venerdì 26 agosto 2011

L'intelligenza dell'amore


Riporto il testo che segue da una intervista che Atenagora, patriarca di Costantinopoli, ha dato a Olivier Clement.

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Per una vita nuova, non esiste altra base che la resurrezione: essa forma in noi "l'uomo di Dio compiuto, preparato per ogni opera buona" (2Tim. 3, 17). L'uomo interiore, l'uomo nascosto del cuore è la coscienza lentamente maturata in noi della nostra resurrezione nel Risorto.
Il cuore, questo "corpo più interiore al corpo", dice enigmaticamente Palamas. Tutto il problema sta nell'unire l'intelligenza e il cuore, affinchè l'intelligenza cessi di essere febbrile e disordinata, e il cuore di essere cieco. L'uomo unificato nella grazia acquista un cuore intelligente che vede la luce divina sgorgare nelle profondità del suo corpo innestato dal Battesimo al Corpo luminoso del Cristo.
Il "cuore intelligente" è quello che ha l'intelligenza dell'amore. L'amore è la grande forza, l'unica, l'energia divina che penetra e muove tutte le cose, tutto l'universo, fino alle più remote nebulose. Avere l'intelligenza dell'amore significa accogliere ogni essere come un mistero. San Giovanni, invecchiando, non sapeva più dire altro: "L'Amore viene da Dio, colui che ama è nato da Dio e conosce Dio, colui che non ama non ha conosciuto Dio, poichè Dio è amore" (1Gv. 4, 7-8).
Per poter diventare cosciente della mia esistenza e di quella di Dio, ho bisogno dell'altro. La coscienza della mia identità passa attraverso l'altro, e io la ricevo da Dio nello stesso momento in cui conosco l'altro.
E' forse il segreto del cristianesimo questa inesauribile reciprocità dell'uno con l'altro: più comunichiamo con un'altra persona, più essa ci appare nuova, come se la incontrassimo per la prima volta.
Olivier Clement, Dialoghi con Atenagora, Brescia 1995, pp. 203-205