lunedì 15 luglio 2013

Francesco fra pochi giorni in Brasile.




 Sei anni dopo la Conferenza di Aparecida  il Papa torna  dove forse cominciò tutto ...
Credere
(Lucio Brunelli) Fu Benedetto XVI, il 21 agosto 2011 nell'assolata spianata dell'aeroporto militare Cuatro vientos di Madrid, ad annunciare che la prossima Giornata mondiale della gioventù si sarebbe tenuta a Rio de Janeiro. Nessuno, allora, poteva immaginare che un altro papa sarebbe andato in Brasile al suo posto (lasciato clamorosamente libero dalle dimissioni), e che questo nuovo papa i cardinali l'avrebbero 'preso', per la prima volta nella storia, proprio dall'America latina.
Un insolito destino sembra legare i due papi, il regnante e l'emerito. Per entrambi il primo viaggio internazionale fu deciso dal loro precedessore: Ratzinger, appena eletto, si trovò già pronto il viaggio annunciato da Giovanni Paolo II a Colonia (agosto 2005).  Per entrambi si tratta di una Gmg. Per entrambi una destinazione geografica che ha quasi il sapore di un ritorno a casa.
Incredibile gioco di coincidenze, cariche comunque di un forte significato simbolico.
Il primo papa latinoamericano sarà dunque a Rio de Janeiro dal 22 al 28 luglio. Scenario mozzafiato, la grande spiaggia di Copacabana. Con un papa così comunicativo si può già prevedere il clima di entusiasmo e di festa che contagerà  i 2 milioni di giovani attesi. Francesco ha voluto inserire nel programma anche un breve pellegrinaggio al santuario mariano di Aparecida, centro della pietà popolare brasiliana. E' un luogo molto caro a Josè Mario Bergoglio e si può affermare che il segreto della sua elezione, almeno in parte, sia nascosto qui. Nel maggio 2007 ad Aparecida si svolse la quinta conferenza generale dell'episcopato latinoamericano (Celam). Il cardinale di Buenos Aires fu eletto presidente della commissione incaricata di redigere il documento finale. I vescovi dell'America latina ebbero modo di apprezzarne, da vicino, le qualità. Bergoglio non volle partire da un testo preconfezionato e riuscì a fondere orientamenti e sensibilità diverse. Valorizzò insieme la devozione popolare e le istanze più autentiche della teologia della liberazione. Impressiona rileggere l'omelia che Bergoglio tenne ad Aparecida il 16 maggio 2007. Vi era già tutto... papa Francesco: “Lo  Spirito proietta la Chiesa verso le periferie, non solo le periferie geografiche del mondo conosciuto della cultura, ma le periferie esistenziali. Lo Spirito è quello che ci giuda, ci conduce sulla strada verso ogni periferia umana: quella della non conoscenza di Dio … dell’ingiustizia, del dolore, della solitudine, della mancanza di senso... ”. Concetti ribaditi al mensile 30giorni, pochi mesi dopo: “Per rimanere fedeli bisogna uscire. La fedeltà è sempre un cambiamento..”. Bergoglio aveva già la fama di uomo di Dio, molti suoi confratelli ne conoscevano lo stile di vita, semplice, austero. Nel conclave del 2005 era stato il più votato dopo Ratzinger. Ma ad Aparecida la sua fama crebbe ancora, non furono apprezzate solo la sua fede limpida e le visioni aperte ma anche una capacità di leadership 'collegiale'.
Non a caso furono alcuni cardinali brasiliani, a partire dal suo amico Claudio Hummes, i primi a lanciare il suo nome, durante l'ultimo conclave. Molti forse ricordano la foto di Bergoglio, dopo l'elezione, su un pulmino insieme ad altri sorridenti cardinali. Seduto accanto a lui c'è il cardinale di Aparecida, Raymundo Damasceno Assis. “Nel momento in cui scattarono quella foto – ci ha detto –  ricordavamo il clima fraterno vissuto durante i lavori del Celam, e lo stavo giusto invitando a tornare ad Aparecida, in occasione della Gmg”. Francesco non poteva non accettare.
Sembra invece allontanarsi il viaggio nella sua Argentina. Francesco non ha fretta, non vuole si trasformi in una celebrazione patriottico-personalistica. Escluso nel 2013, difficilmente si terrà l'anno prossimo. Nel 2014 sono in cantiere già tre viaggi internazionali: Asia, Africa e forse Terra santa. Bartolomeo, il patriarca di Costantinopoli, l'ha invitato a ricordare insieme, a Gerusalemme, i 50 anni dallo storico abbraccio fra Paolo VI e Atenagora. Se le condizioni politiche non permetteranno di volare in Israele Francesco pensa di restituire la visita di Bartolomeo recandosi a Istanbul, nel Fanar, cuore antico della Chiesa ortodossa.
(Ndr) Il titolo dell’articolo è responsabilità della Redazione.

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