sabato 8 dicembre 2012

La Grazia è più grande del peccato


Rendere gloria a Cristo che viene in questo tempo di Natale, è venerare la gloriosa Madre che ha avuto ed ha ancora oggi la missione di condurre l'uomo a Cristo e di insegnargli a fare tutto quello che Egli dirà, come alle nozze di Cana. Preservata dal male delle origini, Maria segna l'inizio del compimento delle promesse antiche, obbedendo, nella fede, alla chiamata di Dio per diventare la Madre del Salvatore.
Buona solennità pb. Vito Valente.




(*): Vedi anche a proposito della festa di oggi i post seguenti:

12 ore fa
Siamo entrati nella Solennità della Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (*). Per una festa così speciale propongo un testo speciale, "L'Ancella del Signore", di Adrienne Von Speyr. Buona festa! Pb. Vito Valente.


07 Dic 2011
In questo simbolo, si dice che Dio è disceso dal cielo e si è fatto uomo propter nos et propter nostram salutem. Dio non ha voluto l'incarnazione per sé, ma per noi. Questo significa che il disegno divino, sin dall'eternità, è stato ...


07 Dic 2011
AVE MARIS STELLA, Inno Gregoriano, Schola Gregoriana Mediolanensis, Giov... Entriamo nella Solennità della Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria con questo inno dalla grande Tradizione: Ave, o stella del ...

08 Dic 2011
IL COMMENTO. Un appuntamento fissato prima che il mondo fosse. Quel giorno a Nazaret non fu tutto per caso. La Vergine Maria era stata concepita senza peccato, Immacolata Concezione, perchè tutto, ma proprio tutto di ...

08 Dic 2011
TOTA PULCHRA ES MARIA, Schola Gregoriana Mediolanensis, Giovanni Vianini... Ecco qui il canto di lode alla Tutta Santa Immacolata; in basso il testo italiano e quello latino.

08 Dic 2011
E finalmente, tra i tantissimi cantori della bellezza spirituale della Madre di Dio, spicca san Bernardo di Chiaravalle il quale afferma che l'invocazione «Ave Maria piena di grazia» è «gradita a Dio, agli angeli e agli uomini.






Il mistero dell’Immacolata Concezione è fonte
 di luce interiore, di speranza e di conforto. 
In mezzo alle prove della vita 
e specialmente alle contraddizioni
 che l’uomo sperimenta dentro di sé e intorno a sé, 
Maria, Madre di Cristo, ci dice
 che la Grazia è più grande del peccato, 
che la misericordia di Dio è più potente del male
 e sa trasformarlo in bene.

Benedetto XVI, Angelus, 8 dicembre 2010

* * *

"La Santissima Vergine sta tra suo Figlio e noi. Quanto più siamo peccatori, tanto più Ella sente tenerezza e compassione per noi"

San Giovanni Maria Vianney, "Curato d'Ars" (1786 –1859) 

* * *

Diceva Padre Pio che la scorciatoia per arrivare a Dio è quella che passa per Maria.
Non c’è dubbio che per scoprire il volto di Gesù, bisogna rivolgersi alla Madre, ed è a Lei che ci rivolgiamo per guarire le nostre malattie, per trasformare le nostre lacrime in preghiera, a Lei offriamo le nostre sofferenze e preoccupazioni per la salvezza delle anime, la nostra solitudine perché diventi contemplazione, le nostre paure affinché si trasformino in speranza.
Fiduciosi, come ha scritto San Bernardo di Chiaravalle nella preghiera “Memorare”, che “non si è mai udito al mondo che alcuno sia ricorso alla protezione di Maria, abbia implorato il suo aiuto, abbia chiesto il suo soccorso, e sia stato abbandonato”.


* * *

Lc 1,26-38 

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe.
La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.
Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”.
Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.


Il commento

Come per qualunque altro evento, quel giorno a Nazaret non fu tutto per caso; una storia che sgorgava dall'eternità si destava nella casa di una ragazza, apparentemente, come tante altre, ma, segretamente, concepita senza peccato originale perché tutto, ma proprio tutto di Lei fosse per il Signore. Verosimilmente, Ella non ne sapeva nulla, come nulla si sa di Lei, prima di quel giorno "durante il sesto mese della gravidanza di Elisabetta" sua cugina. Silenzio assoluto sui suoi pensieri, i desideri, le ansie, le speranze. Nulla sino a quando, improvvisamente, appare Gabriele ad "una ragazza di nome Maria, promessa sposa di Giuseppe". Un nome e un abbozzo di futuro, un progetto di vita, e all'improvviso, tra le ore d'una normalissima vita d'una normalissima ragazza di Galilea irrompe Dio: "Tu sarai la madre del Figlio di Dio", la madre dell'atteso di tutto Israele. Ma "come è possibile", Maria non è ancora sposata, tuttavia non vive con Giuseppe. Ma per Dio nella è impossibile, non c'è nulla da temere, Egli l'ha colmata di Grazia, Immacolata per l'Immacolato. Una storia senza inizio né fine che si fa carne in quell'istante, senza preavvisi. Sino ad allora era stato solo un appuntamento segnato sul taccuino di Dio, un segreto serbato nel cuore dell'Altissimo. Una notizia e il mondo cambia e vira la storia, Dio si fa Uomo nel seno d'una donna. Solo una Parola: "Sarai Madre. E il Figlio sarà Dio. E salverà il mondo". Nessun accenno su quel che Maria dovrà fare, pensare, cambiare, attuare. Gabriele le annuncia quel che sarà, non quel che dovrà fare.  L'incarnazione dell'annuncio darà vita a  nuovi pensieri, desideri, criteri, e Maria farà quel che sarà, la Madre del suo Figlio, sino alla Croce, dove una spada le trapasserà il cuore. Quello che era stato nella volontà eterna di Dio si coagula in quella Fanciulla, che da allora sarà sempre con il Figlio. Salvata da sempre per il Salvatore, Corredentrice del Redentore, Tutta pura del tutto Puro, Maria per Gesù..

E noi siamo il frutto sbocciato in quell'incontro, la nostra vita sgorgata dallo stesso seno. Tu ed io tra Maria e Gesù, per Maria e Gesù, mentre é fissato anche per noi un appuntamento. I nostri nomi, infatti, sono, da sempre, sull'agenda di Dio, le nostre vite percorse da un'attesa, anche se non ne siamo consapevoli, proprio come fu per Maria. Le giornate, le settimane, i mesi, gli anni scorrono dentro una storia di gioie e di dolori e, diversamente da Maria, di peccati, perché noi non siamo immacolati. Pesano le conseguenze dell'originale peccato, e la carne grava sulle nostre esistenze con un peso spesso insopportabile, schiavi d'un padrone che tiranneggia pensieri, cuore e azioni. Ma, all'improvviso e senza preavviso, ecco un annuncio. Ma come, nessuno ci ha avvisati, il mondo, la scuola, il lavoro, la cultura, ci avevano lasciati mendicanti sul ciglio d'una strada sperando un po' d'amore e qualcosa per non morire di fame. Lavoro, famiglia, viaggi, svaghi, sport, studio, cose, tutto per sentirsi vivi, e accorgersi d'essere quasi morti. E Lui appare all'improvviso, e in quell'istante cambia la vita. Il suo sguardo, le sue parole, poche, come quelle rivolte a Zaccheo: "Scendi, oggi mi fermo a casa tua", in quest'oggi che porta dentro tutti i nostri oggi passati. Quest'oggi partorito dai tanti ieri gravidi di un futuro incerto, è l'inizio d'un domani nuovo. Come la Croce è il seno glorioso della Risurrezione, e la morte in Cristo non è altro che l'utero benedetto della Vita che non muore. Cristo in noi, e tutto quello che è stato, i pezzi di storia passata, sconnessi, stonati, confusi, brillano di luce nuova. Tutto diviene armonico, ogni istante come la nota esatta sullo spartito di una incomparabile sinfonia; nulla fuori posto, anche se fino ad un istante fa sembrava tutto in disordine, senza capo né coda: tutto di noi era per Lui, da sempre, perché vi era il suo disegno dentro la nostra storia. Nell'Immacolata concezione di Maria c'era anche la nostra vita, impura eppure immacolata, una tela di peccati già gravidi di misericordia. La sua Grazia giunge a noi grazie ad un appuntamento, dove un annuncio ci dona la salvezza, la pace, la gioia. Siamo suoi, e questo è tutto. E' festa oggi. L'Immacolata Concezione ci svela il segreto d'un dogma arcano: come Lei e per Lei siamo di Gesù. Tutto di noi è per Lui. Ogni cellula della nostra esistenza, ogni secondo è colmo di senso, orientato alla pienezza di Cristo in noi. Nulla è perduto, nulla è annoiato. Tutto è santo, eletto, sigillato per Lui. Tutto in noi prepara il parto benedetto; quell'istante che s'affaccia sulle nostre giornate, un insulto, una malattia, un fallimento, perché le nostre notti sono i gusci dove si cela la luce di Cristo pronta ad illuminare le tenebre del mondo, come la carne di Maria custodiva Cristo per donarlo ad ogni uomo. Ella é per noi il cammino che ci riconduce alla libertá; in Lei possiamo, giorno dopo giorno, vedere purificati i cuori e le intenzioni, perché possano tornare ad essere immacolati, consegnati a Cristo, come strumenti d'amore.

* * *


BOLOGNA, sabato 8 dicembre 2012 - Omelia tenuta nella basilica di San Petronio dal cardinale arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra.

1. «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». E’ con queste parole, come abbiamo sentito, che l’angelo Gabriele saluta Maria. Esse sono state lungamente meditate dalla Chiesa lungo i secoli: dai più semplici fedeli ai più grandi maestri della fede. Attraverso di esse la Chiesa è giunta ad una conclusione, che è la seguente.
“Maria”, Madre del Verbo incarnato “in considerazione dei meriti del suo Figlio, è stata redenta in modo più eminente, preservata da ogni macchia del peccato originale, e colmata del dono della grazia più che tutte le altre creature” [Paolo VI, Solenne professione di fede §14; EV 13, 550]. Maria è stata concepita esente da quella “macchia” che è presente in ogni persona umana alla sua origine. Ella pertanto è l’inizio della nuova creazione, opera del sacrificio redentore di Cristo. E’ questo evento, è questo mistero che oggi la Chiesa celebra.
La seconda lettura, cari fratelli e sorelle, ci rivela lo stupendo progetto che Dio, il Padre del Signore nostro Gesù Cristo, ha disegnato riguardo all’uomo. Egli ha voluto, come abbiamo sentito, che ogni persona umana, ciascuno di noi fosse «santo ed immacolato al suo cospetto nella carità». Per realizzare questo progetto di santità ci ha destinati ad essere suoi figli adottivi; a partecipare cioè alla vita divina del suo Figlio unigenito, Gesù Cristo. Dunque, nessuno di noi viene al mondo per caso; è portatore di un disegno divino, di un senso: entrare a far parte della stessa famiglia divina come figli adottivi, ad immagine dell’unigenito Figlio Gesù Cristo.
La prima lettura che abbiamo ascoltato ci rivela tuttavia che il primo uomo e la prima donna hanno rifiutato l’obbedienza al progetto di Dio. E la nostra fede ci insegna che il peccato personale di Adamo ed Eva ha causato una nefasta conseguenza in tutta l’umanità. A causa del peccato commesso dalla coppia originaria, ciascuna persona umana eredita da essa una condizione di non-rettitudine morale. Al peccato personale di Eva ed Adamo corrisponde uno stato di ingiustizia davanti a Dio in ogni persona umana, che non è conseguenza di un peccato personale, perché contratto al momento della sua concezione. L’apostolo Paolo scrive: «per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori» [Rom 5, 19].
Prima che la persona raggiunga l’uso della sua ragione e faccia le sue scelte, essa si trova già ad essere in una condizione di difformità dal progetto di Dio sull’uomo; in questo senso, si trova in una condizione di peccato non conseguente ad una decisione propria ma alla decisione della coppia originaria.
E’ da questa condizione di peccato che Maria, in previsione del sacrificio del suo Figlio, è stata preservata. E’ questo straordinario gesto di amore preveniente, compiuto nei confronti di Maria, che stiamo celebrando.
2. Cari fratelli e sorelle, come avete sentito, la seconda lettura inizia con un invito a benedire Dio, a lodarlo per i suoi benefici, a rendergli grazie per averci Egli benedetto «con ogni benedizione spirituale».
Questo invito implica tuttavia anche un altro invito: riconoscere l’abisso di miseria da cui l’amore redentivo di Cristo ha dovuto liberarci. Ogni lode della grazia di Dio presuppone ed implica sempre il riconoscimento del nostro smisurato bisogno di redenzione. I due momenti spirituali sono indissociabili: la prima senza il secondo è alienazione; il secondo senza la prima è disperazione. Oggi la Chiesa testimonia semplicemente la verità che Dio ha voluto rivelarci circa il suo mistero: un mistero di misericordia; e circa il mistero dell’uomo: un abisso di miseria. La falsificazione del mistero di Dio finisce col renderlo insignificante per l’uomo; del mistero dell’uomo finisce col farci vivere in un perenne compromesso colla menzogna peggiore, quella circa se stessi.
Quale grandezza dimostra oggi la misericordia di Dio in Cristo! In Maria riporta l’umanità alla santità della sua prima origine.
Quanta luce la solennità odierna getta su tutta la tragica vicenda della modernità! Essa ha constatato – e quale persona pensosa può negarlo? – ciò che potremmo chiamare un “vizio di forma”, che si è propagato di generazione in generazione lungo tutta la storia umana. Ma – ed è stato un errore fatale – la modernità ha voluto porre l’origine di questa situazione prescindendo e al di fuori di un dramma intervenuto nel rapporto dell’uomo con Dio. Il “legno storto” che è l’umanità, ha negato che la sua stortura dipendesse dall’avere l’uomo distorto il suo rapporto con Dio. Quali le conseguenze?
O l’uomo si è attribuito il compito e la capacità di guarire da solo; di raddrizzare da solo il “legno storto” della nostra umanità; di riportare la giustizia sulla terra. Oppure si è rassegnato al suo male, alla sua condizione: o nella disperazione o in un gaio nichilismo.
La solennità odierna, celebrando la potenza della grazia di Cristo che preserva Maria dal peccato originale, ci svela il mistero di Dio e scioglie l’enigma umano. Come è stato scritto, infatti, «nulla ci urta più brutalmente» della dottrina del peccato originale «e intanto, senza questo mistero, che è il più incomprensibile di tutti, siamo incomprensibili a noi stessi … così che l’uomo è più inconcepibile senza questo mistero, di quanto questo mistero non sia inconcepibile all’uomo [B. Pascal, Pensieri, ed. Brunschvicg 434].