sabato 11 maggio 2013

La suora che salvò l'Arcivescovo




María Guadalupe García Zavala (1878-1963)

 Tra le canonizzazioni di domani, annunciate nello storico Concistoro dell’11 febbraio scorso, quando il papa emerito Benedetto XVI comunicò la sua rinuncia al pontificato, c'è anche quella di suor Maria Guadalupe Garcìa Zavala.

(Card. Juan Sandoval Iñiguez) La suora che salvò l’arcivescovo. Le parole pronunciate su Cristo da San Pietro in casa di Cornelio: «passò beneficando e risanando ogni infermità e sofferenza», (Atti degli apostoli 10, 38), mantenendo la dovuta proporzione, si possono dire anche della religiosa María Guadalupe García Zavala, come vera discepola di Cristo.Fu santa durante la vita e sarà dichiarata santa il 12 maggio 2013 dalla suprema autorità del Successore di Pietro. Fu infatti eroica nella pratica di tutte le virtù cristiane, ma soprattutto nella carità verso gli infermi e i bisognosi, per i quali fondò un ospedale e una congregazione religiosa, su consiglio del suo direttore spirituale e confessore il sacerdote, servo di Dio Cipriano Íñiguez Martín del Campo.
La Provvidenza l’aveva destinata a prendersi cura degli infermi e per questo le facilitò il cammino fin dall’infanzia, quando ricevette l’esempio da suo padre, proprietario di una piccola bottega con la quale manteneva la famiglia, ed era caritatevole con i malati poveri, a cui di frequente, regalava le medicine.
Nell’anno 1900, quando la nostra santa aveva 22 anni, conobbe colui che fu suo confessore e direttore spirituale, padre Cipriano, che era responsabile di un piccolo ospedale, nel quale la giovane Lupita, cominciò a prestare il proprio aiuto volontariamente. In seguito ella manifestò al suo confessore, il desiderio di farsi religiosa, ed egli le rispose che stava proprio pensando di fondare una congregazione di religiose per prendersi carico dell’ospedale, nel quale si accoglievano i poveri con carità cristiana. Le affidò senz’altro l’incarico dell’ospedale e la nominò superiora della congregazione che si sarebbe dovuta fondare: le serve di Santa Margherita e dei Poveri, era l’anno 1901.
Dio benedisse l’opera con vocazioni e lasciti che permisero l’ampliamento della capacità dell’ospedale, ma la rafforzò anche con grande povertà e ristrettezze e con la tempesta della persecuzione che flagellò il Messico dal 1914 al 1930. Furono tempi quelli in cui le religiose si vestivano da civili o da infermiere, mimetizzavano la casa religiosa, nascondevano gli oggetti della cappella e il Santissimo Sacramento e presentavano l’edificio come ospedale della Croce Rossa.
Cominciarono ad arrivare le vocazioni di giovani generose che desideravano consacrare la loro vita a Cristo e cercare la perfezione cristiana attraverso il cammino della carità verso i poveri e gli infermi, dei quali dovevano prendersi cura con diligenza e competenza; così le esortava madre Lupita, mentre dava loro l’esempio.
La devozione a santa Margherita Maria Alacoque fu il cammino che condusse queste religiose a conoscere ed amare il Cuore di Gesù, che è il vero patrono della congregazione.
Madre Lupita e le sue religiose si distinsero sempre per la stima, la preghiera e l’aiuto ai sacerdoti. Un esempio speciale fu il caso dell’arcivescovo di Guadalajara, monsignor Francisco Orozco y Jiménez che perseguitato crudelmente dal governo, cercava dove nascondersi. Molte famiglie, anche cattoliche gli negarono asilo per timore di rappresaglie, madre Lupita invece lo nascose per un anno e mezzo nell’ospedale oftalmico San José, senza tirarsi indietro di fronte alle possibili conseguenze.
La sua carità aiutò anche la formazione di futuri sacerdoti; in tempi di ristrettezze per il seminario di Guadalajara, nell’ospedale si dava da mangiare ad un piccolo gruppo di seminaristi. Chi scrive ebbe la fortuna di essere uno di quei seminaristi nel 1946, e di conoscere personalmente santa María Guadalupe García Zavala.
Il 24 giugno 1963, il Signore chiamò madre Lupita per darle il premio nel Regno per il suo zelo in favore dei bisognosi. Alle sue figlie religiose lasciò un luminoso esempio di tutte le virtù cristiane, ma soprattutto di amore e di servizio verso gli infermi ed i poveri.
L'Osservatore Romano, 11 maggio 2013.

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MARIA GUADALUPE GARCIA ZAVALA, Fondatrice della Congregazione religiosa delle Serve di Santa Margherita Maria e dei Poveri, nacque a Zapopan, Jalisco, in Messico il 27 aprile 1878. Suoi genitori furono Fortino Garcia e Rifugio Zavala Garcia.
Don Fortino era commerciante, aveva un negozio di articoli religiosi di fronte alla Basilica di Nostra Signora di Zapopan, per questo la piccola Lupita faceva visita alla chiesa molto di frequente e fin da piccola dimostrò grande amore per i poveri e per le opere di carità.
Lupita aveva fama di essere una giovane molto carina e simpatica, pur tuttavia semplice e trasparente nei modi, amabile e servizievole con tutti. Fu fidanzata con Gustavo Arreola, e ormai promessa in matrimonio all’età di 23 anni, sentì la chiamata del Signore a consacrarsi alla vita religiosa con particolare attenzione verso i malati e i poveri.
Confidò questa sua inquietudine al suo direttore spirituale, Padre Cipriano Iñiguez, che a sua volta le disse di aver egli pure avuto l’ispirazione di fondare una Congregazione Religiosa per prendersi cura degli ammalati dell’Ospedale e la invitava a cominciare questo lavoro; fu così che entrambi fondarono la Congregazione religiosa delle “Serve di Santa Margherita Maria e dei Poveri.”
Madre Lupita fu infermiera, si inginocchiava perfino sul pavimento per occuparsi dei primi ammalati dell’ospedale, che all’inizio naturalmente era carente di molte cose, tuttavia in esso regnò sempre tenerezza e compassione, poiché ivi si provvedeva soprattutto alla cura spirituale degli ammalati.
Madre Lupita fu eletta Superiora Generale della Congregazione, carica che ricoprì tutta la vita, e sebbene provenisse da una famiglia di ceto agiato, seppe adattarsi con gioia ad una vita estremamente sobria ed insegnò alle Suore della Congregazione ad amare la povertà per potersi dedicare meglio agli infermi. L’Ospedale attraversò un momento di grave difficoltà economica e Madre Lupita chiese il permesso al proprio direttore spirituale di poter mendicare per la strada, e ottenuta l’autorizzazione, lo fece con altre consorelle per vari anni finché riuscì a risolvere il problema del sostentamento dei malati.
Grave fu in Messico la situazione politico – religiosa a partire dal 1911, con la caduta del presidente Porfirio Diaz fino praticamente al 1936, perché la Chiesa fu perseguitata dai rivoluzionari Venustiano Carranza, Alvaro Obregòn, Pancho Villa e soprattutto Plutarco Elìas Calles nel periodo più sanguinoso dal 1926 al 1929.
Durante tale periodo di persecuzione contro la Chiesa cattolica in Messico, Madre Lupita rischiando la sua vita e quella delle sue compagne nascose all’interno dell’Ospedale alcuni sacerdoti ed anche l’Arcivescovo di Guadalajara, S.E. D. Francisco Orozco y Jimenez. Le suore inoltre davano da mangiare e curavano gli stessi soldati persecutori feriti; questo fu uno dei motivi per cui i soldati accampati presso l’Ospedale non solo non infastidivano le suore ma difendevano esse ed i malati.
Durante la vita di Madre Lupita furono aperte 11 fondazioni nella Repubblica Messicana, e dopo la sua morte la Congregazione continuò a crescere; attualmente le Serve di Santa Margherita e dei Poveri contano 22 fondazioni in Messico, Perù Islanda, Grecia e Italia.
Il 13 ottobre 1961 l’intera Congregazione delle Serve di Santa Margherita e dei Poveri festeggiarono il giubileo di diamante di Madre Lupita, cioè, i 60 anni di vita religiosa dell’amata fondatrice; tuttavia ella, che aveva 83 anni, soffriva di una dolorosa malattia che dopo due anni la condusse alla morte.
Si addormentò nel Signore il 24 giugno 1963 a Guadalajara, Jalisco, Messico all’età di 85 anni, e da allora gode di una solida fama di santità.
Fu amata dai poveri e dai ricchi della città di Guadalajara e di altri luoghi dove la Congregazione aveva ospedali, questo è confermato anche dal fatto che quando si seppe della sua morte, moltissima gente si recò all’Ospedale per rendere omaggio per l’ultima volta ai suoi resti mortali e il giorno seguente quando furono celebrati i funerali grande fu la partecipazione perché già godeva di fama di santità.
Madre Lupita si presenta oggi come un degno esempio di vita di santità perché sia imitata non solo dalle Religiose da lei fondate, bensì da tutti i fedeli grazie alla pratica costante ed eroica delle virtù evangeliche che esercitò tutta la vita, e soprattutto alla dedizione incondizionata al servizio di Dio nei fratelli, specialmente nei poveri e in quelli che soffrono ogni tipo di infermità.