martedì 25 settembre 2012

Anche Gesù è favorevole alla famiglia allargata!


Di seguito il Vangelo di oggi, 25 settembre, martedi della XXV settimana del T.O., con un commento e un testo classico di san Bernardo.
Apri, Vergine beata, il cuore alla fede,
le labbra all'assenso,
il grembo al Creatore.
Ecco che colui al quale è volto il desiderio di tutte le genti
batte fuori alla porta.
Non sia, che mentre tu sei titubante,
egli passi oltre e tu debba, dolente,
ricominciare a cercare colui che ami.
Levati su, corri, apri!
Levati con la fede, corri con la devozione,
apri con il tuo assenso.
San Bernardo

Lc 8,19-21
In quel tempo, andarono a trovare Gesù la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
Gli fu annunziato: “Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti”.
Ma egli rispose: “Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”.
IL COMMENTO
Anche noi oggi, probabilmente, come i suoi fratelli, desideriamo vedere il Signore vivo nel matrimonio, nel fidanzamento, nel lavoro, nello studio. Lo andiamo a trovare, ma sperimentiamo piuttosto la sua lontananza proprio nelle cose che non cambiano mai: una barriera ci impedisce di avvicinarlo. Tra noi e quel Gesù che la carne con i suoi desideri, progetti e speranze ci ha disegnato e presentato, vi è la folla, la massa anonima di fatti e relazioni di cui non capiamo il senso e che ogni giorno ci lascia "fuori", come Adamo ed Eva, lontani dalla vita piena e felice del paradiso. Frustrati senza i miracoli che vogliamo, vaghiamo in cerca di cibo come il figlio prodigo, "fuori" dalla nostra casa, lontani dalla famiglia, orfani e soli: sudando, lavoriamo per pochi spiccioli, vorremmo amare, ma l'istinto egoista sporca e ferisce tutto. E dubitiamo, ogni giorno di più.
Ma la Chiesa, anche oggi, annunzia al Signore la nostra sofferenza; essa si accorge che siamo "fuori" perché manchiamo al suo appello, noi, gli amati fratelli di Gesù e figli suoi, chiamati a darlo alla luce in questa generazione. La Chiesa ha a cuore la nostra primogenitura, essere "dentro", con Cristo, Parola generata nella carne dalla Parola annunciata a Maria. Vedere Gesù, sperimentare il suo potere, significa proprio essere suoi fratelli, generati dalla stessa Parola, partecipi della stessa natura, che si riceve accogliendo umilmente l'annuncio del Vangelo;  e madri, fecondati dalla stessa Parola che ha generato il Signore nel seno di Maria. Dio ci parla attraverso ogni fatto e persona della nostra vita. Accoglierli come volontà di Dio per noi ci rende fratelli e madri di Gesù, introducendoci nella sua intimità fatta di obbedienza al Padre. Con Lui lasciare libera la Parola di farsi carne, facendo della carne la Parola che riapra la porta sul paradiso, per noi e per questa generazione. 

San Bernardo abate. Il Mondo intero attende il sì di Maria
Dalle Omelie sulla Madonna, di san Bernardo, abate, Om. 4, 8-9; Opera omnia, ed. Cisterc. 4, 1966, 53-54
Hai udito, Vergine, che concepirai e partorirai un figlio; hai udito che questo avverrà non per opera di un uomo, ma per opera dello Spirito santo. L'angelo aspetta la risposta; deve fare ritorno a Dio che l'ha inviato. Aspettiamo, o Signora, una parola di compassione anche noi, noi oppressi miseramente da una sentenza di dannazione. Ecco che ti viene offerto il prezzo della nostra salvezza: se tu acconsenti, saremo subito liberati. Noi tutti fummo creati nel Verbo eterno di Dio, ma ora siamo soggetti alla morte: per la tua breve risposta dobbiamo essere rinnovati e richiamati in vita.
Te ne supplica in pianto, Vergine pia, Adamo esule dal paradiso con la sua misera discendenza; te ne supplicano Abramo e David; te ne supplicano insistentemente i santi patriarchi che sono i tuoi antenati, i quali abitano anch'essi nella regione tenebrosa della morte. Tutto il mondo è in attesa, prostrato alle tue ginocchia: dalla tua bocca dipende la consolazione dei miseri, la redenzione dei prigionieri, la liberazione dei condannati, la salvezza di tutti i figli di Adamo, di tutto il genere umano.
O Vergine, da' presto la risposta. Rispondi sollecitamente all'angelo, anzi, attraverso l'angelo, al Signore. Rispondi la tua parola e accogli la Parola divina, emetti la parola che passa e ricevi la Parola eterna. Perché tardi? perché temi? Credi all'opera del Signore, da' il tuo assenso ad essa, accoglila. Nella tua umiltà prendi audacia, nella tua verecondia prendi coraggio. In nessun modo devi ora, nella tua semplicità verginale, dimenticare la prudenza; ma in questa sola cosa, o Vergine prudente, non devi temere la presunzione. Perché, se nel silenzio è gradita la modestia, ora è piuttosto necessaria la pietà nella parola.
Apri, Vergine beata, il cuore alla fede, le labbra all'assenso, il grembo al Creatore. Ecco che colui al quale è volto il desiderio di tutte le genti batte fuori alla porta. Non sia, che mentre tu sei titubante, egli passi oltre e tu debba, dolente, ricominciare a cercare colui che ami. Levati su, corri, apri! Levati con la fede, corri con la devozione, apri con il tuo assenso.
"Eccomi", dice, "sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1, 38).