sabato 27 aprile 2013

Salvatore Martinez: "Spalanca il cuore a Gesù!"



Da giovedì, e fino a domani, si svolge a Rimini la 36.ma Convocazione nazionale dei gruppi del Rinnovamento nello Spirito. Tema guida dell’incontro 2013 è “Accogliamo la Parola con la gioia dello Spirito Santo”. Un tema, quello della gioia, che riecheggia l’esortazione di Papa Francesco della Domenica delle Palme: i cristiani “non siano mai uomini e donne tristi”. Alessandro De Carolis ne ha parlato con il presidente nazionale di Rinnovamento, Salvatore Martinez:

R. – La gioia, diceva Paolo V, è il gigantesco segreto della vita cristiana e nel tempo di Pasqua non si può non dar corso a una gioia profonda. È quella che si ridesta nei cuori tutte le volte che ci si sente amati. In fondo, potremmo spiegare così queste prima pagine del Pontificato di Francesco: la Chiesa si sta ridestando nei cuori della gente, dei vicini e dei lontani, si ridesta come amore. La gioia è il frutto visibile di questo amore e chi si sente amato è capace di amare. Papa Francesco – ma così Benedetto XVI, Giovanni Paolo II – hanno esortato noi cristiani, in questi anni, a fare di Gesù Cristo un’esperienza viva, un incontro. È quello che accade qui a Rimini da 36 anni.

D. – Nel messaggio che Papa Francesco vi ha inviato per l’occasione, c’è una sottolineatura particolare, quella della “misericordia”...

R. – Sì, qualcuno l’ha già definito “il Papa della Misericordia”. Ma vorrei dare una valenza sociale a questo tema. Ci raccontano in ogni modo le miserie di questo nostro tempo. Vorrei dire che la misericordia sta sotto le miserie umane: è il grembo in cui tutte le miserie dell’uomo, quelle sociali, politiche, economiche, familiari, vengono accolte. È il cuore di Dio. A Rimini, si vive la Festa della Misericordia. Più di 300 preti offrono il Sacramento della riconciliazione sacramentale e i 20 mila partecipanti sono spinti alla confessione. Sono, come diceva il Papa, spinti a chiedere perdono. Ed è una grande festa. Ecco che la gioia ritorna come la Parabola del Padre misericordioso.

D. – Tra le iniziative di cui parlerete, figura la presentazione del Piano nazionale per la Nuova Evangelizzazione. Di che cosa si tratta?

R. – È una risposta all’appello di Papa Benedetto e dei padri sinodali. È una risposta che in fondo trovava già, 30 anni fa, un appello del Beato Giovanni Paolo II. Il Rinnovamento nello Spirito noi lo consideriamo dal suo sorgere un esaudimento della uova evangelizzazione, che non significa fare cose nuove, significa rifare nuove le cose di sempre. Un Piano nazionale per la Nuova Evangelizzazione – e non un “progetto”, quindi, ma un piano inteso come linee, come visione, come criteri di discernimento – vuole essere un aiuto non soltanto ai nostri gruppi e alle nostre comunità, ma a tutta la Chiesa, alle parrocchie, alle chiese locali. Perché la nuova evangelizzazione non sia uno slogan, una moda e neanche un istituto, un ufficio pastorale, ma un modo di essere e di vivere la Chiesa, un modo di rispondere ai bisogni dell’uomo e della Chiesa a partire dal Vangelo e in un modo nuovo, cioè mediante lo Spirito Santo per dare a questo Vangelo fantasia, creatività, realizzazione.

D. – Avrete anche, durante i vostri lavori, uno spazio in cui pregherete per le Chiese perseguitate...

R. – Nell’Anno delle Fede, non poteva mancare uno sguardo alla fede perseguitata, martirizzata. Avremo rappresentanti dalla Siria, dall’Iraq, dall’Egitto, dall’Eritrea, dalla Nigeria. Ieri, abbiamo avuto, nella persona del cardinale Puljić, anche l’espressione della nostra Europa, dell’ex Jugoslavia. Abbiamo voluto ricordare i postumi di questa terribile guerra del 1992. Vogliamo guardare quindi con attenzione a che cosa significhi conservare la fede, dare le ragioni della fede. Diceva il Papa: “Non cediamo al pessimismo”. Ecco perché la fede deve essere forte, robusta, grande come è grande il cuore di Dio. Questi testimoni, questi esempi di vita vissuta, ci aiutano allora non soltanto a interiorizzare la fede, ma a testimoniarla in un modo netto, semplice e cristallino, come ci insegnano, per l’appunto, i martiri del terzo millennio.

Radio Vaticana

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“Il gesto di rinuncia di Benedetto XVI ha profeticamente procurato una grande effusione di Spirito Santo al mondo intero”. Questo ha scritto Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito, nel saggio appena pubblicato Spalanca il cuore a Gesù e annuncia il Vangelo! – una nuova evangelizzazione carismatica (edizioni Rns).
Secondo il Presidente del RnS, “il non scendere dalla croce di Papa Ratzinger ha generato come una nuova Pentecoste nel cuore degli uomini soprattutto dei non credenti e dei miscredenti”.
Ha scritto Martinez che papa Francesco è un “carismatico” nel senso che comunica al mondo un “esegesi vivente della bellezza di essere cristiani”.
Un Papa che viene da un continente che già Giovanni Paolo II indicava come quello “della speranza”. “Giovani terre cristiane evangelizzate dal fervore degli europei” da cui potrebbe emergere la “nuova evangelizzazione del mondo”.
Per Martinez, la semplicità evangelica, l’attenzione verso i poveri, la fratellanza universale, un linguaggio sensibile, diretto al cuore, e allo spirito dell’Uomo fanno della “misericordia di Dio la cifra prima del nuovo Pontificato”.
Per alimentare il fuoco della fede papa Francesco è “sceso dal trono” ed ha chiesto al popolo di Dio di “camminare insieme”.
Nell’osservare l’umiltà di papa Francesco, Il Presidente del RnS ha pensato alla parole di Sant’Agostino “per voi sono Vescovo, con voi sono cristiano”.
Martinez ha sottolineato che l’invito di papa Francesco a “non cedere al pessimismo e allo scoraggiamento” perché “abbiamo la ferma certezza che lo Spirito Santo dona alla Chiesa, con il suo soffio possente, il coraggio di perseverare e anche di cercare nuovi metodi di evangelizzazione”, mostra che la la “Chiesa è “sotto il vento impetuoso di Pentecoste” in cui lo Spirito vuole spezzare tutte le resistenze e le paure.
Nel saggio Martinez riprende le parole di Benedetto XVI e precisa che “la vera crisi della Chiesa nel mondo occidentale è una crisi di fede”, per questo , come aveva già avvertito il cardinale Leon Suenens, “Non basta cambiare le strutture, non basta cambiare il corpo della Chiesa; dobbiamo prima rinnovare l’anima e l’anima della Chiesa è lo Spirito Santo”.
A fronte del rischio dell’annacquamento della fede, Benedetto XVI ha scritto “Non saranno le tattiche a salvarci, ma una fede ripensata e rivissuta in modo nuovo”.
In questo contesto l’anno della fede è proprio un invito universale alla conversione del cuore della Chiesa. Ma quale fede? Si chiede Martinez? E risponde “la fede in Dio amore” perché “tutta la missione evangelizzatrice di Cristo è compiuta nell’amore e per amore”.
Continua Benedetto XVI “alla radice di ogni evangelizzazione non vi è un progetto umano di espansione, bensì il desiderio di condividere l’inestimabile dono che Dio ha voluto farci, partecipandoci la sua stessa vita”.
“L’uomo – ha aggiunto Martinez – è amato da Dio; ogni uomo è amato da Dio e cerca l’Amato, Gesù. Questo è il semplicissimo e sconvolgente annuncio del quale la Chiesa è debitrice all’uomo”.
“La nuova evangelizzazione – ha concluso il presidente del RnS – è ancella dell’amore, è discepola e serva di questo amore” per questo l’impegno primario della nuova evangelizzazione è “aiutare tutti i credenti a riscoprire in Gesù il volto autentico di Dio”. (A. Gaspari)
Fonte: Zenit