mercoledì 8 maggio 2013

A scuola di ecumenismo

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 COMUNICATO: VISITA AL SANTO PADRE FRANCESCO DI SUA SANTITÀ TAWADROS II, PAPA D’ALESSANDRIA E CAPO DELLA CHIESA ORTODOSSA COPTA D’EGITTO
Dal 9 al 13 maggio, Sua Santità Papa Tawadros II, Papa d’Alessandria e Patriarca della Sede di San Marco, capo della Chiesa ortodossa copta d’Egitto, verrà a Roma per incontrare Sua Santità Papa Francesco. La Chiesa ortodossa copta d’Egitto conta circa dieci milioni di fedeli. Quest’ampia appartenenza fa della Chiesa copta una delle più importanti realtà nel paesaggio ecclesiale del  Medio Oriente, dove, in questi ultimi tempi, le comunità cristiane si trovano a dover affrontare situazioni di grande difficoltà. Il predecessore di Papa Tawadros, Papa Shenouda III, incontrò Papa Paolo VI in Vaticano quarant’anni fa, nel maggio del 1973. In tale occasione, il Papa ed il Patriarca ortodosso copto firmarono un’importante Dichiarazione cristologica comune e dettero avvio al dialogo ecumenico bilaterale tra le due Chiese. Dall’elezione di Papa Tawadros II quale nuovo Patriarca ortodosso copto, si è assistito ad un crescente avvicinamento tra le comunità cristiane in Egitto. Ciò ha condotto all’istituzione di un Consiglio di Chiese cristiane in Egitto. Papa Tawadros, oltre ad avere un’udienza ed una preghiera comune con il Santo Padre venerdì 10 maggio, sarà ricevuto presso il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e presso altri Dicasteri della Curia romana, visiterà le Tombe degli Apostoli Pietro e Paolo ed incontrerà i fedeli della comunità copta residenti a Roma.
TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE
From 9 – 13 May, His Holiness Pope Tawadros II, Pope of Alexandria and Patriarch of the See of St. Mark, head of the Coptic Orthodox Church of Egypt, will come to Rome to meet with His Holiness Pope Francis. The Coptic Orthodox Church of Egypt has about ten million faithful. This large membership makes the Coptic Church one of the most important entity in the ecclesial landscape of the Middle East where, in recent times, Christian communities are having to deal with very difficult situations. Pope Tawadros’ predecessor, Pope Shenouda III, met with Pope Paul VI in the Vatican 40 years ago in May of 1973. On that occasion, the Pope and the Coptic Orthodox Patriarch signed an important Christological Declaration in common and initiated bilateral ecumenical dialogue between the two Churches. Since the election of Pope Tawadros II as the new Coptic Orthodox Patriarch, there has been a growing rapprochement between the Christian communities in Egypt. This has led to the establishment of a council of Christian Churches in Egypt. Pope Tawadros, as well as having an audience and a shared prayer with the Holy Father on Friday, 10 May, will be received at the Pontifical Council for Promoting Christian Unity and other dicasteries of the Roman Curia. He will visit the tombs of the Apostles Peter and Paul and will meet with the faithful of the Coptic community resident in Rome.


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Corso della Christian Conference of Asia a Jakarta.

(Riccardo Burigana) «Un momento privilegiato di alta formazione teologico-pastorale pensato per coloro che sono chiamati a assumere dei ruoli di responsabilità nelle Chiese in Asia dedicati alla promozione del dialogo ecumenico»: così viene presentato il corso di ecumenismo organizzato dalla Christian Conference of Asia (Cca), che quest’anno si tiene al Jakarta Theological Seminary, in Indonesia, dall’8 al 21 maggio. Fin dalla sua prima edizione, nel 1976, il corso si propone di offrire conoscenze e approfondimenti in campo ecumenico, con una particolare attenzione anche al dialogo interreligioso in Asia, per favorire il superamento delle divisioni tra i cristiani. Si vuole così rispondere a una delle ragioni che hanno portato alla creazione della Cca, costituita ufficialmente nel 1973, dopo una serie di iniziative di cooperazione ecumenica nell’Asia degli anni Cinquanta del Novecento.
Il corso è articolato intorno a quattro elementi: la conoscenza della complessità delle realtà cristiane in Asia e dei loro rapporti con le istituzioni politiche e con le altre religioni; lo stato del dialogo ecumenico, anche alla luce della riflessione teologica e della comune lettura della Scrittura; la vita quotidiana delle comunità locali in relazione alla testimonianza ecumenica dell’annuncio del Vangelo; la necessità di una specifica formazione dei cristiani, particolarmente impegnati nello sviluppo del dialogo ecumenico a livello nazionale e continentale. La lunga esperienza ha dimostrato come i corsi abbiamo consentito ai partecipanti «di coltivare una sempre più ampia visione ecumenica a servizio delle comunità locali e di rafforzare il ruolo di guida del dialogo ecumenico in Asia», come afferma Jung Eun Moon Grace, responsabile del progetto Faith, Mission and Unity della Conferenza cristiana d’Asia, che comprende centoundici membri in diciassette Paesi. Quest’anno il tema del corso è Called to be life giver to the world, che richiama un passo del Vangelo di Giovanni (10, 10), scelto per riaffermare l’importanza per i cristiani di farsi testimoni della vita in nome della fedeltà alla missione indicata da Cristo. Scelta che risponde anche al desiderio di rafforzare la preparazione alla prossima assemblea del World Council of Churches (Wcc), che si terrà a Busan, in Corea del Sud, dal 30 ottobre all’8 novembre, sul tema God of life, lead us to justice and peace, per proseguire una riflessione ecumenica sul rapporto tra unità, giustizia e pace.
Questo rapporto rappresenta uno degli elementi costituitivi del movimento ecumenico, fin dai suoi primi passi all’inizio del ventesimo secolo, e si è venuto rafforzando in questi ultimi anni, soprattutto grazie al progetto decennale della lotta a ogni forma di violenza promosso dal Wcc. Su questo tema, in Asia, come in molte altre parti del mondo, si è sviluppata una profonda sintonia ecumenica tra i cristiani, anche grazie all’attiva partecipazione della Chiesa cattolica, tanto da mettere in luce quanto l’unità sia già vissuta nel momento in cui le comunità testimoniano insieme i valori cristiani per la vita. A Jakarta i partecipanti al corso avranno modo di fare un ulteriore passo nel cammino ecumenico che conduce alla comprensione «di come Dio sia il Signore della vita, che chiede ai cristiani di essere testimoni di giustizia e di pace nel mondo». Si tratta di una dimensione particolarmente importante in Asia dove in molte comunità si fa l’esperienza quotidiana dell’ingiustizia: «Gli orrori delle guerre e dei conflitti creano una cultura della vendetta che genera altra violenza, ferite e dolori, dai quali sembra, a volte, impossibile uscire». Accanto alla violenza fisica esiste una violenza sociale: le comunità sono chiamate a riaffermare l’importanza della salvaguardia del creato contro lo sfruttamento incondizionato delle risorse naturali, che determina nuove sperequazioni e altra povertà.
Il corso prevede venticinque sessioni di lavoro che, all’interno del tema dell’annuncio e della testimonianza del Dio della vita, affronteranno argomenti specifici: la battaglia per la dignità umana; la denuncia della condizione di emarginazione dei migranti, delle minoranze e dei disabili; la riflessione sul creato come dono da salvaguardare e sui fondamenti di una giustizia ecologica; il dialogo con le altre religioni e il ruolo delle fedi nella costruzione della pace; l’accoglienza dei malati di aids; la riconciliazione tra i popoli. Molte delle sessioni saranno introdotte da personalità di rilievo, come la reverenda Henriette Hutabarat Lebang, segretario generale della Cca, alla quale è stata chiesta una riflessione sullo stato del dialogo ecumenico in Asia; il 17 maggio è previsto l’intervento del pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del Wcc, che parlerà su «La vocazione delle Chiese a promuovere vita, giustizia e pace in una società pluralistica».
Altre sessioni saranno dedicate al lavoro di gruppi di studio, pensati per favorire la condivisione di esperienze ecumeniche di realtà asiatiche molto diverse tra loro e una migliore conoscenza della situazione in Indonesia; proprio per introdurre i partecipanti al corso alla complessità e alle contraddizioni della società indonesiana sono previsti anche degli incontri con comunità locali, impegnate nell’annuncio del Vangelo e nello sviluppo del dialogo interreligioso. Ampio spazio verrà inoltre dato alla preghiera, a partire dalla lettura della Scrittura, con una serie di meditazioni, tenute da esponenti di confessioni cristiane, per mettere in evidenza la ricchezza della pluralità delle interpretazioni della Parola di Dio. La scelta di riaffermare la centralità della preghiera nasce dalla convinzione che la formazione ecumenica debba fondarsi sull’acquisizione di conoscenze e sulla condivisione di esperienze, ma debba essere guidata e sostenuta dalla continua preghiera a Dio per superare difficoltà e divisioni che frenano la missione della Chiesa, chiamata ad annunciare la vita, la giustizia e la pace nella luce di Cristo che illumina il mondo. L'Osservatore Romano, 8 maggio 2013.