domenica 15 gennaio 2012

Onorato di Lèrins

Ricordiamo oggi 16 gennaio:


Onorato di Lérins
ca. 350-429/430
monaco e pastore
Gli antichi martirologi ricordano oggi Onorato, fondatore del monastero di Lérins e vescovo di Arles.
Onorato era nato attorno alla metà del IV secolo in una nobile famiglia gallo-romana. Affascinato dai racconti sui primi monaci che iniziavano a diffondersi dall'oriente, egli partì alla volta della Grecia assieme all'amico Venanzio e alla loro guida spirituale, Caprasio. La loro ricerca fu però interrotta dall'improvvisa morte di Venanzio, che costrinse Onorato e Caprasio a far ritorno in occidente.
Il desiderio di vita solitaria che egli tuttavia continuava a nutrire, fu coronato quando Onorato ricevette in dono un'isola deserta al largo di Cannes, nell'arcipelago di Lérins. Egli allora vi si installò assieme ad alcuni compagni, e presto molti famosi uomini di chiesa, come Eucherio di Lione, iniziarono ad accorrere per porsi sotto la sua guida e cercare Dio in una forma di vita semianacoretica.
Organizzata la vita dei suoi monaci, Onorato contribuì alla stesura sia della prima che della seconda regola della comunità leriniana, e fu poi chiamato a reggere la diocesi di Arles.
Ad Arles, dove al suo arrivo regnavano divisioni e lacerazioni in decisa contraddizione con l'Evangelo, Onorato si mostrò un uomo semplice e profondo, paziente promotore della pace e della concordia nella chiesa, che riuscì a ristabilire in soli due anni di episcopato.
Morì nel 429 o nel 430, ormai ritenuto modello del monaco-pastore, come lo presentano le diverse fonti agiografiche che a lui fanno riferimento.
TRACCE DI LETTURA
Fratelli, il breve periodo durante il quale vi è stata concessa la sua presenza vi consente con un certo agio di misurare l'esagerazione o invece la pochezza delle mie parole a suo riguardo.
Mi siete testimoni, fratelli carissimi, della vigilante sollecitudine, dell'ardore per l'ascesi, della bontà capace di spingersi fino alle lacrime, della serenità segno di un animo fermo e costante, che promanava dal volto di Onorato.
Voi avete anche udito che le sue parole erano in accordo con la sua vita; l'eleganza dei suoi discorsi era conforme alla purezza del suo cuore.
E avete poi visto la sua immensa carità, così grande che lo stesso Eucherio, anch'egli uomo santo, ha potuto dire con ragione che, secondo lui, se si fosse potuto dare un volto alla carità, è il volto di Onorato che, più di ogni altro, si sarebbe dovuto dipingere per renderla visibile.
Chi dunque ha mai pensato di averlo visto a sufficienza? Chi ha saputo unire come lui dolcezza e severità? Chi ha saputo mescolare a tal punto disciplina e pacatezza? Chi, corretto da lui, non ha provato gioia a ricevere tale correzione? Quando mai qualcuno ha potuto rilevare nella sua gioia una mancanza di ritegno? E quando, infine, la sua tristezza non è risultata salutare per chi gli stava accanto?
Ilario d'Arles, Vita di Onorato 26