giovedì 13 settembre 2012

Cardinali coraggiosi

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Sul prossimo numero del settimanale Tempi, in edicola da domani,14 settembre, comparirà un’intervista di Luigi Amicone al cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana. Ne riporto di seguito alcuni stralci, catalogandoli secondo gli argomenti toccati nell’ampia intervista.
 
FAMIGLIA, SCUOLA, LAVORO. «Le misure “urgenti” e “necessarie” cui sto pensando sono almeno tre. La prima è un deciso alleggerimento fiscale, orientato a sostenere le famiglie con carichi familiari per attuare finalmente criteri di equità. Occorre sostenere senza ambiguità le nuove famiglie e le nuove generazioni costruendo esplicite politiche attive di natalità. La recente proposta del Fattore Famiglia, da parte del Forum delle associazioni familiari, pare adeguato come punto di partenza per individuare le misure più adatte a questo scopo e in questo particolare momento storico. La seconda priorità ha a che fare certamente con il lavoro e soprattutto il lavoro per i giovani. Attendiamo, tra le politiche di riforma, un segnale chiaro di sostegno all’inserimento dei giovani nella vita attiva, con forme flessibili certo ma non precarie di aiuto all’avviamento al lavoro e all’imprenditoria giovanile. Infine una terza priorità attiene al sostegno che si deve alla cura educativa delle nuove generazioni, una sfida che vede la famiglia spesso abbandonata a se stessa. Non si tratta solo di investire sempre di più sulla cultura e sulla formazione, ma di attivare un processo di autonomia e di libertà in tutto il sistema scolastico, superando anacronistiche pregiudiziali ideologiche e assicurando una rinnovata alleanza tra genitori e operatori scolastici». 

IL GOVERNO MONTI. «L’esecutivo in carica ha dimostrato “buona volontà” rispetto alla concentrazione sui problemi di stabilità economica e finanziaria. Il punto è che realisticamente la strada è ancora tutta in salita. Resta però un fatto e cioè la credibilità che il nostro Paese ha in campo europeo e non solo. Quest’apertura di credito è una grande occasione che non va dilapidata, a condizione che si continui per la strada intrapresa con una crescita anche dello sviluppo che giustifica i sacrifici fatti e da fare. Anche perché – come sempre – i sacrifici ricadono più pesantemente sulle fasce deboli e su quanti già faticano ad andare avanti in condizioni normali».

I PARTITI. «Trovo poi indifferibile che i partiti, pur nelle loro legittime differenze, non si sottraggano al compito di soluzioni condivise in presenza di una crisi fuori dall’ordinario. Infine penso che “il male ha buon gioco” quando invece di dare spazio alla realtà si finisce per inseguire sogni personali di affermazione che sono un lusso inutile e un danno sicuro per tanti».

LA CHIESA NON E’ UNA LOBBY. «Pure a fronte di opere così eloquenti, permane tuttavia una lettura forzatamente “politica” che descrive la Chiesa come fosse una “lobby” insieme ad altre, alla ricerca della propria fetta di potere. E allora il passo alla denigrazione, al sospetto, alla polemica è breve. Quando ciò accade non si ferisce la Chiesa nelle sue intenzioni, ma i tanti che traggono un aiuto concreto che probabilmente non hanno garantito in alcun modo altrove».

CARCERI. «Come Pastori da tempo abbiamo sottolineato la necessità di approntare un piano-carceri che sia degno della nostra tradizione giuridica e umanistica. Anche un solo suicidio che avvenga per le condizioni disumane cui sono soggetti i carcerati è di troppo. Non è vero, e non si può pensare che quelle dei carcerati siano vite a perdere. Le cifre del sovraffollamento sono inaccettabili sotto il profilo sociale ed etico».

ICI E IMU. «Ho avuto già modo di affermare che la Chiesa ha sempre pagato l’Ici per quel che riguarda le sue attività commerciali. Altro discorso è quello relativo al mondo del no profit, fuori e dentro la Chiesa. Ciò nonostante, se qualche situazione di abuso fosse rilevabile, non vi è dubbio che vada sanzionata nell’interesse di tutti. Quanto all’Imu attendiamo con serenità e disponibilità le determinazioni del Governo per chiarire definitivamente tale questione. Come ho avuto modo di dire più volte, non pagare le tasse è peccato. E oggi la leva fiscale è la strada maestra per compartecipare alle necessità del bene comune, tenendo pure conto concretamente delle differenti condizioni di partenza perché non si chieda troppo a chi ha poco e poco a chi ha troppo».

EUROPA. «Un’Europa che non diventi anche avventura culturale e spirituale non riuscirà a plasmare il sentimento di appartenenza, e non sarà mai una comunità di destino. Ci vuole il coraggio di un’autocritica condotta a partire dal momento in cui si abbandonò il termine comunità per quello più banale di unione, e si censurarono le radici cristiane obiettivamente storiche del continente, ritenendola una reticenza di stile del tutto ininfluente. (…) Anche la moneta unica potrebbe paradossalmente diventare un volano di vera integrazione, se la si ricomprendesse come un bene comune che non misura solo la potenza degli Stati aderenti, ma alimenta le condizioni di vita degli europei. I quali desiderano essere cittadini non solo il giorno delle elezioni, per poi tornare a fare i sudditi di una burocrazia tecnocratica, che cerca di forgiare una missione europea impopolare e scoraggiante. Per questa strada si rischia di tornare ad essere europei solo geograficamente. Ma questo è troppo poco, anzi dannoso».