lunedì 17 dicembre 2012

E' Natale, è Natale, si può fare... che cosa? 2

Il Tempo Liturgico che stiamo vivendo mi sembra il più propizio per una ri-lettura delle opere di misericordia, che per un cristiano non sono un optional, come ricordava il Papa durante l'Angelus di ieri, III domenica di Avvento... Lo stesso Santo Padre ha pubblicato recentemente sul tema la Lettera Apostolica "Intima Ecclesiae Natura" (v. post pubblicato il 1 dicembre scorso). 
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 Parlare della carità spesso ci può far illudere anche di praticarla, di operare veramente nel senso di quell'amore che il vangelo ci narra e che Gesù ci comanda. Oggi tuttavia i segni di barbarie e di smarrimento di ciò che la carità significa - giustizia, solidarietà, compassione - sono davanti ai nostri occhi e noi stessi ne siamo i protagonisti. In questi tempi di indifferenza, siamo chiamati a riscoprire l'essenziale, a discernere ciò che è irrinunciabile per la fede. La rilettura delle opere di misericordia, che questo testo propone, trova perciò una rinnovata attualità. Richiamare la tradizione delle opere di misericordia significa cogliere la carità come arte dell'incontro, della relazione, come prassi di umanità che travalica le fedi e che può unire ogni persona. È nell'oggi della storia che possiamo manifestare la differenza cristiana con la pratica dell'urgente carità. 
 Luciano Manicardi è nato nel 1957 a Campagnola Emilia (RE), si è laureato a Bologna con una tesi sul Salmo 68. È entrato nella comunità monastica di Bose nel 1980, dove ha continuato gli studi biblici. È il responsabile della formazione culturale dei novizi all'interno della comunità. Collabora a diverse riviste, tra cui Parola Spirito e Vita. Attento all'intrecciarsi dei dati biblici con le acquisizioni più recenti dell'antropologia, riesce a far emergere dalla Scrittura lo spessore esistenziale e la sapienza di vita di cui è portatrice.