiedere consiglio. Per chi agisce in questo modo la salvezza sta davvero in molti consigli.
Se infatti l'uomo non confida tutto ciò che è in lui, soprattutto se proviene da abitudini e da una condotta malvagia, il divisore (il diavolo) troverà in lui una volontà propria o una pretesa di autogiustificazione e se ne servirà per farlo cadere. Quando il divisore vede qualcuno che non vuole peccare, non è così sprovveduto nella sua malizia da suggerirgli un peccato evidente e manifesto; non gli dice: "Và a prostituirti", oppure "Và a rubare". Egli sa che non vogliamo queste cose e non sopporta di dirci quello che non vogliamo, ma, come dicevo, appena trova in noi una volontà propria o una pretesa di autogiustificazione, se ne serve a nostro danno con pretesti apparentemente ragionevoli... Quando ci attacchiamo alla nostra volontà e ci affidiamo alle nostre pretese di giustizia, allora, proprio quando crediamo di fare qualcosa di buono, tendiamo insidie a noi stessi e non ci accorgiamo che ci stiamo perdendo. Come potremo conoscere la volontà di Dio o cercarla veramente se crediamo in noi stessi e ci attacchiamo alla nostra volontà?".
Doroteo di Gaza, Insegnamenti, 5, 61-62

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(*): V. anche in questo blog i post dedicati alla paternità spirituale pubblicati dal 14 giugno...