venerdì 22 marzo 2013

Catalina Rivas - "La Passione" 3






  Catalina Rivas (*)
LA PASSIONE  3
* * * 
GESÙ VIENE CONDANNATO A MORTE
All'alba, Caifa ordinò che Mi conducessero da Pilato perché pronunciasse la sentenza di morte.
Questi Mi interrogò, desideroso di trovare un motivo per condannarMi, ma, allo stesso tempo, la sua coscienza lo tormentava e provava un grande timore per l'ingiustizia che stava per commettere. Alla fine, trovò un mezzo per disinteressarsi di Me, e ordinò che Mi riportassero da Erode.
In Pilato, sono fedelmente rappresentate le Anime che, sentendo nello stesso tempo il movimento della grazia e delle loro passioni, vengono dominate dal “rispetto umano”, accecate dall'amor proprio e, temendo di sembrare ridicole, lasciano passare la Grazia.
Nulla risposi a tutte le domande di Pilato.
Ma, quando Mi chiese:
“Sei Tu il Re dei Giudei? (Matteo 27,11) - con gravità e fermezza d'animo, risposi:
“Tu lo hai detto, Io sono Re, ma il Mio Regno non è di questo mondo…” (Giovanni 18,37).
Con queste parole volli indicare a molte Anime che, quando si presenta l'occasione di sopportare la sofferenza o una umiliazione, che potrebbero facilmente evitare, debbono rispondere con generosità:
“Il mio Regno non è di questo Mondo, e cioè, non cerco le lodi degli uomini; la mia Patria non è questa, avrò il mio riposo in quella Patria che lo è veramente”.
E adesso, coraggio, devo compiere il Mio dovere, senza tenere conto delle opinioni del Mondo. Ciò che Mi importa non è la sua stima, ma il seguire la voce della Grazia, soffocando i richiami della natura. Se non sono capace di vincere da solo, pregherò per avere forza e consiglio, ma, in molte occasioni, le passioni ed un eccessivo amor proprio, accecano l'anima e la spingono a compiere il male.
Non sono né 10 e neppure 20 i carnefici che straziano il Mio Corpo… sono moltissime le mani che feriscono il Mio Corpo, ricevendo la Comunione nella mano: opera sacrilega di Satana.
Come potete contemplarMi in questo mare di dolore e di amarezza, senza che il vostro cuore si muova a compassione?
Ma non sono i carnefici… quelli che devono consolarMi, siete voi, Anime Elette, che dovete alleviare il Mio Dolore.
Contemplate le Mie ferite e vedete se ci sono degli altri che abbiano sofferto tanto quanto Me, per dimostrarvi il loro Amore. 



GESÙ È CORONATO DI SPINE

Nel Volere del Padre Mio… ho vissuto giorni di intensa tristezza, senza lamentarMi, ma nell'accettazione di ciò che il Padre voleva farMi vivere.
Quando venni catturato nell'Orto, quelli che Mi accusavano erano pronti ad ogni menzogna. Io Mi lasciai portare dove volevano, senza fare la minima resistenza.
Quando hanno voluto cingerMi il Capo con la corona di spine, ho chinato addirittura la testa, perché prendevo tutto questo dalle mani di Colui che Mi aveva inviato nel Mondo.
Quando le braccia di quegli uomini crudeli furono esauste, a forza di caricare di percosse il Mio Corpo, misero sul Mio Capo una corona intrecciata con dei rami spinosi, e, sfilando davanti a Me, Mi dicevano:
“Così, sei un Re?… Ti salutiamo!”.
Alcuni Mi sputavano addosso, altri Mi insultavano, altri ancora Mi davano altre percosse sul Capo. Ognuno aggiungeva un nuovo dolore al Mio Corpo, maltrattato e disfatto.
Sono stanco, non ho dove riposare.
PrestaMi il tuo cuore e le tue braccia, per poterMi rifugiare nel tuo Amore.
Ho freddo ed ho la febbre.
AbbracciaMi per un momento, prima che continuino a distruggere questo Tempio dell'Amore.
I soldati ed i carnefici, con le loro sporche mani, spingono il Mio Corpo.
Altri, disgustati dal Mio Sangue, Mi spingono con le loro lance, riaprendo la Mia Carne.
Con uno spintone, Mi fanno sedere sopra delle pietre taglienti, piango in silenzio per il dolore e, loro, in modo grottesco, si burlano delle Mie lacrime.
Infine, Mi lacerano le tempie, premendo con forza la corona di rami spinosi intrecciati.
Considerate come, con quella corona, ho voluto espiare i peccati di superbia di tante Anime, che si lasciano soggiogare dalle false opinioni del Mondo e che desiderano essere stimate in modo eccessivo. Ma, soprattutto, ho permesso che Mi incoronassero di spine e che, per questo, la Mia testa soffrisse crudelmente, per potere, con questa volontaria Umiltà, riparare le ripugnanze e le orgogliose pretese di tante Anime, che non vogliono seguire la via tracciata dalla Mia Provvidenza, giudicandola indegna dei loro meriti e della loro condizione.
Nessun cammino è umiliante… quando viene tracciato dalla Volontà di Dio...
Invano, cercherete di ingannare voi stessi, pensando di seguire la Volontà di Dio, e nella piena sottomissione di quanto vi chiede.
Nel mondo, vi sono delle persone che, quando giunge il momento della decisione - ovvero di intraprendere un nuovo genere di vita - riflettono ed esaminano i desideri del loro cuore. Talvolta trovano, in questo o in quella persona con cui progettano di unirsi, solide fondamenta per una vita pia e cristiana.
Forse vedranno che adempiono i loro doveri familiari in modo da poter soddisfare il loro desiderio di felicità, ma la vanità e l'orgoglio oscurano il loro Spirito, e così si lasciano trascinare dall'assillante desiderio di figurare, di essere notati.
Ed ecco che si danno da fare per cercare qualcuno che, essendo più nobile, più ricco, soddisfi la loro ambizione.
Ah, come stupidamente si accecano!
No, dirò loro: non troverete la vera felicità in questo Mondo, e fosse vero che la possiate trovare nell'altro!
Badate bene, che vi mettete in un grande pericolo!
Parlerò anche alle Anime che ho chiamato nella via della perfezione.
Quante illusioni vi sono in quelle che dicono di essere disposte a fare la Mia Volontà e che, invece, conficcano nel Mio Capo le spine della Mia corona.
Vi sono, in riferimento specifico a ciascuno, delle Anime che voglio per Me.
Conoscendole ed amandole, desidero collocarle lì, dove vivo, nella Mia Sapienza infinita, dove troveranno tutto ciò che è necessario per raggiungere la Santità: sarà lì che Io Mi farò conoscere da loro, e sarà lì che Mi daranno più consolazione, più Amore e più Anime.
Ma quante delusioni!
Quante Anime si accecano a causa dell'orgoglio e della superbia o per una meschina ambizione.
Piena la testa di vani ed inutili pensieri, si rifiutano di seguire il cammino che il Mio Amore traccia per loro.
Anime che Io ho scelto, credete forse di compiere la Mia Volontà, facendo resistenza alla voce della Grazia, che vi chiama e che vi guida per quel sentiero che il vostro orgoglio respinge?
Figlia Mia, amore dei Miei dolori, consolaMi… costruisci, nel tuo piccolo cuore, un trono per il tuo Re e Salvatore e incoronaMi di baci.
Coronato di spine e coperto con un manto di porpora, i soldati Mi presentano di nuovo a Pilato.
Non trovando in Me un delitto per il quale castigarMi, Pilato Mi fece varie domande, chiedendoMi perché non lo contestavo, sapendo che lui aveva ogni Potere su di Me.
Rompendo, allora, il Mio silenzio, gli dissi:
“Non avresti questo Potere se non ti venisse dato dall'Alto, ma è necessario che si compiano le Scritture”.
E, abbandonandoMi al Padre Mio Celeste, tacqui di nuovo… 



BARABBA VIENE LIBERATO

Pilato, turbato dall'avvertimento di sua moglie, conteso tra i rimorsi della sua coscienza e la paura della rivolta del popolo, cercava un mezzo per liberarMi.
Perciò, Mi espose alla vista del popolaccio, nel pietoso stato nel quale Io Mi trovavo, proponendo loro di darMi la libertà e di condannare, al Mio posto, Barabba, che era un ladro e un criminale famoso.
Il popolo rispose, unanime:
“Che muoia, sia invece liberato Barabba!” (Luca 23,18).
Anime che Mi amate, vedete come Mi hanno paragonato ad un criminale!
Vedete come Mi hanno fatto scendere ancora più in basso del più perverso degli uomini!
Sentite che grida furiose lanciano contro di Me!
Guardate, con quanta rabbia, chiedono la Mia morte!
Dovevo, forse, rifiutarMi di sottostare a tanti penosi affronti?
No!
Al contrario, li abbracciai e, per Amore delle Anime, per mostrarvi che questo Amore, non soltanto Mi ha condotto alla morte, ma ad una morte ignominiosa…
Non crediate, tuttavia, che la Mia natura umana non avvertisse ripugnanza o dolore!
Al contrario, volli sentire ogni genere di ripugnanza ed essere soggetto alla vostra stessa condizione… darvi, così, un esempio, per fortificarvi in ogni circostanza della vita e per potervi insegnare a vincere le ripugnanze alle quali siete esposti, quando si tratta di compiere la Volontà Divina.
Torniamo alle Anime, alle quali parlavo ieri…
Alle Anime chiamate allo stato di perfezione, che ragionano sulla Grazia e retrocedono davanti alla umiltà del cammino che indico loro, per timore dei giudizi del Mondo o facendo valere le proprie capacità. Si persuadano che saranno, in un altro modo, più utili, per il Mio servizio e per la Mia Gloria.
Risponderò, ora, a quelle Anime…
Dimmi:
“Ho rifiutato, Io… ho forse esitato quando Mi sono visto nascere, in una stalla, da genitori poveri ed umili, lontano dalla Mia casa e dalla Mia Patria, nella più cruda stagione dell'anno… di notte?” .
In seguito, ho vissuto trenta anni nel lavoro oscuro e faticoso di falegname.
Ho passato umiliazioni e scherni da parte di chi veniva a chiedere lavoro a Mio Padre Giuseppe.
Non ho disdegnato di aiutare Mia Madre nei lavori più umili della casa.
Tuttavia, non avevo forse più talenti di quanto non fossero necessari per quel rozzo lavoro di carpentiere?
Io, che all'età di 12 anni già istruivo i Dottori nel Tempio… ma tutto era Volontà del Padre Mio Celeste, e così Io Lo glorificavo.
Quando ho lasciato Nazaret e ho iniziato la Mia Vita pubblica, avrei potuto farMi conoscere come Messia e Figlio di Dio, e gli uomini avrebbero ascoltato i Miei Insegnamenti, con venerazione.
Non lo feci, poiché il Mio unico desiderio era di compiere la Volontà del Padre Mio…
E quando giunse l'ora della Mia Passione, attraverso la crudeltà degli uni e gli affronti degli altri, attraverso l'abbandono dei Miei e l'ingratitudine della folla, attraverso l'indicibile martirio del Mio Corpo e le avversioni della Mia Anima, vedete con quale grande Amore, ancora, scoprivo e abbracciavo la Volontà del Padre Mio Celeste.
Così, quando l'Anima, sormontando difficoltà e ripugnanze, si sottomette generosamente alla Volontà di Dio, giunge un momento in cui, unita intimamente a Lui, gioisce delle più ineffabili dolcezze.
Questo che ho detto alle Anime, che provano ripugnanza per la vita umile e oscura, lo ripeto per quelle che, invece, sono chiamate a lavorare in continuo contatto con il Mondo, mentre si sentono più attirate dalla completa solitudine e dai lavori più umili e nascosti.
Anime scelte, la vostra felicità e la vostra perfezione non consistono nel seguire i vostri piaceri e le vostre naturali inclinazioni, nel venire riconosciute o no dalle Creature, nell'usare o nascondere il talento che possedete, ma nell'unirvi e conformarvi per Amore e con una totale sottomissione alla Volontà di Dio, alla quale vi chiama per la Sua Gloria e per la vostra santificazione.
Basta per oggi, figliola, ama e abbraccia con gioia la Mia Volontà… già sai che è, in tutto, progettata dall'Amore.

Medita per un momento sull'indicibile martirio del Mio Cuore, quando Mi sono visto posposto a Barabba.

· Come Mi sono ritornate, allora, alla mente le tenerezze di Mia Madre, quando Mi stringeva al Suo Cuore!…
· Come avevo presente le premure e le fatiche che il Mio Padre adottivo patì, per mostrarMi il Suo Amore!…
· Come Mi ritornavano alla mente i benefici che così prontamente avevo riversato su quel Popolo ingrato, ridando la vista ai ciechi, restituendo la salute agli infermi, l'uso delle proprie membra a chi l'aveva perduto, sfamato le turbe e risuscitato i morti.


E ora, verme ridotto allo stato più spregevole!
Sono il più odiato degli uomini e vengo condannato a morte, come un infame ladrone. 


GESÙ PERDONA ANCHE IL PIÙ GRANDE PECCATORE
Pilato ha pronunciato la “Sentenza”.
Figlioli Miei, considerate attentamente quanto il Mio Cuore ha sofferto…
Dopo esserMi offerto nell'Orto degli Ulivi, Giuda se ne andò errante e fuggitivo, senza riuscire a far tacere la sua coscienza, che lo accusava del più orribile sacrilegio.
Quando giunse ai suoi orecchi la “Sentenza di Morte” pronunciata contro di Me, si lasciò andare alla più terribile disperazione e si impiccò.
Chi potrà comprendere l'intenso dolore del Mio Cuore, quando vidi gettarsi alla perdizione eterna quell'Anima, che aveva trascorso tre anni alla “Scuola del Mio Amore”, apprendendo la Mia Dottrina, ricevendo i Miei Insegnamenti, ascoltando come, tante volte, le Mie labbra avevano perdonato ai più grandi peccatori.
Giuda!
Perché non vieni a gettarti ai Miei piedi… affinché Io ti perdoni?
Se non osi avvicinarti a Me, per paura di quelli che Mi circondano e che Mi maltrattano con tanto furore, guardaMi, almeno… vedrai come i Miei occhi si fissano in te.
Anime che vi siete cacciate nei peccati più grandi…
· Se, per più o meno tempo, avete vissuto erranti e fuggitive a causa dei vostri delitti…
· Se i peccati di cui siete colpevoli vi hanno accecato e indurito il cuore…
· Se, per seguire alcune passioni, siete cadute nelle più gravi sregolatezze, non lasciatevi prendere dalla disperazione quando i complici dei vostri peccati vi abbandoneranno e quando la vostra Anima si rende conto della sua colpa…


Finché l'uomo possiede ancora un istante di vita, fa ancora in tempo a ricorrere alla Misericordia e ad implorare il perdono.

· Se siete giovani e gli scandali della vostra vita passata vi hanno messo, davanti agli uomini, in uno stato di degradazione, non temete!

Anche quando il Mondo vi disprezza e vi tratta come dei malvagi, vi insulta e vi abbandona, state sicuri che il vostro Dio non vuole che la vostra Anima finisca nelle fiamme dell'Inferno. Vuole che osiate parlarGli, che osiate rivolgere a Lui sguardi e sospiri del cuore, e subito vedrete come la Sua Mano paterna e piena di Bontà vi condurrà alla fonte del perdono e della vita.
· Se, per malizia, hai trascorso chissà quanta parte della tua vita nel disordine e nell'indifferenza e, vicino già all'Eternità, la disperazione ti pone una benda sugli occhi, non lasciarti ingannare: è ancora tempo di perdono.

Ascoltate bene:

· Se vi rimane un solo secondo di vita, approfittatene, perché in questo secondo potete guadagnare la vita eterna.
· Se avete trascorso la vostra esistenza nell'ignoranza e nell'errore…
· Se siete stati la causa di grandi danni verso gli uomini, verso la società e perfino verso la Religione.
· Se, per una qualsiasi circostanza, conoscete il vostro errore, non vi lasciate abbattere dal peso delle colpe, né dal danno di cui siete stati strumento, ma, al contrario, lasciate che la vostra Anima venga penetrata dal più vivo pentimento, inabissatevi nella fiducia e ricorrete a Colui che sempre vi sta aspettando per perdonarvi.

Lo stesso accade… se si tratta di un'Anima, che ha trascorso i primi anni della sua vita nella fedele osservanza dei Miei Comandamenti, ma che ha diminuito, a poco a poco, il fervore, passando ad una vita tiepida e comoda…
Non nascondere nulla di ciò che ti dico, poiché tutto è a beneficio dell'intera Umanità… Ripetilo alla luce del Sole, predicalo a chi vuole veramente ascoltarlo.
L'Anima che, un bel giorno riceve una forte scossa che la risveglia, immediatamente si accorge che la sua vita è inutile, vuota, senza meriti per l'Eternità.
Il maligno, con una infernale invidia, l'attacca, allora, in mille modi, facendo risaltare le sue colpe, le ispira tristezza e scoraggiamento, finendo con il portarla alla paura e alla disperazione.
Anima, che Mi appartieni, non far caso a questo crudele nemico e, non appena senti l'ispirazione della Grazia, all'inizio della tua lotta, corri al Mio Cuore, percepisci e contempla come una goccia del Suo Sangue scende sopra la tua Anima e vieni a Me.
Già sai come incontrarMi: sotto il velo della Fede… Alzalo e dimMi, con tutta fiducia, le tue pene, le tue miserie, le tue cadute… Ascolta, con rispetto, le Mie parole e non temere per il passato. Il Mio Cuore lo ha sommerso nell'abisso della Mia Misericordia e del Mio Amore.
La tua vita passata ti darà l'umiltà che ti riempirà.
E se vuoi darMi la miglior prova d'Amore, abbi fiducia e conta sul Mio perdono… CrediMi… non riusciranno mai i tuoi peccati ad essere più grandi della Mia Misericordia, che è infinita! 



GESÙ SALE AL CALVARIO
Continuiamo, figliola.
SeguiMi nel cammino del Calvario, curvo sotto il peso della Croce…
Mentre il Mio Cuore era immerso nell'abisso di tristezza per la dannazione eterna di Giuda, i crudeli carnefici, insensibili al Mio dolore, caricarono sulle Mie spalle piagate la dura e pesante Croce, sulla quale dovevo consumare il Mistero della Redenzione del Mondo.
ContemplateMi, Angeli del Cielo!
Guardate il Creatore di tutte le meraviglie, il Dio a Cui rendono adorazione gli Spiriti Celesti, vedeteLo mentre si avvia al Calvario, mentre porta sulle Sue spalle il Legno Santo e Benedetto, che riceverà il Suo ultimo respiro.
GuardateMi anche voi, Anime, che volete fedelmente imitarMi!
Il Mio Corpo, distrutto da tanti tormenti, cammina, senza forze, bagnato di sudore e di sangue…
Soffro, senza che nessuno compatisca il Mio dolore!
La moltitudine Mi accompagna e non c'è una sola persona che abbia pietà di Me.
Tutti Mi ruotano intorno, come lupi affamati, desiderosi di divorare la preda…
Tutti i Demoni erano saliti dall'Inferno, per rendere più duro il Mio soffrire.
La fatica che sento è talmente grande e la Croce così pesante, che a metà del cammino cado svenuto.
Guardate come quegli uomini, inumani, Mi sollevano nel modo più brutale: uno Mi afferra un braccio… un altro Mi tira la veste che, incollata alle Mie ferite, le fa riaprire…
Uno Mi prende per il collo… un altro per i capelli… altri ancora scaricano colpi terribili su tutto il Mio Corpo, con i pugni e con i piedi.
La Croce cade sopra di Me e il suo peso Mi provoca nuove ferite.
Il Mio Volto sfrega sulle pietre della via e il sangue che ne esce si incolla sui Miei occhi, che sono quasi chiusi dai colpi… la polvere e il fango si mescolano al sangue: sono divenuto l'oggetto più ripugnante.
Il Padre Mio manda i Suoi Angeli per aiutarMi e sostenerMi… perché il Mio Corpo non perda conoscenza, cadendo al suolo… perché la battaglia non sia guadagnata, anzitempo, e Io perda così tutte le Mie Anime.
Cammino sopra le pietre, che fanno a pezzi i Miei piedi… inciampo e cado un'altra volta.
Getto lo sguardo ai lati della via, in cerca di un piccolo sguardo d'Amore, di una attenzione, di una partecipazione al Mio dolore, ma… non vedo nessuno.
Figli Miei, voi che seguite le Mie orme, non liberatevi della vostra croce, per quanto vi possa sembrare pesante!
Fatelo per Me!
Portando la vostra croce… Mi aiuterete a portare la Mia e, in quel duro cammino, incontrerete Mia Madre e le Anime Sante che vi daranno animo e sostegno.
SeguiteMi un momento e, dopo pochi passi, Mi vedrete alla presenza della Madre Mia Santissima che, con il Cuore trafitto dal dolore, Mi viene incontro per due ragioni:
· per acquistare nuova forza di soffrire alla vista del Suo Dio,
· per dare a Suo Figlio, con la Sua attitudine eroica, il coraggio per continuare l'Opera della Redenzione.

Considerate il martirio di questi due Cuori!
Colui che ama di più Mia Madre è Suo Figlio… Non può darMi nessun aiuto e sa che la Sua vista aumenterà ancora di più le Mie sofferenze, ma aumenterà anche la Mia forza, per compiere la Volontà del Padre.
Colei che Io amo di più sulla Terra è Mia Madre, e non solamente non La posso consolare, ma lo stato deplorevole, nel quale Mi vede, procura al Suo Cuore una sofferenza simile alla Mia.
Si lascia sfuggire un singhiozzo.
La morte che Io soffro nel Mio Corpo… la riceve Mia Madre nel Cuore!…
Come si inchiodano i Suoi occhi nei Miei, e i Miei come si inchiodano nei Suoi!
Non pronunciamo una sola parola, ma quante cose dicono i nostri Cuori in questo doloroso sguardo!
Si, Mia Madre è stata presente a tutti i tormenti della Mia Passione, che si facevano presenti al Suo Spirito, per Rivelazione Divina.
Inoltre, diversi Discepoli, benché rimasti distanti, per paura dei Giudei, cercavano di tenersi informati di tutto e informavano Mia Madre…
Quando seppe che era stata pronunciata la Mia “Sentenza di Morte”, venne ad incontrarMi e non Mi abbandonò più, fino a quando non Mi deposero nel Sepolcro. 



GESÙ VIENE AIUTATO A PORTARE LA CROCE
Mi incammino verso il Calvario.
Quegli uomini iniqui, temendo di vederMi morire, prima di giungere alla fine, si mettono fra loro d'accordo, per cercare qualcuno che Mi aiuti a portare la Croce e prendono un uomo dei dintorni, chiamato Simone.
Guardalo, dietro di Me, mentre Mi aiuta a sollevare la Croce e considera, prima di tutto, due cose:

· Quest'uomo manca di buona volontà.
È un mercenario, poiché, se Mi accompagna e condivide con Me il peso della Croce, lo fa solo perché è stato requisito.
· Quando si sente troppo stanco, lui che fa: lascia cadere il peso sopra di Me e così Io cado in terra due volte.

Quest'uomo Mi aiuta, si, a sollevare parte del peso della Croce, ma non tutta la Mia Croce…
Ci sono Anime che camminano così, dietro a Me.


Accettano di aiutarMi a portare la Mia Croce, ma si preoccupano anche del conforto e del riposo.
Molte altre acconsentono di seguirMi e, per questo scopo, hanno abbracciato la vita perfetta. Però, non abbandonano il proprio interesse che, in molti casi, rimane la loro prima preoccupazione.
Così, vacillano e lasciano cadere la Mia Croce, quando la sentono troppo pesante; cercano il modo di soffrire il meno possibile, temono il sacrificio di sé, evitano, per quanto possono, l'umiliazione e la fatica e, ricordandosi, forse, con dolore, di ciò che lasceranno, cercano di procurarsi certe comodità e certi piaceri.

In una parola:

· Ci sono Anime così interessate e così egoiste, che vengono al Mio seguito più per loro che per Me.
· Si rassegnano, piuttosto, a dare solo quanto le infastidisce e che non possono evitare…
· Non Mi aiutano a portare più di una parte della Mia Croce, ma così piccola ed in tal modo che, a malapena, possono acquisire i meriti indispensabili per la loro salvezza. Ma, nell'Eternità, vedranno quanto sono rimaste lontane dalla via che dovevano percorrere.

Al contrario:

· Ci sono anime, e non sono poche, che, mosse dal loro desiderio di salvezza, ma soprattutto dall'Amore che sentono alla vista di ciò che per loro Io ho sofferto, si decidono a seguirMi sul cammino del Calvario… abbracciano la vita perfetta e si danno al Mio servizio, non per aiutarMi a portare parte della Croce, ma per portarla tutta intera.
Il loro unico desiderio è quello di farMi riposare e di consolarMi.
Con questo scopo, si offrono a tutto quanto la Mia Volontà chiede loro, cercando quanto possa piacerMi.
Non pensano né ai meriti, né alla ricompensa che spetta loro, né al riposo, né alla sofferenza, che ne verrà per loro.
La sola cosa che hanno presente è l'Amore che possono dimostrarMi, la consolazione che Mi possono procurare…
Se la Mia Croce si presenta sotto forma di infermità, se si nasconde in un lavoro contrario alle proprie inclinazioni o poco conforme alle personali attitudini, se giunge accompagnata dall'assenza delle persone che le circondano, l’accettano con totale sottomissione.
Ah, queste Anime sono quelle che portano veramente la Mia Croce, l’adorano, si servono di essa per procurare la Mia Gloria, senza nessun altro interesse, né paga, se non il Mio Amore.
Sono quelle che Mi rispettano e Mi glorificano…


Siate certi che, se voi non vedete il risultato delle vostre sofferenze e dei vostri sacrifici, o li vedete più tardi, non per questo sono stati vani e infruttuosi, ma, al contrario, daranno frutti abbondanti.
L'Anima, che ama veramente, non tiene conto di ciò che ha sofferto e lavorato, né si aspetta la tale o chissà quale ricompensa; cerca solo quello che crede dia Gloria al suo Dio…
Per Lui, non evita né lavoro, né fatica.
Non si agita e non si inquieta, né tanto meno perde la pace, se si vede contrariata o umiliata, poiché l'unico movente delle sue azioni è l'Amore, e l'Amore non guarda alle conseguenze e ai risultati.
È questo il fine delle Anime che non cercano ricompensa! L'unico loro fine è la Mia Gloria, il Mio conforto, il Mio riposo… per questo hanno preso tutta la Mia Croce e tutto il peso che la Mia Volontà vuole caricare su di loro.
Figli Miei, chiamateMi con il Mio Nome, poiché Gesù vuole dire tutto.
Io laverò i vostri piedi, quei piedi che hanno calpestato un sentiero scivoloso e che ora sono feriti per i colpi sulle pietre. Io li asciugherò, li guarirò, li bacerò e ritorneranno sani e non conosceranno nessun altro sentiero, se non quello che conduce a Me.
E siamo sul Calvario!
La moltitudine si agita, poiché si avvicina il momento terribile…
Estenuato dalla fatica, a malapena Mi posso muovere.
I Miei piedi sanguinano per le pietre del cammino…

Tre volte sono caduto durante il tragitto!
· Una volta, per dare la forza di convertirsi ai peccatori, abituati al peccato.
· Una seconda, per dare sollievo alle Anime che cadono per fragilità e per incoraggiare a risollevarsi e a riprendere con forza il cammino della virtù, quelle Anime impedite dalla tristezza e dalla inquietudine.
· E la terza, per aiutare le Anime ad uscire dal peccato, nell'ora della morte.



GESÙ È INCHIODATO ALLA CROCE
Guarda con che crudeltà Mi girano intorno quegli uomini induriti!
Uno tira la Croce e la stende sul suolo… un altro Mi strappa le vesti incollate alle ferite, che si aprono di nuovo e tornano a sanguinare.
Guardate, figli amati, quanta è la vergogna e la confusione che patisco nel vederMi così, di fronte a quella moltitudine immensa!
Quale dolore per la Mia anima!
I carnefici strappano la tunica che, con tanta cura, Mia Madre Mi fece, sin dall'infanzia, e che ingrandiva, mano a mano che Io crescevo!
La tirano a sorte.
Quale sarà la pena di Mia Madre, che contempla questa scena?
Quanto deve aver desiderato, Ella, di prendere quella tunica tutta impregnata, ora, del Mio Sangue!
Ma è giunta l'ora e, stendendoMi sopra la Croce, i carnefici prendono le Mie braccia e le tirano per farle arrivare ai fori già preparati…
Tutto il Mio Corpo si squarcia, sbilanciandosi da una parte all'altra, e le spine della corona penetrano nella Mia testa più profondamente ancora.
Sentite il primo colpo di martello, che inchioda la Mia mano destra… risuona fino alle profondità della terra.
Ascoltate, ancora… già inchiodano la Mia mano sinistra e, davanti ad un simile spettacolo, i Cieli tremano, gli Angeli si prostrano.
Io mantengo il più profondo silenzio.
Né un grido, né un gemito escono dalle Mie labbra, ma le Mie lacrime si mescolano con il sangue che copre il Mio Volto.
Dopo aver inchiodato le mani, tirano con crudeltà i piedi…
Le piaghe si aprono, i nervi delle Mie mani e delle braccia si squarciano… le ossa si slogano…
Il dolore è intenso!
I Miei piedi sono trapassati e il Mio Sangue bagna la terra!…
Contemplate, per un istante, quelle mani e quei piedi insanguinati… quel Corpo nudo, coperto di ferite, di orina e di sangue.
Sporco… quella testa trapassata da spine appuntite, bagnata di sudore, piena di polvere e coperta di sangue…
Ammirate il silenzio, la pazienza e la sopportazione con cui accetto queste sofferenze…
Chi è Colui che soffre così, vittima di tali ignominie?
È il Figlio di Dio!
Quello che ha fatto i Cieli, la terra, il mare e tutto quanto esiste…
Quello che ha Creato l'uomo…
Quello che tutto sostiene con il Suo Potere Infinito…
È lì, immobile, disprezzato, spogliato e seguito da una moltitudine di Anime che abbandoneranno beni di fortuna, famiglia, patria, onori, benessere, gloria e quanto può essere necessario, per dare a Lui gloria e dimostrarGli l'Amore di cui Gli sono debitori…
Ponete attenzione, Angeli del Cielo e, anche voi, Anime che Mi amate!…
I soldati stanno per rivoltare la Croce, per poter ribattere i chiodi ed evitare che possano uscire sotto il peso del Mio Corpo e Mi lascino cadere.
Il Mio Corpo va a dare alla terra il bacio di pace.
E mentre i colpi dei martelli risuonano nello spazio, sulla cima del Calvario si realizza lo spettacolo più stupefacente…
Mia Madre contemplava tutto ciò che accadeva ed era nell'impossibilità di darMi aiuto, ma Ella chiede e implora la Misericordia del Padre Mio Celeste…
Legioni di Angeli scendono, allora, a sostenere il Mio Corpo, lo adorano, affinché non sfreghi la terra e per evitare che venga schiacciato dal peso della Croce.
Contempla il tuo Gesù, disteso sulla Croce, senza poter fare il più leggero movimento... nudo, senza fama, senza onori, senza libertà... Tutto gli hanno tolto! Non c'è chi compatisca il suo dolore! Riceve solo tormenti, scherni e burle!
Se Mi ami davvero, a che cosa non sarai disposto per assomigliare a Me? Che cosa rifiuterai per obbedirMi, compiacerMi e consolarMi?...
Prostrati al suolo e lascia che Io ti dica queste parole:
· Che la Mia Volontà trionfi in te!
· Che il Mio Amore ti consumi!
· Che la tua miseria Mi glorifichi! 


GESÙ PRONUNCIA LE SUE ULTIME PAROLE
Figlia Mia, hai sentito e hai visto le Mie sofferenze; accompagnaMi fino alla fine e condividi il Mio dolore.
La Mia Croce è innalzata.
Questa è l'ora della Redenzione del Mondo!
Sono, per la moltitudine, lo spettacolo da burla… ma anche di ammirazione e di Amore per le Anime.
Questa Croce, fino ad ora strumento di supplizio, sulla quale spiravano i criminali, sarà, d'ora in poi, la Luce e la Pace del Mondo.
Nella Mia Sacra Scrittura, i peccatori incontreranno il perdono e la vita. Il Mio Sangue laverà e cancellerà le macchie dei loro peccati!
Nelle Mie Sacre Piaghe, verranno le Anime pure, a refrigerarsi e ad incendiarsi nel Mio Amore! In esse si rifugeranno e fisseranno ,per sempre, la loro dimora.
“Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno” (Luca 23,34): non hanno conosciuto Colui che è la loro vita… Hanno scaricato su di lui il furore delle loro iniquità.
Io Ti imploro, o Padre Mio, scarica su di loro la forza della Tua Misericordia!
“Oggi, sarai con Me in Paradiso” (Luca 23,43): poiché la tua Fede, nella Misericordia del tuo Salvatore, ha cancellato i tuoi crimini… Essa ti conduce alla vita eterna.
“Donna, ecco il Tuo Figlio!…” (Giovanni 19,26-27): Madre Mia, ecco qui i Miei fratelli! Guardali, amali… Non siano soli.
Oh, voi, per cui ho dato la Mia Vita, avete, ora, una Madre, alla Quale potete ricorrere in ogni vostra necessità. Nel darvi la Mia stessa Madre, vi ho tutti uniti con il legame più stretto.
L'Anima ha già, ora, il diritto di dire al suo Dio: “Perché Mi hai abbandonato?” (Matteo 27,46).
In effetti, consumato il Mistero della Redenzione, l'uomo è ritornato ad essere figlio di Dio, fratello di Gesù Cristo, erede della vita eterna…
Oh, Padre Mio… “Ho sete” della Tua Gloria…
Ed ecco, “giunta l'ora”… D'ora in poi, realizzatesi le Mie parole, il Mondo saprà che sei Tu Colui che Mi ha mandato e sarai glorificato.
“Ho sete” della Tua Gloria. Ho sete di Anime… E, per placare questa sete, ho versato fino all'ultima goccia del Mio Sangue.
Per questo posso dire: “Tutto è consumato” (Giovanni 19,30). Si è compiuto il grande Mistero d'Amore, per il quale “Dio offrì al Mondo il Suo proprio Figlio” (Giovanni 3,16), per rendere all'uomo la Vita…
“Venni al mondo per fare la Tua Volontà, o Padre Mio”. Ora, è compiuta!
A voi offro la Mia Anima, così, le Anime, che fanno la Mia Volontà, potranno veramente dire: “Tutto è compiuto…” (Giovanni 19,30).
Signore Mio e Dio Mio, ricevi la Mia Anima… La pongo nelle Tue amate mani.
Ho offerto al Padre la Mia Morte per le Anime agonizzanti, ed esse avranno la Vita.
Nell'ultimo grido che ho lanciato dalla Croce, ho abbracciato tutta l'Umanità passata, presente e futura.
Lo spasimo lacerante, con cui Mi sono staccato dalla Terra, è stato accolto dal Padre Mio, con infinito Amore, e tutto il Cielo per questo ha esultato, poiché la Mia Umanità entrava nella Gloria.
Nello stesso istante in cui rendevo il Mio Spirito, Mi sono incontrato con una moltitudine di Anime: chi Mi aspettava da Secoli e Secoli, chi da pochi mesi o giorni, ma tutti intensamente.
Dopo di che, questa sola gioia è stata sufficiente per tutte le pene da Me sofferte.
Sappiate che, in memoria di quell'incontro gioioso, Io ho deciso di assistere, e molte volte anche visibilmente, i moribondi.
Accordo a questi la salvezza, per onorare coloro che, con tanto Amore, Mi accolsero nel Cielo.
Pregate, dunque, per i moribondi, poiché Io li amo molto.
Tutte le volte che fanno l'offerta dell'ultimo grido che Io ho lanciato al Padre, saranno ascoltati; moltissime Grazie saranno da Me concesse per questo.
È stato un momento di gioia, quando si è presentata a Me tutta la Corte Celeste che, compatta e vibrante, aspettava la Mia Morte.
Ma, fra tutte le Anime che Mi circondavano, una era particolarmente gioiosa, tanto che brillava di gioia e d'Amore… Era Giuseppe che, più di tutti, capiva quale Gloria Io avessi acquisito, dopo tante acerbe lotte.
Ed è stato Lui a condurMi le Anime che Mi aspettavano; a Lui è stato concesso di essere il Mio primo Ambasciatore nel Limbo.
Gli Angeli, di ogni Ordine, Mi hanno reso tutto l'Onore, in modo tale, che la Mia Umanità, già risplendente, fu circondata da innumerevoli Santi, che Mi adoravano e Mi esaltavano.

Figli Miei, non ci sono Croci gloriose sulla Terra, sono tutte avvolte nel mistero, nelle tenebre, nell'esasperazione.

· Nel mistero… perché non le capiscono!
· Nelle tenebre… perché confondono la mente!
· Nell'esasperazione… perché vanno giustamente a colpire lì, dove non si vorrebbe essere colpiti.

Non lamentatevi, non trattenetevi; Io ve lo dico: che ho portato non solo la Croce di legno, che Mi condusse alla Gloria, ma soprattutto quella Croce invisibile, ma permanente, formata dalle croci dei vostri peccati.
Si!
E delle vostre sofferenze.
Tutto ciò che voi soffrite è stato oggetto delle Mie pene, poiché non ho sofferto solo per darvi la Redenzione, ma anche per quello che dovete ancora soffrire.
Guardate l'Amore che Mi unisce a voi: in questo Amore, avete la conferma del Mio Santo Volere; unitevi a Me, osservando come Io Mi sono comportato in mezzo ad amarezze senza limiti.
Ho preso, come simbolo, un legno, una croce!
L'ho portata con grande Amore, per il bene di tutti.
Ho sofferto la vera desolazione, perché tutti potessero gioire in Me.
Ma, oggi, quanti credono in Colui che veramente li amò e li ama?…
ContemplateMi nell'Immagine del Cristo, che piange e sanguina. Lì e così, Mi vuole il Mondo. 



LA RESURREZIONE DI GESÙ

Al Venerdì Santo, fece seguito l'Alba Gloriosa della Domenica di Resurrezione…
Se non ho deciso di distruggere il Mondo, significa che desidero rinnovarlo e ristabilirlo.
Gli alberi vecchi necessitano di essere potati, perché diano nuovi germogli. E i rami vecchi, le foglie secche, si bruciano.
Separare i capri dagli agnelli, perché questi possano trovare, in ordine e ben preparati, fertili pascoli dove potersi saziare a piacimento e bere, alle limpide fonti, l'acqua di salvezza…
È il Mio Sangue redentore che irriga le aride terre, che sono diventate i deserti del mondo delle Anime; e questo Sangue scorrerà sempre sulla Terra, finché ci sarà un uomo da salvare.
Amata sposa, Io voglio ciò che tu non vuoi, ma voglio ciò che tu non potresti ottenere.
La tua missione consiste nel farMi amare dalle Anime e ad insegnare loro a vivere con Me.
Io non sono morto sulla Croce, tra mille tormenti, per popolare di Anime… l'Inferno, ma di Eletti… il Paradiso. 


LA RESURREZIONE DI GESÙ

Al Venerdì Santo, fece seguito l'Alba Gloriosa della Domenica di Resurrezione…
Se non ho deciso di distruggere il Mondo, significa che desidero rinnovarlo e ristabilirlo.
Gli alberi vecchi necessitano di essere potati, perché diano nuovi germogli. E i rami vecchi, le foglie secche, si bruciano.
Separare i capri dagli agnelli, perché questi possano trovare, in ordine e ben preparati, fertili pascoli dove potersi saziare a piacimento e bere, alle limpide fonti, l'acqua di salvezza…
È il Mio Sangue redentore che irriga le aride terre, che sono diventate i deserti del mondo delle Anime; e questo Sangue scorrerà sempre sulla Terra, finché ci sarà un uomo da salvare.
Amata sposa, Io voglio ciò che tu non vuoi, ma voglio ciò che tu non potresti ottenere.
La tua missione consiste nel farMi amare dalle Anime e ad insegnare loro a vivere con Me.
Io non sono morto sulla Croce, tra mille tormenti, per popolare di Anime… l'Inferno, ma di Eletti… il Paradiso. 


PARLA LA MADRE SANTISSIMA

I DOLORI DELLA VERGINE MARIA
Molti Profeti hanno parlato di Me, hanno visto in anticipo come Io avrei dovuto soffrire, per giungere ad essere degna Madre di Dio.
Mi fecero conoscere sulla Terra, anticipatamente, ma, come doveva essere, in modo molto velato.
In seguito, parlarono di Me gli Evangelisti, specialmente Luca, il Mio amato Medico, Medico più di Anime che di corpi.
Poi, sono nate alcune devozioni che ebbero, come base, le pene e i dolori da Me sofferti. In questo modo, si è creduto e, comunemente, si pensa ai “Sette Dolori” principali da Me vissuti.
Figli Miei, vostra Madre ha premiato e premierà gli sforzi e l'Amore che avete avuto per Me.
Ma, come ha fatto Gesù, anche Io voglio parlarvi dei Miei Dolori, in modo più esteso. Poi, voi li riferirete ad altri fratelli, perché Mi possano imitare. Per tutto quanto ho sofferto, sto continuamente lodando Gesù e non cerco niente, solo che Egli sia glorificato in Me.
Figlioli Miei, è triste parlare di queste cose ai propri figli, poiché ogni madre tiene i suoi dolori solo per sé.
Questo Io lo feci già in modo totale, durante la Mia Vita mortale e, pertanto, il Mio desiderio di madre è già stato da Dio rispettato.
Ora, che Mi trovo qui, dove il sorriso è eterno e, avendo già nascosto, come tutte le madri, i dolori che ho provato, devo parlare di essi poiché, come figli Miei, conosciate qualcosa della Mia Vita.
Conosco i frutti che se ne ricaveranno e come saranno graditi a Gesù, il Mio Figlio adorato; ve ne parlerò nella misura in cui potrete comprenderMi.
Il Mio Gesù disse:
“Colui che è primo, si faccia ultimo”… ed Egli veramente così fece: “primo”, nella Casa di Dio, si abbassò all'ultimo gradino.
Ora, Io non Gli toglierò questo ultimo e primo posto che spetta a Lui, in ragione dell'Amore, ma, piuttosto, Mi sforzerò di farvi comprendere questa verità, e la Mia gioia sarà molto più grande quando accetterete questa convinzione, non per semplice conoscenza, ma per mezzo di una profonda e radicata convinzione.
Sia Lui il “primo” e noi tutti… i veri ultimi.
Se Lui era il “primo”, ci doveva essere un secondo nella scala dell'Amore e della Gloria e, pertanto, della bassezza e della umiliazione.
L'avete già capito: quell'Essere dovevo essere Io.
Figlioli, lodate Dio che, pur avendo stabilito una distanza immensa tra Gesù e Me, volle immediatamente collocarMi vicino a Lui.
Figlioli Miei, non è ciò che appare al Mondo che più conta davanti a Dio!
L'essere stata eletta Madre di Dio, implicò per Me grossi sacrifici e rinunce.
La prima fu questa: conoscere, attraverso Gabriele, la “elezione” a cui venivo ammessa nell'Intimità di Dio.
Io avrei preferito rimanere nello stato di umile conoscenza e nascondimento in Dio; desideravo questo più di ogni altra cosa, poiché la Mia gioia era saperMi l'ultima in tutto.
Nel conoscere la “elezione” di Dio, ho risposto come ben sapete. Ma quanto Mi costò salire alla dignità alla quale ero stata chiamata!
Figlioli, comprenderete, voi, questa Mia prima pena di cui vi parlo?
Rifletteteci sopra, date a vostra Madre la grande gioia di apprezzare quella umiltà che Io ho apprezzato molto più della Mia Verginità.
Si, Io ero e sono la “schiava” alla quale si può chiedere tutto, unicamente perché la Mia Offerta era dello stesso grado del Mio Amore.
Ti piacque, o Dio, elevarMi a Te e a Me fu gradito accettare, perché Ti era gradita la Mia Obbedienza.
Ma Tu sai quale pena fu per Me e come quella pena sta ora davanti a Te, bisognosa di luce per questi figli che ami e che amo!
Io sono la “schiava”, così ora, lasciate, figli Miei, che come si è fatta in Me, si faccia ora in voi tutto ciò che Dio vorrà!
L'accettazione portò a Dio quella risposta che darà, poi, agli uomini l'accesso alla Redenzione, e in questo si avverò quella mirabile frase:
“Ecco qui una Vergine che concepirà e darà alla luce un Figlio, che sarà chiamato Emanuele” (Matteo 1,23).
L'avere accettato di farMi Madre dell'Emanuele, implicava la Mia donazione al Figlio di Dio, di modo che la Madre di Lui si donasse a Lui stesso, prima che l'Umanità di Gesù si formasse in Me.
Per questo, la Mia donazione fu effetto della Grazia, ma anche causa della Grazia e, benché si debba riconoscere la priorità della causa prima che è Dio, si deve senza dubbio affermare che la Mia accettazione operò nel “Piano della Grazia”, come causa concomitante.
Mi chiamano Corredentrice per i dolori che ho sofferto, ma Io lo fui ancora prima, per la donazione fatta attraverso Gabriele.
Oh, Figlio Mio Divino! Quale onore hai voluto dare a Tua Madre, compensandoLa della pena che soffrì nell'assurgere (innalzare) alla dignità di essere la Madre Tua!
Voi, figlioli, siete nel Mondo… come ciechi, ma quando vedrete delle cose stupende… saranno incentivo al vostro giubilo per Me.
Vedrete quale unione di gloria e di umiltà esiste qui, dove Gesù è il “Sole” che mai si nasconde.
Vedrete quale sapiente progetto viene portato a termine attraverso la Mia rinuncia e la bassezza del nascondimento.
Ma, ora, ascoltateMi: come la Mia Maternità avanzava, ne dovetti parlare con le persone care; lo feci, nascondendo, quanto più potevo, l'onore che avevo ricevuto…
Mi rammaricai di dover rinunciare al trionfo del Segreto di Dio, perché lo Stesso Dio potesse essere glorificato in Me.
Allora, ebbi subito la gioia di sapere che ero considerata come una donna fra tante.
Si rallegrò la Mia Anima, poiché di fronte al Mondo veniva umiliata la “schiava” di Dio, che anelava di essere umiliata come solo Io potevo desiderarlo.
Quando Giuseppe si allontanò, Io non ho sofferto, ma ho veramente gioito; non dite che allora ho sofferto, perché non è vero.
In questo modo, Dio soddisfece il Mio desiderio di umiliazione.
È stata questa la contropartita richiesta dal Signore, per essere giunta a diventare la Madre di Dio: essere considerata come una donna caduta!
Figlia, impara la sapienza dell'Amore, impara a stimare la santa Umiltà e non temere, perché è questa una Virtù che brilla di una splendida luce.
Dopo che si concluse lo sposalizio, non ci fu alcuna contrarietà, Io sapevo come sarebbero andate le cose e non temevo nulla.
Infatti, Dio dà, a chi si abbandona interamente a Lui, una perfetta pace nelle situazioni più paradossali, come era la Mia: doverMi sposare, forzata dal compromesso umano, con un uomo, pur sapendo che dovevo appartenere solo a Dio.
Quanti dolori ho vissuto sulla Terra!
Non è facile fare la Madre dell'Altissimo, ve lo assicuro.
Ma nemmeno può dirsi difficile tutto quanto si fa per un fine purissimo e per compiacere a Dio. Ricordatelo!
Avete, qualche volta, pensato che cosa è stato a causarMi il più grande dolore, nella notte Santa di Betlemme?
Voi andate subito, con la mente, alla stalla, al presepe, alla povertà: Io, invece, vi dico che quella notte Io la passai nella completa estasi di Mio Figlio e, sebbene dovessi occuparMi di tutto ciò che una madre fa per il suo neonato, non Mi distolsi dalla Mia estasi, dal Mio rapimento.
L'unica cosa che Mi causò dolore, in quella notte d'Amore, è stato il vedere la sofferenza del Mio povero Giuseppe, mentre cercava per Me un luogo qualsiasi per ripararMi.
Cosciente come era di quanto doveva accadere e di Chi doveva venire al Mondo, il Mio amato Sposo, nel vedere come venivo mortificata, si angustiò, e questo Mi diede molta pena. Poi, la gioia pervase entrambe e dimenticammo ogni altra angoscia.
Fuggimmo in Egitto, e di questo vi è già stato riferito quanto era possibile: alcuni hanno messo al centro più la fatica del viaggio, che il timore di una Madre che sapeva di possedere il tesoro del Cielo e della Terra.
Vivemmo, poi, a Nazaret, dove il piccino cresceva vivace e senza causarci, in quel tempo, altro che minime preoccupazioni.
Ogni madre sa che cosa significa desiderare la salute del proprio figlio e anche la più piccola sciocchezza viene vista come una grande nube nera.
Il Mio Piccino passò tutte le epidemie e tutti i disturbi infantili, propri di quel periodo. Come tutte le madri, Io non potevo essere preservata da nessuna ansia, proprie del cuore materno.
Ma giunse, un giorno, in cui la nube nera oscurò la luce festosa della Madre di Dio.
Quella nube si chiama: Gesù smarrito…
Nessun poeta, nessun maestro di spirito potrebbe immaginare Maria quando si accorge di avere smarrito il Suo adorato Bene e, per tre giorni, non riesce ad avere Sue notizie…
Figlioli, non stupitevi delle Mie parole: Io sperimentai il turbamento più grande della Mia vita.
Non avete sufficientemente riflettuto su quelle Mie parole:
“Figlio, Io e Tuo Padre, Ti abbiamo cercato, per tre giorni. Perché Ci hai fatto questo?” (Luca 2,48).
Dio Mio, ora che parlo a questi amati figli, non posso fare a meno di lodare Te, che Ti eri nascosto, per farci provare la delizia di incontrarTi.
Oh, come si potrebbe, in altro modo, conoscere la dolcezza che mette nell'Anima un vaso pieno di miele, quando la stessa Anima giunge ad abbracciare il Suo Tutto?
Vedete, Io vi parlo anche delle Mie gioie, ma non senza motivo unisco dolori e gioie.
Traete profitto da tutto ciò che accadde, nel miglior modo possibile.
Dio si nasconde per farsi trovare!
Alcuni, questa verità la conoscono.
Altri, pensando al terribile dolore di aver perso Gesù, fanno di tutto per trovarLo. Non dovete rimanere inerti e scoraggiati.
Vostra Madre vorrebbe sottrarsi dal parlare di quanto resta ancora da dire:
· Primo… perché sono cose mai dette e, dunque, non ancora valutate.
· Secondo… il conoscerle vi porterebbe a unirvi a Me, nella sofferenza e in dolorose considerazioni.

Credete che la vita nella famiglia di Nazaret poté svolgersi tranquilla?
È stata tranquilla in virtù dell'uniformità al Volere di Dio, però, quanta guerra da parte delle creature!…
Veniva notato il modo singolare di vita che tenevamo e, come risultato, ci furono le pubbliche critiche.
Mi consideravano eccessiva… per il solo fatto che, tutte le volte che Gesù si allontanava da casa, Io non potevo trattenere le lacrime, e Gesù si allontanava spesso.
Giuseppe era perseguitato, come se fosse stato uno “schiavo” Mio e di Gesù.
Che cosa poteva comprendere il Mondo?
Noi mettevamo ogni attenzione a Colui che viveva con Noi, adorato in ogni Sua manifestazione.
Che amore di figlio, quel Ragazzetto, più bello del mare, più sapiente di Salomone, più forte di Sansone!
Tutte le madri Me lo avrebbero rubato, tanto era l'incanto che da Lui emanava.
Ma, quella povera gente emetteva salaci (volgari – osceni) giudizi su di Me, e non risparmiava critiche all'instancabile padre, ritenuto sottomesso alla Sua Sposa fedele, ma gelosa.
Tutti conoscevano la Mia integrità, ma la ritenevano una volgare passione egoista.
Questo, figli Miei, è quello che non si sa!
Questo accadeva tra il Mondo che non vedeva e non poteva comprendere la Sua purissima Madre.
Gesù rimaneva nel silenzio, non Mi incoraggiava, poiché la Madre di Dio doveva passare attraverso il crogiolo, una donna come tante, alla quale non vengono risparmiati i giudizi.
Ammirate, in tutto questo, la Sapienza di Dio e sappiateci trovare quel significato divino che accoppia la più grande sublimità alle prove più dolorose, rapportate a tale sublimità, perché ogni abisso… chiama un altro abisso e ogni profondità… chiama la sua profondità…
Giunse l'ora della separazione, l'ora della Missione di Gesù.
Giunse il giorno temuto della partenza da Nazaret.
Gesù Mi aveva ampiamente parlato della Sua Missione e Me l'aveva fatta amare anticipatamente.
Mi aveva anche parlato dei frutti che ne avrebbe tratto, per Lui e per tutti, ma fu necessaria la separazione, anche se per brevi periodi…
Ci siamo salutati, baciati e, poi, Egli partì verso la Sua Missione di Maestro dell'Umanità.
Ma il fatto non passò inosservato nel piccolo villaggio, dove Gesù era tanto amato.
Ci furono dimostrazioni di affetto e di benedizioni e, per quanto non sapessero che cosa Gesù andava a fare, era comunque una perdita per quella gente di ristretta mentalità, ma dal cuore generoso.
Ed Io, fra tante manifestazioni, come Mi sentivo?
Irrompevano in Me mille sentimenti, ma non ritardai di un minuto la Sua partenza.
Il Mio Gesù conosceva quello che Lo attendeva dopo la predicazione. Me lo aveva detto tante volte; Mi aveva parlato a profusione della perfidia dei Farisei e degli altri.
E così, Lo vidi partire, solo, senza di Me, per compiere il Suo “Mandato”… senza di Me, che Lo avevo fatto crescere al calore del Mio Cuore… senza di Me, che Lo adoravo come nessuno mai Lo potrebbe adorare!
In seguito, L'ho seguito, L'ho incontrato, ma, circondato talmente da tanta gente, che non Mi era possibile vederLo.
Ed Egli, vero Figlio di Dio, diede a Sua Madre una risposta sublime come la Sua Sapienza, ma che trapassò questo Cuore materno da parte a parte.
Si, Io Lo capivo, pienamente, ma non per questo ero risparmiata dalle pene.
Alla umana parentela, Egli contrapponeva la Divina, nella quale Io ero compresa, è vero, ma i commenti degli altri non cessarono di ferirMi.
Al colpo iniziale, fece seguito la gioia nel vedere la Sua Grandezza, nel vederLo onorato, venerato ed amato dalla gente e, così, anche questa ferita, subito, si cicatrizzò.
Percorsi le strade con Lui, estasiata della Sua Sapienza, confortata dai Suoi Insegnamenti, senza mai essere sazia di ammirarLo ed amarLo.
Poi, ci furono i primi attriti con il Sinedrio.
Accadde il miracolo… che suscitò tanto scalpore nella mente di Giuda e dei superbi Sacerdoti.
Fu odiato, perseguitato, spiato, istigato.
Ed Io?
Io sapevo tutto e, da allora, con le mani tese, ho offerto nelle mani del Padre l'olocausto del Figlio Mio, la Sua consegna, la Sua spaventosa e ignominiosa (infame) Morte.
Già sapevo di Giuda... conoscevo già l'albero dal quale si sarebbe ricavato il legno per la Croce del Figlio Mio.
Non potete immaginare l'intima tragedia che ho vissuto insieme al Mio Gesù, perché la Redenzione giungesse a compimento!
Prima ho detto: “Corredentrice”, perché lo fossi… non bastavano le solite pene. Ci voleva una unione intima alla grande sofferenza di Lui, perché tutti gli uomini fossero redenti. Così, mentre con Lui andavo da un posto all'altro, ero ogni volta di più al corrente del pianto sconsolato che Mio figlio versava, in tante notti insonni, passate in preghiera e meditazione. Si rivelava a Me e metteva, alla Mia presenza, ogni Suo stato d'animo.
Cominciò, allora, il Mio calvario e la Mia croce.
Quanti pensieri appesantivano, ogni giorno di più, i Miei dolori di Madre, Madre Sua e Madre vostra!
Tanti peccati… tutti i peccati! Tanta angoscia… tutte le angosce! Tante spine… tutte le spine!
Non era solo, Gesù! Egli lo sapeva, lo sentiva: vedeva che Sua Madre era in unione continua con Lui e si affliggeva per questo e ancora di più, perché la Mia sofferenza era per Lui una sofferenza più grande.
Figlio Mio, Figlio Mio adorato, se questi figli sapessero quel che accadde, allora, fra Te e Me!…
E giunse l'ora dell'olocausto (sacrificio cruento)… giunse dopo la dolcezza della Cena di Pasqua.
E da allora, ho dovuto di nuovo mescolarMi alla folla… Io che Lo amavo e Lo adoravo, in un modo unico, ho dovuto essere allontanata da Lui.
Lo capite questo, figli Miei?…
Sapevo che Giuda stava facendo i suoi passi da traditore… e Io non potevo farci niente.
Sapevo che Gesù aveva versato Sangue nell'Orto… e nulla ho potuto fare per Lui.
E poi, Lo presero, Lo maltrattarono, Lo insultarono e, in un modo iniquo (ingiusto), Lo condannarono!
Non posso dirvi tutto.
Vi dirò solo che il Mio Cuore era un tumulto di ansie continue, la sede di continue amarezze e incertezze, un luogo di desolazione, di abbattimento e di sconforto.
E la Anime che, in seguito, si sarebbero perse?
E tutte le simonie (commercio dei beni spirituali, come l’acquisto di indulgenze o l’assoluzione dei peccati, o Cariche Ecclesiastiche) e i tradimenti sacrileghi?
Oh, figli dei Miei dolori! Se oggi vi viene concessa la Grazia di soffrire per Me, benedite con fervore Colui che vi dà questa sofferenza e sacrificatevi senza timore.
Voi pensate alla Mia grandezza, Miei amati figli!
Vi aiuta rifletterci, ma, ascoltateMi, non pensate a Me, quanto a Lui.
Io vorrei, se possibile, essere dimenticata!
Tutta la vostra compassione datela a Lui, al Mio Gesù, al vostro Gesù, a Gesù, Amore vostro e Mio.
Così, figlioli, la pena del Mio Cuore fu una continua spada, che trapassava la Mia Anima e la Mia Vita, da parte a parte. L'ho continuata a sentire fino a quando Gesù venne a consolarMi, con la Sua Resurrezione, quando quella Mia immensa gioia venne a cicatrizzare, di colpo, tutte quelle ferite che sanguinavano dentro di Me.
“Figlio Mio - andavo ripetendo, perché tanta desolazione? Tua Madre è vicino a Te. Non Ti basta neppure il Mio Amore? Quante volte Ti ho consolato in tante Tue afflizioni? Ed ora, perché non può, nemmeno Tua Madre, darTi alcun sollievo?…”.
Oh, Padre del Mio Gesù, non voglio altro se non ciò che Tu vuoi, e Tu lo sai, ma guarda se tante sofferenze possono ricevere qualche conforto… Te lo chiede la Madre del Figlio Tuo.

E sul Calvario ho gridato:

“Mio Dio, restituisci a quegli Occhi che adoro, la luce che in essi hai impresso ,quel giorno, in cui Me Lo hai dato!
Padre Divino, guarda l'orrore di quel Volto santo!
Non puoi, Tu, almeno, asciugare tutto quel copioso Sangue?
Oh, Padre del Figlio Mio!
Oh, Sposo, Amore Mio!
Oh, Tu Stesso, Verbo, che hai voluto avere da Me l'Umanità!
Siano preghiera quelle braccia aperte al Cielo e alla terra, siano la supplica della Sua e Mia accettazione!
Guarda, o Dio, come si è ridotto Colui che Tu ami!
È Sua Madre che Ti chiede un conforto, in così grande tristezza.
Fra poco, Io resterò senza di Lui, così si compirà interamente la Mia promessa, quando, con il cuore, Lo offrii nel Tempio.
Si, rimarrò sola, ma sarà meno pesante il Suo dolore, se non ascolterò il Mio…”.
“Ama totalmente Colui che totalmente
si sottomise per Amor tuo”


(Santa Chiara d'Assisi)


* * *


 (*): Catalina Rivas vive a Cochabamba, in Bolivia. Nella prima metà degli anni ’90 è stata scelta da Gesù per trasmettere al mondo i Suoi messaggi di amore e misericordia. Catalina, che Gesù chiama “la Sua segretaria”, scrivendo sotto Sua dettatura, è in grado di riempire in pochi giorni centinaia di pagine di quaderno, fitte di testo. Per scrivere i tre quaderni da cui venne tratto il libro “La Grande Crociata dell’Amore”, Catalina, impiegò appena 15 giorni. Gli esperti rimasero impressionati dalla notevole quantità di materiale che la donna aveva scritto in così poco tempo. Ma rimasero colpiti ancor di più dalla bellezza, dalla profondità spirituale e dalla indubbia validità teologica dei suoi messaggi, considerando per altro il fatto che Catalina non aveva terminato le scuole medie superiori, né tantomeno possedeva alcuna preparazione in campo teologico.Catalina nell’introduzione di uno dei suoi libri scrive: “Io, indegna Sua creatura, sono diventata improvvisamente la Sua segretaria…Io che non ho mai saputo niente di teologia né ho letto mai la Bibbia…improvvisamente ho iniziato a conoscere l’Amore del mio Dio, che è anche il tuo…I Suoi fondamentali insegnamenti ci rivelano che l’unico amore che non mente, non inganna, non ferisce, è il Suo; egli ci invita a vivere quell’amore attraverso numerosi messaggi, uno più bello dell’altro”.
I messaggi contengono verità teologiche che, nonostante la loro intrinseca complessità, vengono espresse con una semplicità ed una immediatezza sconcertanti. I messaggi contenuti nei libri di Catalina rivelano la speranza fondata sull’immenso amore di Dio. Un Dio di immensa misericordia ma allo stesso tempo un Dio di giustizia che non viola la nostra libera volontà.
Tutti i messaggi dettati da Gesù sono stati raccolti in otto libri che il 2 aprile 1998 hanno ricevuto l’Imprimatur dall’Arcivescovo di Cochabamba Mons. René Fernández Apaza. In questo documento l’Arcivescovo afferma: “Abbiamo letto i libri di Catalina e siamo sicuri che il loro unico obbiettivo è quello di condurci tutti attraverso la strada dell’autentica spiritualità, la cui fonte è il Vangelo di Cristo […] Per questo, autorizzo la loro stampa e diffusione, raccomandandoli come testi di meditazione e orientamento spirituale, al fine di ottenere molti frutti per il Signore che ci chiama a salvare anime, mostrando loro che Egli è un Dio vivo, pieno di amore e misericordia”.
Catalina dal 1994 porta su di sé le piaghe del Signore che appaiono di solito il Venerdì Santo.

Nell’ottobre del 1994, mentre si trovava in pellegrinaggio a Conyers, negli Stati Uniti, Catalina vide improvvisamente una forte luce attorno al Crocifisso e sentì il bisogno di offrire sé stessa e la sua vita al Signore. Vide 4 raggi di luce che uscivano dalle mani, dai piedi e dal costato di Gesù crocifisso, i quali penetrarono nelle sue mani, nei piedi e nel suo cuore come fulmini. Il dolore era talmente intenso che Catalina cadde a terra. Due giorni dopo, in Costarica, Gesù le disse che il dono delle stigmate che le aveva fatto le avrebbe consentito di condividere con Lui le sofferenze della Sua Croce e che esse sono riservate solo a coloro che sono capaci di amarlo come Egli desidera essere amato.Nel gennaio del 1996 il dottor Ricardo Castañón, ricercatore e docente di neuropsicofisiologia all’università Cattolica della Bolivia, visitò Catalina in ospedale e qui ebbe modo di constatare la presenza delle stigmate sul corpo della donna e la sua terribile sofferenza durante l’esperienza mistica della passione di Gesù. Le piaghe della donna il giorno dopo si erano già miracolosamente rimarginate, tanto che i medici non riuscivano a spiegare come quelle profonde ferite potessero essere guarite in un lasso di tempo così breve.
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