venerdì 19 aprile 2013

L’incontro con Cristo cuore della testimonianza di Benedetto XVI





“Un umile lavoratore nella Vigna del Signore”: con queste parole il 19 aprile di 8 anni fa, Benedetto XVI si presentava al mondo dopo l’elezione a 264.mo Successore di Pietro. Sull’eredità spirituale del Pontificato di Joseph Ratzinger, ora Papa emerito, Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione di mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia:

R. – Io credo che sia quanto mai opportuno ricordare questo giorno. Anzitutto, per ringraziare il Signore per averci donato un Papa come Benedetto XVI, il quale proprio come un umile operaio della Vigna ha solcato in lungo e in largo questa vigna benedetta. Tutto il suo Pontificato è davvero segnato dall’umiltà: l’umiltà di chi non si è risparmiato nel lavoro, l’umiltà di chi ha voluto far prevalere la verità su qualsiasi altra idea, l’umiltà di chi ha dato davvero con amore la sua vita.

D. – Umiltà nel gesto della rinuncia, un’umiltà mai fine a se stessa ma – come lui ha detto – per il bene della Chiesa …

R. – Sì, esattamente! In questo senso potremmo dire che la lettura profonda di questo gesto è come racchiusa in una passione per la verità e per l’amore. In queste due dimensioni si può cogliere la profondità spirituale del gesto di Papa Benedetto: davvero non ha pensato solo a se stesso, ma ha pensato alla Chiesa, ha pensato alla indispensabilità che il Vangelo corra ancor più veloce nelle vie di un mondo che rischia di perdere il senso dell’esistenza. Ed ecco questo spiraglio aperto da Papa Benedetto e il carisma di Papa Francesco che con semplicità – direi, quella stessa di Benedetto – sta attraversando i cuori degli uomini e delle donne.

D. – Quando Papa Francesco ha incontrato Benedetto XVI a Castel Gandolfo ha detto: “Siamo fratelli!”. Ecco, sicuramente una fratellanza nell’umiltà per il bene della Chiesa…

R. – Non c’è dubbio. Debbo dire che guardando queste due figure a me tornano spontaneamente in mente anche le figure che l’hanno preceduto. Penso a Giovanni XXIII, lo stesso Papa Luciani ma anche a Giovanni Paolo II e a Paolo VI … Ecco, la storia di questi Papi si intreccia in queste due figure ultime di Pontefici. Davvero, personalmente debbo dire che dobbiamo ringraziare il Signore per averci dato Papi come questi che hanno segnato la Chiesa e il mondo.

 
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Il giorno dell'elezione di Benedetto XVI, otto anni fa, è ancora fortemente presente nella memoria collettiva. Per una riflessione sull’elezione e il servizio che il Papa emerito continua ad offrire alla Chiesa con la sua preghiera, Alessandro Gisotti ha intervistato il vescovo di Albano, mons. Marcello Semeraro:

R. – All’inizio si è presentato come un umile operaio nella vigna del Signore. Questa è una delle immagini della Chiesa. Ha scelto questa immagine, anche molto operativa, molto laboriosa, presentandosi come uno che avrebbe dato tutte le sue forze, tutte le sue energie per far crescere, per dissodare il terreno di questa Chiesa e potervi mettere la piantagione dello Spirito. Quando si è congedato, poi, Benedetto XVI ha fatto ricorso ad un’altra immagine di Chiesa, quella del popolo pellegrino sulla Terra. Egli non ha più detto di sé di essere un operaio nella Vigna del Signore, ma di essere un pellegrino, che anche personalmente si incammina verso la tappa ultima della vita, che è l’incontro con Cristo. L’incontro con Cristo è stato un tema dominante del magistero di Benedetto XVI, ricordando proprio che l’incontro con Cristo è lo scopo di tutta la vita cristiana.

D. – Il 19 aprile del 2005 è iniziato il Pontificato di Benedetto XVI, che si è concluso il 28 febbraio di quest’anno. Però - ed è questa la cosa straordinaria – non si è concluso il servizio che Benedetto XVI offre alla Chiesa con la preghiera...

R. – La Successione apostolica noi oggi la possiamo cogliere in alcuni segni, che mi pare possano caratterizzare queste due persone, chiamate a sedere l’una dopo l’altra sulla Cattedra di Pietro - il primo, che ha rinunciato al compito di governare tutta la Chiesa e l’altro che gli è subentrato in questo ufficio di Successore di Pietro - e vorrei riassumerla in una parola: umiltà. C’è un’umiltà che questi due servi della Chiesa esprimono nel loro ministero. Papa Benedetto in questo mettersi da parte, in questo suo ritirarsi, ma raccogliersi in quello che più importa nella vita della Chiesa, perché lo scopo della Chiesa è lodare il Signore!
Radio Vaticana

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L'Osservatore Romano
Facilitare l’incontro tra fede e ragione, necessario per un autentico sviluppo della personalità umana è uno dei compiti fondamentali degli insegnanti di religione cattolica nella scuola. È quanto è stato sottolineato nell’incontro che per tre giorni, fino a ieri, mercoledì 17, ha radunato a Bari i direttori e i responsabili diocesani degli uffici per l’insegnamento della religione. A fornire la chiave di lettura dell’incontro è stato, nella giornata inaugurale, il vescovo segretario della Conferenza episcopale italiana (Cei), Mariano Crociata.

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L'Osservatore Romano
Non soltanto momenti di ascolto e di confronto, ma soprattutto «la consapevolezza che il convegno nazionale delle Caritas diocesane è formato dalla stessa sostanza della Chiesa: da pietre vive che convocate nella Parola, si fanno creativamente obbedienti allo Spirito che li guida»: è quanto ha sottolineato giovedì il direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu, a conclusione dei lavori dell’incontro che ha visto riuniti dal 15 aprile a Montesilvano, in provincia di Pescara, circa 600 rappresentanti di 161 Caritas diocesane, sul tema «La fede che si rende operosa per mezzo della carità» (Galati, 5, 6).