domenica 30 settembre 2012

Teresa di Lisieux: Biografia, Proclamazione e Lettera Apostolica

S. Teresa di Gesù Bambino nacque il 2 gennaio 1873 e morì ad appena 24 anni il 30 settembre 1897. Negli ultimi giorni della sua vita rassicurò le consorelle che l'ingresso in cielo non le avrebbe impedito di continuare a lavorare per la salvezza delle anime, che stava, anzi per incominciare la missione appena abbozzata fra le mura del Carmelo.
Quale missione ? La missione di far amare Dio come lei l'aveva amato, d'insegnare alle anime la sua piccola via di umiltà e di abbandono. E il suo arcano presentimento, il suo desiderio delicatissimo si verificò in maniera stupenda così da divenire in breve la Santa più popolare e più amata del secolo.

Teresa di Lisieux, con linguaggio limpido e fresco, ci mette in contatto con la sua anima, col suo modo di pensare e di vivere per nulla disincarnato, traboccante di sentimento puro, di ardore serafico, di ansie apostoliche.
Acuta contemplativa, ricca, sebben giovane, di esperienza e di divina saggezza, ella ci addita l'itinerario più semplice e sicuro per raggiungere la meta soprannaturale: entrare in intimità con Dio come con un Padre amatissimo, Padre misericordioso e tenero verso chi, persuaso della propria debolezza e delle proprie miserie, si volge a lui con illimitata confidenza.

La sua è un espressione di fede solida, di speranza serena, di amore sommo verso Dio, garantito dal zelo ardente per l'avvento del regno di Cristo sul mondo intero.
Ella mai si illuse circa il mistero della nostra salvezza, il quale, se comincia a Betlemme, si consuma però sul Calvario. Per tale ragione si professava di Gesù Bambino e del Volto Santo. La croce, la sofferenza nel corpo e nell'anima marcò profondamente i passi della Santa, dagli anni d'infanzia e dell'adolescenza, con la morte prematura della mamma, la malferma salute, la misteriosa malattia, la separazione dalle sorelle maggiori, aquelli della giovinezza con gli ostacoli al suo ingresso al Carmelo, conle prove indicibili dei primi anni in monastero, con le vicende dolorosissime del tramonto del babbo, fino alla malattia che lentamente la consumò: croce sempre accolta, abbracciata e trasformata in olocausto purissimo a Dio per il prossimo.
La Santa delle rose e del sorriso modellò con fortezza la sua esistenza sul santo Vangelo, imprimendo di puro eroismo gli atti più ordinari e comuni credendo alla parola del Maestro che il regno dei cieli è dei piccoli e di coloro che ad essi si fanno simili.

* * *

PRINCIPALI DATE RIGUARDANTI LA VITA
E L'ESALTAZIONE DI SANTA TERESA
DI GESU' BAMBINO
1873 2 gennaio, giovedì: nascita della Santa ad Alençon (Orne), rue Saint-Blaise.
4 gennaio, sabato: suo battesimo nella chiesa di Notre­Dame d'Alençon con i nomi di Maria Francesca Teresa.
29 marzo, sabato: è messa a balia presso Rosa Taillé a Semallé (Orne).
1874 2 aprile, giovedì: definitivo ritorno alla casa paterna.
1877 28 agosto, martedì: morte della mamma, signora Zélie Martin.
29 agosto, mercoledì: Teresa sceglie la sorella Paolina per seconda mamma.
16 novembre, venerdì: la famiglia Martin si trasferisce nella nuova dimora dei «Buissonnets» a Lisieux (Calvados).
1878 8 agosto, giovedì: gita a Trouville.
1879 Verso la fine dell'anno: prima confessione di Teresa.
1879-1880 Visione profetica della malattia di suo padre.
1881 3 ottobre, lunedì: semiconvittrice all'Abbazia delle Benedettine di Lisieux.
1882 2 ottobre, lunedì: Paolina entra nel Carmelo di Lisieux.
Al termine dell'anno: Teresa comincia a soffrire di continui mal di testa.
1883 Fine marzo, circa Pasqua: cade gravemente ammalata.
13 maggio, domenica di Pentecoste: sorriso della Madonna e guarigione miracolosa.
1884 8 maggio, giovedì: prima Comunione di Teresa all'Abbazia delle Benedettine e Professione religiosa di suor Agnese di Gesù (Paolina) al Carmelo.
22 maggio, giovedì di Ascensione: seconda Comunione di Teresa.
14 giugno, sabato: Cresima, ricevuta dalle mani di Mons. Hugonin, Vescovo di Bayeux e Lisieux.
1885 21 maggio, giovedì: celebrazione dell'anniversario della prima Comunione. Durante il ritiro di preparazione è assalita dalla "terribile malattia degli scrupoli".
1886 Marzo: Teresa lascia la vita di semiconvittrice all'Abbazia delle Benedettine.
31 maggio, lunedì: Teresa è ammessa nella Congregazione delle Figlie di Maria, presso le Benedettme.
15 ottobre, venerdì: entrata al Carmelo di Lisieux di Maria, sorella maggiore e madrina di Teresa.
Fine ottobre: per intercessione dei fratelli in cielo, Teresa è guarita dagli scrupoli.
25 dicembre, sabato: grazia di Natale, da lei chiamata «sua conversione».
1887 29 maggio, domenica di Pentecoste: Teresa chiede a suo padre il permesso di entrare al Carmelo a 15 anni.
Prima della fine di luglio, una domenica: grazia di zelo per la salvezza delle anime, ricevuta contem­plando un'immagine di Gesù crocifisso.
31 agosto, mercoledì: conversione di Pranzini.
31 ottobre, lunedì: visita al Vescovo di Bayeux per sol­lecitare l'autorizzazione ad entrare al Carmelo.
4 novembre, venerdì: partenza da Lisieux per Roma e visita al santuario di Notte-Dame des Victoires, a Parigi.
20 novembre, domenica: Teresa ricevuta in udienza da papa Leone XIII.
2 dicembre, venerdì: ritorno a Lisieux.
1888 1 gennaio, domenica: Teresa riceve la risposta affermativa diMons. Hugonin circa il suo ingresso al Carmelo.
9 aprile, lunedì: Teresa entra nel Carmelo di Lisieux.
22 maggio, martedì: Professione di suor Maria del Sacro Cuore, sua sorella maggiore.
1889 10 gennaio, giovedì: Vestizione religiosa di Teresa.
12 febbraio, martedì: il signor Martin lascia Lisieux per entrare in una casa di salute, a Caen. Luglio: grazia di unione alla Santa Vergine, nell'eremitaggio di Santa Maddalena.
1890 8 settembre, lunedì: Professione religiosa di Teresa.
24 settembre, mercoledì: Teresa prende il velo di carme­litana.
1891 8-15 ottobre: esercizi spirituali della comunità predicati da padre Alessio Prou, recolletto, che stimola Teresa sulla via della confidenza e dell'amore.
5 dicembre, sabato: morte di madre Genoveffa di Santa Teresa, fondatrice del Carmelo di Lisieux.
1893 20 febbraio, lunedì: suor Agnese di Gesù (Paolina) è eletta priora del monastero e, poco dopo, Teresa viene affidata a madre Maria di Gonzaga come aiuto per la formazione delle novizie.
1894 29 luglio, domenica: morte di Luigi Martin, padre di Teresa.
14 settembre, venerdì: entrata della sorella Celina al Carmelo di Lisieux.
1895 Gennaio: madre Agnese di Gesù chiede a Teresa di scrivere i suoi ricordi d'infanzia.
9 giugno, domenica, festa della santissima Trinita': Teresa si offre come vittima all'Amore misericordioso di Dio.
14 giugno, venerdì: ferita d'amore divino durante la «Via Crucis».
17 ottobre, giovedì: Teresa è scelta dalla madre priora per divenire sorella spirituale di un futuro Missionario, il seminarista Bellière, che entrerà tra i Padri Bianchi.
1896 20 gennaio, lunedì: Teresa consegna alla madre Agnese di Gesù il quaderno dei suoi ricordi (Manoscritto A).
24 febbraio, lunedì: Professione di Celina, divenuta suor Genoveffa di Santa Teresa.
21 marzo, sabato: madre Maria di Gonzaga, rieletta priora, conferma a Teresa l'incarico di sottomaestra delle novizie.
Notte dal 2 al 3 aprile, giovedì-venerdì della Settimana Santa: prima emottisi.
5 aprile, domenica di Pasqua o giorni seguenti: inizio delle tentazioni contro la fede, che durerà fino alla morte di Teresa.
10 maggio, domenica: il sogno più consolante della sua vita.
30 maggio, sabato: madre Maria di Gonzaga affida a Teresa, come secondo fratello spirituale, padre Adolfo Roulland delle Missioni Estere.
13-16 settembre: Teresa, a richiesta di suor Maria del Sacro Cuore, scrive le pagine che formeranno lo scritto autobiografico B.
1897 3 giugno, giovedì: madre Maria di Gonzaga, priora, ordina a Teresa di completare il racconto della sua vita, scrivendo i ricordi degli anni trascorsi al Carmelo.
8 luglio, giovedì: Teresa lascia la sua cella per l'infer­meria del monastero.
8-10 luglio: traccia a matita le ultime righe del terzo manoscritto autobiografico C.
30 luglio, venerdì: riceve l'Estrema Unzione.
19 agosto, giovedì: ultima Comunione.
30 settembre, giovedì: verso le sette e venti di sera, Teresa spira, in un'estasi d'amore.
4 ottobre, lunedì: sepoltura nel cimitero di Lisieux.
1910-1911 Processi ordinari, nella diocesi di Bayeux e Lisieux, in ordine alla Introduzione di Causa di beatificazione della Serva di Dio suor Teresa di Gesù Bambino.
1914 10 giugno: Roma, Decreto d'Introduzione di Causa.
1915-1917 Processo apostolico sulle virtù della Serva di Dio, nella detta diocesi.
1921 14 agosto: Roma, Decreto sull'eroicità delle virtù della Serva di Dio e discorso di Benedetto XV sull'infanzia spirituale.
1923 26-27 marzo: a Lisieux, traslazione dal cimitero alla cappella del Carmelo dei resti mortali della venerabile Teresa di Gesù Bambino.
29 aprile: nella basilica di S. Pietro a Roma, solenne beatificazione della Venerabile.
1925 17 maggio: Roma, nella Basilica di S. Pietro, solenne canonizzazione della beata Teresa di Gesù Bambino e Omelia di Pio XI.
1927 14 dicembre: Teresa di Gesù Bambino è proclamata da Pio XI Patrona principale, con Francesco Saverio, di tutte le Missioni cattoliche.
1937 11 luglio: Lisieux, inaugurazionee benedizione della Basilica di S. Teresa di Gesù Bambino da parte del Legato Pontificio, Card. E. Pacelli, futuro Papa Pio XII.
1997 19 ottobre: S. Teresa di Lisieux viene proclamata da Giovanni Paolo II Dottore della Chiesa


S. Teresa di Lisieux










CAPPELLA PAPALE PER LA PROCLAMAZIONE A "DOTTORE DELLA CHIESA"
DI SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO E DEL SANTO VOLTO

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Piazza San Pietro - Domenica 19 ottobre 1997

1. "Cammineranno i popoli alla tua luce" Is 60, 3).
Nelle parole del profeta Isaia già risuona, come fervida attesa e luminosa speranza, l'eco dell'Epifania. Proprio il collegamento con questa solennità ci permette di meglio percepireil carattere missionario dell'odierna domenica. La profezia di Isaia, infatti, allarga all'intera umanità la prospettiva della salvezza, e in tal modo anticipa il gesto profetico dei Magi dell'Oriente che, recandosi ad adorare il Bimbo divino nato a Betlemme (cfr Mt 2, 1- 12), annunciano ed inaugurano l'adesione dei popoli al messaggio di Cristo.
Tutti gli uomini sono chiamati ad accogliere nella fede il Vangelo che salva. A tutti i popoli, a tutte le terre e le culture, la Chiesa è inviata: "Andate... e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato" (Mt 28, 19-20). Queste parole, pronunciate da Cristo prima di salire al cielo, unitamente alla promessa fatta agli Apostoli ed ai successori di essere con loro sino alla fine del mondo (cfr Mt 28, 20), costituiscono l'essenza del mandato missionario: nella persona dei suoi ministri è Cristo stesso ad andare ad gentes, verso quanti non hanno ancora ricevuto l'annuncio della fede.
2. Teresa Martin, Carmelitana scalza di Lisieux, desiderava ardentemente di essere missionaria. E lo è stata, al punto da poter essere proclamata Patrona delle Missioni. Gesù stesso le mostrò in quale modo avrebbe potuto vivere tale vocazione: praticando in pienezza il comandamento dell'amore, si sarebbe immersa nel cuore stesso della missione della Chiesa, sostenendo con la forza misteriosa della preghiera e della comunione gli annunciatori del Vangelo. Ella realizzava così quanto è sottolineato dal Concilio Vaticano II, allorché insegna che la Chiesa è, per sua natura, missionaria (cfrAd gentes, 2). Non solo coloro che scelgono la vita missionaria, ma tutti i battezzati, sono in qualche modo inviati ad gentes.
Per questo ho voluto scegliere l'odierna domenica missionaria per proclamare Dottore della Chiesa universale Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo: una donna, una giovane, una contemplativa.
3. A nessuno sfugge, pertanto, che oggi si sta realizzando qualcosa di sorprendente. Santa Teresa di Lisieux non ha potuto frequentare una Università e neppure studi sistematici. Morì in giovane età: e tuttavia da oggi in poi sarà onorata come Dottore della Chiesa, qualificato riconoscimento che la innalza nella considerazione dell'intera comunità cristiana ben al di là di quanto possa farlo un "titolo accademico".
Quando, infatti, il Magistero proclama qualcuno Dottore della Chiesa, intende segnalare a tutti i fedeli, e in modo speciale a quanti rendono nella Chiesa il fondamentale servizio della predicazione o svolgono il delicato compito della ricerca e dell'insegnamento teologico, che la dottrina professata e proclamata da una certa persona può essere un punto di riferimento, non solo perché conforme alla verità rivelata, ma anche perché porta nuova luce sui misteri della fede, una più profonda comprensione del mistero di Cristo. Il Concilio ci ha ricordato che, sotto l'assistenza dello Spirito Santo, cresce continuamente nella Chiesa la comprensione del "depositum fidei", e a tale processo di crescita contribuisce non solo lo studio ricco di contemplazione cui sono chiamati i teologi, né solo il Magistero dei Pastori, dotati del "carisma certo di verità", ma anche quella "profonda intelligenza delle cose spirituali" che è data per via di esperienza, con ricchezza e diversità di doni, a quanti si lasciano guidare docilmente dallo Spirito di Dio (cfr Dei Verbum, 8). La Lumen gentium, da parte sua, insegna che nei Santi "Dio stesso ci parla" (Lumen Gentium, n. 50). E' per questo che, al fine dell'approfondimento dei divini misteri, che rimangono sempre più grandi dei nostri pensieri, va attribuito speciale valore all'esperienza spirituale dei Santi, e non a caso la Chiesa sceglie unicamente tra essi quanti intende insignire del titolo di "Dottore".
4. Tra i "Dottori della Chiesa" Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo è la più giovane, ma il suo cammino spirituale è così maturo ed ardito, le intuizioni di fede presenti nei suoi scritti sono così vaste e profonde, da meritarle un posto tra i grandi maestri dello spirito.
Nella Lettera Apostolica che ho approntato per l'occasione ho additato alcuni aspetti salienti della sua dottrina. Ma come non ricordare, in questo momento, quello che se ne può considerare il vertice, alla luce del racconto dell'emozionante scoperta che ella fece della propria particolare vocazione nella Chiesa? "La Carità - ella scrive - mi diede la chiave della mia vocazione. Capii che se la Chiesa aveva un corpo, composto da diverse membra, il più necessario, il più nobile di tutti non le mancava: capii che la Chiesa aveva un cuore e che questo cuore era acceso d'Amore. Capii che solo l'Amore faceva agire le membra della Chiesa: che se l'Amore si dovesse spegnere, gli Apostoli non annuncerebbero più il Vangelo, i Martiri rifiuterebbero di versare il loro sangue . . . Capii che l'Amore racchiudeva tutte le vocazioni [. . .] Allora, nell'eccesso della mia gioia delirante ho esclamato: O Gesù mio Amore . . . la mia vocazione l'ho trovata finalmente! La mia vocazione è l'Amore" (Teresa di Gesù Bambino, Ms B, 3v·, in Opere complete, p. 223). E' una pagina stupenda, che basta da sola ad illustrare quanto si possa applicare a Santa Teresa la pagina evangelica che abbiamo ascoltato nella Liturgia della Parola: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli" (Mt 11, 25).
5. Teresa di Lisieux non solo intuì e descrisse la profonda verità dell'Amore quale centro e cuore della Chiesa, ma la visse intensamente nella sua pur breve esistenza. Proprio questa convergenza tra dottrina ed esperienza concreta, tra verità e vita, tra insegnamento e prassi, risplende con particolare evidenza in questa Santa, rendendola un modello avvincente specialmente per i giovani e per quanti sono alla ricerca del senso autentico da dare all'esistenza.
Di fronte al vuoto di tante parole, Teresa indica come alternativa l'unica Parola di salvezza che, compresa e vissuta nel silenzio, diventa sorgente di vita rinnovata. Ad una cultura razionalistica e troppo spesso permeata di materialismo pratico, ella contrappone con semplicità disarmante la "piccola via" che, rifacendosi all'essenziale delle cose, conduce al segreto di ogni esistenza: la divina Carità che avvolge e permea ogni umana vicenda. In un'epoca, come la nostra, segnata in tanti suoi aspetti dalla cultura dell'effimero e dell'edonismo, questo nuovo Dottore della Chiesa appare dotato di singolare efficacia nell'illuminare la mente ed il cuore di chi è assetato di verità e di amore.
6. Santa Teresa è presentata come Dottore della Chiesa nel giorno in cui celebriamo la Giornata Missionaria Mondiale. Ella nutrì un desiderio ardente di dedicarsi all'annuncio del Vangelo e avrebbe voluto coronare la propria testimonianza col supremo sacrificio del martirio (cfr Ms B, 3r·, in Opere complete, p. 222). E' nota, inoltre, l'intensa partecipazione personale con cui sostenne il lavoro apostolico dei Padri Maurice Bellière ed Adolphe Roulland, missionari rispettivamente in Africa ed in Cina. In questo slancio di amore per l'evangelizzazione Teresa aveva un solo ideale, come lei stessa afferma: "Quel che gli chiediamo è di lavorare per la sua gloria, è di amarlo e di farlo amare" (Lettera 220, in Opere complete, 559).
La strada da lei percorsa per raggiungere questo ideale di vita non è quella delle grandi imprese riservate a pochi, ma è invece una via alla portata di tutti, la "piccola via", strada della confidenza e del totale affidamento alla grazia del Signore. Non è via da banalizzare, come se fosse meno impegnativa. Essa è in realtà esigente, come lo è sempre il Vangelo. Ma è via permeata di quel senso di fiducioso abbandono alla divina misericordia, che rende leggero anche il più arduo impegno dello spirito.
Per questa sua via, in cui tutto è sentito come "grazia", per la centralità che assume in lei il rapporto con Cristo e la scelta dell'amore, per lo spazio che ella dà anche agli affetti e ai sentimenti nel cammino spirituale, Teresa di Lisieux è una santa che resta giovane, nonostante il passare degli anni, e si propone come singolare modello e guida nel cammino cristiano per questo nostro tempo che si affaccia sul terzo millennio.
7. Grande è perciò la gioia della Chiesa, in questa giornata che corona le attese e le preghiere di tanti che hanno intuito, con la richiesta del Dottorato, questo speciale dono di Dio e ne hanno favorito il riconoscimento e l'accoglienza. Desideriamo renderne grazie al Signore tutti insieme, e particolarmente con i professori e gli studenti delle Università ecclesiastiche romane, che proprio in questi giorni hanno iniziato il nuovo Anno Accademico.
Sì, o Padre, ti benediciamo, insieme con Gesù (cfr Mt 11, 25), perché hai nascosto i tuoi segreti "ai sapienti e agli intelligenti", e li hai rivelati a questa "piccola", che oggi nuovamente proponi alla nostra attenzione e alla nostra imitazione.
Grazie per la sapienza che le hai donato, facendone per tutta la Chiesa una singolare testimone e maestra di vita!
Grazie per l'amore che hai riversato in lei, e che continua ad illuminare e riscaldare i cuori, spingendoli alla santità!
Il desiderio che Teresa espresse di "passare il suo Cielo a far del bene sulla terra" (Opere Complete, p. 1050), continua a compiersi in modo meraviglioso.
Grazie, o Padre, perché oggi a nuovo titolo ce la rendi vicina, a lode e gloria del tuo nome nei secoli. Amen!


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Riporto di seguito il testo della Lettera Apostolica con cui Giovanni Paolo II ha dichiarato la piccola santa di Lisieux "Dottore della Chiesa".

GIOVANNI PAOLO II
LITTERAE APOSTOLICAE
Sancta Teresia a Iesu Infante et a Sacro Vultu,
Doctor Ecclesiae universalis renuntiatur
1. LA SCIENZA DELL'AMORE DIVINO, che il Padre delle misericordie effonde mediante Gesù Cristo nello Spirito Santo, è un dono, concesso ai piccoli e agli umili, perché conoscano e proclamino i segreti del Regno, nascosti ai dotti e ai sapienti; per questo Gesù ha esultato nello Spirito Santo, rendendo lode al Padre, che così ha disposto (cfr Lc 10, 21-22; Mt 11,25-26).
Gioisce pure la Madre Chiesa nel costatare come, lungo il corso della storia, il Signore continui a rivelarsi ai piccoli e agli umili, abilitando i suoi eletti, per mezzo dello Spirito che «scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio» (1 Cor 2, 10), a parlare delle cose «che Dio ci ha donato..., non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali» (1 Cor 2,12.13). In questo modo lo Spirito Santo guida la Chiesa verso la verità tutta intera, la provvede di diversi doni, la abbellisce dei suoi frutti, la ringiovanisce con la forza del Vangelo e la rende capace di scrutare i segni dei tempi, per rispondere sempre meglio alla volontà di Dio (cfr Lumen gentium, n.4.12; Gaudium et spes, n.4).
Fra i piccoli, ai quali sono stati manifestati in una maniera del tutto speciale i segreti del Regno, splende Teresa di Gesù Bambino e del Santo Volto, monaca professa dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi, della quale ricorre quest'anno il centenario dell'ingresso nella patria celeste.
Durante la sua vita, Teresa ha scoperto «luci nuove, significati nascosti e misteriosi» (Ms A 83 v) e ha ricevuto dal Maestro divino quella «scienza dell'amore» che ha poi manifestato con particolare originalità nei suoi scritti (cfr Ms B 1r). Tale scienza è l'espressione luminosa della sua conoscenza del mistero del Regno e della sua esperienza personale della grazia. Essa può essere considerata come un carisma particolare di sapienza evangelica che Teresa, come altri santi e maestri della fede, ha attinto nella preghiera (cfr Ms C 36 r).
2. Rapida, universale e costante è stata la recezione dell'esempio della sua vita e della sua dottrina evangelica nel nostro secolo. Quasi ad imitazione della sua precoce maturazione spirituale, la sua santità è stata riconosciuta dalla Chiesa nello spazio di pochi anni. Infatti, il 10 giugno 1914 Pio X firmava il decreto d'introduzione della causa di beatificazione, il 14 agosto 1921 Benedetto XV dichiarava l'eroicità delle virtù della Serva di Dio, pronunciando per l'occasione un discorso sulla via dell'infanzia spirituale e Pio XI la proclamava Beata il 29 aprile 1923. Poco più tardi, il 17 maggio 1925, il medesimo Papa, davanti ad un'immensa folla, la canonizzava nella Basilica di San Pietro, mettendone in risalto lo splendore delle virtù nonché l'originalità della dottrina e due anni dopo, il 14 dicembre 1927, accogliendo la petizione di molti vescovi missionari, la proclamava, insieme a San Francesco Saverio, Patrona delle missioni.
A partire da tali riconoscimenti, l'irraggiamento spirituale di Teresa di Gesù Bambino è cresciuto nella Chiesa e si è dilatato nel mondo intero. Molti istituti di vita consacrata e movimenti ecclesiali, specialmente nelle giovani Chiese, l'hanno scelta come patrona e maestra, ispirandosi alla sua dottrina spirituale. Il suo messaggio, spesso sintetizzato nella cosiddetta «piccola via», che non è altro che la via evangelica della santità per tutti, è stato oggetto di studio da parte di teologi e cultori della spiritualità. Sono state innalzate e dedicate al Signore, sotto il patrocinio della Santa di Lisieux, cattedrali, basiliche, santuari e chiese in tutto l'orbe. Il suo culto è celebrato dalla Chiesa Cattolica nei diversi riti di Oriente e di Occidente. Molti fedeli hanno potuto sperimentare la forza della sua intercessione. Tanti, chiamati al ministero sacerdotale o alla vita consacrata, specialmente nelle missioni e nel chiostro, attribuiscono la grazia divina della vocazione alla sua intercessione ed al suo esempio.
3. I Pastori della Chiesa, incominciando dai miei predecessori, i Sommi Pontefici di questo secolo, che hanno proposto la sua santità ad esempio per tutti, hanno pure messo in rilievo che Teresa è maestra di vita spirituale mediante una dottrina, insieme semplice e profonda, che ella ha attinto alle sorgenti del Vangelo sotto la guida del Maestro divino ed ha poi comunicato ai fratelli e sorelle nella Chiesa con vastissima efficacia (cfr Ms B 2 v-3 r).
Questa dottrina spirituale ci è stata trasmessa soprattutto dalla sua autobiografia che, desunta dai tre manoscritti da lei redatti negli ultimi anni della sua vita e pubblicata un anno dopo la sua morte con il titolo Histoire d'une Ame (Lisieux 1898), ha suscitato uno straordinario interesse fino ai nostri giorni. Questa autobiografia, tradotta insieme agli altri suoi scritti in circa cinquanta lingue, ha fatto conoscere Teresa in tutte le regioni del mondo, anche fuori della Chiesa cattolica. Ad un secolo di distanza dalla sua morte, Teresa di Gesù Bambino, continua ad essere riconosciuta come una delle grandi maestre di vita spirituale del nostro tempo.
4. Non desta perciò meraviglia che siano state presentate alla Sede Apostolica molte petizioni, affinché fosse insignita del titolo di Dottore della Chiesa universale.
Da qualche anno, e in modo speciale all'avvicinarsi della lieta ricorrenza del primo centenario della sua morte, tali richieste sono giunte sempre più numerose anche da parte di Conferenze Episcopali; inoltre si sono svolti Congressi di studio e abbondano le pubblicazioni che mettono in rilievo come Teresa di Gesù Bambino possieda una straordinaria sapienza ed aiuti con la sua dottrina tanti uomini e donne di ogni condizione a conoscere e ad amare Gesù Cristo ed il suo Vangelo.
Alla luce di questi dati ho deciso di fare attentamente studiare se la Santa di Lisieux avesse i requisiti per poter essere insignita del titolo di Dottore della Chiesa Universale.
5. Mi è caro, in questo contesto, ricordare brevemente alcuni momenti della vita di Teresa di Gesù Bambino. Nasce ad Alençon in Francia il 2 gennaio 1873. È battezzata due giorni più tardi nella Chiesa di Notre-Dame, ricevendo i nomi di Maria Francesca Teresa. I suoi genitori sono Louis Martin e Zélie Guérin, dei quali ho recentemente riconosciuto l'eroicità delle virtù. Dopo la morte della madre, avvenuta il 28 agosto 1877, Teresa si trasferisce con tutta la famiglia nella città di Lisieux dove, circondata dall'affetto del padre e delle sorelle, riceve una formazione insieme esigente e piena di tenerezza.
Verso la fine del 1879 si accosta per la prima volta al sacramento della penitenza. Nel giorno di Pentecoste del 1883 ha la singolare grazia della guarigione da una grave malattia, per l'intercessione di nostra Signora delle Vittorie. Educata dalle Benedettine di Lisieux, riceve la prima comunione l'8 maggio 1884, dopo una intensa preparazione, coronata da una singolare esperienza della grazia dell'unione intima con Gesù. Poche settimane più tardi, il 14 giugno dello stesso anno, riceve il sacramento della cresima, con viva consapevolezza di ciò che comporta il dono dello Spirito Santo nella personale partecipazione alla grazia della Pentecoste. Nel Natale del 1886 vive un'esperienza spirituale molto profonda, che qualifica come "completa conversione". Grazie ad essa, supera la fragilità emotiva conseguente alla perdita della mamma ed inizia "una corsa da gigante" sulla via della perfezione (cfr Ms A 44 v-45 v).
Teresa desidera abbracciare la vita contemplativa, come le sue sorelle Paolina e Maria nel Carmelo di Lisieux, ma ne è impedita per la sua giovane età. In occasione di un pellegrinaggio in Italia, dopo aver visitato la Santa Casa di Loreto e i luoghi della Città eterna, nell'udienza concessa dal Papa ai fedeli della diocesi di Lisieux, il 20 novembre 1887, con filiale audacia chiede a Leone XIII di poter entrare nel Carmelo all'età di 15 anni.
Il 9 aprile del 1888 entra nel Carmelo di Lisieux, ove riceve l'abito dell'Ordine della Vergine il 10 gennaio dell'anno seguente ed emette la sua professione religiosa l'8 settembre del 1890, festa della Natività della Vergine Maria. Intraprende nel Carmelo il cammino della perfezione tracciato dalla Madre Fondatrice, Teresa di Gesù, con autentico fervore e fedeltà, nell'adempimento dei diversi uffici comunitari a lei affidati. Illuminata dalla Parola di Dio, provata in modo particolare dalla malattia del suo amatissimo padre, Louis Martin, che muore il 29 luglio del 1894, Teresa si incammina verso la santità, insistendo sulla centralità dell'amore. Scopre e comunica alle novizie affidate alla sue cure la piccola via dell'infanzia spirituale, progredendo nella quale ella penetra sempre di più nel mistero della Chiesa e, attirata dall'amore di Cristo, sente crescere in sé la vocazione apostolica e missionaria che la spinge a trascinare tutti con sé incontro allo Sposo divino.
Il 9 giugno del 1895, nella festa della Santissima Trinità, si offre vittima di olocausto all'Amore misericordioso di Dio. Il 3 aprile dell'anno successivo, nella notte fra il giovedì ed il venerdì santo, ha una prima manifestazione della malattia che la condurrà alla morte. Teresa la accoglie come la misteriosa visita dello Sposo divino. Nello stesso tempo entra nella prova della fede, che durerà fino alla sua morte. Peggiorando la sua salute, a partire dall'8 luglio 1897 viene trasferita in infermeria. Le sue sorelle ed altre religiose raccolgono le sue parole, mentre i dolori e le prove, sopportati con pazienza, si intensificano fino a culminare con la morte, nel pomeriggio del 30 settembre del 1897. «Io non muoio, entro nella vita», aveva scritto ad un suo fratello spirituale, don Bellière (LT 244). Le sue ultime parole «Dio mio, io ti amo» sono il sigillo della sua esistenza.
6. Teresa di Gesù Bambino ci ha lasciato degli scritti che le hanno giustamente meritato la qualifica di maestra di vita spirituale. La sua opera principale rimane il racconto della sua vita nei tre manoscritti autobiografici (Manuscrits autobiographiques A, B, C), pubblicati dapprima con il titolo, divenuto ben presto celebre, di Histoire d'une Ame.
Nel Manoscritto A, redatto dietro richiesta della sorella Agnese di Gesù, allora priora del monastero, ed a lei consegnato il 21 gennaio 1896, Teresa descrive le tappe della sua esperienza religiosa: i primi anni dell'infanzia, specialmente l'evento della sua prima comunione e della cresima, l'adolescenza, fino all'ingresso nel Carmelo e alla sua prima professione.
Il Manoscritto B, redatto durante il ritiro spirituale dello stesso anno su richiesta di sua sorella, Maria del Sacro Cuore, contiene alcune delle pagine più belle, più note e citate della Santa di Lisieux. In esse si manifesta la piena maturità della Santa, che parla della sua vocazione nella Chiesa, Sposa di Cristo e Madre delle anime.
Il Manoscritto C, compilato nel mese di giugno e nei primi giorni del luglio 1897, a pochi mesi dalla sua morte, e dedicato alla priora Maria di Gonzaga, che glielo aveva chiesto, completa i ricordi del Manoscritto A sulla vita al Carmelo. Queste pagine rivelano la sapienza soprannaturale dell'autrice. Di questo periodo finale della sua vita, Teresa traccia alcune esperienze altissime. Essa dedica pagine commoventi alla prova della fede: una grazia di purificazione che la immerge in una lunga e dolorosa notte oscura, rischiarata dalla sua fiducia nell'amore misericordioso e paterno di Dio. Ancora una volta, e senza ripetersi, Teresa fa brillare la scintillante luce del Vangelo. Troviamo qui le pagine più belle da lei dedicate al fiducioso abbandono nelle mani di Dio, all'unità fra amore di Dio e amore del prossimo, alla sua vocazione missionaria nella Chiesa.
Teresa, in questi tre manoscritti diversi, che coincidono in una unità tematica ed in una progressiva descrizione della sua vita e del suo cammino spirituale, ci ha consegnato una originale autobiografia che è la storia della sua anima. Da essa traspare come la sua sia stata un'esistenza nella quale Dio ha offerto un preciso messaggio al mondo, indicando una via evangelica, la «piccola via», che tutti possono percorrere, perché tutti sono chiamati alla santità.
Nelle 266 Lettres che conserviamo, indirizzate ai familiari, alle religiose, ai "fratelli" missionari, Teresa comunica la sua sapienza, sviluppando un insegnamento che costituisce di fatto un profondo esercizio di direzione spirituale delle anime.
Fanno parte dei suoi scritti anche 54 Poésies, alcune delle quali di grande spessore teologico e spirituale, ispirate alla Sacra Scrittura. Fra di esse meritano una speciale menzione Vivre d'Amour!... (P 17) e Pourquoi je t'aime, ô Marie! (P 54), sintesi originale del cammino della Vergine Maria secondo il Vangelo. Vanno aggiunte a questa produzione 8 Récréations pieuses: composizioni poetiche e teatrali, ideate e rappresentate dalla Santa per la sua comunità a motivo di alcune feste, secondo la tradizione del Carmelo. Fra gli altri scritti è da ricordare una serie di 21 Prières. Né si può dimenticare la raccolta delle sue parole, pronunciate durante gli ultimi mesi della vita. Tali parole, di cui si conservano varie redazioni, conosciute come Novissima verba, sono anche note con il titolo di Derniers Entretiens.
7. Dallo studio accurato degli scritti di Santa Teresa di Gesù Bambino e dalla risonanza che essi hanno avuto nella Chiesa, si possono cogliere gli aspetti salienti dell'«eminente dottrina», che costituisce l'elemento fondamentale sul quale si basa l'attribuzione del titolo di Dottore della Chiesa.
Risulta innanzitutto l'esistenza di un particolare carisma di sapienza. Questa giovane carmelitana, infatti, senza una speciale preparazione teologica, ma illuminata dalla luce del Vangelo, si sente istruita dal Maestro divino che, come lei dice, è «il Dottore dei Dottori» (Ms A 83 v), da cui attinge gli «insegnamenti divini» (Ms B 1 r). Sente che in lei si sono compiute le parole della Scrittura: «Se qualcuno è piccolo venga a me...; la misericordia è concessa ai piccoli» (Ms B 1 v; cfr Pr 9, 4; Sap 6,6) e sa di essere stata istruita nella scienza dell'amore, nascosta ai sapienti e ai saggi, che il divino Maestro si è degnato di rivelare a lei, come ai piccoli (Ms A 49 r; cfr Lc 10, 21-22).
Pio XI, che considerò Teresa di Lisieux come «Stella del suo pontificato», non esitò ad affermare nell'omelia del giorno della sua Canonizzazione, il 17 maggio dell'anno 1925: «... eidem Spiritus veritatis illa aperuit ac patefecit, quae solet a sapientibus et prudentibus abscondere et revelare parvulis; siquidem haec - teste proximo decessore nostro - tanta valuit supernarum rerum scientia, ut certam salutis viam ceteris indicaret" (AAS 17 [1925] p. 213).
Il suo insegnamento non è solo conforme alla Scrittura e alla fede cattolica, ma eccelle («eminet») per la profondità e la sintesi sapienziale raggiunta. La sua dottrina è insieme una confessione della fede della Chiesa, una esperienza del mistero cristiano ed una via alla santità. Teresa offre una sintesi matura della spiritualità cristiana; unisce la teologia e la vita spirituale, si esprime con vigore ed autorevolezza, con grande capacità di persuasione e di comunicazione, come dimostra la recezione e la diffusione del suo messaggio nel Popolo di Dio.
L'insegnamento di Teresa esprime con coerenza ed unisce in un insieme armonioso i dogmi della fede cristiana come dottrina di verità ed esperienza di vita. Non si deve a tal proposito dimenticare che l'intelligenza del deposito della fede trasmesso dagli Apostoli, come insegna il Concilio Vaticano II, progredisce nella Chiesa sotto l'assistenza dello Spirito Santo: «crescit enim tam rerum quam verborum traditorum perceptio, tum ex contemplatione et studio credentium, qui ea conferunt in corde suo (cfr Lc 2,19 et 51), tum ex intima spiritualium rerum quam experiuntur intelligentia, tum ex praeconio eorum qui cum episcopatus successione charisma veritatis certum acceperunt" (Dei Verbum, n. 8).
Negli scritti di Teresa di Lisieux non troviamo forse, come in altri Dottori, una presentazione scientificamente elaborata delle cose di Dio, ma possiamo scorgere un'illuminata testimonianza della fede che, mentre accoglie con fiducioso amore la condiscendenza misericordiosa di Dio e la salvezza in Cristo, rivela il mistero e la santità della Chiesa.
Con ragione quindi si può riconoscere nella Santa di Lisieux il carisma di Dottore della Chiesa, sia per il dono dello Spirito Santo che ha ricevuto per vivere ed esprimere la sua esperienza di fede, sia per la particolare intelligenza del mistero di Cristo. In lei convergono i doni della legge nuova, la grazia cioè dello Spirito Santo, che si manifesta nella fede viva operante per mezzo della carità (cfr S. Thomas Aquinas, Summa Theol. I-II, q. 106, art. 1; q. 108, art. 1).
Possiamo applicare a Teresa di Lisieux quanto ebbe a dire il mio Predecessore Paolo VI di un'altra giovane santa, Dottore della Chiesa, Caterina da Siena: «Ciò che più colpisce nella Santa è la sapienza infusa, cioè la lucida, profonda e inebriante assimilazione delle verità divine e dei misteri della fede [...]: una assimilazione, favorita, sì, da doti naturali singolarissime, ma evidentemente prodigiosa, dovuta ad un carisma di sapienza dello Spirito Santo» (AAS 62 (1970) p. 675).
8. Con la sua peculiare dottrina ed il suo inconfondibile stile, Teresa appare come un'autentica maestra della fede e della vita cristiana. Attraverso i suoi scritti, come attraverso le asserzioni dei Santi Padri, passa quella vivificante linfa della tradizione cattolica le cui ricchezze, come attesta ancora il Vaticano II, «in praxim vitamque credentis et orantis Ecclesiae trasfunduntur» (Dei Verbum, n. 8).
La dottrina di Teresa di Lisieux, se colta nel suo genere letterario, corrispondente alla sua educazione e alla sua cultura, e se misurata con le particolari circostanze della sua epoca, appare in una provvidenziale unità con la più genuina tradizione della Chiesa, sia per la confessione della fede cattolica sia per la promozione della più autentica vita spirituale, proposta a tutti i fedeli in un linguaggio vivo e accessibile.
Essa ha fatto risplendere nel nostro tempo il fascino del Vangelo; ha avuto la missione di far conoscere ed amare la Chiesa, Corpo mistico di Cristo; ha aiutato a guarire le anime dai rigori e dalle paure della dottrina giansenista, più incline a sottolineare la giustizia di Dio che non la sua divina misericordia. Ha contemplato ed adorato nella misericordia di Dio tutte le perfezioni divine, perché «perfino la giustizia di Dio (e forse più di ogni altra perfezione) mi sembra rivestita d'amore» (Ms A 83 v). È divenuta così un'icona vivente di quel Dio che, secondo la preghiera della Chiesa, «omnipotentiam suam parcendo maxime et miserendo manifestat» (cfr Missale Romanum, Collecta, Dominica XXVI «per annum»).
Anche se Teresa non ha un vero e proprio corpo dottrinale, tuttavia particolari fulgori di dottrina si sprigionano dai suoi scritti che, come per un carisma dello Spirito Santo, colgono il centro stesso del messaggio della rivelazione in una visione originale ed inedita, presentando un insegnamento qualitativamente eminente.
Il nucleo del suo messaggio, infatti, è il mistero stesso di Dio Amore, di Dio Trinità, infinitamente perfetto in se stesso. Se la genuina esperienza spirituale cristiana deve coincidere con le verità rivelate, nelle quali Dio comunica se stesso e il mistero della sua volontà (cfr Dei Verbum, n.2), occorre affermare che Teresa ha fatto esperienza della divina rivelazione, giungendo a contemplare le realtà fondamentali della nostra fede unite nel mistero della vita trinitaria. Al vertice, come sorgente e termine, l'amore misericordioso delle tre Divine Persone, come essa lo esprime, specialmente nel suo Atto di offerta all'Amore misericordioso. Alla base, dalla parte del soggetto, l'esperienza di essere figli adottivi del Padre in Gesù; tale è il senso più autentico dell'infanzia spirituale, cioè l'esperienza della figliolanza divina sotto la mozione dello Spirito Santo. Alla base ancora e di fronte a noi, il prossimo, gli altri, alla cui salvezza dobbiamo collaborare con e in Gesù, con lo stesso suo amore misericordioso.
Mediante l'infanzia spirituale si sperimenta che tutto viene da Dio, a Lui ritorna e in Lui dimora, per la salvezza di tutti, in un mistero di amore misericordioso. Tale è il messaggio dottrinale insegnato e vissuto da questa Santa.
Come per i santi della Chiesa di tutti i tempi, anche per lei, nella sua esperienza spirituale, centro e pienezza della rivelazione è Cristo. Teresa ha conosciuto Gesù, lo ha amato e lo ha fatto amare con la passione di una sposa. È penetrata nei misteri della sua infanzia, nelle parole del suo Vangelo, nella passione del Servo sofferente, scolpita nel suo Volto santo, nello splendore della sua esistenza gloriosa, nella sua presenza eucaristica. Ha cantato tutte le espressioni della divina carità di Cristo, come sono proposte dal Vangelo (cfr PN 24, Jésus, mon Bien-Aimé, rappelle-toi!).
Teresa è stata illuminata in maniera particolare sulla realtà del Corpo mistico di Cristo, sulla varietà dei suoi carismi, doni dello Spirito Santo, sulla forza eminente della carità, che è come il cuore stesso della Chiesa, nella quale ella ha trovato la sua vocazione di contemplativa e di missionaria (cfr Ms B 2 r- 3 v).
Finalmente, fra i capitoli più originali della sua scienza spirituale è da ricordare la sapiente esplorazione che Teresa ha sviluppato del mistero e del cammino della Vergine Maria, giungendo a risultati molto vicini alla dottrina del Concilio Vaticano II nel cap. VIII della Costituzione Lumen Gentium e a quanto io stesso ho proposto nella mia Enciclica Redemptoris Mater, del 25 marzo 1987.
9. La principale sorgente della sua esperienza spirituale e del suo insegnamento è la Parola di Dio, nell'Antico e nel Nuovo Testamento. Lei stessa lo confessa, specialmente mettendo in rilievo il suo appassionato amore per il Vangelo (cfr Ms A 83 v). Nei suoi scritti si contano oltre mille citazioni bibliche: più di quattrocento dall'Antico e oltre seicento dal Nuovo Testamento.
Malgrado la preparazione inadeguata e la mancanza di strumenti per lo studio e l'interpretazione dei libri sacri, Teresa si è immersa nella meditazione della Parola di Dio con una fede ed una immediatezza singolari. Sotto l'influsso dello Spirito ha raggiunto per sé e per gli altri una profonda conoscenza della rivelazione. Con la sua concentrazione amorosa sulla Scrittura - avrebbe perfino voluto conoscere l'ebraico ed il greco per meglio capire lo spirito e la lettera dei libri sacri -, ha fatto vedere l'importanza che le sorgenti bibliche hanno nella vita spirituale, ha messo in risalto l'originalità e la freschezza del Vangelo, ha coltivato con sobrietà l'esegesi spirituale della Parola di Dio, tanto dell'Antico come del Nuovo Testamento. Ha così scoperto tesori nascosti, appropriandosi parole ed episodi, a volte non senza audacia soprannaturale, come quando, leggendo i testi di Paolo (cfr 1 Cor 12-13), ha intuito la sua vocazione all'amore (cfr Ms B 3r-3v). Illuminata dalla Parola rivelata, Teresa ha scritto pagine geniali sull'unità fra l'amore di Dio e l'amore del prossimo (cfr Ms C 11 v- 19 r·); e si è immedesimata con la preghiera di Gesù nell'ultima Cena, come espressione della sua intercessione per la salvezza di tutti (cfr Ms C 34 r-35 r).
La sua dottrina coincide, come già detto, con l'insegnamento della Chiesa. Fin da bambina, è stata educata dai familiari alla partecipazione alla preghiera e al culto liturgico. In preparazione alla sua prima confessione, alla prima comunione e al sacramento della cresima, ha dimostrato un amore straordinario per le verità della fede, ed ha imparato quasi parola per parola ilCatechismo (cfr Ms A 37 r-37 v). Alla fine della sua vita ha scritto con il proprio sangue il Simbolo degli Apostoli, come espressione del suo attaccamento senza riserve alla professione di fede.
Oltre che con le parole della Scrittura e la dottrina della Chiesa, Teresa si è nutrita fin da giovane con l'insegnamento dell'Imitazione di Cristo, che, come confessa lei stessa, sapeva quasi a memoria (cfr Ms A 47 r). Sono stati determinanti per la realizzazione della sua vocazione carmelitana i testi spirituali della Madre Fondatrice, Teresa di Gesù, specialmente quelli che espongono il senso contemplativo ed ecclesiale del carisma del Carmelo teresiano (cfr Ms C 33 v). Ma in un modo del tutto speciale Teresa si è nutrita della dottrina mistica di San Giovanni della Croce, che è stato il suo vero maestro spirituale (cfr Ms A 83 r). Non è quindi da meravigliarsi se alla scuola di questi due Santi, dichiarati posteriormente Dottori della Chiesa, anche lei, ottima discepola, sia diventata Maestra di vita spirituale.
10. La dottrina spirituale di Teresa di Lisieux ha contribuito alla dilatazione del Regno di Dio. Con il suo esempio di santità, di perfetta fedeltà alla Madre Chiesa, di piena comunione con la Sede di Pietro, come pure con le particolari grazie da lei impetrate per molti fratelli e sorelle missionari, ha prestato un particolare servizio alla rinnovata proclamazione ed esperienza del Vangelo di Cristo e all'estensione della fede cattolica in tutte le nazioni della terra.
Non occorre dilungarci molto sull'universalità della dottrina teresiana e sull'ampia recezione del suo messaggio durante il secolo che ci separa dalla sua morte: ciò è stato ben documentato negli studi compiuti in vista del conferimento del titolo di Dottore della Chiesa alla Santa.
Particolare importanza a questo proposito riveste il fatto che lo stesso Magistero della Chiesa non solo ha riconosciuto la santità di Teresa, ma ha pure messo in luce la sua sapienza e la sua dottrina. Già Pio X disse di lei che era «la santa più grande dei tempi moderni». Accogliendo con gioia la prima edizione italiana della Storia di un anima, egli ebbe ad esaltare i frutti che si ricavano dalla spiritualità teresiana. Benedetto XV, in occasione della proclamazione della eroicità delle virtù della Serva di Dio, illustrò la via dell'infanzia spirituale e lodò la scienza delle realtà divine, concessa da Dio a Teresa, per insegnare agli altri le vie della salvezza (cfr AAS 13 [1921] 449-452). Pio XI, in occasione sia della sua beatificazione che della canonizzazione, volle esporre e raccomandare la dottrina della Santa, sottolineando la particolare illuminazione divina (Discorsi di Pio XI, vol. I, Torino 1959, p. 91) e qualificandola maestra di vita (cfr AAS 17 [1925] pp. 211-214). Pio XII, quando fu consacrata la Basilica di Lisieux nel 1954, affermò, fra l'altro, che Teresa era penetrata con la sua dottrina nel cuore stesso del Vangelo (cfr AAS 46 [1954] pp. 404-408). Il Card. Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII, visitò diverse volte Lisieux, specialmente quando era Nunzio a Parigi. Durante il suo pontificato manifestò in varie circostanze la sua devozione per la Santa e illustrò i rapporti fra la dottrina della Santa di Avila e della sua figlia, Teresa di Lisieux (Discorsi, Messaggi, Colloqui, vol. II [1959-1960] pp. 771-772). Più volte, durante la celebrazione del Concilio Vaticano II, i Padri evocarono il suo esempio e la sua dottrina. Paolo VI, nel centenario della sua nascita, indirizzava il 2 gennaio 1973 una Lettera al Vescovo di Bayeux e Lisieux, nella quale esaltava l'esempio di Teresa nella ricerca di Dio, la proponeva come maestra della preghiera e della speranza teologale, modello di comunione con la Chiesa, additando lo studio della sua dottrina ai maestri, agli educatori, ai pastori e agli stessi teologi (cfr AAS 65 [1973] pp. 12-15). Io stesso, in varie circostanze, ho avuto la gioia di riferirmi alla figura e alla dottrina della Santa, in modo speciale in occasione dell'indimenticabile visita a Lisieux, il 2 giugno 1980, quando ho voluto ricordare a tutti: «De Thérèse de Lisieux, on peut dire avec conviction que l'Esprit de Dieu a permis à son coeur de révéler directement, aux hommes de notre temps, le mystère fondamental, la réalité de l'Evangile [...] La "petite voie" est la voie de la "sainte enfance". Dans cette voie, il y a quelque chose d'unique, un génie de sainte Thérèse de Lisieux. Il y a en même temps la confirmation et le renouvellement de la vérité la plus fondamentale et la plus universelle. Quelle vérité du message évangélique est en effet plus fondamentale et plus universelle que celle-ci: Dieu est notre Père et nous sommes ses enfants?» (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. III/1 [1980] p. 1659).
Questi semplici cenni ad un'ininterrotta serie di testimonianze dei Papi di questo secolo sulla santità e la dottrina di Santa Teresa di Gesù Bambino e alla universale diffusione del suo messaggio, esprimono chiaramente quanto la Chiesa abbia accolto, nei suoi pastori e nei suoi fedeli, la dottrina spirituale di questa giovane Santa.
Segno della recezione ecclesiale dell'insegnamento della Santa è il ricorso alla sua dottrina in molti documenti del Magistero ordinario della Chiesa, specialmente quando si parla della vocazione contemplativa e missionaria, della fiducia in Dio giusto e misericordioso, della gioia cristiana, della vocazione alla santità. Ne è una testimonianza la presenza della sua dottrina nel recente Catechismo della Chiesa Cattolica (nn. 127, 826, 956, 1011, 2011, 2558). Colei che tanto amò imparare nel catechismo le verità della fede, ha meritato di essere annoverata fra i testimoni autorevoli della dottrina cattolica.
Teresa possiede una universalità singolare. La sua persona, il messaggio evangelico della "piccola via" della fiducia e dell'infanzia spirituale hanno trovato e continuano a trovare un'accoglienza sorprendente, che ha varcato ogni confine.
L'influsso del suo messaggio comprende prima di tutto uomini e donne la cui santità o eroicità delle virtù la stessa Chiesa ha riconosciuto, pastori della Chiesa, cultori della teologia e della spiritualità, sacerdoti e seminaristi, religiosi e religiose, movimenti ecclesiali e comunità nuove, uomini e donne di ogni condizione e di ogni continente. A tutti Teresa reca la sua personale conferma che il mistero cristiano, di cui è diventata testimone ed apostola facendosi nella preghiera, come ella si esprime con audacia, «apostola degli apostoli» (Ms A 56 r·), deve essere preso alla lettera, con il più grande realismo possibile, perché ha un valore universale nel tempo e nello spazio. La forza del suo messaggio sta nella concreta illustrazione di come tutte le promesse di Gesù trovino piena attuazione nel credente che sa con fiducia accogliere nella propria vita la presenza salvatrice del Redentore.
11. Tutte queste ragioni sono chiara testimonianza dell'attualità della dottrina della Santa di Lisieux e della particolare incidenza del suo messaggio sugli uomini e sulle donne del nostro secolo. Concorrono inoltre alcune circostanze che rendono ancor più significativa la sua designazione quale Maestra per la Chiesa nel nostro tempo.
Innanzitutto, Teresa è una donna che, nell'accostarsi al Vangelo, ha saputo cogliere ricchezze nascoste con quella concretezza e profonda risonanza vitale e sapienziale che è propria del genio femminile. Ella emerge per la sua universalità nella schiera delle donne sante che risplendono per la sapienza del Vangelo.
Teresa è, poi, una contemplativa. Nel nascondimento del suo Carmelo ha vissuto la grande avventura dell'esperienza cristiana, fino a conoscere la lunghezza, la larghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo (cfr Ef 3, 18-19). Dio ha voluto che non rimanessero nascosti i suoi segreti, ma ha abilitato Teresa a proclamare i segreti del Re (cfr Ms C 2 v·). Con la sua vita Teresa offre una testimonianza ed un'illustrazione teologica della bellezza della vita contemplativa, come totale dedicazione a Cristo, Sposo della Chiesa, e come affermazione viva del primato di Dio su tutte le cose. La sua è una vita nascosta che possiede una arcana fecondità per la dilatazione del Vangelo e riempie la Chiesa ed il mondo del buon odore di Cristo (cfr LT 169, 2 v).
Teresa di Lisieux, infine, è una giovane. Essa ha raggiunto la maturità della santità in piena giovinezza (cfr Ms C 4 r). Come tale si propone quale Maestra di vita evangelica, particolarmente efficace nell'illuminare i sentieri dei giovani, ai quali spetta di essere protagonisti e testimoni del Vangelo presso le nuove generazioni.
Non solo Teresa di Gesù Bambino è il Dottore della Chiesa più giovane in età, ma pure il più vicino a noi nel tempo, quasi a sottolineare la continuità con la quale lo Spirito del Signore invia alla Chiesa i suoi messaggeri, uomini e donne, come maestri e testimoni della fede. Infatti, qualunque siano le variazioni che si possono costatare nel corso della storia e nonostante le ripercussioni che esse sogliono avere nella vita e nel pensiero delle persone delle singole epoche, non dobbiamo perdere di vista la continuità che unisce tra loro i Dottori della Chiesa: essi restano, in ogni contesto storico, testimoni del Vangelo che non muta e, con la luce e la forza che loro viene dallo Spirito, se ne fanno messaggeri tornando ad annunciarlo nella sua purezza ai contemporanei. Teresa è Maestra per il nostro tempo, assetato di parole vive ed essenziali, di testimonianze eroiche e credibili. Perciò è amata e accolta anche da fratelli e da sorelle delle altre comunità cristiane e perfino da chi neppure è cristiano.
12. In quest'anno, in cui si celebra il Centenario della gloriosa morte di Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, mentre ci prepariamo alla celebrazione del Grande Giubileo del 2000, dopo aver ricevuto numerose ed autorevoli petizioni, specialmente da parte di molte Conferenze Episcopali di tutto il mondo, e dopo aver accolto la petizione ufficiale, o Supplex Libellus, indirizzatami in data 8 marzo 1997 dal Vescovo di Bayeux e Lisieux, come pure da parte del Preposito Generale dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo e da parte del Postulatore Generale del medesimo Ordine, decisi di affidare alla Congregazione delle Cause dei Santi competente in materia, "praehabito voto Congregationis de Doctrina Fidei ad eminentem doctrinam quod attinet" (Cost. Apost. Pastor bonus, 73), il peculiare studio della causa per il conferimento del Dottorato a questa Santa.
Raccolta la necessaria documentazione, le suddette due Congregazioni hanno affrontato la questione nelle rispettive Consulte: quella della Congregazione per la Dottrina della Fede il 5 maggio 1997, per quanto riguarda la "eminente dottrina", e quella della Congregazione delle Cause dei Santi il 29 maggio dello stesso anno, per esaminare la speciale "Positio". Il 17 giugno successivo, i Cardinali ed i Vescovi membri delle stesse Congregazioni, seguendo una procedura da me approvata per l'occasione, si sono riuniti in una Sessione Interdicasteriale plenaria ed hanno discusso la Causa, esprimendo all'unanimità parere favorevole alla concessione a Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo del titolo di Dottore della Chiesa universale. Tale parere mi è stato notificato personalmente dal Signor Cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e dal Pro-Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, Mons. Alberto Bovone, Arcivescovo titolare di Cesarea di Numidia.
In considerazione di ciò, il 24 agosto scorso, al momento della preghiera dell'Angelus, alla presenza di centinaia di Vescovi e davanti ad una sterminata folla di giovani di tutto l'orbe, radunata a Parigi per la XII Giornata Mondiale della Gioventù, ho voluto personalmente annunciare l'intenzione di proclamare Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo Dottore della Chiesa universale in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale delle Missioni [in Roma].
Oggi, 19 ottobre 1997, nella Piazza san Pietro, gremita di fedeli convenuti da ogni parte del mondo, essendo presenti numerosi Cardinali, Arcivescovi e Vescovi, durante la solenne celebrazione eucaristica ho proclamato Dottore della Chiesa universale Teresa di Gesù Bambino e del Santo Volto con queste parole: Venendo incontro ai desideri di un grande numero di Fratelli nell'Episcopato e di moltissimi fedeli di tutto il mondo, udito il parere della Congregazione delle Cause dei Santi ed ottenuto il voto della Congregazione per la Dottrina della Fede in ciò che attiene l'eminente dottrina, con certa conoscenza e matura deliberazione, in forza della piena autorità apostolica, dichiariamo Santa Teresa di Gesù Bambino e del Santo Volto, vergine, Dottore della Chiesa universale. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Compiuto ciò nel modo dovuto, stabiliamo che questa Lettera Apostolica sia religiosamente conservata ed abbia pieno effetto sia ora che in futuro; e che inoltre così giustamente si giudichi e si definisca, e sia vano e senza fondamento quanto di diverso intorno a ciò possa essere attentato da chiunque, con qualsivoglia autorità, scientemente o per ignoranza.
Dato a Roma, presso San Pietro, sotto l'anello del Pescatore, il giorno 19 del mese di ottobre dell'anno del Signore 1997, ventesimo di Pontificato.