lunedì 8 luglio 2013

Da domani il Ramadan per oltre un miliardo di musulmani.




Papa Francesco ha augurato "Buon Ramadan!" durante la Santa Messa di questa mattina a Lampedusa.
Ma cos'è il Ramadan?

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Domani 9 luglio — anche se la data di inizio e fine non è uguale per tutti — per oltre un miliardo di fedeli musulmani sparsi nel mondo comincerà il Ramadan, il mese sacro dedicato al digiuno e all’astinenza che si concluderà attorno all’8 agosto. È uno dei cinque pilastri dell’islam, i precetti fondamentali e obbligatori per ogni musulmano.
Ed è un mese di purificazione, per alcuni aspetti simile alla Quaresima per la religione cristiana. «O voi che credete! Vi è prescritto il digiuno, come fu prescritto a coloro che furono prima di voi, nella speranza che voi possiate divenire timorati di Dio» (Sura II, v. 183). Questo il versetto che nel Corano sancisce il digiuno come pratica di adorazione e atto di fede verso Dio.
L’astinenza — da rispettare dall’alba al tramonto — cade nel nono mese dell’anno lunare chiamato appunto Ramadan. In considerazione del fatto che i mesi lunari sono alternativamente di ventinove e trenta giorni, l’anno lunare in tutto è di 354 giorni e scala ogni anno indietro di undici giorni rispetto a quello solare. Si tratta di una scelta fatta per consentire a tutti i musulmani del mondo di vivere il Ramadan in condizioni di equità: nell’arco di trentatré anni, il mese di penitenza capita sia d’inverno che d’estate e sia quindi con giornate “brevi” e “lunghe” dal punto di vista della luce solare. La legge islamica stabilisce che per dichiarare iniziato il mese del Ramadan ci si basi su testimoni oculari e affidabili che dichiarino davanti a un giudice di aver visto la nuova luna del mese. Oggi però molti Paesi e comunità musulmane nel mondo si affidano ai moderni calcoli astronomici. In base a tali calcoli il Consiglio islamico europeo per la fatwa e la ricerca decreta l’inizio del Ramadan. Anche in Italia comincerà domani e saranno oltre un milione e mezzo i musulmani nel Paese a essere chiamati a osservare il mese sacro.
Il digiuno è obbligatorio per tutti i musulmani, tranne che per alcune categorie di persone: sono esentati, per esempio, i bambini, gli anziani (nel caso possa comportare rischi per la salute), i malati cronici, i viaggiatori, le donne in stato di gravidanza o che allattano. È un periodo, dunque, nel quale i fedeli sono chiamati a vivere con particolare profondità la purificazione, nella preghiera, ma anche, attraverso il controllo di sé e dei propri comportamenti, a promuovere lo spirito di riconciliazione. Quarto dei cinque pilastri dell’islam (gli altri sono la testimonianza di fede nel Dio unico e nel profeta Mohammad, la preghiera cinque volte al giorno, la zakat ovvero l’imposta coranica devoluta ai bisognosi e il pellegrinaggio a La Mecca almeno una volta nella vita), riunisce ogni anno tutti i musulmani in un’unica pratica fortemente sentita e praticata. Oltre ad adempiere a una prescrizione — ricorda Sumaya Abdel Qader, una dei fondatori dell’associazione «Giovani musulmani d’Italia» — il digiuno è occasione di purificazione spirituale e fisica, una scuola che educa alla pazienza e al senso di sacrificio. Ci si astiene dalle principali e istintive pratiche umane (il mangiare, il bere, le relazioni sessuali, il fumo), ma anche dalle cattive azioni, dalle menzogne, dalle calunnie e i litigi, dalle prime luci dell’alba fino al tramonto. Questa regola fa sì che il mese di Ramadan (in arabo significa “mese caldo”), soprattutto quando cade in estate, sia molto duro per i fedeli.
Il Ramadan non inizia in tutti i Paesi nello stesso momento (quest’anno con una decisione definita «storica» dal suo presidente, Mohammed Moussaoui, il Consiglio francese del culto musulmano ha stabilito la data con sessanta giorni di anticipo, senza aspettare le osservazioni lunari della vigilia). Mentre alcuni utilizzano i dati astronomici per determinare la luna nuova, e di conseguenza il via al mese sacro, molti altri Paesi rifiutano l’utilizzo di strumenti moderni e si basano semplicemente sull’osservazione del cielo a occhio nudo: la prima comparsa della luna crescente, detta hilal, stabilisce l’inizio del mese. L’anno scorso, per esempio, le autorità religiose saudite hanno annunciato che in Arabia Saudita l’inizio del Ramadan sarebbe stato venerdì 20 luglio: la decisione, aveva spiegato il quotidiano «Al-Arabiya», era stata presa, come da tradizione, non appena l’avvistamento della luna nuova fosse stato confermato dalle autorità saudite.
La prima regola è il digiuno, preceduto da un pranzo leggero prima dell’alba, che si chiama suhoor, e seguito, dopo il tramonto, dall’interruzione dell’astinenza, che si chiama iftar. Chi dovesse contravvenire volontariamente a qualche regola, a cominciare dal digiuno, ha l’obbligo di rimediare attraverso atti di carità verso i bisognosi, come offerte di cibo o di denaro, o attraverso il prolungamento dell’astinenza fino a un periodo di sessanta giorni. Per chi invece dovesse contravvenire involontariamente, il Corano non prescrive nessuna punizione o rimedio, purché subito dopo l’interruzione si riprenda l’osservanza stretta delle regole.
Il mese di Ramadan finirà quando sorgerà la luna nuova del mese successivo, che si chiama Shawwal. Quest’anno dovrebbe terminare intorno all’8 agosto, ma sarà l’osservazione del sorgere della luna nuova a sancirne ufficialmente la fine. In quel momento finirà l’obbligo del digiuno e dell’astinenza. È un momento molto importante per i musulmani ed è celebrato con una grande festa che si chiama Id al-Fitr (letteralmente “festa dell’interruzione”). Da questo momento i fedeli musulmani potranno tornare a mangiare e, solitamente, lo fanno in abbondanza. Ci si scambia regali e si fanno doni ai bambini; ci si veste eleganti o con abiti nuovi, quasi a voler segnare un nuovo inizio.
L'Osservatore Romano