sabato 10 dicembre 2011

TERZA DOMENICA DI AVVENTO - Ciclo B - Letture della preghiera notturna dei certosini



Letture della preghiera notturna dei certosini

TEMPO DI AVVENTO
Ciclo B
TERZA DOMENICA

Dal vangelo secondo Giovanni;
1,6-8.19-28

Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.
Gli dissero: "Che cosa dici di te stesso?".
Rispose: “Io sono voce di uno che grida nel deserto”

* * *

Dai “Discorsi" di Guerrico d'Igny”.

Preparate la strada del Signore! Is 40,3. Penso che
dobbiamo, prima di tutto, riflettere sulla grazia della
solitudine, sulla beatitudine del deserto, che fin
dall'inizio dell'era salvifica meritò di essere consacrata
all'esichia dei santi. Certo, la vita in solitudine fu
santificata per noi dalla voce di colui che gridava nel
deserto, cioè da Giovanni che vi predicò e vi conferì un
battesimo di conversione. Già prima di lui i più santi dei
profeti avevano sempre avuta la solitudine per amica perché
mediatrice dello Spirito. Tuttavia, una grazia di
santificazione incomparabilmente più alta, più divina fu
connessa col deserto quando Gesù vi successe a Giovanni.
Infatti anche il Signore, prima di cominciare la
predicazione rivolta a quelli che volevano pentirsi, reputò
di dover preparare un posto per riceverli; durante quaranta
giorni visse nel deserto come per purificare e rinnovare
quel luogo, consacrandolo a vita nuova. Là egli vinse il
tiranno che se ne stava in agguato e smascherò tutte le sue
malizie e scaltrezze; Cristo lo fece non tanto per sé
quanto per i futuri abitanti del deserto. Se perciò sei
fuggito lontano e ti sei fissato nel deserto, restaci e lì
aspetta colui che ti salverà dalla depressione spirituale e
dalla tempesta.


Beato colui che, fuggito lontano dal tumulto del secolo, si
è immerso così profondamente nel segreto e nella
solitudine di una mente quieta, da meritare di udire non
solo la voce del Verbo, ma il Verbo stesso: non più
Giovanni, ma Gesù! Però prima di arrivare a tanto,
ascoltiamo ciò che ci grida la voce del Verbo, per poter un
giorno passare dalla voce al Verbo stesso: Preparate la
strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri. Is 40,3.
Preparare la strada significa rivedere l'orientamento della
propria vita, raddrizzare il sentiero è condurre
un'esistenza più austera. Certo, una vita rettificata è la
strada diritta per cui il Signore ci verrà incontro, lui
che sempre, e pure qui, ci previene. Infatti è il Signore
che dirige i passi dell'uomo; e questa nostra via diritta è
talmente cara a lui, che la sceglie volentieri per venirci
incontro e camminare costantemente con noi. Se Cristo, che
è la Via, la Verità e la Vita, non è lui stesso a
preparare la sua venuta verso di noi, non possiamo
correggere la strada che battiamo secondo la regola della
verità e neppure indirizzarla verso la vita eterna.


Preparate la strada del Signore! Is 40,3. Questa via del
Signore che ci viene comandato di tener pronta, la
prepariamo camminando, e preparandola vi camminiamo. E
quand'anche, fratelli, aveste già progredito d'un buon
tratto, vi resta sempre da prepararla, affinché, dal punto
a cui siete giunti, voi avanziate protesi verso ciò che sta
oltre. Cosi ad ogni passo avanti, il Signore, per la cui
venuta è preparata la via, vi verrà incontro sempre nuovo,
in certo senso, e più grande di prima. Ha ragione perciò
il giusto a pregare così: Indicami, Signore, la via dei
tuoi precetti, e la seguirò sino alla fine. Sal 118,33.
Forse essa fu detta vita eterna, perché se la Provvidenza
ha previsto la strada di ognuno e ha fissato un termine al
suo progredire, tuttavia non conosce fine la natura della
Bontà verso cui siamo in cammino. Perciò il viandante
alacre e provveduto, quando sia giunto alla mèta,
comincerà allora il viaggio; dimentico del passato, egli si
dirà ogni nuovo giorno: Adesso comincio!


Ma se tu sei sulla via giusta, abbi solo il timore di
deviare e di offendere l'Altissimo, che per essa ti guida,
giacché allora egli lascerà che tu vada errando per la
strada del tuo proprio cuore. Ma oltre lui, non temere
nessun'altra persona. E se accampi il motivo che è una
strada eccessivamente stretta, alza lo sguardo verso la
mèta a cui ti conduce. Se contempli l'approdo di ogni
termine, immediatamente esclamerai: La tua legge non ha
confini. Sal 118,96. E qualora tu non possa scorgerlo, credi
ad Isaia, il veggente, che è l'occhio del tuo corpo.
Appunto perché egli vedeva ad un tempo l'angustia di questo
cammino e il suo approdo, aggiungeva: Su questa via
commineranno i redenti. Su di esso ritorneranno i riscattati
dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità
perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li
seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto. Is 35,9-10. 21
Colui che pone mente abbastanza a questo traguardo, penso
che non solo rende la sua via spaziosa, ma addirittura
prende le ali; invece di camminare, ormai vola. Fratelli,
rammentatevi sempre della ricompensa finale; allora potrete
correre sulla via dei comandamenti divini con la maggior
facilità e prontezza. Attraverso questa via vi guidi e vi
conduca fino al termine Colui che è la via di quelli che
corrono e la palma di quelli che arrivano, il Cristo Gesù.
A lui onore e gloria nei secoli eterni.