mercoledì 21 novembre 2012

PRESENTAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA



Oggi 21 NOVEMBRE celebriamo la
PRESENTAZIONE DELLA
 BEATA VERGINE MARIA (*)

memoria
  
(*): Sul tema della liturgia di oggi vedi assolutamente in questo blog il post dal titolo:

  Kairos: Joseph Ratzinger - La Figlia di Sion
14 Set 2012
Per l'occasione propongo la lettura di un libretto preziosissimo del Papa dal titolo "La Figlia di Sion - La devozione a Maria nella Chiesa". pregando perchè il suo viaggio in Libano porti frutti copiosi in quella terra tanto ...
http://kairosterzomillennio.blogspot.com/

 e, con qualche commento dalla Tradizione Orientale,

21 Nov 2011
E' una delle feste più care all'Oriente che la celebra dal secolo VI. Roma l'accetta nel suo calendario solo a partire dal secolo XIV. Per gli orientali la Theotòkos (Madre di Dio) è il vero tempio in cui Dio, respinto il culto antico, ...

E’ una delle feste più care all’Oriente che la celebra dal secolo VI. Roma l’accetta nel suo calendario solo a partire dal secolo XIV. Per gli orientali laTheotòkos (Madre di Dio) è il vero tempio in cui Dio, respinto il culto antico, ha posto la sua salvezza; per gli occidentali (accolta la «tradizione» del Protoevangelo di Giacomo) Maria è una fanciulla prodigiosa che realizza una«consacrazione» esemplare a Dio.  

Il nuovo calendario, conservando questa memoria, ha inteso additare in Maria una figura completa che ci aiuta ad esaltare Dio per la sua meravigliosa opera di salvezza. L’origine della festa è legata alla dedicazione della Chiesa di santa Maria nuova in Gerusalemme nel 543.

Maria, avendo 
«trovato grazia agli occhi di Dio» (cf Lc 1,30) è diventata Madre e potente Aiuto dei cristiani. «Anche nella sua opera apostolica la Chiesa giustamente guarda a Colei che generò Cristo, concepito dallo Spirito Santo e nato dalla Vergine, per nascere e crescere anche nel cuore dei fedeli per mezzo della Chiesa» (LG 65). Ogni cristiano, come Maria,«trova grazia» presso Dio nello Spirito Santo, per la mediazione di Cristo e diviene «Arca dell’alleanza nuova» e Tempio del Signore in forza della consacrazione dello Spirito nel Battesimo e nell’Eucaristia.
 
  
  

Colei che credette in virtù della fede,
in virtù della fede concepì
Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo. Disc. 25, 7-8Fate attenzione, vi prego, a quello che disse il Signore Gesù Cristo, stendendo la mano verso i suoi discepoli: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12, 49-50). Forse che non ha fatto la volontà del Padre la Vergine Maria, la quale credette in virtù della fede, concepì in virtù della fede, fu scelta come colei dalla quale doveva nascere la nostra salvezza tra gli uomini, fu creata da Cristo, prima che Cristo in lei fosse creato? Ha fatto, sìcertamente ha fatto la volontà del Padre Maria santissima, e perciò conta di più per Maria essere stata discepola di Cristo, che essere stata madre di Cristo. Lo ripetiamo: fu per lei maggiore dignità e maggiore felicità essere stata discepola di Cristo che esser stata madre di Cristo. Perciò Maria era beata, perché, anche prima di dare alla luce il Maestro, lo portò nel suo grembo.
Osserva se non è vero ciò che dico. Mentre il Signore passava, seguito dalle folle, e compiva i suoi divini miracoli, una donna esclamò: 
«Beato il grembo che ti ha portato!» (Lc 11, 27). Felice il grembo che ti ha portato! E perché la felicità non fosse cercata nella carne, che cosa rispose il Signore?«Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (Lc 11,28). Anche Maria proprio per questo è beata, perché ha ascoltato la parola di Dio e l’ha osservata. Ha custodito infatti più la verità nella sua mente, che la carne nel suo grembo. Cristo è verità, Cristo è carne; Cristo è verità nella mente di Maria, Cristo è carne nel grembo di Maria. Conta di più ciò che è nella mente di ciò che è portato nel grembo.
Santa è Maria, beata è Maria, ma è migliore la Chiesa che la Vergine Maria. Perché? Perché Maria è una parte della Chiesa: un membro santo, un membro eccellente, un membro che tutti sorpassa in dignità, ma tuttavia è sempre un membro rispetto all’intero corpo. Se è membro di tutto il corpo, allora certo vale più il corpo che un suo membro. Il Signore è capo, e il Cristo totale è capo e corpo. Che dire? Abbiamo un capo divino, abbiamo per capo Dio.
Perché, o carissimi, badate bene: anche voi siete membra di Cristo, anche voi siete corpo di Cristo. Osservate in che modo lo siete, perché egli dice:
«Ecco mia madre, ed ecco i miei fratelli» (Mt 12,49). Come potrete essere madre di Cristo? Chiunque ascolta e «chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12,50).
Quando dico fratelli, quando dico sorelle, è chiaro che intendo parlare di una sola e medesima eredità. Perciò anche nella sua misericordia, Cristo, essendo unico, non volle essere solo, ma fece in modo che fossimo eredi del Padre e suoi coeredi nella medesima sua eredità.
 

 
 MESSALE
Antifona d'Ingresso  Sedulio
Salve, Madre Santa, tu hai dato alla luce il Re,
che governa il cielo e la terra per i secoli in eterno.

Colletta
Guarda, Signore, il tuo popolo riunito nel ricordo della beata Vergine Maria; f
a' che per sua intercessione partecipi alla pienezza della tua grazia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te... 

LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura
  Zc 2,14-17
Rallégrati, esulta, figlia di Sion, perché, ecco, io vengo.

Dal libro del profeta Zaccarìa
Rallégrati, esulta, figlia di Sion,
perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te.
Oracolo del Signore.
Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore
e diverranno suo popolo,
ed egli dimorerà in mezzo a te
e tu saprai che il Signore degli eserciti
mi ha inviato a te.
Il Signore si terrà Giuda
come eredità nella terra santa
ed eleggerà di nuovo Gerusalemme.
Taccia ogni mortale davanti al Signore,
poiché egli si è destato dalla sua santa dimora.


Salmo Responsoriale
  1Sam 2,1.4-8
Il mio cuore esulta nel Signore, mio salvatore.
Il mio cuore esulta nel Signore,
la mia forza s'innalza grazie al mio Dio.
Si apre la mia bocca contro i miei nemici,
perché io gioisco per la tua salvezza.

L'arco dei forti s'è spezzato,
ma i deboli si sono rivestiti di vigore.
I sazi si sono venduti per un pane,
hanno smesso di farlo gli affamati.
La sterile ha partorito sette volte
e la ricca di figli è sfiorita.

Il Signore fa morire e fa vivere,
scendere agli inferi e risalire.
Il Signore rende povero e arricchisce,
abbassa ed esalta.

Solleva dalla polvere il debole,
dall'immondizia rialza il povero,
per farli sedere con i nobili
e assegnare loro un trono di gloria.


Canto al Vangelo
  Cf Lc 2,19
Alleluia, alleluia.

Beata la Vergine Maria:
custodiva la parola di Dio,
meditandola nel suo cuore.

Alleluia.

  
  
Vangelo
  Mt 12,46-50
Tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli!».
 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre
». Parola del Signore.

* * *

Meditazione

Celebriamo oggi la donazione totale di Maria. In un Vangelo apocrifo si narra che la sua offerta interiore si sarebbe espressa nella presentazione al Tempio di Gerusalemme. Non si celebra il fatto storico, ma un dono totale che prepara la risposta all’angelo del Signore. Per questa sua offerta la Madre di Dio è il modello di ogni consacrazione. L’apparente presa di distanza di Gesù dalla propria famiglia e da sua Madre, che leggiamo nel Vangelo, è in realtà un’approvazione della sua fede.
La famiglia era la base della convivenza, il modo di incarnare l’amore verso Dio e il prossimo e difendere l’Alleanza, ma al tempo di Gesù era in crisi a causa delle numerose tasse e della mentalità individualista ellenistica. Frequenti minacce di repressione, poi, la spingevano a chiudersi in se stessa. Il regno di Dio è un invito a superare i limiti della propria famiglia per aprirsi alla comunità. Quando la sua particolare famiglia cercò di impossessarsi di lui, Gesù disse che la sua famiglia era composta da tutti coloro che fanno la volontà del Padre. Allargare lo sguardo significava dire a tutti che era sbagliato rinchiudersi in se stessi: esclusi ed emarginati dovevano essere accolti nella convivenza e così sentirsi accolti da Dio (Lc 14,12-14), perché “non vi sarà alcun bisognoso tra di voi” (Dt 15,4). Nel nostro tempo di globalizzazione dove ci si incontra e, ahi noi, ci si scontra, è necessario comprendere bene queste parole. Quante ricchezze da condividere, comprese quelle economiche, sempre più concentrate nelle mani di pochi. «L’emergenza della fame e quella ecologica – ha detto Benedetto XVI nel settembre 2007 – stanno a denunciare, con crescente evidenza, che la logica del profitto, se prevalente, incrementa la sproporzione tra ricchi e poveri e un rovinoso sfruttamento del pianeta. Quando invece prevale la logica della condivisione e della solidarietà – ha proseguito – è possibile correggere la rotta e orientarla verso uno sviluppo equo e sostenibile». Il profitto è naturalmente legittimo e, nella giusta misura, necessario allo sviluppo economico, ma il capitalismo non va considerato come l’unico modello valido di organizzazione economica. Quello che può sembrare un rifiuto della madre e della famiglia di origine è, invece, un gesto significativo e originale che il Signore ci dona, perché comprendiamo il senso e il valore di essere parte di una famiglia spirituale che ha impellenti necessità materiali. Con la sua offerta, Maria è diventata madre di tutti, e col suo cuore immacolato e generoso agisce per il bene di tutti, chiedendo la collaborazione di tutti per il benessere di tutti.
Preghiera
Date voi loro da mangiare! Ma abbiamo solo cinque pani e due pesci! Fateli sedere!
Agire
Mi impegno in un reale e regale gesto di carità.

* * *


Di seguito il Vangelo del mercoledi della XXXIII settimana del T.O., con un commento.


I due primi servi hanno impiegato bene la somma ricevuta
e hanno aumentato le ricchezze del padrone
inducendo altri a credere in lui.
Chi trascura questo compito
è rappresentato da quel servo che tenne la sua mina nascosta nel fazzoletto.
Ci sono in effetti delle persone che nella loro perversione
si lusingano dicendo: " Basta a ciascuno render conto di se stesso.
Che bisogno c’è di predicare agli altri o di assumere un ministero,
per poi render conto anche di loro?
Perché certuni volendo evitare il pericolo del giudizio,
mossi da pigrizia e mollezza rifuggono dal prestare il servizio della parola.
Ora comportarsi così è come legare in un fazzoletto la moneta ricevuta.
S. Agostino
Lc 19,11-28

In quel tempo, Gesù disse una parabola perché era vicino a Gerusalemme e i discepoli credevano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. Disse dunque: “Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare. Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine, dicendo: Impiegatele fino al mio ritorno. Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un’ambasceria a dire: Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi. Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine. Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città. Poi si presentò il secondo e disse: La tua mina, signore, ha fruttato altre cinque mine. A questo disse: Sarai tu pure a capo di cinque città. Venne poi anche l’altro e disse: Signore, ecco la tua mina, che ho tenuto riposta in un fazzoletto; avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato. Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi. Disse poi ai presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci. Gli risposero: Signore, ha già dieci mine! Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”. Dette queste cose, Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme.

Il commento

Gesù era ormai giunto con i discepoli "vicino a Gerusalemme". Ma in loro emergeva una strana euforia, come quella, pericolosa, con la quale i giocatori di una grande squadra talvolta affrontano compagini molto più deboli. Con tutti quei miracoli che avevano cambiato "all’istante" la vita di tante persone davanti agli occhi, i discepoli si erano convinti che il Regno si sarebbe "manifestato" altrettanto "immediatamente". E proprio loro erano i prescelti del Messia, si vedevano già ricoperti di cariche "alla sua destra e alla sua sinistra". Era pur vero che Gesù aveva ripetuto di "mettersi bene in testa" che stava andando a Gerusalemme per morire crocifisso e risorgere, ma "quel parlare restava oscuro", e l’avevano rimosso. Erano pronti a morire con Lui, ma per un regno di questo mondo. La parabola rimette la cose al loro posto. Gesù, "Uomo di nobile stirpe", morendo, risuscitando e ascendendo al Cielo, sarebbe "partito" verso il "lontano paese" del Padre "per ricevere un titolo regale e poi ritornare"; ai discepoli suoi "servi", avrebbe affidato la "mina" del Vangelo per "impiegarla" - «pragmateoeuomai» nel greco originale - nel tempo inaugurato con la sua partenza, "amministrandone proficuamente il capitale", e "commerciandola" per ottenere un "guadagno" secondo la volontà del Signore. Gesù dunque non andava a Gerusalemme per ristabilire il Regno che tutti aspettavano. Egli vi saliva per aprire un varco attraverso la morte e inaugurare un tempo di salvezza per tutte le genti; apparendo risorto sul Monte di Galilea, il Signore avrebbe poi affidato il Vangelo ai suoi discepoli, inviandoli a "trafficarlo" come aveva fatto Lui, con la predicazione e il martirio, in tutte le città e villaggi, sino ai confini della terra.
Anche noi oggi siamo "vicini" alla croce piantata nella nostra "Gerusalemme", la famiglia, il lavoro, la scuola. Forse siamo ancora acerbi, e pensiamo che il cristianesimo sia una religione come tutte le altre, dalla quale attingere "da un momento all’altro" quello di cui abbiamo bisogno. Ma il Signore ci rivela oggi la verità che dà senso e sostanza alla nostra vita: Lui ci ha scelti, chiamati, perdonati per affidarci la "mina" che definisce la nostra primogenitura. Il Vangelo ha operato in noi molti segni, e oggi siamo inviati a tutti per "trafficarlo", annunciando e offrendo la salvezza in cambio dei peccati, perché "quando noi moriamo il mondo riceve la vita". La nostra storia è immersa in un tempo di Grazia, dove ogni evento è un’occasione irripetibile per "guadagnare" un’anima a Cristo. Per questo il demonio, il "nemico" che "non vuole che il Signore regni" sugli uomini, farà di tutto per distoglierci dalla nostra missione e così trasformarci in "servi malvagi". Userà la croce di ogni giorno per mostrarci il Signore come un "uomo severo" che "prende" l'amore che "non ha messo in deposito", e vuole "mietere" la vittoria "che non ha seminato", lasciandoci soli di fronte alle difficoltà e ai fallimenti. Ci tenterà con la "paura" della morte per spingerci a "nascondere nel fazzoletto" della superbia e dell'ipocrisia il Vangelo, perché non giunga a chi ci è accanto. Vorrà ingannarci con gli scandali mentendo sulla Chiesa che ci ama come una madre, la "banca" cui ricorrere per difendere il "capitale" in tempi di crisi. Possiamo difenderci solo "giudicando" il demonio "dalle sue stesse parole", confrontandole una per una con quelle del Vangelo compiute nella nostra vita e in quella di tanti fratelli, nella certezza che il Signore ci difenderà e tornerà ad "uccidere davanti a lui il nemico". Ci attende una ricompensa eterna, la vita piena "data a chiunque ha" frutti da presentare, la gioia moltiplicata dalla Grazia che ci accompagna ogni giorno, da condividere nella "città celeste" con coloro a cui abbiamo annunciato il Vangelo donandoci senza riserve qui sulla terra.