venerdì 10 maggio 2013

"Ci vediamo in Egitto!"




Una festa dell’amore fraterno. L’ha proposta Tawadros II per il 10 maggio di ogni anno

All’inizio dell’udienza Sua Santità Tawadros II ha rivolto a Papa Francesco il suo discorso in inglese. Ne pubblichiamo di seguito una traduzione in italiano.
In nome di Dio Padre, del Figlio e dello Spirito Santo - Unico Dio Amen Cristo è risorto, in verità è risorto. Siano rese grazie a Dio, il quale sempre ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde ovunque per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza! (Seconda lettera ai Corinzi 2; 14). A nome della Chiesa Copta Ortodossa, del Santo Sinodo e di tutti i Cristiani Copti in tutto il mondo, ho il piacere di porgere a Sua Santità le più vive e sincere congratulazioni mie e della Chiesa Copta Ortodossa da me presieduta per la designazione a Papa della Chiesa Cattolica e Vescovo di Roma, ad opera del Divino.Si tratta di un mandato tra i più prestigiosi nell’ambito della Comunità cristiana, e di particolare rilevanza nel mondo intero.
Guidato dallo Spirito Santo, mi congratulo con Sua Santità, in questa visita che coincide con il quarantesimo anniversario della visita di Sua Santitá, il compianto Papa Shenouda III, il cosiddetto Papa degli Arabi e Pioniere del Movimento dell’Illuminazione nella Chiesa Copta Ortodossa, a Papa Paolo VI: visita avvenuta nel 1973 dal 3 al 10 maggio (il giorno in cui i due Papi hanno firmato la Dichiarazione congiunta), nella Città del Vaticano, visita che è considerata la prima in assoluto da parte del Papa di Alessandria e Patriarca della Chiesa Copta al Papa Romano.
In quell’anno studiavo ancora presso la facoltà di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Alessandria, Alessandria d’Egitto. Quella prima visita è stata seguita dalla visita di Papa Giovanni Paolo II in Egitto nel 2000.
Questa mia visita resterà memorabile per me sia per l’importanza che riveste che per la coincidenza significativa con quella di Papa Shenuoda III.
Mi auguro che questo possa essere solo il primo di una lunga serie di incontri di amore e di fratellanza tra le due grandi Chiese.
Perciò propongo che il 10 maggio di ogni anno celebri la festa dell’amore fraterno tra la Chiesa Cattolica e quella Copta Ortodossa.
Vengo a trovare Sua Santitâ dall’Egitto, «il Paese del Nilo», come mio primo viaggio, in assoluto, all’estero dopo il mio insediamento come Papa della Chiesa Copta Ortodossa, avvenuto in novembre scorso.
Il mio paese è la culla della più antica civiltà del Mondo, ovvero la civiltà Faraonica. Non solo, ma in Egitto sono nate e si sono sviluppate altre importanti ed antiche civiltà: la civiltà greco-romana, la civiltà copta e la civiltà islamica.
L’Egitto è il luogo dove sono avvenute anche manifestazioni divine che nessun altro paese ha mai registrato.
Secondo la profezia di Osea, «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio» e quella di Isaia, «Benedetto sia l’Egiziano mio popolo», la Sacra Famiglia ha visitato le città ed i governatorati dell’Egito spostandosi dall’Est all’Ovest dal Nord al Sud come per benedire tutto il Paese con il segno della croce.
Inoltre, un grande numero di profeti e santi sono nati e hanno vissuto in Egitto, Paese rinomato per la convivenza pacifica tra le varie comunità religiose.
Inoltre la Sacra Famiglia ha reso i territori dell’Egitto sacri, dopo che Gesù Cristo ne ha calpestato la terra.
L’Egitto quindi annovera importanti manifestazioni divine ed è un Paese unico per la sua solenne civiltà.
In seguito, nei primi anni del Cristianesimo, l’apostolo San Marco diffuse la religione cristiana in Egitto e morì martire nella città di Alessandria, la sposa del Mediterraneo e la città di Alessandro Magno.
La mia Chiesa Copta è molto antica, con una storia che risale ad oltre diciannnove secoli fa. È stata fondata da San Marco Evangelista nel I secolo e si è fino ad oggi nutrita dal sangue di numerosi martiri, diventando sempre più forte.
In Egitto è nato anche il monachesimo cristiano, la cui regola monastica è stata fondata dal grande Sant’ Antonio, il cosiddetto Padre di tutti i monaci. Più tardi, a metà del III secolo, San Pacomio, originario dall’Alto Egitto, ha elaborato la regola della vita comunitaria che susseguentemente si è estesa al resto del mondo.
Il monachesimo, pertanto, ha avuto un ruolo importante nella formazione della Chiesa Copta Ortodossa.
I Copti sono cresciuti in tutto il mondo, come solida entità religiosa dal chiaro carattere cristiano,
Senza dubbio, il contributo dalla Chiesta Copta Ortodossa è grande e notevole.
I patriarchi e i papi di Alessandria hanno avuto un ruolo principe nella teologia cristiana.
Vorrei sottolineare che i rapporti tra Italia ad Egitto sono tradizionalmente solidi e di durata bimillenaria.
I due paesi vantano due meravigliose civiltà mediterranee ed un patrimonio umano che li rende unici al mondo.
Pertanto, l’Italia ha una posizione particolare nei nostri cuori. L’Italia il Paese citato anche nella Bibbia, nelle Epistole di Paolo di Tarso, l’apostolo che, nel primo secolo del cristianesimo, insieme a San Pietro ha fondato la Sede della Chiesa cristiana a Roma luogo dove entrambi hanno subito il martirio.
Circa negli stessi anni, l’apostolo San Marco ha fondato la Sede della Chiesa Copta Ortodossa nella città di Alessandria.
Ricordo inoltre che la Chiesa Copta Ortodossa è legata a quella Cattolica da rapporti cha hanno profonde radici storiche a partire dai concili ecumenici (il primo concilio di Nicea, nel 325 d.C., quando fu formulato il «Credo di Nicea», con il contributo del coraggioso diacono Atanasio, il più giovane Papa della Chiesa Copta e il cosiddetto «Protettore della Fede»),
La più grande testimonianza delle forti relazioni tra le due Chiese è la fondazione delle nostre due Diocesi in Italia, Vescovo Barnaba a Torino e Vescovo Kiroulos a Milano, che sono i rappresentanti ufficiali della Chiesa Copta Ortodossa incaricati di curare tutti gli affari dei fedeli Copti, il cui numero è sempre in aumento.
È da menzionare che tutti qui esaltano l’amore, la proficua collaborazione ed il grande sostegno da parte della Chiesa Cattolica alla Chiesa Copta Ortodossa presente nel Vostro bel paese.
Sia la Chiesa Cattolica che la Copta Ortodossa lavorano insieme in Medio Oriente e in occidente per la promozione e la diffusione della pace in tutto il mondo. Entrambe sostengono il dialogo ecumenico tra le due Chiese per raggiungere l’unità desiderata.
Perciò, e per la prima volta in assoluto, ho insistito per poter partecipare personalmente alla cerimonia di insediamento del Patriarca della Chiesa Cattolica in Egitto, Sua Santità Ibrahim Isak. Abbiamo anche istituito, in febbraio ultimo scorso, il Consiglio delle Chiese in Egitto, con la partecipazione di tutte le Chiese egiziane, come espressione di solidarietà e di amore tra fratelli.
Sono orgoglioso del mio Paese, l’Egitto, e sono al tempo stesso felice di visitare la Città del Vaticano che, pur essendo il più piccolo Stato al mondo sia per popolazione che per estensione, è altresì il più importante, grazie alla sua influenza ed al suo santo servizio.
Concludo questo mio discorso con l’auspicio di consolidare le già eccellenti relazioni esistenti tra la Chiesa Copta Ortodossa e la grande Chiesa Cattolica. Nostro comune obbiettivo sarà lavorare insieme per promuovere il dialogo ecumenico e realizzare la pace in tutto il mondo. Prego nostro Signore affinché aiuti e sostenga Sua Santità nel Suo compito durante la Sua santa missione.
Con l’augurio di avere l’onore di ricevere la visita di Sua Santità nel mio amato Paese, l’Egitto, rinnovo le congratulazioni della Chiesa Copta tutta, delle comunità religiose, nonché dell’intero popolo egiziano.
Vorrei nuovamente ringraziare Sua Santità per l’ospitalità
La pace del Signore sia con tutti voi!
Ci vediamo in Egitto!
L'Osservatore Romano

*
Al termine dell’udienza con Papa Francesco, il Patriarca Tawadros II ha parlato dell'incontro col Pontefice al microfono di Philippa Hitchen:

R. – It has been a fantastic meeting, and I feel that I have taken a special…
E’ stato un incontro fantastico. Ho avuto la sensazione di un incontro particolarmente gradevole con Papa Francesco e questo è bene per i rapporti tra le due Chiese.

D. – L’ha invitato in Egitto?

R. – Yes, yes…
Sì, certo …

D. – E qual è stata la sua risposta?

R. – He accepted this invitation to visit Egypt…
Ha accettato l’invito a visitare l’Egitto e stabilirà il momento opportuno.

D. – Come descriverebbe le relazioni tra le diverse Chiese cristiane in Egitto? E’ recente l’istituzione, da parte sua, di un Consiglio: è un’evoluzione molto importante, no?

R. – The Coptic Church is member in the Middle East Council of Churches…
La Chiesa copta è membro del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, nel Consiglio delle Chiese di tutta l’Africa, ma non c’è un Consiglio delle Chiese in Egitto. Per questo, dopo lunga discussione tra le diverse Chiese, abbiamo istituito questo Consiglio nello scorso febbraio. Di questo Consiglio fanno parte cinque membri. Fra noi ci sono buoni rapporti, ci sono tante visite reciproche, incontri, lezioni e saranno realizzate anche tante attività nel prossimo futuro.

D. – Quanto è importante questa collaborazione più stretta tra le Chiese cristiane, alla luce delle grandi difficoltà affrontate da voi e da altre Chiese oggi in Egitto?

R. – This Council makes one voice for all Christians…
Questo Consiglio dà vita a un’unica voce per tutti i cristiani e questa voce si sentirà non soltanto in Egitto, ma in tutto il Medio Oriente. Questo per noi è molto importante: lavorare insieme in campi d’azione diversi. Questo è importante per i nostri popoli, ovunque essi siano.

Radio Vaticana