martedì 13 dicembre 2011

Lucia di Siracusa


Oggi 13 dicembre celebriamo la memoria di:

Lucia di Siracusa

(+304)

martire

Oggi le chiese d'oriente e d'occidente ricordano il martirio di Lucia, vergine di Siracusa messa a morte al tempo delle persecuzioni di Diocleziano. Vissuta sul finire del III sec., secondo la tradizione Lucia era di nobile famiglia, ed era promessa sposa a un suo concittadino. Recatasi assieme alla madre gravemente ammalata in pellegrinaggio a Catania sulla tomba di sant'Agata, Lucia udì il brano dell'Evangelo in cui si narra dell'emorroissa guarita dopo aver toccato il lembo del mantello di Gesù. Essa esortò allora la madre a fare altrettanto, toccando il sepolcro di Agata, e ne ottenne la guarigione. Tornata allora a Siracusa, Lucia decise di rinunciare al matrimonio e di dare tutti i suoi beni ai poveri. Ma il fidanzato, sentendosi raggirato, la accusò presso le autorità romane di essere cristiana e di opporsi al culto dell'imperatore. Condannata al martirio, Lucia venne prima condotta in una casa di prostituzione, e poi, visto che nessuno riusciva nemmeno ad avvicinarla, fu sottoposta a tormenti e infine uccisa di spada nell'anno 304. Siccome il suo nome in latino ha la stessa radice di «luce», e la sua memoria cade in dicembre, Lucia fu associata fin dall'antichità alla Luce vera venuta nel mondo per redimere ogni uomo: il Cristo, «luce per la rivelazione alle genti» e che le tenebre non possono sopraffare. Sempre per il suo nome, Lucia divenne la santa protettrice dei non vedenti. Le sue spoglie mortali sono custodite a Venezia.

TRACCE DI LETTURA

Quando il fidanzato seppe che i suoi beni erano stati tutti dati ai poveri, portò Lucia davanti al console Pascasio e l'accusò di essere cristiana e di non ubbidire alle leggi imperiali. Subito Pascasio le ordinò di sacrificare agli idoli. Lucia rispose: «Visitare i poveri e aiutarli nelle loro miserie è un sacrificio che piace a Dio: io non ho ormai più ricchezze da offrire ma soltanto me stessa che offro vittima al Dio vivente».

Jacopo da Varazze, dalla Leggenda aurea

PREGHIERA

Dio nostro redentore,
tu hai dato luce al mondo

che era nelle tenebre
grazie alla forza sanante
della croce di Cristo:
effondi su di noi quella luce,
ti preghiamo,
affinché possiamo,
assieme alla tua martire Lucia,
con la purezza delle nostre vite,
riflettere la luce di Cristo
e per opera della sua passione
giungere alla luce della vita senza fine.
Attraverso Gesù Cristo
tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.

* * *

Approfondimenti.

La popolarità di questa santa è grandissima in Sicilia, specialmente a Siracusa dove l'archeologia (1984) ha confermato l'esistenza del culto alla santa agli inizi del V secolo. Si tratta di iscrizioni presso la sua tomba, nelle catacombe della città. Una testimonianza della diffusione di tale culto è l'introduzione del suo nome nella Preghiera eucaristica di Roma ad opera forse di san Gregorio Magno.


Lo splendore dell'anima illumina la grazia del corpo

Dal libro «Sulla verginità» di sant'Ambrogio, vescovo
(Cap. 12, 68. 74-75; 13, 77-78; PL 16, 281. 283. 285-286)

Mi rivolgo a te, che vieni dal popolo, dalla gente comune, ma appartieni alla schiera delle vergini. In te lo splendore dell'anima si irradia sulla grazia esteriore della persona. Per questo sei un'immagine fedele della Chiesa.
A te dico: chiusa nella tua stanza non cessare mai di tenere fisso il pensiero su Cristo, anche di notte. Anzi rimani ad ogni istante in attesa della sua visita. E' questo che desidera da te, per questo ti ha scelta. Egli entrerà se troverà aperta la tua porta. Sta' sicura, ha promesso di venire e non mancherà alla sua parola. Quando verrà, colui che hai cercato, abbraccialo, familiarizza con lui e sarai illuminata. Trattienilo, prega che non se ne vada presto, scongiuralo che non si allontani. Il Verbo di Dio infatti corre, non prova stanchezza, non è preso da negligenza. L'anima tua gli vada incontro sulla sua parola, e s'intrattenga poi sull'impronta lasciata dal suo divino parlare: egli passa via presto.
E la vergine da parte sua che cosa dice? L'ho cercato ma non l'ho trovato; l'ho chiamato ma non mi ha risposto (cfr. Ct 5, 6). Se così presto se n'è andato via, non credere che egli non sia contento di te che lo invocasti, lo pregasti, gli apristi la porta: spesso egli permette che siamo messi alla prova. Vedi che cosa dice nel vangelo alle folle che lo pregavano di non andarsene: Bisogna che io porti l'annunzio della parola di Dio anche ad altre città, poiché per questo sono stato mandato (cfr. Lc 4, 43).
Ma anche se ti sembra che se ne sia andato, v
a' a cercarlo ancora.
E' dalla santa Chiesa che devi imparare a trattenere Cristo. Anzi te l`ha già insegnato se ben comprendi ciò che leggi: Avevo appena oltrepassato le guardie, quando trovai l'amato del mio cuore. L'ho stretto forte e non lo lascerò (cfr. Ct 3, 4). Quali dunque i mezzi con cui trattenere Cristo? Non la violenza delle catene, non le strette delle funi, ma i vincoli della carità, i legami dello spirito. Lo trattiene l'amore dell'anima.
Se vuoi anche tu possedere Cristo, cercalo incessantemente e non temere la sofferenza. E' più facile spesso trovarlo tra i supplizi del corpo, tra le mani dei persecutori. Lei dice. Poco tempo era trascorso da quando le avevo oltrepassate. Infatti una volta libera dalle mani dei persecutori e vittoriosa sui poteri del male, subito, all'istante ti verrà incontro Cristo, né permetterà che si prolunghi la tua prova.
Colei che così cerca Cristo, che ha trovato Cristo, può dire: L'ho stretto forte e non lo lascerò finché non lo abbia condotto nella casa di mia madre, nella stanza della mia genitrice (cfr. Ct 3, 4). Che cos'è la casa, la stanza di tua madre se non il santuario più intimo del tuo essere?
Custodisci questa casa, purificane l'interno. Divenuta perfettamente pulita, e non più inquinata da brutture di infedeltà, sorga quale casa spirituale, cementata con la pietra angolare, si innalzi in un sacerdozio santo, e lo Spirito Paraclito abiti in essa. Colei che cerca Cristo a questo modo, colei che così prega Cristo, non è abbandonata da lui, anzi riceve frequenti visite. Egli infatti è con noi fino alla fine del mondo.


* * *

Dalla "Leggenda Aurea" di Jacopo da Varazze


Lucia, nobile vergine siracusana, vedendo che la fama di Sant'Agata si diffondeva per tutta la Sicilia si recò a visitarne la tomba insieme alla madre Eutice che soffriva da quattro anni di perdite di sangue.


Durante la messa lesse il sacerdote quel brano del Vangelo dove si narra la guarigione di una donna che aveva lo stesso male di Eutice.

Lucia disse allora alla madre: "Se credi in queste parole crederai anche che Agata martire della fede di Cristo ora si trovi alla presenza di Colui per cui soffrì il martirio. Se con tale fede toccherai il suo sepolcro sarai risanata".


I presenti aprirono un passaggio e madre e figlia si prostrarono davanti al sepolcro e pregavano e piangevano. Ed ecco che Lucia cadde addormentata e vide Agata circondata da angeli e ornata di gemme la quale le disse: "Mia sorella Lucia, vergine consacrata a Dio perché chiedi ciò a me? Ecco per grazia di nostro Signor Gesù Cristo e per la tua fede la madre è guarita.

E come Cristo onorò Catania col mio martirio così per mezzo tuo renderò gloriosa Siracusa poiché la tua verginità è per Cristo una gioiosa dimora".


Lucia si svegliò tutta turbata e disse alla madre: "Madre mia tu sei guarita: ed io ti prego in nome di Agata, che ti risanò con le sue preghiere, di sciogliermi da ogni obbligo di matrimonio e di permettermi di distribuire ai poveri la dote poiché‚ voglio unirmi col nostro Signor Gesù Cristo in cui riposa l'integrità del mio corpo".


Rispose la madre: "Ho sempre cercato di aumentare le ricchezze che tuo padre mi lasciò morendo nove anni or sono: e tu sai quanto questo patrimonio sia. Aspetta ormai la mia morte e poi fa' di questo patrimonio ciò che più ti piacerà.


Rispose Lucia: "Non è caro a Dio chi gli dà ciò che non può portare con se. Se vuoi essere a Lui grata offrigli quello che ancora può esserti utile: donagli le tue ricchezze mentre ancora sei in vita e ne avrai eterna ricompensa".


Lucia e la madre tornarono a casa e continuamente parlavano e si consigliavano sul da farsi: decisero infine d¡ venire incontro con le loro ricchezze alle miserie dei poveri; e tutti i loro averi furono divisi fra le vedove, gli orfani, i pellegrini e i religiosi. Quando la notizia di questa distribuzione giunse agli orecchi del fidanzato questi ne chiese spiegazione alla nutrice di Lucia. Rispose con molta astuzia la nutrice: "La tua fidanzata ha trovato dei beni più sicuri e li vuole acquistare; per questo ha dovuto venderne alcuni di quelli che già possedeva".


Stoltamente quegli credette che si trattasse di beni materiali ed incoraggiò la vendita. Troppo tardi seppe poi che tutto era stato distribuito fra i poveri onde portò la fidanzata davanti al console Pascasio e l'accusò di essere cristiana e di non ubbidire alle leggi imperiali.



Subito le ordinò Pascasio di sacrificare agli idoli. Rispose Lucia: "Visitare i poveri e aiutarli nelle loro miserie è un sacrificio che piace a Dio: io non ho ormai più ricchezze da offrire ma soltanto me stessa, che offro come vittima al Dio vivente".


E Pascasio: "Serba questi discorsi per qualche cristiano stolto come te: invano li rivolgi a me che sono il custode delle leggi imperiali.


Lucia gli rispose: "Tu custodisci le leggi imperiali ed io la legge del mio Dio. Tu non vuoi offendere l'imperatore ed io non voglio offendere Dio. Tu desideri essere caro ai tuoi superiori, io ardo dal desiderio di piacere a Cristo. Fai dunque quello che ti sembra essere utile; io farò ciò che stimerò utile per me".


Disse a lei Pascasio: "Tu hai finito il tuo patrimonio con dei corruttori per uesto le tue parole sono simili a quelle di una prostituta."


E a Pascasio Lucia: "Le mie ricchezze sono riposte in un luogo sicuro e io sempre sono stata lontana da chi corrompe il corpo e la mente."


Chiese Pascasio: "Chi corrompe il corpo e la mente?"
Rispose Lucia: "Chi preferisce i piaceri materiali alla gioia eterna".


Disse allora Pascasio: "Le tue parole cesseranno con le frustate". "Non tacerò mai la parola di Dio", rispose Lucia; e a lei Pascasio: "Pretendi di essere Dio?".


Disse Lucia: " No, l'ancella di Dio ed Egli ha detto: "quando sarete di fronte ai re e ai principi non preoccupatevi: non sarete voi a parlare".


E Pascasio: "Dunque in te è lo Spirito Santo?". Rispose Lucia: " Chi vive nella castità è il tempio dello Spirito Santo e lo Spirito Santo abita in lui". Disse Pascasio: "io ti farò portare in un lupanare: là sarai violentata e perderai lo Spirito Santo".


Rispose Lucia: " Il corpo non è insozzato se non col consenso della mente. Se tu contro la mia volontà mi farai violentare doppia sarà la corona della castità: ne mai potrai piegare la mia volontà a consentire a ciò. Ecco: il mio corpo è pronto ad ogni supplizio. Perché indugi? Figlio del demonio comincia a soddisfare su di me il desiderio che hai di tormentarmi".



Allora Pascasio fece venire dei ruffiani e disse loro: " Invitate tutta la popolazione a godersi il corpo di questa donna finché non muoia". Questi volevano prendere la giovinetta ma lo Spirito Santo la rese così pesante che non riuscirono a smuoverla di un centimetro. Altri vennero e tentavano di smuoverla ma dalla fatica si sentivano venir meno e la vergine di Cristo rimaneva immobile. Allora le legarono mani e piedi: poi Pascasio fece venire mille 'uomini e non riuscirono a muoverla; fece venire anche mille paia di buoi e la vergine di Cristo rimase immobile; fece venire i maghi ma i loro incantesimi furono vani e la vergine non potè essere mossa.


Le chiese allora Pascasio: "Per quale stregoneria una sola fanciulla non può essere smossa da mille uomini"?


Rispose Lucia: "Non è per stregoneria. Questi sono i miracoli di Cristo ed anche se chiamerai diecimila uomini sempre mi vedrai rimanere immobile".


Credeva Pascasio che l'orina sciogliesse gli incantesimi e la fece bagnare di orina ma tutto fu inutile. Irato allora comandò di accenderle intorno un gran fuoco dopo averle cosparso il corpo di pece, resina e olio bollente.


Disse Lucia: "Dio mi ha chiesto questo indugio alla morte perché tolga al credenti la paura della sofferenza e ai non credenti il mezzo di insultarlo".


Gli amici di Pascasio si accorsero che questi era sempre più turbato onde immersero una spada nella gola della santa ma costei potè soggiungere tali parole: "Vi annuncio che‚ resa la pace alla Chiesa. Oggi è morto Massimiano e Diocleziano è stato cacciato dal trono: io proteggerò da questo giorno Siracusa come Agata mia sorella in Cristo ‚

Mentre la vergine pronunz¡a queste parole ecco arrivare i messi da Roma: imprigionano Pascasio e lo portano in catene davanti all'¡mperatore perché questi aveva saputo che tutta la provincia era stata da lui depredata.


Fu dunque Pascasio condotto a Roma e accusato davanti al Senato; fu trovato colpevole e condannato a morte.



La vergine Lucia non si mosse dal luogo dove era stata pugnalata e spirò solo dopo aver ricevuto il corpo di Cristo: tutta la folla assistè alla sua morte. Nel medesimo luogo fu sepolta e li fu costruita una chiesa in suo onore. Sotto il martirio nell'anno del Signore 310.