lunedì 22 aprile 2013

L'aureola vicina.

Giovanni Paolo II

«Santo subito!»: la canonizzazione di Papa Wojtyla si avvicina a grandi passi e potrebbe essere celebrata già il prossimo ottobre. Nei giorni scorsi la consulta medica della Congregazione delle cause dei santi ha infatti riconosciuto come inspiegabile una guarigione di una donna attribuita al beato Giovanni Paolo II. Un presunto «miracolo» che se sarà approvato, com'è molto probabile, anche dai teologi e dai cardinali, porterà il Pontefice polacco scomparso nel 2005 a ottenere l'aureola di santo in tempi record, ad appena otto anni dalla morte.



Tutto è avvenuto in gran segreto, nella massima riservatezza. In gennaio il postulatore della causa, monsignor Slawomir Oder, ha presentato per un parere preliminare una presunta guarigione miracolosa alla Congregazione vaticana per i santi. Com'è noto, dopo l'approvazione di un miracolo per la proclamazione a beato, le procedure canoniche prevedono il riconoscimento di un secondo miracolo, che deve essere avvenuto dopo la cerimonia di beatificazione



Due medici della consulta vaticana hanno esaminato previamente questo nuovo caso, dando entrambi parere favorevole. Il dossier con le cartelle cliniche e le testimonianze è stato quindi presentato ufficialmente al dicastero, che ha subito messo in agenda l'esame. Nei giorni scorsi è stato discusso da una commissione di sette medici, la consulta presieduta dal dottor Patrizio Polisca, cardiologo di Giovanni Paolo II, medico personale di Benedetto XVI e ora di Papa Francesco. Anche la consulta medica ha dato parere favorevole, il primo via libera ufficiale da parte del Vaticano, e ha definito dunque inspiegabile la guarigione attribuita all'intercessione del beato Karol Wojtyla.



Si tratta del superamento del primo fondamentale scoglio, dato che il presunto miracolo dovrà essere ora approvato dai teologi e quindi dai cardinali e vescovi della Congregazione, prima di essere sottoposto al Papa per il «sì» definitivo. Ma quello della consulta è comunque il passaggio considerato più importante: né i teologi né i cardinali entrano infatti nelle valutazioni cliniche riguardanti il caso.



È evidente, dai passi compiuti, la volontà della Congregazione delle cause dei santi di procedere celermente, com'era già avvenuto per la beatificazione di Giovanni Paolo II, celebrata dal suo successore Benedetto XVI il 1° maggio 2011. Questa corsia preferenziale che continua a essere aperta per Wojtyla sta a indicare che anche Papa Francesco è a favore della canonizzazione del Pontefice polacco.



È ancora prematuro parlare di date per la canonizzazione, ma la rapidità con cui sta avvenendo il processo sul miracolo lascia ancora aperta la possibilità di celebrarla domenica 20 ottobre, a ridosso della festa liturgica stabilita per il beato Wojtyla, fissata il 22 ottobre.



La canonizzazione porterà Giovanni Paolo II ad essere il secondo Papa proclamato santo nell'ultimo secolo, dopo Pio X. Altri due Papi giù beatificati ma non dichiarati santi sono Pio IX e Giovanni XXIII. Un altro Pontefice ormai in dirittura d'arrivo per la beatificazione è Paolo VI: dopo la conclusione del processo un miracolo attribuito alla sua intercessione è già stato presentato alla Congregazione per le cause dei santi. Ancora in attesa della segnalazione di un miracolo è la causa di Pio XII. Mentre è in fase avanzata anche il processo per Papa Luciani. La storia del papato del Novecento, come si vede, è affollata di aureole. (A. Tornielli)
Vatican Insider

*

Una manifestazione per mons Romero


Papa Francesco spera in una rapida conclusione della causa di beatificazione di Oscar Arnulfo Romero, l'arcivescovo di San Salvador trucidato il 24 marzo 1980, mentre celebrava messa nella cappella di un ospedale a San Salvador. «La causa di beatificazione - ha fatto sapere il postulatore l'arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia - si è sbloccata». L'annuncio il presule lo ha fatto a Molfetta, dove si è recato in occasione della celebrazione per i 20 anni della morte di don Tonino Bello, il vescovo presidente di Pax Christi per il quale pure è in corso il processo di beatificazione.


Monsignor Paglia ha dato notizia della ripresa della causa all'indomani di un suo incontro con Papa Francesco ed ha auspicato che i due «sevi di Dio» possano salire insieme all'onore degli altari (don Tonino come confessore e Romero come martire) perché «Gesù gli apostoli li manda sempre due a due».
  

Colpito a morte per non aver mai smesso di accusare i militari, i paramilitari e gli squadroni della morte per le uccisioni degli oppositori politici e di insanguinare il paese, monsignor Romero ebbe per le sue denunce alcune incomprensioni con la Curia Romana nonostante fosse un prelato di provenienza conservatrice e vicino all'Opus Dei.


Analogamente a quanto accaduto per padre Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia, che sarà proclamato beato il prossimo 25 maggio a Palermo, a sbloccare la causa di Romero potrebbe essere la testimonianza rilasciata nel 2010 dal capitano Alvaro Rafel Saravia, l'unico condannato per l'omicidio di Romero le cui parole dimostrano che il presule fu «ucciso in odio alla fede». Nel caso di Puglisi il postulatore è stato l'arcivescovo di Catanzaro, monsignor Vincenzo Bertolone, che con la sua intuizione relativa all'utilizzo dei verbali del processo penale agli assassini di Puglisi anche nella causa per la beatificazione ha di fatto aperto un'autostrada verso la gloria degli altari anche per monsignor Romero. (A. Tornielli)
Vatican Insider