lunedì 23 luglio 2012

La commozione di Dio



22 luglio - XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Anno B

Accogliere l’apostolo è accogliere Cristo stesso: è Lui la voce che proclama il regno e  percorre i villaggi risanando. La Chiesa attualizza questo annuncio lungo le generazioni della storia, fino a noi, oggi. Affinché le parole non rimangano tali per perdersi in piani missionari, Dio opera attraverso lo Spirito che sigilla nei cuori la chiamata a conversione e fa rispondere le persone molto spesso in modo sorprendente. La Chiesa è governata e sorretta dallo Spirito Santo che continua ad agire in ogni generazione.
Buona settimana pb. Vito Valente.


* * *


Dalla «Lettera ai cristiani di Magnesia» di sant'Ignazio di Antiochia, vescovo e martire  (Intr.; Capp. 1, 1 5, 2; Funk 1, 191-195)
Ignazio, detto anche Teoforo, alla chiesa benedetta dalla grazia di Dio Padre, in Cristo Gesù nostro Salvatore: in lui saluto questa chiesa che è a Magnesia sul Meandro e le auguro di godere ogni bene in Dio Padre e in Gesù Cristo.
Ho appreso che la vostra carità è perfettamente ordinata secondo Dio. Ne ho provato grande gioia e ho deciso di rivolgere a voi la parola nella fede di Gesù Cristo. Insignito di un'altissima onorificenza, cioè delle catene che porto ovunque con me, canto le lodi delle chiese e auguro loro l'unione con la carne e lo spirito di Gesù Cristo, nostra vita eterna, nella fede e nella carità, più desiderabile e preziosa d'ogni bene. Auspico per loro soprattutto l'unione con Gesù e il Padre. In lui resisteremo a ogni assalto del principe di questo mondo, sfuggiremo dalle sue mani e giungeremo a Dio.
Ho avuto la grazia di vedervi nella persona del vostro vescovo Damas, uomo veramente degno di Dio, dei santi presbiteri Basso e Apollonio e del diacono Sozione, mio compagno nel servizio del Signore. Possa io trarre profitto dalla presenza di Sozione, perché è sottomesso al vescovo come alla grazia di Dio e al collegio dei presbiteri come alla legge di Gesù Cristo.
Non dovete approfittare della giovane età del vescovo, ma avere per lui ogni rispetto, considerando l'autorità che gli è stata conferita da Dio Padre. So che fanno così anche i venerandi presbiteri, che non abusano della sua evidente età giovanile, ma, da uomini prudenti in Dio, gli stanno soggetti vedendo in lui non la sua persona, ma il Padre di Gesù Cristo, vescovo di tutti. Ad onore di colui che ci ama conviene ubbidire senza ombra di finzione perché altrimenti non si inganna questo vescovo visibile, ma si cerca di ingannare quello invisibile. Qui non si tratta di cose che riguardano la carne, ma Dio, che conosce i segreti dei cuori.
Non basta essere chiamati cristiani, ma bisogna esserlo davvero. Ci sono alcun che hanno si il nome del vescovo sulle labbra, ma poi fanno tutto senza di lui. Mi pare che costoro non agiscano con retta coscienza, perché le loro riunioni non sono legittime, secondo il comando del Signore.
Tutte le cose hanno fine, e due termini ci stanno davanti la vita e la morte. Ciascuno andrà al posto che gli spetta. Vi sono, per così dire, due monete, quella di Dio e quella del mondo, e ciascuna porta impresso il proprio contrassegno. I non credenti hanno l'impronta di questo mondo, ma i fedeli che sono nella carità portano impressa l'immagine di Dio Padre per mezzo di Gesù Cristo. Se noi, con la grazia sua, non siamo pronti a morire per partecipare alla sua passione, la sua vita non è in noi.
 
MESSALE
Antifona d'Ingresso   Sal 53,6.8
Ecco, Dio viene in mio aiuto,
il Signore sostiene l'anima mia.
A te con gioia offrirò sacrifici
e loderò il tuo nome, Signore, perché sei buono.
 
Colletta

Sii propizio a noi tuoi fedeli, Signore, e donaci i tesori della tua grazia, perché, ardenti di speranza, fede e carità, restiamo sempre fedeli ai tuoi comandamenti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.


Oppure:
Dona ancora, o Padre, alla tua Chiesa, convocata per la Pasqua settimanale, di gustare nella parola e nel pane di vita la presenza del tuo Figlio, perché riconosciamo in lui il vero profeta e pastore, che ci guida alle sorgenti della gioia eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura 
  Ger 23, 1-6
Radunerò il resto delle mie pecore, costituirò sopra di esse pastori.

Dal libro del profeta Geremìa
Dice il Signore:
«Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo. Oracolo del Signore.
Perciò dice il Signore, Dio d’Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per la malvagità delle vostre opere. Oracolo del Signore.
Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho scacciate e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; non ne mancherà neppure una. Oracolo del Signore.
Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –
nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto,
che regnerà da vero re e sarà saggio
ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra.
Nei suoi giorni Giuda sarà salvato
e Israele vivrà tranquillo,
e lo chiameranno con questo nome:
Signore-nostra-giustizia».


Salmo Responsoriale
    Dal Salmo 22
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.


Seconda Lettura
   Ef 2, 13-18

Egli è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Fratelli, ora, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo.
Egli infatti è la nostra pace,
colui che di due ha fatto una cosa sola,
abbattendo il muro di separazione che li divideva,
cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne.
Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti,
per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,
facendo la pace,
e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo,
per mezzo della croce,
eliminando in se stesso l’inimicizia.
Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani,
e pace a coloro che erano vicini.
Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri,
al Padre in un solo Spirito.


Canto al Vangelo
   Gv 10,27 
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
io le conosco ed esse mi seguono.

Alleluia.


Vangelo   Mc 6, 30-34
Erano come pecore che non hanno pastore.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.



* * *

   
22 LUGLIO
SANTA MARIA MADDALENA
(Sec. I)
Memoria



Dalle «Omelie sui vangeli» di san Gregorio Magno, papa
(Om 25, 1-2. 4-5; PL 76, 1189-1193)

Maria Maddalena, venuta al sepolcro, e non trovandovi il corpo del Signore, pensò che fosse stato portato via e riferì la cosa ai discepoli. Essi vennero a vedere, e si persuasero che le cose stavano proprio come la donna aveva detto. Di loro si afferma subito: «I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa»; poi si soggiunse: «Maria invece stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva» (Gv 20, 10-11).
In questo fatto dobbiamo considerare quanta forza d'amore aveva invaso l'anima di questa donna, che non si staccava dal sepolcro del Signore, anche dopo che i discepoli se ne erano allontanati. Cercava colui che non aveva trovato, piangeva in questa ricerca e, accesa di vivo amore per lui, ardeva di desiderio, pensando che fosse stato trasfigurato.
Accadde perciò che poté vederlo essa sola che era rimasta per cercarlo; perché la forza dell'opera buona sta nella perseveranza, come afferma la voce stessa della Verità: «Chi persevererà sino alla fine, sarà salvato» (Mt 10, 22).
Cercò dunque una prima volta, ma non trovò, perseverò nel cercare, e le fu dato di trovare. Avvenne così che i desideri col protrarsi crescessero, e crescendo raggiungessero l'oggetto delle ricerche. I santi desideri crescono col protrarsi. Se invece nell'attesa si affievoliscono, è segno che non erano veri desideri.
Ha provato questo ardente amore chiunque è riuscito a giungere alla verità. Così Davide che dice: «L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente, quando verrò e vedrò il volto di Dio?» (Sal 41, 3). E la Chiesa dice ancora nel Cantico de Cantici: Io sono ferita d'amore (cfr. Ct 4, 9). E di nuovo dice: L'anima mia è venuta meno (cfr. Ct 5, 6).
«Donna perché piangi? Chi cerchi?» (Gv 20, 15). Le viene chiesta la causa del dolore, perché il desiderio cresca, e chiamando per nome colui che cerca, s'infiammi di più nell'amore di lui.
«Gesù le disse: Maria!» (Gv 20, 16). Dopo che l`ha chiamata con l'appellativo generico del sesso senza essere riconosciuto, la chiama per nome come se volesse dire: Riconosci colui dal quale sei riconosciuta. Io ti conosco non come si conosce una persona qualunque, ma in modo del tutto speciale.
Maria dunque, chiamata per nome, riconosce il Creatore e subito grida: «Rabbunì», cioè «Maestro»: era lui che ella cercava all'esterno, ed era ancora lui che la guidava interiormente nella ricerca.
 
MESSALE
Antifona d'Ingresso  Gv 20,17
Il Signore disse a Maria Maddalena:
« Va' dai miei fratelli, e dì loro: Io salgo al Padre mio
e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro ».
 

Colletta

Dio, onnipotente ed eterno, il tuo Figlio ha voluto affidare a Maria Maddalena il primo annunzio della gioia pasquale, fa' che per il suo esempio e la sua intercessione proclamiamo al mondo il Signore risorto, per contemplarlo accanto a te nella gloria. Egli è Dio, e vive e regna  ...


 


LITURGIA DELLA PAROLA

    

Prima Lettura 
Ct 3,1-4a
Trovai l’amore dell’anima mia.
 

Dal Cantico dei Cantici

Così dice la sposa:
«Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato
l’amore dell’anima mia;
l’ho cercato, ma non l’ho trovato.
Mi alzerò e farò il giro della città
per le strade e per le piazze;
voglio cercare l’amore dell’anima mia.
L’ho cercato, ma non l’ho trovato.
Mi hanno incontrata le guardie che fanno la ronda in città:
“Avete visto l’amore dell’anima mia?”.
Da poco le avevo oltrepassate,
quando trovai l’amore dell’anima mia».


Oppure:   2 Cor 5,14-17
Ora non conosciamo più Cristo alla maniera umana.
 

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
   
Fratelli, l’amore del Cristo ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro.
Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.


Salmo Responsoriale 
Dal Salmo 62
Ha sete di te, Signore, l'anima mia.


O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.

Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.

Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.

Quando penso a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
A te si stringe l’anima mia:
la tua destra mi sostiene.


C
anto al Vangelo
  Dalla Sequenza pasquale
Alleluia, alleluia.

Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?
La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto.

Alleluia.

   
   
Vangelo  
Gv 20,1.11-18

Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose.
 

Dal vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
 

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BENEDETTO XVI
ANGELUS
Castel Gandolfo
Domenica, 22 luglio 2012

Cari fratelli e sorelle!
La Parola di Dio di questa domenica ci ripropone un tema fondamentale e sempre affascinante della Bibbia: ci ricorda che Dio è il Pastore dell’umanità. Questo significa che Dio vuole per noi la vita, vuole guidarci a buoni pascoli, dove possiamo nutrirci e riposare; non vuole che ci perdiamo e che moriamo, ma che giungiamo alla meta del nostro cammino, che è proprio la pienezza della vita. E’ quello che desidera ogni padre e ogni madre per i propri figli: il bene, la felicità, la realizzazione. Nel Vangelo di oggi Gesù si presenta come Pastore delle pecore perdute della casa d’Israele. Il suo sguardo sulla gente è uno sguardo per così dire ‘pastorale’. Ad esempio, nel Vangelo di questa domenica, si dice che «sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose» (Mc 6,34). Gesù incarna Dio Pastore col suo modo di predicare e con le sue opere, prendendosi cura dei malati e dei peccatori, di coloro che sono «perduti» (cfr Lc 19,10), per riportarli al sicuro, nella misericordia del Padre.
Tra le «pecore perdute» che Gesù ha portato in salvo c’è anche una donna di nome Maria, originaria del villaggio di Magdala, sul Lago di Galilea, e detta per questo Maddalena. Oggi ricorre la sua memoria liturgica nel calendario della Chiesa. Dice l’Evangelista Luca che da lei Gesù fece uscire sette demoni (cfr Lc 8,2), cioè la salvò da un totale asservimento al maligno. In che cosa consiste questa guarigione profonda che Dio opera mediante Gesù? Consiste in una pace vera, completa, frutto della riconciliazione della persona in se stessa e in tutte le sue relazioni: con Dio, con gli altri, con il mondo. In effetti, il maligno cerca sempre di rovinare l’opera di Dio, seminando divisione nel cuore umano, tra corpo e anima, tra l’uomo e Dio, nei rapporti interpersonali, sociali, internazionali, e anche tra l’uomo e il creato. Il maligno semina guerra; Dio crea pace. Anzi, come afferma san Paolo, Cristo «è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne» (Ef 2,14). Per compiere questa opera di riconciliazione radicale Gesù, il Pastore Buono, ha dovuto diventare Agnello, «l’Agnello di Dio … che toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29). Solo così ha potuto realizzare la stupenda promessa del Salmo: «Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne / tutti i giorni della mia vita, / abiterò ancora nella casa del Signore / per lunghi giorni» (22/23,6).
Cari amici, queste parole ci fanno vibrare il cuore, perché esprimono il nostro desiderio più profondo, dicono ciò per cui siamo fatti: la vita, la vita eterna! Sono le parole di chi, come Maria Maddalena, ha sperimentato Dio nella propria vita e conosce la sua pace. Parole più che mai vere sulla bocca della Vergine Maria, che già vive per sempre nei pascoli del Cielo, dove l’ha condotta l’Agnello Pastore. Maria, Madre di Cristo nostra pace, prega per noi!

Dopo l'Angelus
Cari fratelli e sorelle!
Tra qualche giorno avrà inizio, a Londra, la XXX edizione dei Giochi Olimpici. Le Olimpiadi sono il più grande evento sportivo mondiale, a cui partecipano atleti di moltissime nazioni, e come tale riveste anche un forte valore simbolico. Per questo la Chiesa Cattolica guarda ad esse con particolare simpatia e attenzione. Preghiamo affinché, secondo la volontà di Dio, i Giochi di Londra siano una vera esperienza di fraternità tra i popoli della Terra.
La prière dominicale de l’Angélus me donne la joie de saluer les francophones présents ce matin ainsi que les personnes qui nous rejoignent par la radio ou la télévision. Dans l’Évangile de ce dimanche, Jésus invite ses disciples à venir à l’écart. Dans nos vies souvent mouvementées et trop rapides, suivons Jésus qui nous convie à le rejoindre dans le calme. Au cœur de l’été, acceptons de le suivre car Il veille sur nous comme sur des brebis qui sont sans berger. Avec l’aide de la Vierge Marie, venez à la rencontre de son Fils, Lui seul peut vous redonner les forces dont vous avez besoin pour votre vie quotidienne ! Bon dimanche à tous!
I welcome all the English-speaking visitors present and I pray that your stay in Rome will bring many blessings. I was deeply shocked by the senseless violence which took place in Aurora, Denver, and saddened by the loss of life in the recent ferry disaster near Zanzibar. I share the distress of the families and friends of the victims and the injured, especially the children.  Assuring all of you of my closeness in prayer, I impart my blessing as a pledge of consolation and strength in the risen Lord. In a few days from now, the Olympic Games are due to begin in Great Britain. I send greetings to the organizers, athletes and spectators alike, and I pray that, in the spirit of the Olympic Truce, the good will generated by this international sporting event may bear fruit, promoting peace and reconciliation throughout the world. Upon all those attending the London Olympic Games, I invoke the abundant blessings of Almighty God.
Herzlich grüße ich die Gäste deutscher Sprache hier in Castel Gandolfo und alle, die über Rundfunk und Fernsehen am Angelusgebet teilnehmen. „Kommt mit an einen einsamen Ort, wo wir allein sind, und ruht ein wenig aus“ (Mk 6,11), sagt der Herr heute Evangelium seinen Jüngern. Auch wir brauchen – jeder von uns – einen Ort der Ruhe und der Gemeinschaft mit dem Herrn. In der Stille wächst unsere Beziehung zu Gott, und wir werden mit uns selber wieder eins. Denn wenn wir beim Herrn sind, sind wir auch bei uns. Seine Gegenwart verwandelt uns von innen her, damit wir recht leben und Gutes tun können. Suchen wir daher diesen „Ruheplatz“ für unsere Seele im Gebet und in der Anbetung vor dem Tabernakel. Euch allen wünsche ich einen gesegneten Sonntag.
Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española presentes en esta oración mariana. A la luz de la Palabra de Dios proclamada este domingo, invito a todos a orar por los ministros de la Iglesia, para que, a ejemplo de Jesucristo, se entreguen con generosidad a la grey que les ha sido confiada, siendo para todos espejo de virtudes. Encomendemos este hermoso propósito a la Santísima Virgen María, y pidámosle a Ella que suscite en el corazón de los jóvenes el deseo de seguir más de cerca y de por vida a su divino Hijo, dando así testimonio constante de fidelidad y amor. Muchas gracias.
Witam pielgrzymów polskich. Szczególnie pozdrawiam Siostry Zmartwychwstanki przebywające w Rzymie na spotkaniu odnowy ducha, jak również Urszulanki Szare z Polski, które pielgrzymują śladami swych świętych założycielek: Anieli Merici i Urszuli Ledóchowskiej. Drogie Siostry, życzę wam, by wasz pobyt w Rzymie umocnił was w charyzmacie i odnowił wasz zakonny zapał. Wszystkich Polaków obecnych dzisiaj w Castel Gandolfo, waszych bliskich i przyjaciół oraz tych, którzy odpoczywają na wakacjach, polecam opiece Bogarodzicy. Z serca wam błogosławię.
[Do il mio benvenuto ai pellegrini polacchi. In modo particolare saluto le Suore della Risurrezione che si trovano a Roma per un periodo di rinnovamento spirituale, come pure le Suore Orsoline Grigie venute dalla Polonia sulle orme delle loro sante fondatrici: Angela Merici e Orsola Ledóchowska. Care sorelle, vi auguro che il vostro soggiorno a Roma vi confermi nel vostro carisma e ravvivi il vostro entusiasmo per la vita consacrata. Tutti i polacchi presenti oggi a Castel Gandolfo, i vostri cari e i vostri amici e coloro che godono di un periodo di riposo estivo raccomando alla protezione della Madre di Dio. Vi benedico di cuore.] Infine come sempre rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai gruppi parrocchiali, alle famiglie e ai giovani. A tutti auguro una buona domenica e una buona settimana.
 
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Commento della Congregazione per il Clero


Xvi Domenica Del Tempo Ordinario - Anno B
(Ger 23,1-6; Ef 2,13-18; Mc 6,30-34)


Ai discepoli stanchi delle loro fatiche, di ritorno dalla missione, Gesù rivolge un invito: “Venite in disparte, voi soli, e riposatevi un po’ ”. In queste parole c’è tutto l’abbraccio di Cristo per quegli uomini, stanchi, forse un po’ delusi; è un abbraccio che va incontro al loro bisogno: dopo tanto camminare, dopo tutta la fatica, è necessario il riposo. Un riposo che non si può configurare, nella vita del discepolo, con l’assenza di lavoro e che non è frutto di disimpegno, di indifferenza o di tranquillità incosciente, ma è finalizzato ad acquisire una pace interiore destinata a rendere più fruttuoso il lavoro apostolico. Per questo il riposo che Gesù propone è un invito all’intimità con Lui: “venite in disparte …”.
Questa intimità con Gesù, fonte e motivo della missione e del discepolato, è ciò che costituisce il cuore dei discepoli stessi. La missione e l’essere discepoli, ha origine in Lui, porta a Lui, non distoglie da Lui, ma vi conduce gli altri.
In questo si compie la profezia del profeta Geremia (I Lettura) di un Pastore che raccoglie le pecore disperse. Si lega così all’invito di Gesù ai discepoli a riposare e a stare con Lui, e la compassione verso la folla stanca e affamata, “come pecore senza pastore.”
Si apre così un secondo scenario della pagina di Vangelo di questa domenica, che fa da preludio al “discorso del Pane di vita” del Vangelo di Giovanni che accompagnerà il cammino delle prossime domeniche. Lo smarrimento della gente, che segue i discepoli e Gesù, muove la Sua compassione. È il popolo vittima di pastori “che fanno disperdere il gregge”, secondo le parole di Geremia; è l’uomo che assetato di speranza, vaga senza guida nella storia.
Quali sono i “cattivi” pastori che disperdono il gregge? Sono coloro che confondono l’autorità con l’autoritarismo; l’oggettività della verità con la soggettiva interpretazione; il servire con il potere. I discepoli, invitati a stare con Gesù, non possono che configurare il proprio essere e il proprio agire a Lui solo, “mite ed umile di cuore”.
La compassione di Cristo per la folla è la caratteristica che deve necessariamente segnare la vita del discepolo. La compassione, o misericordia, non è soltanto un attributo di Dio ma è l’essenza stessa di Dio, nel più profondo del suo abisso di amore gratuito: “Nella sua morte in croce si compie quel volgersi di Dio contro se stesso nel quale Egli si dona per rialzare l'uomo e salvarlo — amore, questo, nella sua forma più radicale.” (Benedetto XVI – Lett. Enc. Deus caritas est, n. 12)
Questa misericordia di Dio è ciò che tocca il cuore dell’uomo per donargli la salvezza; per questo la compassione di Dio è l’origine del pane dato per sfamare la gente. l’Eucarestia è così il riversarsi della compassione di Cristo nel cuore dell’uomo, in un’intimità unica e in una salvezza che esalta la vita fino alla santità.
La Regina della Misericordia, ci ottenga di vivere il tempo del riposo come tempo dell’intimità con Gesù, per essere da Lui salvati e santificati.