mercoledì 3 luglio 2013

EMERGENZA UOMO



 E' il titolo della XXXIV edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli 
che si terrà dal 18 al 24 agosto 2013

“La considerazione dell’uomo come creatura […] – ci ha scritto Benedetto XVI nel suo messaggio autografo – implica un riferimento essenziale a qualcosa d’altro o meglio, a Qualcun altro” che “non solo non nasconde o diminuisce, ma rivela in modo luminoso la grandezza e la dignità suprema dell’uomo”. Il Santo Padre ci ha invitato in apertura del Meeting a purificarci dai “falsi infiniti”, di cui il cuore dell’uomo si riempie, per scoprire “la dimensione più vera dell’esistenza umana”.

Una gratitudine e commozione che ci ha accompagnato lungo questi sette giorni: 98 incontri con 271 relatori, 9 mostre, 21 spettacoli, 800 mila presenze, da 40 paesi diversi.

L’esperienza di queste giornate, i fatti accaduti, il popolo del Meeting, hanno mostrato che è possibile vivere questa dimensione dell’esistenza umana, testimoniando che il rapporto con l’infinito, al quale ogni uomo anela, non è questione spiritualistica per addetti ai lavori o per persone ‘pie’, ma un fattore essenziale per vivere ogni aspetto della vita con verità.

“Nulla allora è banale o insignificante nel cammino della vita e del mondo. L’uomo è fatto per un Dio infinito che è diventato carne, che ha assunto la nostra umanità per attirarla alle altezza del suo essere divino”, ha scritto ancora Benedetto XVI. Un infinito fattosi carne, presente in tutte le circostanze della vita: per questo tutto ci interessa, per questo ci siamo confrontati con personalità istituzionali e con uomini di altre culture e di altre religioni, come la compagnia libanese protagonista dello spettacolo inaugurale; per questo abbiamo proposto una lettura nuova di Dostoevskij, un modo nuovo di guardare al rock’n’roll, come accaduto in due delle mostre più seguite di questo Meeting. E poi la mostra “L’imprevedibile istante. Giovani per la crescita”: ragazzi che hanno raccontato a migliaia e migliaia di persone che è possibile non lasciarsi abbattere dalle circostanze, ma rinascere e costruire in ogni momento, riscoprendo la natura profonda del proprio io come desiderio insopprimibile di bene.

Ancora una volta, negli spettacoli e negli appuntamenti dedicati alla letteratura e all’arte, abbiamo scoperto che sull’ “aspirazione al bello che abita nelle profondità di ogni cuore umano”, come ha detto l’artista libanese Ivan Caracalla, è possibile incontrarsi con chiunque. Alla politica abbiamo chiesto e chiediamo un’unica cosa, la libertà, cioè che non venga soffocata e ostacolata questa necessità dell’uomo di vivere all’altezza dei suoi desideri e di costruire opere che siano “forme di civiltà nuova” (Giovanni Paolo II); una civiltà nuova che sono stati i 4000 volontari (750 durante il pre meeting, 3393 durante il Meeting): volti, facce, sguardi che hanno mostrato a tutti che spendersi per l’ideale realizza una pienezza umana. “E’ nell’incontro con Gesù che emerge la nostra vera statura, la statura dell’uomo e del suo desiderio, di quella nostalgia di assoluto che percorre le culture umane”, ha ricordato nell’incontro sul tema del Meeting Javier Prades.

Come accade ogni anno, in tanti hanno riconosciuto la ricchezza di questa esperienza e il suo valore come contributo al mondo: “un patrimonio di risorse e di energie indispensabile”, ha scritto il presidente Napolitano nel suo messaggio. “Il Meeting è una scuola”, ci ha detto un ospite, per imparare a essere uomini, per imparare che l’esperienza religiosa ha a che fare con tutta la vita, per imparare il rispetto per la funzione che il potere ha di costruire il bene comune, per imparare a uscire dal “bunker” dell’indifferenza, scoprendo che tutto, dalla libertà religiosa alle neuroscienze, dai problemi economici alle grandi questioni democratiche internazionali, c’entra con la vita dell’uomo.

Questa è la nostra strada, questo è il cammino che vogliamo continuare a percorrere, testimoniando ciò che abbiamo incontrato e che genera ciò che abbiamo visto in questi giorni.
Nella società in cui viviamo è urgente l’esigenza di ridare un’identità chiara all’io, protagonista nella vita e costruttore di storia; per questo il titolo della XXXIV edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, che si terrà dal 18 al 24 agosto 2013, sarà : “Emergenza uomo”

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Gli appuntamenti culturali del Meeting di Rimini. Sant’Agostino chiamato a parlare dell’uomo

(Silvia Guidi) Emergenza caldo, emergenza freddo, emergenza anziani, emergenza giovani; forse non c’è parola più abusata, più consumata dall’uso nelle pagine di cronaca dei giornali come nei saggi di sociologia. Ma il verbo “emergere” può anche ritrovare la ricchezza del suo significato originario: affiorare, rendersi visibile, manifestarsi, uscire da un mondo sommerso, alzare la testa per non lasciarsi travolgere dalle onde.
Anche per questo «Emergenza uomo» è il titolo della XXXIV edizione del Meeting per l’amicizia tra i popoli. «L’uomo oggi vive in una condizione di emergenza — si legge sul sito che ha appena lanciato l’hashtag ufficiale su Twitter (#meeting13) — non soltanto quando sistemi politici autoritari ne minacciano le condizioni elementari di libertà e di sopravvivenza, ma anche laddove, pur in sistemi dove le libertà democratiche sono garantite, è il desiderio del cuore che corre il rischio di venire anestetizzato, censurato. Ma quando il cuore dell’uomo, che è fatto per la grandezza, che non può rinunciare a cercare il senso della vita, si trova così imbrigliato ed omologato, prima o poi insorge, spesso tragicamente con la violenza dei comportamenti o con fenomeni di autodistruzione. O, più semplicemente e meno drammaticamente, perde il gusto della vita». Il Meeting — presentato a Roma il 2 luglio scorso dal ministro degli Esteri italiano Emma Bonino, dal ministro della Difesa Mario Mauro, dal presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Giorgio Vittadini e dalla presidente della kermesse, Emilia Guarnieri, sarà inaugurato il prossimo 18 agosto dal presidente del Consiglio Enrico Letta. Denso di appuntamenti il calendario culturale del Meeting. All’Europa delle persone e dei popoli sarà dedicata la mostra curata dalla Fondazione per la Sussidiarietà «Sinfonia dal nuovo mondo. Un’Europa unita dall’Atlantico agli Urali»; le vite dei martiri russi e la testimonianza della Chiesa ortodossa russa negli anni della persecuzione sovietica saranno al centro della mostra «La luce splende nelle tenebre» curata dall’università ortodossa San Tichon di Mosca. «Il cielo in una stanza» aprirà uno spiraglio sulla vita di Chesterton, mentre l’antico dialogo dell’uomo con la natura, sarà raccontato nella mostra scientifica curata dall’associazione Euresis. Lo spettacolo inaugurale del Meeting porterà invece sul palco un eccezionale “cercatore di verità” interpretato da Sandro Lombardi: Agostino d’Ippona; un uomo di successo, un retore stimato che ha accettato di misurarsi con le grandi domande che affioravano dentro di lui, attuali nel IV secolo dell’era cristiana come nel XX secolo, o negli anni Dieci del Duemila. Il desiderio di verità, bellezza e libertà “emerge” da solo, basta accettare di ascoltarlo. «Un grande scrittore russo, Vasilij Grossman — si legge nel sito del Meeting — nelle ultime pagine di Tutto scorre vede riaffiorare nell’anima del suo protagonista, che torna a casa dopo trent’anni di deportazione in Siberia, il sentimento, mai totalmente sopito, della libertà. “Ivan Grigorievic non si stupì che la parola libertà — fiorita sulle sue labbra quando, studente, era finito in Siberia — che quella parola vivesse, non fosse scomparsa dalla sua testa neanche adesso”». 
L'Osservatore Romano

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L'Europa: uno "spazio comune" per la pace

Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, inaugurerà il prossimo Meeting di Rimini con una mostra a tema

Sarà il presidente del Consiglio, Enrico Letta, a inaugurare il prossimo 18 agosto, la XXXIV edizione del Meeting per l’Amicizia tra i Popoli. Il Meeting sarà aperto presso il padiglione della mostra “Sinfonia dal nuovo mondo”. Un’Europa unita dall’Atlantico agli Urali, curata dalla Fondazione Sussidiarietà, con un discorso del premier.
È proprio all’Europa, intesa non più soltanto come unione economica, monetaria o politica, bensì come un ricchissimo patrimonio storico-culturale, che è stato dedicata gran parte del dibattito alla presentazione ufficiale del Meeting di Rimini, tenutasi ieri sera presso il Tempio di Adriano, sede della Camera di Commercio di Roma.
Tema della XXXIV edizione del Meeting, in programma presso Rimini Fiera, dal 18 al 24 agosto prossimo, sarà Emergenza uomo, ed anche stavolta è ispirato ad una frase di don Luigi Giussani.
Alla conferenza stampa, moderata dal nuovo portavoce del Meeting, Stefano Pichi Sermolli, hanno preso parte Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione Sussidiarietà, il ministro della Difesa, Mario Mauro, il ministro degli Esteri, Emma Bonino, e il presidente del Meeting, Emilia Guarnieri.
Come ha spiegato il professor Vittadini, il Meeting approfondirà il tema dell’integrazione europea - cui, oltre alla mostra, saranno dedicati quattro importanti convegni – sulla scia dello spirito della ricostruzione del dopoguerra, dei padri fondatori - De Gasperi, Schumann e Adenauer – e degli auspici del beato Giovanni Paolo II per un’Europa “dai due polmoni”, unita “dall’Atlantico agli Urali”.
Partendo da tali premesse è evidente e ormai innegabile che un terreno culturale europeo comune esiste davvero e si può riscontrare, ad esempio, nella facilità con cui “i giovani d’oggi si recano a Parigi, Londra o Stoccolma, mentre ai miei tempi andare a Lugano significava già andare all’estero”, ha osservato Vittadini.
Attraverso progetti formativi come l’Erasmus, migliaia di studenti europei “cercano in altri paesi una patria comune”, ha aggiunto il presidente della Fondazione Sussidiarietà.
L’Europa, tuttavia, è un concetto ancora più ampio e non sarà possibile comprenderlo fino in fondo, se l’occidente non si apre alle culture slave, in particolare alla Russia. Così come nel secondo dopoguerra, “la forza unificante fu più forte della guerra”, ha proseguito Vittadini, nel 1989 avviene un secondo miracolo: la caduta del comunismo, con la possibilità di un allargamento della concezione stessa di Europa.
In un tempo in cui l’integrazione europea è pressoché unanimemente ritenuta ad un binario morto, è quindi importante riscoprire la “forza ideale” dei tanti uomini che hanno contribuito a questa causa, dando luogo ad uno “spazio comune” in cui prosperano la pace, lo sviluppo e l’armonia.
Ripensare ai fatti del 1989, è estremamente importante in questa fase di grande sfiducia, ha sottolineato ancora Vittadini. “Ci fermiamo davanti ai problemi economici, quando in quegli anni c’è stata gente che ha fermato dei carri armati”, ha aggiunto.
Per tutte le ragioni elencate, nonostante le molte contraddizioni palesatesi negli ultimi anni, ha concluso Vittadini, è importante continuare a credere nel “grande progetto” dell’Europa, in un’Europa “dei giovani e dello sviluppo”, in cui “le identità nazionali e locali non scompaiono” ma si integrano in un contesto più vasto.
Il ministro della Difesa, Mario Mauro, ha citato le parole del papa emerito Benedetto XVI, che parlava di Europa come “un concetto culturale e storico”: è quindi “nostro dovere interrogarci se il nostro progetto politico corrisponde al progetto culturale e storico”.
Sebbene quella economica non sia l’unica crisi, l’Europa dovrà affrontarla “in modo radicale” e riflettere su aspetti come il welfare (di cui il vecchio continente continua a fare la parte del leone), tenendo in considerazione quel “piccolo tesoro che si chiama federalismo”, ha aggiunto Mauro.
Anche il ministro degli Esteri, Emma Bonino, si è soffermata sull’importanza dell’allargamento ad Est dell’Unione Europea (che pochi giorni fa ha inglobato la Croazia come 28° paese partner), come un passo in avanti verso la pace, specie per ciò che riguarda un’area come i Balcani, che 20 anni fa erano nel pieno di una sanguinosa guerra civile.
Condividendo con il ministro Mauro la visione federalista, la Bonino ha aggiunto che, nonostante l’Europa oggi “non susciti grandi entusiasmi”, con una crisi non solo economica ma di “governance politica”, bisogna avere “il coraggio di andare avanti”.
Luca Marcolivio