martedì 28 maggio 2013

Scola: "Il campo è il mondo"




«Il cattolicesimo popolare ambrosiano è chiamato a immaginare risorse innovative per radicarsi più profondamente negli ambiti dell’umana esistenza attraverso l’annuncio esplicito della bellezza, della bontà e della verità dell’evento di Gesù Cristo. Un annuncio che giunge fino alla proposta di tutte le sue umanissime implicazioni, dunque nella concezione del rapporto uomo-donna e della famiglia, nella tensione con la società civile per buon governo e la salvaguardia del creato. Noi non vogliamo conquistare nessuno, la Chiesa non è un partito, non siamo agit-prop, ma testimoni».

Lo ha detto questa mattina l’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, agli oltre 1700 sacerdoti convenuti in Duomo per il raduno del clero diocesano.
Triplice l’obiettivo dell’incontro dei preti ambrosiani con l’Arcivescovo nella Cattedrale, evento straordinario per la vita della Chiesa milanese.
Anzitutto vivere con questo gesto una celebrazione comune tra sacerdoti e Vescovo nell’Anno della fede - voluto da Benedetto XVI – tutt’ora in corso.
In secondo luogo sono state comunicate le nuove linee diocesane – a seguito della chiusura dei “cantieri pastorali” aperti negli anni scorsi su alcuni aspetti fondamentali della vita delle comunità e dei credenti: 1- il Rito ambrosiano e in particolare il Nuovo Lezionario; 2 - i nuovi assetti delle parrocchie ovvero le Comunità Pastorali; 3 - l’Iniziazione Cristiana (il percorso che attraverso il catechismo e i sacramenti di Battesimo, Riconciliazione, Eucarestia e Cresima introduce i più piccoli alla vita di fede); 4 - l’ingresso nel ministero dei giovani appena ordinati preti. 
Inoltre, il cardinale Angelo Scola, invitando i sacerdoti a «fare un passo verso il futuro», ha voluto in questa circostanza, annunciare tema e titolo del nuovo Anno pastorale che inizierà il prossimo 9 settembre 2013; “Il campo è il mondo: vie da percorrere incontro all’umano”.
Concludendo il suo intervento,il Cardinale ha aggiunto inoltre che intende invitare anche i vescovi di alcune diocesi già impegnate in questa direzione (ha citato Manila, Parigi e Vienna), e ha manifestato l’intenzione di proporre un grande incontro ecumenico, un gesto pubblico di confessione delle fede e percorsi artistici e culturali per far scoprire come la fede interpelli ogni dimensione della vita.
Al termine del suo intervento, sottolineato da un lungo applauso, il cardinale Scola è sceso tra le navate del Duomo per salutare i preti, fermandosi poi a pregare sulla tomba del cardinale Carlo Maria Martini.
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 Di seguito il testo dell’intervento.

L’iniziativa per il prossimo anno pastorale
Prima di concludere questo significativo gesto ecclesiale, mi preme riproporre, l’iniziativa per il prossimo anno pastorale, annunciata lo scorso 28 marzo nell’omelia della Messa Crismale. Le decisioni comunicate negli interventi precedenti, frutto di un’ampia consultazione, ci consentono di passare dallo stadio di cantieri apertiall’individuazione di linee comuni, ovviamente sempre riformabili, per un’azione ecclesiale che sia in grado di attuare quella pluriformità nell’unità che è il criterio della communio.
Se guardiamo alla forte evoluzione in atto nella nostra società lombarda, sullo sfondo dei mutamenti che stanno interessando tutto il paese e l’Europa, dobbiamo riconoscere che lo Spirito ci sta provocando ad una più decisa comunicazione di Gesù Cristo come Evangelo dell’umano. Parrocchie, Unità e Comunità pastorali, Associazioni e Movimenti, Decanati, Zone Pastorali, Diocesi sono chiamati a riscoprire tutto il peso dell’affermazione di Gesù nella parabola della zizzania quando dice: “Il campo è il mondo” (Mt 13,38).
Il mondo va concepito dinamicamente come luogo della vita delle persone e dell’esprimersi delle loro relazioni. In questo senso, esso è costituito da tutti gli ambienti dell’esistenza quotidiana degli uomini e delle donne: famiglie, quartieri, scuole, università, lavoro in tutte le sue forme, modalità di riposo e di festa, luoghi di sofferenza, di fragilità, di emarginazione, ambiti di edificazione culturale, economica e politica. In sintesi, il mondo è la società civile in tutte le sue manifestazioni.
Un invito pressante a muoverci in questa direzione ci viene da un’importante affermazione dell’allora Cardinale Bergoglio, ora Papa Francesco: “Quando la Chiesa non esce da se stessa per evangelizzare, diviene autoreferenziale e allora si ammala” (Avvenire, 27 marzo 2013).
In che cosa consiste
In cosa consiste questa iniziativa per il prossimo anno pastorale? Per precise ragioni abbiamo escluso il ricorso ad una visita pastorale, da una parte, e alla missione popolare, dall’altra. Lo scopo che vuole animarci è quello di far maturare nel cuore di tutti i nostri fedeli e di tutte le forme di realizzazione della Chiesa, una maggior coscienza missionaria che scaturisce dal dono della fede e dalla grata tensione a proporre l’incontro con Gesù, verità vivente e personale, come risorsa decisiva per l’uomo postmoderno. L’incontro con Gesù, infatti, è la strada verso il compimento, verso la felicità (“Se vuoi essere compiuto-perfetto”, Mt 19,21) e l’autentica libertà (“sarete liberi davvero”,Gv 8,36).
Lo scopo dell’iniziativa
Lo scopo dell’iniziativa si caratterizza per:
un’apertura a 360°. Con un’immagine potremmo esprimerla nel modo seguente:la Chiesa non ha bastioni da difendere, ma solo strade da percorrere per andare incontro agli uomini;
una proposta integrale. Vogliamo annunciare in tutti gli ambiti Gesù Cristo morto e risorto, che incarnandosi si è fatto via alla verità e alla vita per ciascun uomo. Il cattolicesimo popolare ambrosiano è chiamato a immaginare risorse innovative per radicarsi più profondamente negli ambiti dell’umana esistenza attraverso l’annuncio esplicito della bellezza, della bontà e della verità dell’evento di Gesù Cristo presente nella comunità ecclesiale. Un annuncio che giunge fino alla proposta di tutte le sue umanissime implicazioni antropologiche, sociali e di rapporto con il creato. Un annuncio che con semplicità ridice la consapevolezza che l'azione della Trinità è già all'opera in ogni uomo e in ogni donna; 
testimonianza, non egemonia. Come già ebbe a dire Paolo VI: “L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni” (Evangelii Nuntiandi 41). Il testimone, il terzo che sta tra i due, nel nostro caso tra Gesù e il fratello uomo. Non è senza significato che sistematicamente i Vangeli leghino il riconoscimento di Gesù risorto da parte dei discepoli al loro invio fino ai confini del mondo: la testimonianza diventa in tal modo il criterio di evidenza della fede. Essa non è solo necessario buon esempio, ma è conoscenza della realtà (anzitutto riconoscimento del Risorto) e, pertanto, comunicazione della verità. 
La verifica dell’Iniziativa
La verifica dell’attuarsi dell’iniziativa “Il campo è il mondo”, sarà la progressiva maturazione di tutte le forme di realizzazione della comunità cristiana, secondo i quattro pilastri individuati dalla Lettera Pastorale Alla scoperta del Dio vicino, sulla mappadi Atti 2,42-48 (cf. Alla scoperta del Dio vicino n. 8). A tale comunità si potrà invitare, in ogni momento, chiunque: «vieni e vedi» (Gv 1,46).
L’attuazione concreta
Concretamente, l’iniziativa “Il campo è il mondo” si attuerà a vari livelli:
valorizzando tutto ciò che già si pone in quest’ottica nelle Parrocchie, nelle Unità e nelle Comunità Pastorali, nelle Associazioni e nei Movimenti, nelle Congregazioni religiose, nei Decanati … Sono tante le forme di condivisione di questo bisogno radicale di evangelizzazione già in atto. Sarà però necessario riferirle esplicitamente agli scopi dell’iniziativa pastorale “Il campo è il mondo”;
chiamando alla pluriformità nell’unità tutte le realtà ecclesiali che vivono in Diocesi. Nel coinvolgimento e nell’accoglienza dei diversi carismi di Religiosi, Associazioni, Movimenti a livello diocesano dovrà brillare quell’unità che è condizione necessaria per testimoniare Gesù Cristo come Evangelo dell’umano;
proponendo qualche iniziativa comune a tutta la Diocesi. Per esempio e a titolo provvisorio: un approfondimento del tema “Il campo è il mondo” a livello interdecanale; una riflessione per i sacerdoti sul tema “Evangelizzare la metropoli”; oltre ai gesti liturgici e di preghiera in Duomo in occasione dell’Avvento, della Quaresima e del mese di maggio, un gesto pubblico di confessione della fede, un incontro ecumenico proposto a tutti di annuncio di Cristo alla città, percorsi artistici e culturali. Il Consiglio Episcopale ha già dato dei suggerimenti che saranno messi a punto raccogliendo nelle prossimo settimane in vario modo il parere dei membri del Consiglio Presbiterale, del Consiglio Pastorale e dell’Assemblea dei Decani. Il calendario di queste iniziative verrà comunicato entro il 25 giugno, così che se ne possa tener conto per gli impegni di tutti del prossimo anno pastorale; 
ripensando l’attività degli Uffici diocesani in due direzioni: primo, equilibrando meglio il nesso tra questi preziosi strumenti e i soggetti della concreta azione pastorale (Parrocchie, Unità e Comunità Pastorali, Associazioni, Movimenti, Congregazioni religiose, Decanato); secondo, gli Uffici dovranno accompagnare i soggetti ad approfondire i rapporti con gli ambiti di vita reale della gente.
L’avvio e la Lettera Pastorale
L’iniziativa pastorale prenderà inizio il giorno 9 settembre, solennità della Natività della Beata Vergine Maria, con la tradizionale celebrazione eucaristica in cui verrà resa pubblica la Lettera Pastorale dell’Arcivescovo che avrà per titolo: “Il campo è il mondo. Vie da percorrere incontro all’umano”.