Preparandoci al VII Incontro Mondiale delle Famiglie di Milano, propongo l'intervento che Kiko ha pronunciato a Manila il 23 gennaio dello scorso 2003, in occasione del IV Incontro Mondiale.
Manila, 21-27 gennaio 2003
Intervento di Kiko Arguello sulla trasmissione della fede ai figli
Manila, 23 gennaio 2003
Mi hanno invitato a parlare brevemente su come le famiglie del Cammino
Neocatecumenale trasmettono la fede ai figli. Migliaia di famiglie si
trovano oggi di fronte al problema dei loro figli che a scuola e
all'università stanno abbandonando la Chiesa. Come possono le famiglie
cristiane rispondere a questa situazione di secolarizzazione, questo
cambio di epoca, la globalizzazione,ad un ambiente contrario ai valori
cristiani?
Dio si è manifestato al suo popolo sul monte Sinai. Dio ha voluto
scegliere un popolo per rivelarsi, attraverso il suo agire, all'umanità
intera. Ha scelto un popolo di schiavi in Egitto ed ha cominciato ad
agire con loro. Dio si è rivelato tramite il suo agire nella loro
storia. Dopo aver compiuto dei miracoli, aprendo il mare e guidando il
popolo attraverso il deserto, Dio ha fatto un'alleanza con loro. E'
apparso sul monte Sinai, lì, dove il popolo vide la montagna tremare e
udito un rumore terribile, l'umanità ha sentito per la prima volta la
voce di Dio. E Dio parlò così: "Shemà Israel, Adonai Elohenu, Adonai
Ehad! Ascolta Israele, Io sono l'Unico! E tu amerai il Signore tuo Dio
con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze e
amerai il tuo prossimo come te stesso!", ma subito aggiunge: "questo lo
ripeterai ai tuoi figli quando sei in casa, quando sei per strada,
quando ti corichi e quando ti alzi! E quando arriverà il momento in cui
tuo figlio ti chiederà: qual'è il significato di queste leggi, di queste
tradizioni e di questi comandamenti?, tu gli dirai: eravamo schiavi del
Faraone in terra d'Egitto e il Signore ci ha tratto fuori con mano
potente. Davanti ai nostri occhi il Signore ha operato segni e prodigi
contro il Faraone e contro la sua casa. Ci ha tratto fuori per guidarci
verso la terra che aveva giurato ai nostri padri". Questo è scritto in
Deuteronomio 6.
Questa parola "Shemà" è oggi il credo fondamentale di Israele. Gli ebrei
ortodossi la proclamano 3 volte al giorno. Questo testo così importante
per il popolo ebreo lungo i secoli e che ha tenuto la famiglia ebraica
unita, ci aiuta a capire l'importanza per i genitori di trasmettere la
fede ai loro figli e ci mostra anche che questo comandamento divino è
dato ai genitori e non può essere delegato a nessun altro. Sono loro che
devono raccontare ai loro figli le opere che Dio ha compiuto in loro
favore.
Io sono venuto a contatto con molte famiglie cattoliche, famiglie
appartenenti all'Azione cattolica, che erano molto impegnate in altri
movimenti ecclesiali che hanno delegato alla parrocchia la trasmissione
della fede ai figli. E poi, quando i figli sono andati all'Università, i
genitori hanno scoperto che i loro figli avevano perso la fede. Non
hanno obbedito al comandamento secondo il quale loro sono i primi a
dover trasmettere la fede ai figli secondo il comandamento divino.
Per i primi cristiani la trasmissione della fede ai figli, attraverso le
Sacre Scritture compiute in Gesù Cristo, era una missione fondamentale.
Ne conosciamo la testimonianza dalla seconda lettera di san Paolo a
Timoteo: "Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei
convinto, sapendo da chi l'hai appreso e che fin dall'infanzia conosci
le Sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si
ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù" (2Tim. 3, 14-15). Questa
tradizione è stata mantenuta in diverse forme nelle famiglie cristiane
lungo i secoli. Questa è ancora più evidente nella testimonianza di
numerosi bambini e giovani che furono martirizzati.
Il Cammino Neocatecumenale, quale iniziazione cristiana nelle diocesi e
nelle parrocchie, insegna oggi alle coppie anche a trasmettere la fede
ai loro figli, in particolare attraverso una celebrazione, in una
liturgia domestica.
Noi insegniamo loro che la famiglia cristiana ha tre altari: il primo è
la mensa della santa eucarestia, dove Gesù offre il sacrificio della Sua
vita per la nostra salvezza. Il secondo altare è il talamo nuziale,
dove si compie il sacramento del matrimonio e si dà la vita a nuovi
figli di Dio. Insegniamo loro come si deve compiere l'atto coniugale,
che prima hanno bisogno di pregare, e si insegna ai bambini che la
stanza da letto dei genitori è un luogo santo. Ai cristiani si deve
insegnare che il talamo nuziale si deve tenere in grande onore e gloria.
Il terzo altare è il tavolo dove la famiglia si riunisce per mangiare,
benedicendo il Signore per i Suoi doni. La celebrazione eucaristica,
nella quale si trasmette la fede ai figli, si svolge attorno allo stesso
tavolo, dove i genitori possono passare la fede.
Dopo più di trent'anni dall'inizio del Cammino Neocatecumenale, uno dei
frutti che più ci consola è vedere la famiglia ricostituita. E la
famiglia diventa un vero "santuario domestico della Chiesa". Queste
famiglie che sono nel Cammino sono tutte aperte alla vita. Il Cammino ha
uno dei più alti tassi di natalità nel mondo - 5 figli per famiglia -
finanche più dei musulmani. Insegniamo loro cosa vuol dire dare un
figlio a Dio. Queste famiglie numerose compiono il dovere fondamentale
della famiglia cristiana, che è quello di trasmettere la fede ai propri
figli. Oltre alle preghiere del mattino e della sera, rendono grazie
prima dei pasti e partecipano alla Eucarestia con i loro genitori nelle
loro comunità.
La trasmissione della fede ai figli avviene principalmente, come abbiamo
detto, in una liturgia domestica, celebrata regolarmente nel giorno del
Signore. In questa celebrazione, siccome la famiglia è grande, si
prepara il tavolo con una tovaglia bianca, una candela, i fiori e la
Bibbia. Uno dei figli suona la chitarra, un altro il flauto e pregano
insieme ai loro genitori e i loro nonni. In questa celebrazione i
genitori pregano i salmi delle lodi con i loro figli. I genitori
preparano una lettura, che può essere anche il Vangelo di quella
domenica. Quindi il padre domanda ad ogni figlio: "Cosa ti dice Dio
attraverso questa lettura, per la tua vita?". Colpisce molto vedere come
i bambini siano capaci di applicare la Parola di Dio alla loro
esperienza di vita. Alla fine, dopo che tutti i bambini ahnno parlato, i
genitori danno una catechesi basata sulla loro esperienza. Dicono ciò
che la Parola significa per loro. Infine invitano i bambini a pregare
per il Papa, per la Chiesa, per coloro che soffrono... Poi pregano il
Padre Nostro tutti insieme e si scambiano il segno della pace. E così
ogni domenica in ogni famiglia cristiana...
Il risultato di questa preziosa attenzione dei genitori per i loro figli
è che quasi il 100% dei figli del Cammino rimane nella Chiesa. Questa è
la ragione per cui abbiamo portato 50.000 giovani a Toronto e 75.000 a
Parigi. E' meraviglioso vedere le comunità nelle parrocchie piene di
giovani!! All'incontro con il Papa a Roma a Tor Vergata abbiamo portato
100.000 giovani. E da queste famiglie numerose, da questo tipo di
educazione dei figli, da queste celebrazioni domestiche, stanno sorgendo
migliaia di vocazioni, migliaia... Abbiamo già aperto 50 Seminari
Diocesani Redemptoris Mater; da queste comunità sono entrate nei
conventi di clausura 4.000 sorelle; tutti i conventi in Italia, le
Benedettine e le Clarisse, sono pieni di sorelle che vengono dal Cammino
Neocatecumenale.
E questo non è un movimento. Queste comunità sono nelle parrocchie come
una iniziazione cristiana che appartiene alla Chiesa. La Chiesa ha
riconosciuto che non siamo un'associazione nè una congregazione nè un
movimento. La nostra missione è quella di aiutare le parrocchie e i
vescovi ad avere un itinerario di iniziazione cristiana che aiuta a
maturare la fede come la santa famiglia di Nazareth. Perchè nostro
Signore, la Parola del Padre, che prese carne dalla Vergine Maria,
nacque come un bambino che aveva bisogno di crescere per diventare uomo,
per diventare adulto. Soltanto da adulto avrebbe potuto compiere la sua
missione di salvare il mondo, quando raggiunse i 30 anni. E come
divenne adulto? Obbedendo a Maria e Giuseppe. Similmente oggi molta
gente che ha ricevuto il battesimo ha una fede piccola, una fede
infantile. Questa fede deve crescere in un ambiente come la Famiglia di
nazareth, diventando adulta in obbedienza al parroco e ai catechisti.
Siamo grati al Pontificio Consiglio per la Famiglia che ha cominciato a
interessarsi a questo fenomeno. Sono rimasti sorpresi da tutti questi
giovani e ci hanno invitati a proporre all'intera Chiesa lo stesso tipo
di celebrazione (domestica) che noi facciamo. Quando incontrammo mons.
Bugnini, che era uno stretto collaboratore di Papa Paolo VI ed era
incaricato di tutto il rinnovamento della Liturgia, l' OICA etc..., ci
disse che nella Chiesa mancava una liturgia domestica; e quando seppe
che cosa stavamo facendo, rimase molto colpito. Quindi siamo molto
contenti di collaborare col Pontificio Consiglio per la Famiglia e di
dare il nostro piccolo contributo attraverso quello che Dio sta facendo
con noi. Mi piacerebbe proporre tutto ciò a tutti gli altri, per aiutare
altra gente, altre ottime famiglie di tutte le altre realtà cristiane
che hanno difficoltà con i loro figli durante la loro crescita, nella
scuola. In tutta Europa c'è un ambiente di sinistra con una educazione
sessuale terribile, che è contro l'insegnamento cristiano. I genitori
soffrono molto vedendo i loro figli contaminati da questa cultura.
Questa è la verità.
E vorrei far capire a tutta la Chiesa che quello che sto dicendo NON è
un problema secondario, una devozione; è questione di vita o di morte
per la Chiesa. Una questione di vita o di morte! Se la Chiesa non è
capace di trasmettere la fede alla prossima generazione, morirà. Questo è
così importante che il Santo Padre e il Pontificio Consiglio per la
Famiglia hanno capito che stiamo perdendo....... ci sono parrocchie in
cui i giovani non ci sono più. Dove sono? Non è questione di fare del
teatro o altre stupidaggini con i bambini, ma di dare loro un contenuto
vero e serio. Perchè essi vanno a fronteggiare un ambiente che è
completamente agli antipodi del Vangelo. Attraverso la globalizzazione,
la secolarizzazione sta rapidamente arrivando in tutta Europa: stiamo
perdendo le scuole cristiane, non si insegna più la religione, gli
ordini religiosi classici non hanno più vocazioni e stanno abbandonando
le scuole e le università... Ai nostri figli si insegna Hegel e Marx...
tutto l'opposto, il nichilismo. Queste cose ce le dicono i nostri
giovani.
Ma alla Chiesa rimane qualcosa che è una formula vincente: la famiglia.
Noi abbiamo visto che i nostri figli, educati in una famiglia stabile,
non vacillano a scuola. Diventano obbiettori. Quando alle lezioni di
educazione sessuale gli viene insegnato a masturbarsi e altre cose
contrarie al Vangelo, si alzano in piedi e fanno obiezione. I genitori
vanno a parlare col preside. Non soccombono a tutto questo.
All'università, dove tutto è contrario ai valori cristiani, non
soccombono, non si possono convincere. Dietro a loro c'è la loro
famiglia e la loro comunità, una comunità neocatecumenale di 40 o 50
fratelli che sono tutti uniti, dove appare Dio, dove non ci sono più
classi sociali. Tutti sono fratelli: ingegneri, donne delle pulizie,
vagabondi: tutti fratelli! Non ci sono più differenze di lingue o di
cultura,tra bianchi e neri, tra gente colta e ignoranti, o altro. Non
ci sono poveri o ricchi, sono tutti fratelli che si aiutano l'un
l'altro. Se c'è una famiglia con molti figli che non ce la fa ad
arrivare a fine mese, la comunità fa una colletta per aiutarli. La
comunità aiuta la famiglia, e la famiglia salva la Chiesa!
La nostra società sta distruggendo la famiglia e, in particolare,
l'Europa sta andando verso l'apostasia e sta tenendo la famiglia
separata. A causa del lavoro non hanno più tempo per tornare a casa per
mangiare insieme. Le nuove generazioni non mangiano mai insieme. In
Europa non ci sono punti di incontro, momenti per stare insieme. La
mattina un ragazzo esce a giocare a basket e una ragazza va a ballare.
Sono sempre fuori, non si incontrano mai, non si siedono mai a parlare.
La donna lavora, l'uomo lavora, quando tornano a casa i figli già
dormono. E la famiglia si sta distruggendo in termini di tempo (il ritmo
del lavoro e gli orari scolastici), in termini di composizione (copie
omosessuali, coppie di fatto, il divorzio), in termini di stile di vita
(la gente vive in un modo che è contro la famiglia) e soprattutto
attraverso una cultura che ci circonda che è contraria al Vangelo.
Siamo convinti che la reale battaglia che la Chiesa è chiamata a
fronteggiare nel Terzo Millennio, la sfida che dobbiamo raccogliere,
nella quale si gioca il nostro futuro, è quella della famiglia. Per
questo ho detto che sono contento di collaborare col Pontificio
Consiglio per la Famiglia, portando l'esperienza di così tante famiglie,
dopo tanti anni nei quali abbiamo visto che questa è la formula
vincente. Con loro stiamo cercando di fare una guida. Sulla base di una
esperienza ultratrentennale, con famiglie di differente cultura e classe
sociale, possiamo fare qualcosa di valido, non solo uno schema
disegnato al tavolino del bar, ma qualcosa che ha dietro un'esperienza,
qualcosa di serio, una guida per la famiglia, una esperienza del Cammino
attraverso la quale la Chiesa può aiutare la famiglia a trasmettere la
fede ai figli. Penso che tutto ciò sia un grande contributo per la
famiglia.
Spero che questo piccolo seme che gettiamo ora possa un giorno diventare
un albero ricco di frutti, perchè se un bambino di 4 anni ha visto suo
padre pregare nell'assemblea liturgica con sincerità, non lo
dimenticherà mai, mai. Molti adulti non dimenticheranno mai il modo in
cui hanno celebrato nelle proprie famiglie, dove hanno visto l'amore dei
loro genitori per Dio e come pregavano con vero convincimento.
Pregate per me. Grazie.