giovedì 22 novembre 2012

I dolori dei cristiani nel Maghreb

                       sopra: Mgr. Vincent LANDEL Archevêquede Rabat, président de la CERNA


 Si è conclusa, ieri in Sicilia, l’Assemblea generale dei vescovi della Conferenza episcopale regionale del Nord Africa, la Cerna, ospiti della diocesi italiana di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. La presenza dei vescovi di Libia, Marocco, Algeria e Tunisia a Mazara è nata grazie all’invito del vescovo locale, mons. Domenico Mogavero, per rafforzare il dialogo su tematiche pastorali comuni a partire dall’immigrazione e sostenere i cristiani che vivono in un contesto sociale musulmano. Al centro dei lavori della Cerna, la rinnovata collaborazione tra le Chiese delle due sponde del Mare Mediterraneo per la convivenza tra uomini di fedi e culture diverse. Luca Collodi ha intervistato proprio il vescovo di Mazara del Vallo, mons. Mogavero:

R. – C’è stata una grande sintonia sulle questioni più urgenti e più significative di questo momento, e appunto sulla centralità di questo mare che non è un mare periferico, ma è un mare attraversato da mille contraddizioni ma anche da mille aspirazioni, tendenze e impegno per l’incontro tra i popoli, per l’incontro tra le culture e le religioni: per la pace, in una parola!

D. – Sul tema dell’immigrazione, che forme di collaborazione avete avviato?

R. – Intanto, una conoscenza più approfondita del fenomeno, al di là delle emergenze che ci vengono presentate pressoché quotidianamente dalla cronaca. Questi nostri confratelli hanno veramente potuto registrare il diverso atteggiamento che c’è nelle chiese in Italia rispetto alla configurazione del quadro normativo dettato fondamentalmente dalla politica dei respingimenti, pur nel rispetto delle leggi e delle limitazioni necessarie, perché questo fenomeno non debordi del tutto.

D. – Quando si parla di immigrazione, il pensiero va alla Libia. La situazione qual è?

R. – Abbiamo avuto testimonianze dirette, di prima mano. Possiamo dire che la situazione, in questo momento, è abbastanza confusa, soprattutto perché non c’è ancora una presenza forte dello Stato unitario, c’è ancora molta gente che gira armata, che “scorrazza” per le strade di notte e di giorno intimorendo gli altri cittadini. Però, in tutto questo, quello che caratterizza l’atteggiamento fondamentale dei vescovi è la loro serenità in queste realtà così problematiche. Non hanno paure particolari, piuttosto atteggiamenti prudenziali. Però, loro sono lì, al loro posto, accanto ai loro cristiani ma anche accanto a tutta la gente che chiede il loro aiuto, anche se non di religione cristiana.

D. – I vescovi del Nord Africa come guardano alla cosiddetta “Primavera araba”?

R. – Sicuramente, con grande attenzione e con un atteggiamento collaborativo e partecipativo. Al di là di alcuni aspetti che possono essere piuttosto di tipo mediatico-propagandistico, quello che loro evidenziano è il fatto che la “Primavera araba” sia stata una rivolta di popolo che abbia inteso portare in quei Paesi libertà e diritti. In questo contesto di rivendicazione di libertà e diritti fondamentali, i vescovi vedono una prospettiva per potere chiedere l’attuazione del diritto alla libertà religiosa e alla libertà di coscienza, complementari alla libertà di culto che in questi Paesi esiste. Non pensiamo che siano Paesi in cui la Chiesa vive un regime di persecuzione, ma certamente non vive un regime di libertà che le consenta di poter diffondere pubblicamente il suo messaggio.

D. – Ieri, all’udienza generale, l’appello del Papa per il Medio Oriente: ha invitato israeliani e palestinesi al coraggio per la pace. I vescovi del Nord Africa come guardano a questa situazione in Terra Santa e nel Medio Oriente?

R. – Guardano con estrema preoccupazione a questa ripresa di ostilità tra Israele e i palestinesi. Loro sono sicuramente per un riconoscimento del diritto all’esistenza dello Stato d’Israele, ma anche per il riconoscimento di uno Stato palestinese con confini certi, che possa garantire ai palestinesi arabi, islamici e cristiani l’esercizio della loro libertà nel riconoscimento dei diritti fondamentali della persona. (Radio Vaticana)


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 “Una transizione più complessa e dolorosa di quanto previsto solo un anno fa”. Lo affermano i Vescovi della CERNA (Conferenza Episcopale della Regione del Nord Africa) al termine della loro Assemblea Plenaria (che si è tenuta a Mazara del Vallo in Sicilia), descrivendo la situazione del Nord Africa alle prese con sfide di natura “religiosa, politica e socio-economica”, ad un anno dalla loro penultima riunione, del novembre 2011. “La crisi del nostro vicino del Sud, il Mali, la difficile ricostruzione della Libia, l’incertezza del processo di transizione in Tunisia sono dei segni evidenti” della complessa situazione nella quale si trovano i Paesi della regione, afferma il comunicato finale.
Sul piano ecclesiale i Vescovi del Nord Africa notano: “le nostre Chiese sono modeste e fragili, la partenza di alcune comunità religiose insediate da molto tempo nel Maghreb e la mobilità sempre più rapida dei membri delle nostre parrocchie ci costringono a contare sempre di più sulla solidarietà delle altre Chiese e ringraziamo per la generosità delle diocesi che ci propongono dei preti Fidei Donum, e le congregazioni, specie africane, che scelgono di installarsi nella nostra regione”.
La scelta della Sicilia, “nel cuore del Mediterraneo”, per l’Assemblea della CERNA “sottolinea l’urgenza del dialogo delle culture, delle civiltà e delle religioni, tra le tre rive di questo mare”. Le popolazioni mediterranee, notano i Vescovi, si interrogano di fronte a problematiche come la guerra in Siria, la situazione nel nord Mali, l’estremismo di alcuni gruppi religiosi che intensificano le migrazioni forzate e rafforzano le paure reciproche. Per vincere la diffidenza reciproca, i Vescovi del Nord Africa portano ad esempio “la loro quotidiana esperienza della conoscenza reciproca, del dialogo di vita, del rispetto, dell’ascolto, dell’accoglienza e della condivisione”. (L.M.) (Agenzia Fides 22/11/2012)

 Di seguito il testo del Comunicato finale dell'Assemblea.

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Communiqué final

La Conférence des Evêques de la Région Nord de l'Afrique
(CERNA) s'est réunie du 18 au 21 novembre 2012. Y ont pris part tous
les évêques et leurs collaborateurs ainsi que l'administrateur
apostolique de Laayoune, à l'exception de Mgr Giovanni Martinelli,
vicaire apostolique de Tripoli, convalescent. Le Père Jean-Louis
Barrain, vicaire général de Nouakchott, et Mgr Domenico Mogavero,
notre hôte, ont participé à nos travaux. Mgr Vincent Landel,
archevêque de Rabat et président de la CERNA, a conduit cette
réunion.

Cette conférence s'est tenue à Mazara del Vallo (Sicile), à l'invitation
de Mgr Domenico Mogavero, évêque de ce diocèse. La Sicile est
traditionnellement un carrefour de migrations, avec une présence
notable de musulmans, et le diocèse de Mazara del Vallo, jumelé
avec celui de Tunis, est très actif tant dans le dialogue avec
l'islam que dans l'accueil des migrants : un séminaire sur le
dialogue "Les religions et la Méditerranée" suivra
d'ailleurs la rencontre de la CERNA.

Regardant avec foi et espérance l'évolution des pays du Maghreb depuis un an,
la CERNA constate que les 3 défis (religieux, politique et
socio-économique) qu'elle a relevés en novembre 2011 sont toujours
actuels, mais les transitions se révèlent plus complexes et
douloureuses qu'on ne pouvait le prévoir. La situation chez notre
voisin du sud, le Mali, la difficile reconstruction de la Libye,
l'incertitude du lendemain dans le processus de transition en Tunisie
en sont des signes évidents.

Nous nous réjouissons de la fidélité des communautés de religieux et
religieuses qui servent et prient avec persévérance : nous rendons
grâce pour la vitalité et la stabilité qu'elles procurent à nos
Eglises. Elles sont souvent le seul signe de l'amour du Christ pour
les populations parmi lesquelles elles vivent. Nos Eglises sont
modestes et fragiles, le départ de certaines communautés
religieuses implantées depuis longtemps au Maghreb et la mobilité
toujours plus rapide des membres de nos paroisses nous conduisent à
compter toujours plus sur la solidarité des autres Eglises, et nous
rendons grâce pour la générosité des diocèses qui nous proposent
des prêtres Fidei Donum, et des congrégations - en particulier
africaines - qui choisissent de s'implanter dans notre région.

Nous nous réjouissons aussi de la présence fervente de nombreux
étudiants, de migrants issus de toute l'Afrique, de fidèles
implantés depuis longtemps, de familles de passage, de travailleurs
expatriés, de volontaires : ils contribuent aussi à la vitalité de
nos Eglises. Dans ce contexte géopolitique mouvant, mais aussi dans
la dynamique du synode sur la nouvelle évangélisation, nous
désirons repréciser le sens du témoignage de nos
communautés chrétiennes au Maghreb ; humanisation, rencontre,
dialogue, service, prière, contemplation, confiance, espérance...
sont des termes qui reviennent souvent dans les points de repère de
nos Eglises.

Nousnous réjouissons encore de l'esprit de responsabilité dont font
preuve laïcs, prêtres, congrégations religieuses, évêques pour
que nos Eglises exercent leur témoignage : cette coresponsabilité
est une réalité dont certaines communautés prennent plus
conscience, comme, par exemple, l'Eglise de Tunisie dans l'attente
d'un nouvel archevêque, l'Eglise au Maroc qui se réjouit d'un
renforcement sensible de la présence de frères franciscains,
l'Eglise en Algérie où un certain nombre de communautés ont pu se
renouveler cette année, l'Eglise en Libye qui bénéficie de
l'arrivée de nombreux professionnels de la santé et de l'éducation
philippins et indiens - très souvent chrétiens.

Nous faisons volontiers nôtre l'espérance confiante exprimée par le
synode qui s'est tenu à Rome en octobre dernier : un
"courage serein inspire également notre regard sur le monde
contemporain. Nous ne nous sentons pas intimidés par les conditions
des temps que nous vivons. C'est un monde plein de contradictions
et de défis, mais il reste création de Dieu, blessé certes par le
mal, mais toujours aimé de Dieu, dans lequel peut germer à nouveau
la semence de la Parole afin qu'elle donne un fruit neuf. Il n'y
a pas de place pour le pessimisme dans les esprits et dans les cœurs
de ceux qui savent que leur Seigneur a vaincu la mort et que son
Esprit œuvre avec puissance dans l'histoire. Avec humilité, mais
aussi avec détermination - celle qui vient de la certitude que la
vérité vaincra à la fin - nous rejoignons ce monde et voulons y
voir une invitation de Dieu à être témoins de son Nom. Notre
Église est vivante et affronte, avec le courage de la foi et le
témoignage de tant de ses fils, les défis que l'histoire nous
lance"
(Message au peuple de Dieu § 6).

La tenue de cette CERNA en Sicile, au cœur de la Méditerranée,
souligne l'urgence du dialogue des cultures, des civilisations et des
religions, entre les trois rives de cette mer. Beaucoup
d'aspirations, mais aussi d'interrogations saisissent les peuples du
pourtour méditerranéen, et la guerre en Syrie, la situation au
Nord-Mali, l'extrémisme de certains groupes religieux intensifient
les migrations forcées et renforcent ces craintes. Mais nous faisons
quotidiennement l'expérience de la fécondité de la connaissance
mutuelle, du dialogue de vie, dans le respect, l'écoute, l'accueil
et le partage : nous croyons et expérimentons que "l'amour
parfait chasse la crainte" (1Jn 4,18).

Nous nous réjouissons aussi de ce que le dernier synode conforte notre
expérience quotidienne : le dialogue de vie est la modalité
fondamentale du témoignage que nous rendons à la Bonne Nouvelle.
"L'Eglise invite en particulier les chrétiens à persévérer
et à intensifier leurs relations avec les musulmans selon
l'enseignement de la Déclaration Nostra Aetate. Malgré les
difficultés, ce dialogue doit se poursuivre. Il dépend toujours de
la formation adéquate des partenaires, de leur fondement ecclésial
authentique comme chrétiens et d'une attitude de respect de la
conscience des personnes et de la liberté religieuse pour tous.
Fidèle à l'enseignement de Vatican II, l'Eglise respecte les autres
religions et leurs adeptes et elle est heureuse de collaborer avec
eux dans la défense et la promotion de la dignité inviolable de
chaque personne"
(proposition 53).

Mgr Domenico Mogavero, membre de la commission pour les migrations de la
Conférence Episcopale Italienne, nous a présenté la situation des
migrants en Italie, la politique du pays en ce domaine, et les
efforts de l'Eglise pour rendre plus humains non seulement l'accueil
des migrants mais aussi les lois les concernant. Cet accent
prophétique de l'Eglise d'Italie nous stimule dans notre ministère
auprès des migrants : selon les propos de Mgr Mogavero, "le
phénomène des migrations ne peut plus être considéré comme un
phénomène d'urgence, mais comme un phénomène culturel inhérent à
l'homme, qui de tout temps a été mobile. La terre appartient à
tous, et il ne saurait y avoir de territoire excluant telle ou telle
catégorie de personnes".

En réponse à la demande du Saint-Siège, comme chaque conférence
épiscopale, nous avons travaillé à l'élaboration d'orientations
pastorales pour nous aider en cas d'abus sexuels. Une commission
a été désignée pour finaliser ce travail.

Nous avons approuvé la traduction liturgique de la Bible élaborée par
la CEFTL (Commission Episcopale Francophone pour les Traductions
Liturgiques).

Notre travail a été magnifiquement soutenu par l'accueil chaleureux et la
prière fervente des communautés chrétiennes du diocèse de Mazara
del Vallo avec lesquelles nous avons quotidiennement célébré
l'eucharistie. Nous avons pris dans notre prière les migrants, les
personnes qui souffrent de la violence en Terre Sainte, en Syrie et
au Mali, les réfugiés accueillis par les pays voisins, mais aussi
tant d'artisans de paix entre les peuples et de solidarité avec les
plus démunis. Mgr Lahham, administrateur apostolique de Tunis, nous
a partagé ce que vit la Jordanie où il exerce désormais son
ministère épiscopal : nous avons ainsi été en communion avec le
peuple jordanien et son Eglise.

La CERNA a procédé au renouvellement de son bureau. Elle a de nouveau
confié la présidence à Mgr Vincent Landel archevêque de Rabat ;
elle a élu vice-président Mgr Claude Rault évêque de
Laghouat-Ghardaïa et membre du Bureau Mgr Ghaleb Bader archevêque
d'Alger. Le père Daniel Nourissat a été confirmé comme Secrétaire
Général. Elle a reconduit Mgr Vincent Landel comme délégué à la
CEFTL et Mgr Paul Desfarges comme délégué au SCEAM (Symposium des
Conférences Episcopales d'Afrique et de Madagascar).

La prochaine réunion de la CERNA aura lieu à Rome du  au     2013.
+Vincent LANDEL Archevêquede Rabat, président de la CERNA
Mazaradel Vallo, le 21 novembre 2012