domenica 7 luglio 2013

Il ministro dell’essere supremo

Danton non avrebbe saputo dirlo meglio.“Non si potrà mai costruire un paese libero con la religione cattolica”. A parlare così non è un rivoluzionario del comitato di salute pubblica, ma l’odierno ministro dell’Istruzione di Parigi, Vincent Peillon. Le ardite dichiarazioni sono contenute in un video che da giorni circola su Internet, in cui Peillon presenta il nuovo libro “La Rivoluzione francese non è ancora terminata”. Dice Peillon che “non si può fare una rivoluzione unicamente in senso materiale, bisogna farla nello spirito. Adesso abbiamo fatto la rivoluzione essenzialmente politica, ma non quella morale e spirituale. Quindi abbiamo lasciato la morale e la spiritualità alla chiesa cattolica. Dobbiamo sostituirla”. Allora “bisogna inventare una religione repubblicana” e “questa nuova religione è la laicità”.
Il luogo privilegiato per portarla a compimento è la scuola: “La rivoluzione implica l’oblio per tutto ciò che precede la rivoluzione. E quindi la scuola gioca un ruolo fondamentale, perché la scuola deve strappare il bambino da tutti i suoi legami pre repubblicani per insegnargli a diventare un cittadino. E’ come una nuova nascita, una transustanziazione che opera nella scuola e per la scuola, la nuova chiesa con i suoi nuovi ministri, la sua nuova liturgia e le sue nuove tavole della legge”. Ecco spiegata in poche battute l’essenza di questa laicità francese, e più in generale di Bruxelles coi suoi codicilli: una liturgia secolarista che deve sorgere sulle ceneri della vecchia morale laico-religiosa. Non si tratta della “laïcité positive” mutuata dal modello americano di religione civile, né della “laïcité identitaire” dei conservatori, ma della “laïcité d’opposition”, una laicità militante e aggressiva.
Una laicità che deve emancipare l’individuo “da ogni determinismo”: famigliare, religioso, sociale, biologico. E’ pura vocazione al pensiero unico, politicamente e ideologicamente corretto. E’ uno scisma nel liberalismo occidentale che risale alle due rivoluzioni fondatrici. In Francia i rivoluzionari detestavano Dio. I Padri fondatori americani invece divisero la chiesa dallo stato per proteggere la prima dal secondo. Come rivela Peillon nel video, in Francia da sempre si vuole fare il contrario.