giovedì 9 febbraio 2012

Vicino al cielo

Oggi 9 febbraio ricordiamo la figura della beata Anna Caterina Emmerick, la suora e mistica tedesca, autrice di quella "Passione di Nostro Signore Gesù Cristo", di cui Mel Gibson si è servito per la sceneggiatura del suo famoso film.
Per la biografia e per il testo della sua opera:

09 Feb 2011
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 Preghiamo in questo giorno soprattutto per i cristiani di Siria, che appunto oggi, 9 febbraio, ricordano:


san Marone
(+ca. 410)
monaco
Tra i molti monaci della Siria dediti alle forme più ardite e rigorose di ascesi, Teodoreto di Cirro ne ricorda uno che «avendo deciso di vivere a cielo scoperto, si ritirò sulla vetta di un monte».
E' il monaco Marone, della cui vita si sa pochissimo, ma che ha lasciato un segno indelebile nella storia delle chiese d'oriente, e che oggi viene ricordato dalla chiesa maronita che da lui stesso trae la propria denominazione.
Questo eremita, il quale passò tutta la vita esposto alle intemperie e totalmente dedito alla preghiera, ebbe infatti un'influenza molto grande sul movimento monastico della regione di Cirro e poi anche della diocesi di Aleppo.
Marone fu un maestro di vita spirituale molto apprezzato, e grazie alla sua assiduità con il Signore insegnò a coloro che lo consultavano a combattere i loro mali spirituali ricorrendo anzitutto alla preghiera.
A un secolo dalla sua morte era fiorente nei pressi di Apamea il monastero di Beth Morum (san Marone), a lui dedicato. Sarà attorno a tale luogo, in cui si custodiva la memoria di Marone, che si raduneranno molti cristiani di fede calcedonese in seguito all'invasione araba della Siria, dando vita a una chiesa autonoma che prenderà il nome di chiesa maronita.
La venerazione per Marone nelle regioni montagnose della Siria e del Libano è rimasta grande fino ai nostri giorni, e anche i bizantini lo ricordano nei loro sinassari, il 14 febbraio.

TRACCE DI LETTURA
Ora ricorderò Marone, perché pure lui ha abbellito il coro dei santi. Avendo deciso di vivere a cielo scoperto, egli si ritirò sulla vetta di un monte, che una volta i pagani avevano destinato al culto, e consacrò a Dio quel luogo santo che era stato possesso dei demoni. In quel posto egli stabilì la sua dimora e soltanto raramente fece uso di una piccola tenda che aveva costruito.
Mentre i medici prescrivono per ogni malattia un farmaco diverso, la sua medicina era sempre la stessa, comune a tutti i santi: la preghiera. Non curava soltanto le malattie del corpo, ma anche quelle dell'anima: guariva uno dall'avarizia, un altro dall'ira, istruiva questo nella temperanza, quello nella giustizia, puniva l'incontinenza di questo, scuoteva la pigrizia di quello.

Teodoreto di Cirro, Storia dei monaci della Siria 16

PREGHIERA
Umilmente prese su di sé la sua croce,
per umiltà si fece eremita
e con umiltà pregava il suo Dio sulle cime dei monti.
Il santo eremita ebbe a cuore
queste parole di Cristo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli».
La sua esistenza divenne un sacrificio vivente,
e con essa trasmise la vita ai suoi discepoli.
Egli fu unto come padre di un grande popolo.
Nel campo della vita
fu come l'aratro del suo Maestro,
poiché preparava le anime
perché potessero accogliere il seme di verità.
Lode e azione di grazie a Colui che l'ha scelto,
ora e nei secoli dei secoli.