martedì 7 maggio 2013

Seguendo l’esempio di Chiara Lubich




A Ginevra convegno promosso dal Wcc e dai Focolari. 

«La pace e la giustizia, frutti di unità» è il tema della conferenza organizzata dal World Council of Churches (Wcc) e dal movimento dei Focolari, fondato da Chiara Lubich, in occasione del decimo anniversario dell’ultima visita della Lubich a Ginevra e del quinto anno dalla sua morte (2008). All’evento, svoltosi presso il Centro ecumenico di Ginevra, hanno preso parte 180 persone, in rappresentanza di diverse Chiese locali e di organizzazioni ecumeniche.Il tema ha evocato numerose riflessioni sull’esempio di Chiara Lubich, che ha dedicato la sua vita alla promozione della pace, all’unità della Chiesa e al dialogo interreligioso.
Durante il convegno è stato letto un messaggio di Maria Voce, presidente del movimento dei Focolari, nel quale si esprime «profonda ammirazione per tutte le persone, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa, che lavorano per l’amicizia universale incentrata sull’amore reciproco, che fa sì che il lavoro comune diventi relazione reciproca».
Michel Vandeleene, teologo ed editore di alcuni libri di Chiara Lubich, nel descrivere la «spinta e la peculiarità dell’approccio ispiratore della fondatrice dei Focolari» ha espresso ammirazione per la sua «passione per la pace, la giustizia e l’unità, per la quale ha ricevuto il premio Unesco per l’educazione alla pace nel 1996 e il premio dell’assemblea per i diritti umani del Consiglio del Parlamento europeo nel 1998.
Il convegno è stato anche teatro di una tavola rotonda alla quale diversi partecipanti sono intervenuti descrivendo l’ispirazione che hanno tratto dall’esempio di Lubich per il loro impegno per la pace nell’attività politica. Facendo riferimento ai Paesi che stanno attraversando la crisi economica, Martin Robra, direttore del programma per lo studio dell’ecumenismo nel 21° secolo, ha detto che «Nel Gesù abbandonato, come elemento centrale nel pensiero di Chiara Lubich, vedo la possibilità di mantenere la speranza e la solidarietà in mezzo alle tragedie che avvengono oggi nel mondo, come in Siria».
Maria Francisca Ize-Charrin, già direttrice dell’ufficio dell’Alto commissariato per i diritti umani, ha descritto i legami tra il nuovo approccio presentato da Chiara Lubich, legato al messaggio dell’unità, e le due grandi preoccupazioni delle Nazioni Unite: il riconoscimento universale dei diritti umani e la tutela dell’individuo. «Il movimento dei Focolari — ha detto Ize-Charrin — dovrebbe incoraggiare i suoi membri a farsi coinvolgere in maniera sempre più profonda nella vita pubblica nell’attuazione dei diritti umani. Possono farlo dimostrando come praticare l’unione con coloro che sono più trascurati».
Ada Marra, parlamentare svizzera, nell’esprimere il suo desiderio di mantenere un dialogo con i suoi colleghi, nonostante le differenze politiche, ha sottolineato l’importanza di buone relazioni personali, rispettando le differenze di opinione e di ideologia, per «evitare di giudicare le persone semplicemente per quello che dicono e tentare di mettersi al loro posto in modo che vi possa essere unità in Gesù abbandonato».
Nel corso della tavola rotonda, Cornelio Sommaruga, già presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa, ha ricordato come l’appello spirituale di Ginevra, firmato da un certo numero di personalità internazionali e locali, in occasione della Giornata delle Nazioni Unite del 1999, sia stato influenzato dall’apprezzamento per l’approccio di Lubich al dialogo interconfessionale.
Infine, Ioan Sauca, direttore dell’Istituto ecumenico di Bossey, ha ricordato come «la nostra amicizia con Chiara Lubich abbia dato risultati significativi. Tra questi, si possono citare diversi sviluppi dell’Istituto, come per esempio una maggiore unità tra i suoi membri, la collaborazione con docenti di altre religioni e una disponibilità ad accogliere i partecipanti provenienti da nuovi movimenti religiosi». 
All’unanimità i partecipanti hanno sottolineato quanto sia importante «seguire l’esempio ispiratore di Chiara» per contribuire alla creazione della pace.
L'Osservatore Romano, 8 maggio 2013.