mercoledì 3 luglio 2013

Le lacrime del Cardinale



Piange l'arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra. Le sue lacrime sono le lacrime di chi guarda sconsolato le macerie di una civiltà che si sta disgregando sotto l'insegna della dittatura del gender. Lo scontro di lunedì tra il cardinale e il sindaco di Bologna Virginio Merola è destinato ad alimentare ancora di più il solco tra la politica e il comune senso della ragione. Perché è di questa che principalmente il porporato ha parlato nella suo lungo j'accuse lanciato dagli uffici di via Altabella a seguito della presenza e delle parole di Merola su nozze e adozioni gay.
Il primo cittadino era stato l'ospite d'onore del gay pride che svoltosi a Bologna sabato 29. E da quel palco aveva preso una posizione netta sulla necessità non solo di riconoscere le unioni omo, ma anche di concedere a gay e lesbiche la possibilità di adottare. Il giorno dopo Caffarra ha preso carta e penna e ha ricalcato le orme che furono del suo predecessore Giacomo Biffi ai tempi della “Bologna sazia e disperata": «Merola dice cose gravissime - ha tuonato -. Davanti a tale oscuramento della ragione viene da piangere». E ancora: «Affermare che omo ed etero sono coppie equivalenti è negare un'evidenza che a doverla spiegare viene da piangere». Caffarra è anche consapevole che «siamo giunti ad un tale oscuramento della ragione anche solo per il pensare che siano le leggi a stabilire la verità delle cose».
Lo scontro tra sindaco e arcivescovo non ha più il sapore guareschiano delle battaglie tra comunisti e cattolici. Oggi Bologna è devastata dalla crisi economica, con il Pd ormai incapace di fare da collettore delle diverse anime della città e le cooperative rosse in caduta di fatturato e di lavoro, la città appare sfilacciata e non più come roccaforte del benessere e della bonomia, ma un laboratorio per soluzioni d'importazione anti umane che trovano terreno fertile in una Sinistra che ha come unico collante il laicismo esasperato, cullato dai centri di potere rappresentati dalle associazioni gay and lesbian friendly, mai così potenti come sotto la statua del Nettuno. La presa di posizione del sindaco mostra la vera faccia della Sinistra attuale. Una faccia tenuta nascosta per meri calcoli utilitaristici quando appena un mese fa sindaco e cardinale hanno difeso con forza il contributo del Comune alle scuole paritarie che un referendum, promosso guarda caso dagli stessi che poi sono scesi in piazza sabato per gay e drag queen, voleva eliminare. Solo che Caffarra ha difeso quel contributo secondo il principio di sussidiarietà, il primo cittadino evidentemente lo ha fatto non per la difesa della libertà d'educazione, ma solo per far quadrare il bilancio a fine mese.
Da solo sta Caffarra, dunque. Abbandonato da quei cattolici del Pd che da 20 anni si prestano a stampella di una Sinistra che difficilmente avrebbe potuto governare da sola. Pochissimi i consiglieri Pd che si sono schierati a difesa del porporato. Molte le critiche e le ironie. Così come nessuno ha cercato di frenare l'isterica risposta di Franco Grillini, presidente emerito di Arcigay che ha rimproverato Caffarra per il rogo di migliaia di omosessuali nel corso della storia! Tacciono i Prodi e i cattolici adulti della scuola di Bologna voluta da Dossetti, fautori di quella alleanza politica che negli anni ha accontentato e sistemato carriere grazie ai voti di tanti cattolici, ma che in cambio ha restituito l'immagine di un pastore solo di fronte alla violenza forcaiola della dittatura omosessualista. 
(A. Zambrano)

*

chiesa_di_bologna

Di seguito il testo del comunicato del Card. Caffarra.


Le affermazioni fatte dal Sindaco di Bologna riguardanti il matrimonio e diritto all’adozione per le coppie gay sono di tale gravità, che meritano qualche riflessione.
Quanto da lui profetato come ineluttabile destino del Paese a diventare definitivamente civile riconoscendo alle coppie omosessuali il  diritto alle nozze e all’adozione è una battuta a braccio che costa poco: tanto non dipende dal Sindaco. Ma ciò non toglie la gravità di tale pubblica presa di posizione da parte di chi rappresenta l’intera città. E dove mettere il cittadino che non per fobia ma con motivate ragioni ritiene matrimonio ciò che è stato definito tale fin dagli albori della civiltà o ritiene non si possa parlare di un diritto ad adottare ma del diritto di ogni bambino ad avere un padre e una madre?
Davvero questo cittadino, con la sua cultura e le sue ragioni, è da giudicare incivile e fuori dalla storia, condannato a sentirsi estraneo in casa sua, perché non riesce a stare al passo del sedicente progresso?
Naturalmente ci sarà chi, riempiendosi la bocca di laicità dello Stato (che è cosa ben più seria!), ci accuserà di voler imporre una dottrina religiosa. Ma qui non c’entra religione o partito, omofobia o discriminazione: sono i fondamentali di una civiltà estesa quanto il mondo e antica quanto la storia ad essere minati; e forse non ci si accorge dell’enormità della posta in gioco.
Affermare che omo ed etero sono coppie equivalenti, che per la società e per i figli non fa differenza, è negare un’evidenza che a doverla spiegare vien da piangere. Siamo giunti a un tale oscuramento della ragione, da pensare che siano le leggi a stabilire la verità delle cose. Ad un tale oscuramento del bene comune da confondere i desideri degli individui coi diritti fondamentali della persona.
+ Carlo Card. Caffarra
Arcivescovo di Bologna
1° luglio, 2013