sabato 20 aprile 2013

Gesù è un Maestro esigente




Di seguito i testi della Liturgia di oggi, 20 aprile, sabato della III settimana di Pasqua, con un pensiero di meditazione.





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Antifona d'Ingresso  Col 2,12
Siete stati con Cristo sepolti nel Battesimo,
e con lui siete risorti per la fede nella potenza di Dio,
che lo ha risuscitato dai morti, alleluia.
 
 
Colletta

O Dio, che nell'acqua del Battesimo hai rigenerato coloro che credono in te, custodisci in noi la vita nuova, perché possiamo vincere ogni assalto del male e conversare fedelmente il dono del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
 
 
LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura
   At 9, 31-42
La Chiesa si consolidava, e con il conforto dello Spirito Santo cresceva di numero.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, la Chiesa era in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.
E avvenne che Pietro, mentre andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che abitavano a Lidda. Qui trovò un uomo di nome Enèa, che da otto anni giaceva su una barella perché era paralitico. Pietro gli disse: «Enèa, Gesù Cristo ti guarisce; àlzati e rifatti il letto». E subito si alzò. Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saròn e si convertirono al Signore.
A Giaffa c’era una discepola chiamata Tabità – nome che significa Gazzella – la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. Proprio in quei giorni ella si ammalò e morì. La lavarono e la posero in una stanza al piano superiore. E, poiché Lidda era vicina a Giaffa, i discepoli, udito che Pietro si trovava là, gli mandarono due uomini a invitarlo: «Non indugiare, vieni da noi!». Pietro allora si alzò e andò con loro.
Appena arrivato, lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto, che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro. Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi, rivolto alla salma, disse: «Tabità, àlzati!». Ed ella aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i fedeli e le vedove e la presentò loro viva.
La cosa fu risaputa in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore.


Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 115
Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto?

Oppure:
Ti rendo grazie, Signore, perché mi hai salvato.

Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

Adempirò i miei voti al Signore,
davanti a tutto il suo popolo.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.

Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.


Canto al Vangelo  Gv 6,63.68
Alleluia, alleluia.
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.

Alleluia.


Vangelo   Gv 6, 60-69
Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Parola del Signore.


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È Pietro, ora il protagonista dell’evangelizzazione. Si innesta sulla scia di Stefano, di Filippo e prepara quella di Paolo. La fa, compiendo due bei miracoli, fatti in case dove c’era un dolore acutissimo: paralisi e morte. Enea si alza in piedi. Lui che era bloccato a letto da otto anni. E Tabità continuerà a tessere abiti per la comunità. Dolcissimo il gesto di prenderla per mano. È veramente innalzata, rialzata, accompagnata, nuova. Da una Chiesa che è invitata a proclamare, con Pietro: “Ma da chi andremo? Tu solo, o Signore, hai parole di vita eterna!”.
Meditazione
L’insegnamento di Gesù sull’Eucaristia, nella sinagoga di Cafàrnao, risulta difficile da comprendere ai discepoli. Ma non è intenzione di Gesù lasciare deluso chi non comprende le sue parole. Anzi, vederli così duri di cervice è una tristezza per lui stesso. Perché avverte che dentro di loro ancora non ha trovato dimora quell’atteggiamento eucaristico, di servizio a cui lui si riferisce. Mormoravano. Questo significa che i discepoli non coinvolgono direttamente Gesù nel loro turbamento, non hanno il coraggio di parlare a volto scoperto, ma lasciano libero sfogo a brontolamenti senza farsi ascoltare da Colui che è la Verità. Ancora non colgono che le parole pronunciate dalle labbra di Gesù sono vita, spirito. È un brano che va meditato lentamente per capire che Lui non era solo il Figlio mandato da Dio, ma era il servo venuto giù dal cielo per chinarsi sulla pochezza umana. C’è rivelata non solo la sua relazione con il Padre, ma anche quella con l’umanità. Gesù esorta i suoi discepoli a seguire ciò che viene dalla vita e che fa ritornare tutto alla vita e precisa che non il mondo, ma Dio può dare la vita. Conosce il loro cuore e quanto abita in esso. Ma i discepoli continuano a sfuggire al loro Maestro. Credere a Gesù significa nascere di nuovo e ottenere dal Padre la grazia di camminare con il Figlio, sotto la protezione dello Spirito. Ma tra i Dodici c’è chi lo tradirà, chi non si fiderà dello Spirito e cederà alle lusinghe della tentazione, rifiutando così di crescere spiritualmente, fino a raggiungere «lo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo» (Ef 4,13). Questo spaventa molti tra quelli che anche oggi ascoltano Gesù, tanto da aver paura di seguirlo. Rivolgiamoci a Lui con il coraggio e la spontaneità di Pietro, perché all’infuori di Gesù, che è la Via, non c’è dove andare.
Preghiera
Prendi anche noi, o Signore, per mano e rialzaci, come hai fatto per Tabità, tramite Pietro, a Giaffa. Allora, potremo rinnovare la nostra fede, con quella scioltezza che lo stesso Pietro ha saputo dare, davanti all’amarezza di tuo Figlio Gesù, per la poca fede dei suoi discepoli, pronti a lasciarlo solo.
Agire
Rinnovo il mio credo, per non sentirmi dire da Gesù, rammaricato: Volete andarvene anche voi?
Meditazione del giorno a cura di monsignor GianCarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it