mercoledì 15 maggio 2013

Per continuare a scrivere pagine di libertà

 scola bartolomeo

Cristiani d’Oriente e Occidente
uniti nell’annuncio

Il messaggio inviato da Papa Francesco ha aperto la “lectio” a due voci tra il cardinale Scola e il patriarca Bartolomeo I a Palazzo Reale.



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«Il Sommo Pontefice porge il Suo fraterno saluto a Sua Santità Bartolomeo I, indirizza un pensiero di benvenuto agli altri illustri ospiti convenuti per la felice circostanza e si congratula con la diletta Chiesa ambrosiana, con le autorità civili e con l’intera città di Milano per il rilievo dato alla memoria della storica decisione che, decretando la libertà religiosa per i cristiani, aprì nuove strade al Vangelo e contribuì in maniera decisiva alla nascita della civiltà europea».
Il saluto di Papa Francesco - inviato dal Segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, e letto da monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione sociale della Diocesi - ha aperto la lectio magistralis del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I e dell’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, nella gremitissima Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano.
L’auspicio del Pontefice è che «oggi come allora, la comune testimonianza dei cristiani di Oriente e Occidente, sorretta dallo Spirito del Risorto, concorra alla diffusione del messaggio di salvezza in Europa e nel mondo intero» e che «grazie alla lungimiranza delle autorità civili, sia ovunque rispettato il diritto all’espressione pubblica della propria fede e sia accolto senza pregiudizi il contributo che il cristianesimo continua a offrire alla cultura e alla società del nostro tempo».
Secondo appuntamento pubblico nell’ambito della visita a Milano di Bartolomeo I, la lectio - moderata dal pastore battista Martin Ibarra - ha preso spunto dal versetto del Vangelo di Giovanni “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,32). Hanno portato il loro saluto anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e il segretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, monsignor Brian Farrell.


Le parole di Bartolomeo I

«Oggi la libertà è ridotta a uno dei beni più “maltrattati” nell’umanità, soggetta continuamente all’arbitrio e alle ideologie umane - è stata una delle prime considerazioni di Bartolomeo I -. Gli uomini, soprattutto chi si sente “superiore”, credono di essere liberi quando possono indiscriminatamente soddisfare i propri desideri, compiendo ciò che vogliono quando vogliono, senza limiti, decidendo e operando, commettendo ingiustizie nel silenzio di coloro che gli stanno attorno, ammazzando e venendo applauditi: tutto e sempre nel nome della libertà». Una vera e propria «crisi della libertà», a causa della quale «tutti si tormentano sulla terra, tutti protestano, desiderano e cercano la libertà, alcune volte versano anche il proprio sangue per questo, ma pochi sono coloro che la trovano e l’acquisiscono; pochi sono quelli che conoscono il contenuto della vera libertà e dove essa si trovi».
Ma l’uomo si può dire davvero libero solo «quando raggiunge la santificazione e la purificazione totale della sua esistenza. È libero proprio secondo il grado della sua liberazione dalle catene del peccato che genera la morte. È libero quando nega se stesso a favore dell’altro, quando sacrifica la sua esistenza, le sue aspettative, i suoi “interessi” a favore del suo fratello, del suo amico, del suo prossimo e di Dio». E ulteriormente: «La vera libertà dissolve pregiudizi, contribuisce alla comprensione reciproca e prepara il terreno per trovare soluzioni pacifiche di tutti i problemi. Ma la più importante conseguenza della libertà è che avvicina e rivela la vera personalità di chi dialoga. È la libertà con la quale Cristo ci ha liberato a costituire l’occasione per superare i nostri limiti anche nel comprendere il punto di vista del nostro interlocutore. Questo libera lo spirito dall’unilateralità dell’approccio».


L'intervento del Cardinale

«Promuovere la libertà religiosa a beneficio delle nostre società e promuoverla insieme con i fratelli d’Oriente è un dovere che la Chiesa di Milano non intende disertare»: così il cardinale Scola ha concluso il suo intervento, partito dal rapporto tra verità e libertà (tra le quali, nella storia, «si dà sempre inevitabilmente una tensione»), sviluppato attraverso l’analisi del significato sociale e politico dell’Editto di Milano (che al di là di limiti ed eccessi sopraggiunti, per «l’idea di pace» e «l’istanza universalistica» che portava con sé, è stato «l’initium libertatis dell’uomo moderno»), si è poi articolato in una approfondita riflessione sul concetto di libertà religiosa (a partire dalla Dichiarazione conciliare Dignitatis Humanae) e sulla visione dell’uomo e della società che emerge dalla contemplazione della Trinità. Dalla considerazione del «doloroso travaglio» da cui è segnato l’Occidente e del momento storico che chiama la Chiesa ambrosiana a «un’opera di trasformazione delle forme di presenza in una società plurale», l’Arcivescovo è tornato a ribadire quale sarà il prossimo orizzonte di impegno della Diocesi: «Le parrocchie, le associazioni, i movimenti sono consapevoli che per i cristiani non ci sono bastioni da difendere, ma vie da percorrere per documentare che Cristo è l’Evangelo dell’umano».

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Il Patriarca ortodosso Bartolomeo accolto a Milano dal cardinale Scola.

Ecumenismo e libertà religiosa: sono i due poli attorno ai quali è calamitata la visita di tre giorni che il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, compie da ieri a Milano. L’incontro, inizialmente programmato per il 20 e 21 marzo scorsi, e poi rimandato dopo la rinuncia al pontificato di Benedetto XVI e la convocazione del conclave, rappresenta il momento centrale delle iniziative della Chiesa ambrosiana per i millesettecento anni dell’Editto di Milano e quindi l’inizio della libertà religiosa in Occidente. Lo stesso Patriarca ortodosso incontrando in curia il cardinale arcivescovo di Milano, Angelo Scola, ha ricordato che proprio a partire da quello storico avvenimento «si sono realizzate per l’Europa delle conquiste determinanti nel progresso spirituale dell’umanità. Sono state poste le basi per il riconoscimento dei fondamenti dei diritti umani; ed è stata stabilita per la prima volta sotto forma di legge, come principio, la libertà religiosa». Infatti, ha proseguito, «la libertà per ognuno di credere in Dio o di rifiutarlo non è semplicemente un diritto umano, ma prima di tutto una smisurata condiscendenza di Dio, il quale per amore indescrivibile rispetta così tanto la libertà dell’uomo fino a tollerarne perfino il rifiuto arrogante di questi».
Secondo Bartolomeo, questo anniversario non è dunque solo motivo di festeggiamenti, ma principalmente una «responsabilità di noi guide spirituali, davanti all’umanità e al mondo; è l’annuncio o il ri-annuncio della verità, che la nostra fede è viva e non una macchinazione ideologica e una teoria umana; non è un “cibo e bevanda consumati”, ma è vita».
Anche il cardinale Scola — che in precedenza si era incontrato con il Patriarca copto ortodosso Tawadros II — rivolgendosi a Bartolomeo non ha mancato di sottolineare la portata storica dell’editto di Milano: «Noi oggi vi leggiamo l’inizio aurorale della più recente presa di coscienza di un principio supremo: la libertà religiosa quale diritto inalienabile della dignità della persona umana. E proprio la necessità di difendere e promuovere la libertà religiosa nelle società plurali del mondo contemporaneo sarà al centro della nostra attenzione in questi giorni della vostra visita». E ha poi aggiunto: «È soprattutto la fecondità della memoria sotto il profilo ecclesiale ed ecumenico che ci sta a cuore. E proprio da questo punto di vista l’incontro con vostra Santità è quello più atteso e più significativo di questo centenario».
La visita è proseguita la mattina di mercoledì, con il primo appuntamento pubblico, una celebrazione liturgica ortodossa, alla quale ha assistito anche il cardinale Scola, nella chiesa di Santa Maria Podone, uno dei luoghi di culto più antichi della città, che dallo scorso anno è stata messa a disposizione della comunità ortodossa milanese. Nel pomeriggio, poi, presso il Palazzo Reale, la lectio magistralis a due voci. Moderati dal pastore battista Martin Ibarra, il Patriarca Bartolomeo e il cardinale Scola riflettono sul tema della libertà religiosa, come elemento fondamentale su cui si innestano gli altri diritti umani, a partire dal versetto evangelico «Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Giovanni, 8, 32).
Nel pomeriggio di martedì, Bartolomeo si era recato in visita alla comunità di Bose, accolto dal priore Enzo Bianchi, il quale ha espresso al Patriarca gratitudine per il «servizio di comunione che svolge coraggiosamente» e «per tutto ciò che la Chiesa ortodossa ha da sempre rappresentato e rappresenta per noi e per tutti i cristiani occidentali». L'Osservatore Romano

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 «Aiutiamoci in amicizia per il bene della Chiesa». Le parole di Bartolomeo I al termine della preghiera ortodossa in Santa Maria Podone
Editto di Milano - Chiesa di Milano
(Rosangela Vegetti) Un appuntamento da non mancare, quello della preghiera ortodossa che Sua Santità Bartolomeo I, Arcivescovo di Costantinopoli-Nova Roma e Patriarca ecumenico, ha presieduto stamane nella chiesa di Santa Maria Podone, in piazza Borromeo, alla presenza del cardinale Angelo Scola. (...)