venerdì 17 maggio 2013

L'adorazione eucaristica e la Nuova Evangelizzazione



Di seguito il testo dell’intervento fatto da don Piergiorgio Perini, Presidente dell’Organismo Internazionale di Servizio delle Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione, alla tavola rotonda che si è svolta ieri pomeriggio presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, nel contesto del convegno internazionale “La primavera della Chiesa e l’azione dello Spirito”.

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L'esperienza delle Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione si colloca nel contesto dell'ecclesiologia missionaria che si é sviluppata a partire dal Concilio Ecumenico Vaticano II, successivamente é stata espressa nella Evangelii Nuntiandi ed infine é stata proposta alla Chiesa universale attraverso il concetto teologico-pastorale della "Nuova Evangelizzazione" promosso dal beato Giovanni Paolo II.
Le Cellule possono rappresentare una risposta profetica per il rinnovamento delle parrocchie nell’ottica della Nuova Evangelizzazione.
Infatti, proponendo la visione di una chiesa in crescita, le cellule operano all’interno della parrocchia, come un innesto di novità, capace di far passare i suoi membri, dal ruolo di semplici evangelizzati al ruolo attivo di evangelizzatori.
Tuttavia, perché ciò avvenga, é indispensabile, che il pastore viva in se stesso, l’esperienza di una autentica conversione pastorale che gli consenta di considerare tutto il suo impegno sacerdotale sotto il profilo della evangelizzazione, facendo sua la sollecitudine di Cristo, buon Pastore, che si prodiga per il suo gregge, ma al tempo stesso pensa alle “altre pecore che non sono di quest’ovile  (Gv 10,16)”[1].
Il cambiamento di mentalità del pastore comporta anche un cambiamento di indirizzo pastorale: i lontani costituiscono il potenziale di crescita della comunità e l’attenzione è tutta rivolta al loro recupero, che non termina alla loro persona, ma che promuove in loro il passaggio da evangelizzati ad evangelizzatori.
Evangelizzare utilizzando le relazioni esistenti può sembrare semplice e scontato. Ma di fatto, esso rappresenta, per i fedeli laici che vivono in un contesto religioso e civile individualista, una sfida molto importante.
Il processo di evangelizzazione delle Cellule, fedele alla esperienza di Gesù e dei suoi discepoli, mette in evidenza questa pedagogia evangelizzatrice e sottolinea la necessità chela Chiesaviva più pienamente in uno spirito fraterno.
La natura interpersonale deve essere mantenuta durante tutto il processo di evangelizzazione, fino al cuore della vita della cellula, in modo che l'intera comunità parrocchiale si converta nel vivere secondo questo spirito di fraternità ed amicizia: “Da questo sapranno che siete miei discepoli, se vi amarete gli uni gli altri” (Gv 13,35).
Il leader di cellula, cuore della vita della stessa cellula, incarna in se stesso la visione della cellula in crescita, chiamata a moltiplicarsi e testimonia l’importanza della dimensione interpersonale dell’evangelizzazione e del carattere fraterno ed ecclesiale della cellula.
La fecondità e la crescita di ogni sistema di cellule dipende soprattutto dalla capacità di formare leaders che a loro volta formino altri leaders.
Tuttavia, a fondamento di tutte queste esperienze, è vitale l’ educazione di tutta la comunità parrocchiale all’Adorazione Eucaristica. La Chiesa, infatti, vive dell’Eucaristia[2] e, come afferma Benedetto XVI, “senza Adorazione Eucaristica non c’è alcuna trasformazione del mondo”[3].
Così, più che un metodo o una strategia pastorale, le Cellule di Evangelizzazione attualizzano una visione biblica ed ecclesiale.
Spinto da questa visione, il pastore troverà in sé le risorse di grazia che gli daranno la capacità di intraprendere questa meravigliosa avventura pastorale dell’evangelizzazione in una dinamica di crescita e di moltiplicazione.
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NOTE
[1] Cfr RM 49.
[2] Cfr EE 1; SC 10; PO 5.
[3] Cfr J. Ratzinger, Teologia della Liturgia. La fondazione sacramentale dell’esistenza cristiana, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2011, 411.