venerdì 24 giugno 2011

Si incoronano di rose prima di imputridire

 


Qual'è il messaggio di Giovanni Battista? Ha un senso festeggiarlo oggi, nel nostro mondo tanto lontano da Dio? Durante il suo diario quotidiano di ieri 23 giugno, Corrado Augias sosteneva che la missione della Chiesa negli ultimi 2000 anni è stata quella di mettere paura alla gente con la prospettiva dell'inferno, confortato in questa sua tesi dal filosofo Umberto Galimberti; sempre ieri l'illustre oncologo Umberto Veronesi affermava che "l'amore omosessuale è quello più puro, al contrario di quello eterosessuale, che è strumentale alla riproduzione" (v. post precedenti di oggi). E grazie a Dio ad ogni giorno basta la sua pena... Che cosa può dire a questo mondo un personaggio come san Giovanni Battista?  Nel primo dei due testi che riporto, Origene pensa che il mistero di Giovanni continua a compiersi anche oggi... Il secondo testo, di Ugo di san Vittore, monaco francese che visse a cavallo tra il primo e il secondo millennio, pare scritto questa mattina.



"Io credo che il mistero di Giovanni si compia fino ai nostri giorni del mondo. E' necessario che lo spirito e la potenza di Giovanni vengano dapprima nell'anima di chiunque è destinato a credere in Gesù Cristo, per preparare al Signore un popolo perfetto e spianare le strade e raddrizzare i sentieri nelle asperità dei cuori. Non è soltanto in quei tempi che le strade furono spianate e i sentieri raddrizzati, ma anche oggi lo spirito e la potenza di Giovanni precedono l'avvento del Signore  e Salvatore".
Origene, dal "Commento al Vangelo di Luca".



"Fratelli, festeggiamo oggi la nascita augusta di Giovanni Battista, godiamo dunque con tutto il cuore di partecipare anche noi a quello che fu scritto: "Molti godranno della sua nascita". Molti godono della sua nascita come mostrano più i fatti che le parole che si leggono, perchè godono i cristiani ed è noto che godono anche i pagani. Godono i poveri perchè vedono imminente il maturare delle messi; godono i servi perchè vedono che si avvicina il termine e la mercede del loro lavoro.
I buoni godono della gioia dello Spirito Santo, i cattivi delle gioie del mondo. Infatti la gioia del mondo è  concupiscenza della carne,  concupiscenza degli occhi e superbia della vita. Nella concupiscenza della carne c'è la gioia delle cose turpi, nella concupiscenza degli occhi c'è la gioia della malsana curiosità, nella superbia della vita c'è la gioia delle vanità, perchè chi si insuperbisce diventa vuoto.
Queste specie di gaudio si trovano solo nel mondo dei reprobi, i quali si allietano nel fare il male ed esultano nelle perversioni del vizio, godono delle vanità e delle stravaganze false, dei giochi superstiziosi, dell'esercizio dei vizi, del commettere peccati, si saziano di vini pregiati e di profumi, si incoronano di rose prima di imputridire e ovunque vogliono lasciare segni di gioia (cfr. Sap. 2, 6-9).
Godono delle cose delle quali i dannati piangono dicendo: Errammo lontano dalla via della verità e la luce della giustizia non rifulse per noi e il sole dell'intelligenza non si levò per noi.
Ci siamo stancati nelle vie dell'iniquità e della perdizione e non abbiamo conosciuto la via del Signore. Che vantaggio ci ha dato la superbia e l'arroganza delle ricchezze? (cfr. Sap. 5, 6-8).
Godiamo dunque carissimi in questa santa Natività di Giovanni Battista, ma della gioia vera. Le gioie di Dio non abbiano per noi il gusto di quelle del mondo, per poter meritare di giungere con questa santa letizia alla gloria celeste. Che il Signore si degni concedercelo".
Ugo di san Vittore, dal "Discorso nella festa di san Giovanni Battista".