venerdì 10 maggio 2013

Papa Francesco al CCEE: "Libertà religiosa, ecumenismo e tutela dei valori umani"

Il presidente del Ccee, il cardinale Péter Erdö

 La collaborazione tra cattolici e ortodossi rappresenta un grande contributo anche alla soluzione della questione della libertà religiosa in Europa e nel mondo. È quanto ha sottolineato la presidenza del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (Ccee) nella conferenza stampa svoltasi a Roma subito dopo l’udienza privata avuta in mattinata con Papa Francesco. In particolare, il presidente, il cardinale arcivescovo di Esztergom-Budapest, Péter Erdő, ha rimarcato, quale esempio, l’importanza del seminario sulla libertà religiosa organizzato dal patriarcato ecumenico a Istambul il 17 e 18 maggio prossimi, per la cui realizzazione è stata richiesta appunto la collaborazione della Ccee. Quella della libertà religiosa è, infatti, una questione che si sta rivelando particolarmente urgente sia nel continente europeo — come testimoniano i dati sull’intolleranza e la discriminazione forniti dall’Osservatorio di Vienna — sia nel resto del mondo, dove si registrano atti di persecuzione e uccisioni nei confronti dei cristiani. In questa ottica, dal vertice della Ccee viene espressa anche la «forte preoccupazione» per la sorte dei due presuli ortodossi sequestrati alcune settimane fa in Siria, il metropolita greco-ortodosso di Aleppo e Alessandretta, Paul Yazigi, e quello siro-ortodosso di Aleppo, Youhanna Ibrahim. Il loro rapimento, viene sottolineato, si configura come un chiaro gesto intimidatorio volto a destabilizzare ulteriormente un Paese in preda alla guerra con l’intento di trasformare un conflitto armato in una guerra di religione. Di qui, l’appello perché venga fatto tutto il possibile per liberare i presuli in ostaggio e l’invito a riprendere la via del dialogo, assicurando a cristiani e musulmani, che hanno vissuto in pace per secoli, la possibilità di costruire un Paese in cui regnino pace e giustizia nel mutuo rispetto del credo religioso dei suoi cittadini.
Preoccupazione per il rispetto della libertà religiosa in Egitto è stata poi espressa in due lettere che la Ccee ha inviato al Patriarca copto-ortodosso Tawadros II e al Patriarca di Alessandria dei Copti, Ibrahim Isaac Sidrak. Nella missiva indirizzata alla guida spirituale ortodossa si sottolinea come il martirio subito recentemente da tanti fedeli copti «ci interpella particolarmente e ci impegna a fare tutto il possibile perché i cristiani possano ovunque essere liberi di vivere e testimoniare la loro fede».
Un altro fronte che vede impegnato il Ccee è quello della «riconciliazione in Europa». In proposito, il vice presidente, l’arcivescovo di Przemysl dei Latini, Józef Michalik, ha ricordato l’appello che i vescovi di Bosnia ed Erzegovina hanno recentemente rivolto per una riconciliazione basata sul mutuo rispetto e la giustizia. L’altro vice presidente, il cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, ha poi ricordato come i presuli della Ccee sostengano con convinzione la campagna «Uno di noi» per la tutela dei diritti dell’embrione umano. L'Osservatore Romano

 *

Il risveglio morale dei giovani d'Europa – testimoniato ad esempio dalla “Manif pour tous”, la grande mobilitazione francese contro la legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso – è una “grande speranza” per il futuro del Continente.

“I giovani sono molto più liberi degli adulti, più aperti alla verità e alla trascendenza, meno legati a vecchi schemi ideologici”, ha spiegato ai giornalisti il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che insieme agli membri della presidenza del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee) ha incontrato questa mattina papa Francesco.

Quello dei leader dei vescovi d'Europa con il primo pontefice sudamericano “è stato un incontro stupendo”, ha raccontato dopo l'udienza il presidente del Ccee, il cardinale Péter Erdö, arcivescovo di Budapest, “per la forte impressione di essere accolti di cuore, cioè con grande interesse, con apertura e con grande incoraggiamento”. Papa Bergoglio si è mostrato soprattutto interessato al dialogo ecumenico, invitando a “promuovere la vicinanza reciproca”.

Durante una conferenza stampa alla Radio Vaticana, i vertici del Ccee hanno anche ribadito il loro sostegno all'iniziativa “Uno di Noi”, una raccolta di firme su scala continentale che vuol portare il Parlamento europeo a discutere della possibilità di riconoscere l'embrione come persona. Si tratta, secondo Bagnasco,di un “gesto concreto e propositivo, perché la coscienza europea non perda se stessa rispetto al valore fondamentale del riconoscimento, della difesa e della promozione della vita umana”.

Il cardinale Erdo ha messo in evidenza anche il lavoro dell'Osservatorio sull'intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa. “Non si tratta di un fenomeno isolato”, ha affermato il porporato, mettendo in guardia dalle “minacce per via legislativa” alla libertà di fede che mirano, ad esempio, a vietare la prassi della circoncisione oppure la produzione della carne kosher.

Il porporato ungherese ha ribadito la volontà della Chiesa di “resistere”, se necessario anche scendendo in piazza, contro “i fenomeni dell'antisemitismo e del razzismo, disumani e inaccettabili”. Proprio questa settimana il World Jewish Congress ha tenuto il suo convegno a Budapest per protestare contro l'antisemitismo crescente nel Paese, per opera soprattutto – ma non solo – del partito di estrema destra Jobbik.

Per riflettere sul futuro dell'Europa, i leader dei vescovi del Continente hanno portato a papa Francesco un’icona che rappresenta la Vergine con il bambino insieme ai sei santi patroni d’Europa. “Rappresentano le diversità di cui si compone l'Europa – ha spiegato il cardinale Erdo – si tratta anche oggi di identità differenti che, prese insieme, costituiscono l’identità europea”. “L’Europa unita – ha aggiunto – infatti si costruisce non già trascurando o negando le specificità nazionali, ma riconciliando le diversità in un’identità superiore e comune”. (A. Speciale)